Fortuna
degli 'schemi bramanteschi' nell'architettura coloniale
"Le
celebrazioni del Cinquecentenario della morte di Donato Bramante,
ricorrenza di rilievo sul piano storico e culturale, a
ridosso della sonora bocciatura di Urbino a Capitale europea 2019,
sono l'occasione per
l'Alta val Metauro, per un bilancio
e una rilfessione sullo stato dell'Arte di un territorio di grande
valore paesaggistico e storico-architettonico purtroppo sacrificato
dal punto di vista delle presenze, delle strategie, e dei contenuti
innovativi dell'offerta turistica. Questi dati, noti in particolar
modo al pubblico internazionale e agli osservatori, riflettono in
piccola scala un' ormai cronica realtà del Bel Paese
sulla valorizzazione e sulla accessibilità dei bb.cc. Uno
scenario poco confortante per il 2014, collocabile esattamente dopo
la recente decisione ministeriale di ridurre definitivamente
nei programmi l'insegnamento della storia
dell'Arte, tutti dati che dovrebbero opportunamente far
riflettere e confrontarsi in questa occasione con la grande eredità
culturale del nostro paese riletta attraverso l'influenza internazionale
di una delle figure più importanti del Rinascimento italiano."
Tavola
sul tempietto di S, Pietro in Montorio. Universitad S. Pablo CEU,
Madrid - ES.
"Soprattutto,
questa ricorrenza 2014 del nuovo millennio, dovrebbe essere l'occasione
per contestualizzare la straordinaria importanza di un Architetto
e la Fortuna che questo autore rappresenta nel Nuovo mondo in riferimento
allo sterminato repertorio di applicazioni degli schemi bramanteschi.
Quest'aspetto poco noto e non sempre ricordato riguarda la figura
di uno dei piu grandi interpreti dell'Officina Rinascimentale e
rappresenta un diverso 'punto di vista' che pone l'analisi su una
diversa scala rispetto a quella nazionale. Una lettura che pone
l'accento sulla Fortuna dei testi architettonici bramanteschi e
del fenomeno del 'Classicismo' nel mondo andando a ritrovare i suoi
modelli primi, le sue fonti, i suoi autori che spesso si perdono
esclusivamente all'interno di un immaginario scientifico e poco
conosciuto, dedicato a mere pubblicazioni specialistiche.
Una responsabilità culturale che misura una
differenza, impone un confronto tra la straordinaria ricchezza
della nostra storia e dei modelli nati nel passato in italia e lo
Scenario attuale che mette il patrimonio culturale all'ultimo posto
tra i finanziamenti e gli investimenti delle politica nazionale
e locale. Questo in relazione alle strategie che gli altri paesi
dell'UE, in primis Francia, Spagna, Catalogna, Germania e
il Nuovo mondo sono in grado di spendere in innovazione, servizi,
'accessibilità' dei beni culturali
rispetto alla capacità di investimento del nostro
paese.
Nel nostro caso, una Vallata quella del Metauro (sino ad Urbino),
dove a fronte di un offerta ricchissima (sulla carta) di beni culturali
i cittadini faticano non poco a capire che esiste una rete e un
Sistema museale, dove ci sono scarse informazioni turistiche, non
esistono orari di apertura serali, dove il tanto auspicato e decretato
dalla regione Marche "Museo diffuso" non è
stato mai di fatto realizzato e sopratutto dove non ci sono ancora
infrastrutture efficaci: la Fano-Grosseto è lontana dalla
fine dei lavori per il tratto con la Toscana, non esiste più
una ferrovia dal 1986 e i mezzi di trasporto avvengono esclusivamente
su 'gomma' con autobus e pulmann, difficili
da utilizzare e con orari spesso poco gestibili se non irreperibili
e dove basta una nevicata abbondante per paralizzare per giorni
tutta la rete di trasporti.
(L.b.c.)
DAVID
SOUBOURNE, alcune
riflessioni di gennaio 2014 sulla condizione della "città"di
urbino:
"Permettete
per favore a uno straniero, che con sua moglie ha conosciuto Urbino
dagli anni Sessanta. Si fanno molti discorsi in Urbino sul
turismo... Però, nei tanti luoghi del mondo in cui mi sono trovato
- come corrispondente speciale, per i giornali inglesi, in Europa
dell'Est, in India, in Cina, in Afghanistan ed altri - Urbino è
forse il meno ospitale di tutti....Non ho mai visto un cartello
dove si legge "Benvenuti in Urbino". Nello stesso modo, ci sono
tante chiacchiere sul tema dell'"internazionalizzazione". Ma pochi
urbinati, pubblici amministratori inclusi, parlano inglese, la lingua
internazionale. In Urbino, come a Roma, l'auto-referenzialità comanda.
Parole, parole, parole - "progettualità" senza progetti, "apertura"
mentre tutto rimane chiuso, "innovazioni" quando niente cambia -
prendono il posto della sostanza; il poltronismo cancella la lealtà
politica; e dietro le quinte c'è la corruzione, senza dubbi, ma
di cui pochi osano parlare.. Lo
scandalo
di Santa Lucia ha creato un senso di orrore
fra gli architetti internazionali che ne sono a conoscenza. E' stato
un atto di violenza contro la stessa Urbino. Io ho visto personalmente
il dolore nei visi dei passanti mentre una metà degli alberi in
via Gramsci era in abbattimento. Ma è stato anche un cazzotto in
faccia all'Unesco e al mondo. Solo individui senza senso civico
o estetico avrebbero potuto permetterlo. Ma la brutalità di Santa
Lucia può essere capita. Urbino, che presuntuosamente aspirava a
diventare Capitale europea della cultura, è stata per anni nelle
mani di persone prive di cultura. Adesso l'aria di Urbino è piena
di retorica politica italiana, la retorica di "cambiamento"...".
Abstract
restodelcarlino.it - "Io, straniero tra di voi, ora dico quel
che penso" 01/02/2014
Planimetria
del centro storico di Fermignano, sull'ansa del Fiume metauro, con
la possente Toirre palaziale, che sovrasta la via maggiore e le
sette viuzze del Castello.
"Nel
2014 ricorre il Cinquecentenario della morte del grande architetto
Donato Bramante nato nel 1444 a Monte Asdrualdo presso Fermignano
“castello” del ducato di Urbino. Per celebrare la ricorrenza, il
Comune di Fermignano, sua città natale, ha attivato un progetto
artistico - culturale che proseguirà con una serie di eventi fino
al 2014. Presso il Museo dell’Architettura (Ex-mattatoio) sarà inaugurata
una mostra dedicata alla sua infanzia, all’adolescenza e agli anni
della sua maturazione alla corte di Federico da Montefeltro. E’
ricostruito l’ambiente quattrocentesco nel quale l’architetto è
cresciuto, con delle fotografie dei luoghi e con la documentazione
degli itinerari bramanteschi, con l’esposizione di medaglie coniate
nel 1506 dal Vaticano, la medaglia falsa “Bramantes Durantinos”,
una rara pubblicazione del 1647 “Le vite dei più eccellenti pittori,
scultori ed architetti” del Vasari; incisioni della casa natale,
un disegno inedito del 1530 della Basilica di San Pietro ripresa
dalla medaglia del Caradosso ed una incisione del 1600 del tempietto
di San Pietro in Montorio. Nella Torre Medioevale sono collocati
i modelli lignei della cupola della basilica di San Pietro, il cortile
del belvedere in Vaticano e il tempietto di San Pietro in Montorio."
Testo
tratto dal sito del 'Comune di Fermignano' - "Bramante: anche
i geni hanno cominciato da piccoli convegno del 2008."
Lo
schema bramantesco, con podio bugnato e colonne binate della facciata
di palazzo Ugoccioni in piazza della Signoria a Firenze.
"I
personaggi illustri conferiscono al loro luogo di nascita un senso
di identità. Anche Donato Bramante, che secondo lo storico tedesco
Jacob Burkhardt, con Leonardo da Vinci, Michelangelo, Raffaello
è tra i fondatori dell’”Alto Rinascimento”. L’architetto vide la
luce a Fermignano (Urbino) nel 1444. Cresciuto e formatosi nel Montefeltro,
nel 1477 Bramante partì per Milano per studiare – come dice il Vasari
- lo stile gotico del duomo. Per capire il giovane Donato bisogna
per forza parlare di Fermignano e della corte urbinate di Federico
da Montefeltro. Poiché non esistono documenti dei primi 33 anni
di Bramante, eccetto qualche raro atto notarile della famiglia,
occorre adoperarsi come un commissario di polizia, esaminando gli
indizi e le ipotesi dei vari storici dell’arte. È questo lo scopo
che si prefigge la mostra “Bramante. Anche i geni hanno cominciato
da piccoli. I primi 30 anni dell’architetto nel Montefeltro”. Bramante
si è spento a Roma nel 1514. In occasione del Cinquecentenario della
sua morte, il Comune di Fermignano organizza ogni anno un’ evento-omaggio.
C’è da dire, però, che dopo mezzo millennio è rimasto ben poco di
nuovo da scoprire. Nonostante due eccelsi studiosi di Bramante,
quali Arnaldo Bruschi e Christoph Luitpold Frommel, siano saliti
in cattedra durante un convegno organizzato dalla società PiQuadro,
eravamo timorosi del concetto di “scientifico”. Tuttavia, noi siamo
convinti che il 30 maggio, data in cui si alzerà il sipario della
mostra, saranno portate alla luce parecchie cose non ancora conosciute."
Testo
tratto dal sito www.cultura.marche.it - "Mostra su Donato Bramante 2008."
"E'
ricostruito l’ambiente quattrocentesco nel quale l’architetto è
cresciuto, con delle fotografie dei luoghi e con la documentazione
degli itinerari bramanteschi, con l’esposizione di medaglie coniate
nel 1506 dal Vaticano, la medaglia falsa “Bramantes Durantinos”,
una rara pubblicazione del 1647 “Le vite dei più eccellenti pittori,
scultori ed architetti” del Vasari; incisioni della casa natale,
un disegno inedito del 1530 della Basilica di San Pietro ripresa
dalla medaglia del Caradosso ed una incisione del 1600 del tempietto
di San Pietro in Montorio. La mostra sarà occasione per apprezzare
Bramante come Maestro Virtuale: la Microsoft ha scansionato tutti
i progetti della Fabbrica di San Pietro, rilevando il modello in
scala 1:30 Il modello più grande mai costruito nel Rinascimento
sarà presente in forma digitale, come segno di attualità. Nella
Torre Medioevale sono collocati i modelli lignei della cupola della
basilica di San Pietro, il cortile del belvedere in Vaticano e il
tempietto di San Pietro in Montorio."
Testo
tratto dal sito del 'Comune di Fermignano' - "Bramante: anche
i geni hanno cominciato da piccoli."
.
Arch.
Sir Inigo Jones, tavola di studio della facciata della Queen's House,
con i noti riferimenti bramanteschi intrecciati con il repertorio
di Andrea Palladio in palazzo Chiericati a Vicenza. Greenwich, England,
1616-1635. |