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Palazzo Busini - Bardi
Italia Nostra Firenze
Novembre 2008

Ristrutturazione con frammentazione residenziale del palazzo rinascimentale Busini-Bardi in via de' Benci

 

"Questa Associazione il 7 novembre 2005 ha avanzato richiesta alla Soprintendenza ai beni ar-chitettonici e per il paesaggio di Firenze-Prato-Pistoia, sulla base di una segnalazione, di tutti gli estremi relativi alla notifica, per il particolare inte-resse artistico-storico, del Palazzo Busini-Bardi-Serzelli posto in via de' Benci a Firenze, anche al fine di verificare la congruenza dell'intervento in atto. Secondo la segnalazione, l'edificio di cui sopra, di attribuzione brunelleschiana, viene interessato da intervento di ristrutturazione urbanistica con opere di frazionamento diffuso di superfici e volumetrie, con atti amministrativi essenzialmente rappresentati da alcune denunce di inizio di attività che vanno ad interessare, tra l'altro, oltre gli interni, anche alcune parti esteriori prospettiche del com-plesso stesso.

Con successiva corrispondenza, l'Associazione precisava alla Soprintendenza che il palazzo - notificato ai sensi della legge 1089/39 - "rappresenta una tappa fondamentale del rinascimento architettonico fiorentino ed è riconosciuto come tale da generazioni di studiosi"; pur in disuso da anni, si ritiene che, dato il suo valore storico ed architettonico, meritasse di essere acquisito da un ente pubblico, sottraendolo alla speculazione privata per destinarlo a un riuso compatibile con la sua natura; ovvero, se "privatizzato", dovesse essere ritenuto meritevole di estrema considerazione per quanto riguarda gli atti di progettualità inerenti il suo recupero."

In effetti, allo stato, l'immobile viene interessato da un intervento massivo di completa ristrutturazione, con alterazioni del corpo di fabbrica origi-nario tramite il frazionamento di superfici utili e vo-lumetrie consequenziali, che vanno ad interessare tra l'altro, a livello prospettico l'originarietà delle facciate. Dagli accertamenti sinora svolti, risulta che i lavori vengono eseguiti in forza di quattro denunce di inizio attività (DIA), rispettivamente con le prati-che numero: 4405/2003 presentata il 6/08/2003 (prot. 29075/2003) richiedente Marco Salvini per la BARDI S.R.L. - via de' Benci 5 - definita, con la 5202/2004 presentata il 22/9/2004 (prot. 45241/2004) variante alla DIA 4405/2003 via de' Benci 5 richiedente Marco Salvini per la BARDI S.R.L. - definita, con la 3941/2005 presentata il 13/7/2005 (prot. 40157/2005) variante alla DIA via de' Benci 5 richiedente Paolo Mazza per SPA AMPLIFIN - definita, con la 5697/2005 presentata il 21/10/2005 (prot. 57526/2005) variante alla DIA via de' Benci 5 richiedente Paolo Mazza per SPA AMPLIFIN - al 24/10/2005 la pratica relativa risulta al momento in istruttoria. Stante quanto è possibile verificare su internet al sito http://www.360interactive.co.uk/florence, dopo la ristrutturazione dovrebbero risultare numero ven-tuno appartamenti.

Esaminando le superfici utili di alcuni di questi, così come rilevabile circa l'entità delle superfici riportate - vedi apartament one (mq 146,56), two (mq 167), nine (mq 181,36), ten (mq 192,58), eleven (mq 247,96), twelve (mq 207,77), fourteen (mq 137,01), sixteen (mq 154,01), seven-teen (mq 144,08), twenty (mq 186,59), twenty-one (mq 241,27) - virtualmente e di fatto, queste dopo la loro alienazione in proprietà, potrebbero consen-tire agli aventi titolo la realizzazione di ulteriori ap-partamenti con valori medi di 60-70 mq, così come già previsto per numero 10 appartamenti sui 21 enunciati. Con ciò si prescinde da quanto previsto dall'art. 11 capo II della legge 1089/39 recepito dal Testo Unico 490/1999 - Art. 21 e Art. 20 del Nuovo Codice dei BB.CC. che recita: "I Beni Culturali non possono essere distrutti, danneggiati, o adibiti ad usi non compatibili con il carattere storico od arti-stico oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione". Nel caso di fattispecie il riuso delle destina-zioni dell'edificio è stato dettato esclusivamente dalle intenzioni del privato, piuttosto che da una necessaria supervisione della Soprintendenza e dalla Carta del Restauro Italiana."

Ugo Cianchi - I.N.

 

 

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