"In
Sicilia è ormai da tempo che impotenti assistiamo alla distruzione,
quasi sistematica, del nostro patrimonio artistico (alcuni
esempi). Un perverso e misterioso
agire sembra si sia accanito in modo rovinoso contro i nostri beni
culturali, memoria e storia della nostra identità. Tra l’indifferenza
generale, e con grave responsabilità delle istituzioni preposte
alla tutela e alla salvaguardia di questi beni, il degrado o
improvvisati restauri continuano a distruggere ogni cosa. Nessuna
denuncia e nessun grido riescono a fermare questa rovina. Oggi neanche
il Portico della Cattedrale di Nicosia, opera tardo gotica d’inestimabile
valore artistico e culturale, una delle poche architetture capace
di evidenziare il passaggio tra l’arte gotica e quella rinascimentale,
ricco di un prezioso apparato scultorio didattico-simbolico, è riuscito
a sottrarsi a questo triste destino. L’operazione di demolizione
del Portico per poi successivamente ricostruirlo è stato ormai ignobilmente
portato a compimento, distruggendo per sempre una pagina fondamentale
di storia e di memoria della nostra città."
"L'arbitrio
di demolire il Portico per realizzare un restauro funzionale trova
qui motivo nell’ipotesi, sostenuta dal progettista dei lavori e
condivisa dalla Soprintendenza per i beni culturali di Enna, di
un imminente pericolo di crollo del portico per effetto di una modesta
ed uniforme rotazione del paramento murario e delle colonne rispetto
al suo asse trasversale (2,78°). Un aspetto indubbio è però che
il muro e le colonne del portico prima della loro demolizione
non mostravano alcun quadro fessurativo o eventuali cedimenti,
eccetto la trascurabile roto-traslazione del paramento murario forse
sempre esistita, che potessero far pensare ad un suo probabile crollo.
Essendo le condizioni d’instabilità del portico apparentemente inesistenti,
situazione comprovato da una dettagliata documentazione fotografica
realizzata poco prima dei lavori, non riusciamo in alcun modo
a comprendere come la Soprintendenza, organo preposto istituzionalmente
alla tutela e alla conservazione del bene, abbia autorizzato
un intervento così distruttivo e irreversibile senza chiedere
al progettista, prima dei lavori, una dettagliata e comprovante
documentazione tecnica che confermasse la fondatezza dell'ipotetico
cedimento strutturale del portico cosi da giustificare, almeno in
modo apparente, la concretizzazione di lavori che in ogni caso non
sono più condivisi e né consentiti dagli indirizzi metodologici
fissati dalla ricerca disciplinare, dagli studi e dalla cultura
elaborata ormai da più di due decenni sui temi del restauro architettonico.Che
il pericolo di crollo del Portico sia stato solo un pretesto
per giustificarne la demolizione lo dimostra in modo incontrovertibile
una dettagliata ed approfondita relazione tecnica, finanziata con
fondi dell'Assessorato ai BB.CC.AA ed in possesso della Soprintendenza
per i beni culturali di Enna, redatta dai proff. ingegneri e architetti
Forlani - Gurrieri - Sposito. I tre professori nella loro relazione
propedeutica per gli interventi di consolidamento e di restauro
sulla Cattedrale, in relazione alle indagini tecniche effettuate,
stabilivano che per il portico si dovessero effettuare solo interventi
di restauro conservativo e di manutenzione rispetto invece ai rovinosi
lavori di demolizione-ricostruzione contrariamente decisi, secondo
un'arcana logica, dal progettista e direttore dei lavori arch. Renda
Gaetano."
"A
salvare
il Portico da questi disastrosi interventi non sono servite purtroppo
neppure le diverse Carte
del restauro, norme e circolari
che fissano le finalità, le operazioni consentite e, spesso, anche
la corretta pratica operativa da adottare nei restauri. "
Arch.
Francesco Fiscella - Comitato salvare Nicosia
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