"A
salvare
il Portico da questi disastrosi interventi non sono servite purtroppo
neppure le diverse Carte del restauro, norme e circolari
che fissano le finalità, le operazioni consentite e, spesso, anche
la corretta pratica operativa da adottare nei restauri:
Art.
4 - S'intende per salvaguardia qualsiasi provvedimento conservativo
che non implichi l'intervento diretto sull'opera: s'intende per
restauro qualsiasi intervento volto a mantenere in efficienza, a
facilitare la lettura e a trasmettere integralmente al futuro le
opere e gli oggetti definiti agli articoli precedenti. (CIRCOL.
N. 117 DEL 6 APRILE 1972. " Carta del restauro 1972 ")
Art.
6 - In relazione ai fini dei quali per l'art. 4 devono corrispondere
le operazioni di salvaguardia e restauro, sono proibiti indistintamente,
per tutte le opere d'arte di cui agli artt. 1, 2 e 3: 1) completamenti
in stile o analogici, anche in forme semplificate e pur se vi siano
documenti grafici o plastici che possano indicare quale fosse stato
o dovesse apparire l'aspetto dell'opera finita; 2) Rimozioni o demolizioni
che cancellino il passaggio dell'opera attraverso il tempo, a meno
che non si tratti di limitate alterazioni deturpanti o incongrue
rispetto ai valori storici dell'opera o di completamenti in stile
che falsifichino l'opera; 3) Rimozione, ricostruzione o ricollocamento
in luoghi diversi da quelli originari; a meno che ciò non sia determinato
da superiori ragioni di conservazione; 4) Alterazioni delle condizioni
accessorie o ambientali sulle quali è arrivata sino al nostro tempo
l'opera d'arte, il complesso monumentale o ambientale, il complesso
d'arredamento, il giardino, il parco ecc... 5) Alterazione o rimozione
delle patine. (CIRCOL. N. 117 DEL 6 APRILE 1972. " Carta del restauro
1972 ")
"Esigenza
fondamentale del restauro è quella di rispettare e salvaguardare
l'autenticità degli elementi costitutivi. Questo principio deve
sempre guidare e condizionare le scelte operative. Per esempio,
nel caso di murature fuori piombo, anche se perentorie necessità
ne suggeriscano la demolizione e la ricostruzione, va preliminarmente
esaminata e tentata la possibilità di raddrizzamento senza sostituire
le murature originarie. (CIRCOL. N. 117 DEL 6 APRILE 1972. " Carta
del restauro 1972 ").
"Le
Operazioni tecniche di intervento sono di regola rivolte a singole
parti del bene architettonico, nel quadro della indispensabile visione
di insieme che ne estenda il beneficio all'intero manufatto edilizio.
Il loro scopo può consistere: - nella ricostituzione di capacità
strutturali venute meno; - nella cura di patologie riconosciute;
- in ulteriori provvedimenti volti alla riduzione degli effetti
sismici. Oltre ai problemi connessi ai singoli elementi possono
presentarsi casi di maggiore complessità riguardanti il bene architettonico.
La presenza di pareti molto vulnerabili ad azioni trasversali al
piano medio a causa della dimensione dell'eccessiva snellezza, dell'assenza
di elementi strutturali ortogonali di controvento, richiede un accurato
esame della storia costruttiva e sismica del complesso architettonico.
Gli interventi possibili per ciascuna tipologia o forma di vulnerabilità
sono generalmente più d'uno, con caratteristiche diverse in termini
di efficacia, invasività, reversibilità, durabilità, costi. La scelta
della soluzione è compito primario del progetto e deve essere predisposta
dopo attento esame della specifica situazione e verifica dell'efficacia
della soluzione proposta. Nell'ambito delle opere di restauro architettonico,
devono in via generale essere evitate tutte le opere di demolizione-sostituzione
e di demolizione ricostruzione, operando con interventi che collaborino
con la struttura esistente senza alterarla ("Istruzioni generali
per la redazione dei progetti di restauro nei beni architettonici
di valore storico artistico in zona sismica". U.O. I Prot. n. 999
del 08.11.2002 - Regione Siciliana Assessorato dei Beni Culturali
ed Ambientali e della Pubblica Istruzione)..."
"Per
restauro si intende l'intervento diretto sulla cosa volto a mantenere
l'integrità materiale e ad assicurare la conservazione e la protezione
dei sui valori culturali. Nel caso di beni immobili situate
nelle zone dichiarate a rischio sismico in base alla normativa vigente
il restauro comprende l'intervento di miglioramento strutturale.
(art34 T.U. )
"La
normativa pur se stabilisce, come evidenziato, in modo chiaro che
gli unici interventi assenti su un'opera sono solo quelli del restauro
conservativo, continuiamo a non comprende la continua ed apparente
disattenzione della Soprintendenza di Enna nell'approvare interventi
di demolizione e ricostruzione, che di certo non assicurano la conservazione
e l'integrità materiale del bene, quando tali lavori non sono assolutamente
previsti e né espressamente consentiti dalla vigente normativa in
materia di beni culturali ed ambientali. Purtroppo il Portico
della Cattedrale rappresenta ormai uno dei molti
esempi di sistematica distruzione del patrimonio architettonico
della nostra città..
Arch.
Francesco Fiscella - Comitato salvare Nicosia
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