Palazzo
del Seminario, una quinta scenica con figure allegoriche della patristica
"La
piazza del Seminario ha forma asimmetrica ed è delimitata a sud
dalla facciata dell'omonimo edificio e per questo è comunemente
chiamata piazza del seminario. Dall'altra parte si eleva la facciata
posteriore del palazzo vescovile e dei vicari interamente in laterizio
prospicienti sull'altro lato la facciata del duomo. Si accede alla
piazza tramite due porte, ad ovest l'antica "Porta Toppariorum"
(sec. XVI) e ad est la porta del comune. Una rampa di scale porta
alla sovrastante piazza del Duomo. Tra il '400 e il '500 nel luogo
dove oggi sorge il palazzo del seminario si trovavano case e botteghe
addossate alle mura castellane. Nel 1650 sull'area di queste case
il vescovo Angiolo Pichi eresse un piccolo edificio per lezioni
giornaliere di 12 chierici. Il suo successore, il vescovo Cortigiani,
nel 1682 acquistò altre case prospicienti la piazza sul lato
ovest, ingrandendo il seminario e istituendovi un convitto. All'inizio
del '700 si dette il via al processo di unificazione della costruzione
inglobando anche altre case sul lato Est. L'edificio assunse l'aspetto
attuale nel 1713, anno della sua solenne inaugurazione."
"La
facciata poliedrica con la superficie concava a quattro facce, è
stata condizionata dall'andamento sinuoso dell'antica cinta muraria
a cui erano addossate le primitive case. Le figure allegoriche entro
i medaglioni e le iscrizioni con le sentenze dei padri della chiesa furono affrescate dal pittore fucecchiese Francesco di Pietro Chimenti
nel 1705. Nei primi anni del secolo XVIII si procedette anche alla
costruzione delle scalinata in pietra a duplice rampa. Al piano
terreno alcuni sporti a "T" tipici delle botteghe artigiane medievali,
testimoniano la destinazione delle primitive costruzioni." (1) "Le
case definite nel manoscritto come "casette" dovevano in realtà
essere di dimensioni modeste, sia in alzato che in pianta, ed erano
forse le bottegucce sorte ai margini del mercato settimanale, intorno
alla fine del sec. XV, quando cioè era venuta a cessare l'importanza
strategica dell'arroccamento centrale. La trasposizione e la reinterpretazione
nell'edificio del Seminario degli sporti a T, tipici delle bottega
medievale, puo' indicare infatti il recupero di un modulo caratterizzante
l'edilizia minore concresciuta ai margini delle mura."
"Un
passo degli statuti del 1337, ripetuto nel 1369, stabiliva inoltre
che non si potesse costruire case vicino alle mura difensive delle
Terra, dunque la datazione ne risulta circoscritta nei termini indicati.
Sull'area di alcune di tali casette, "quasi tutte abitate"
veniva fondato nel 1650 un piccolo edificio ad uso di Seminario,
per le lezioni giornaliere e non per il pernottamento. Nel 1682
furono "comprate alcune casette esistenti all'intorno delle
piazza tra il ponte della Porta
Toppariorum fino alla Porta detta delle Corna, si ottenne dal generale consiglio
di poter serrare, l'anno 1700, e anche queste furono ridotte per
l'uso di un nuovo seminario". Nel 1703 furono comprate altre
case, "dalla Ruga al Seminario Vecchio", che veniva cosi
ampliato con un corpo innestato ad angolo retto sulla fabbrica del
1650. Le due ali dell'edificio furono poi riunite dal 1706 al 1708,
dopo lo acquisto delle case interposte e si procedette alla costruzione
della scalinata di pietra a duplice rampa. Nello stesso anno Francesco di Pietro Chimenti di Fucecchio vi dipingeva
sulla facciata figure simboliche e sentenze. Ancora tre casette, e precisamente quelle che restavano addossate
al cavalcavia tra le mura castellane e il palazzo Vicariale, furono
acquistate nel 1712 e "ridotte per l'uso che sopra, dal Maestro
Gian Lorenzo Antonini della Bastia".
Cristiani
Testi M.L.,
"San Miniato al Tedesco: Saggio di storia urbanistica e architettonica,
Firenze 1967
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