'Domus
del Mito',
Tifernum Mataurense, un eccellenza archeologica non visitabile
e senza pubblico
Difficile
da trovare e da visitare: non ci sono indicazioni e il sito è
attualmente chiuso al pubblico. E' l'immagine sbiadita di un Italia
ferma, senza più strategie ne fondi per i bb.cc., 'dialettica
eristica' di un tesoro sommerso che ha come unica e possibile prospettiva
la svendita a privati.
"La
Domus del mito di S. Angelo in Vado, nel bacino del fiume
Metauro, rappresenta dal dopoguerra uno scavo archeologico dei più
importanti nelle Marche. Insieme all'area di Forum
Sempronii
a
S. Martino del Piano di Fossombrone,
costituisce un parco archeologico di eccellenza a livello regionale
per la consistenza e l'ampiezza dei reperti ritrovati, tutti ancora
da musealizzare. Si tratta del più importante ritrovamento archeologico
venuto alla luce negli ultimi 50 anni e, l’elevato numero di figure
per lo più legate alla mitologia classica, ne hanno coniato il nome
attuale “Domus
del Mito”. Il parco archeologico di Tifernum
Mataurense è attualmente in via di espansione
con gli scavi nell'area delle Terme romane in corso a cura dell'Università
di Macerata sotto la direzione della Prof.ssa Emanuela Stortoni.
Il cantiere per un importo complessivo di 400 milioni con il cofinaziamento
dei fondi por e fesr prevede la creazione di un Museo e Parco
archeologico accanto all'area di ritrovamento della Domus. Il sito
rimane tuttavia attualmente non "accessibile" e l'intero
inserimento museale è ancora incompleto e lacunoso. Partiamo
dall'arrivo nella città di S. Angelo in Vado: non esitono
cartelli, ne in paese ne a ridosso dell'area. Trovare il parco archeologico
senza navigatore non è facile. Chiedere informazioni non
serve, le indicazioni sono scarse o inesistenti. I cittadini non
sentono questa monumentale presenza archeologica nella loro terra.
Arrivati al sito, troviamo un area chiusa e non segnalata, con un
solo piccolo gazebo all'ingresso e un cartello con numeri
di telefono per la reperibilità. Il progetto di musealizzazione,
nonostante l'esistenza anche di una buona Tesi del corso di Laurea
in Ingegneria Edile e Architettura di Bologna (2011), non è
stato mai completato: mancano pannelli espositivi, materiale didattico
informativo, una campagna di promozione e disseminazione adeguata
all'evento e al contesto museale. Il sito internet è di una
sola pagina con testo in inglese. Non esistono istallazioni multimediali,
ne in sito tantomeno nella città di S. Angelo In vado.
Osserviamo quindi il perimetro dello scavo e le protezioni: chiuso
con teli provvisori e scarsamente visibile anche in notturna su
tutta l'estensione del parco archeologico. Un area anonima, scarsamente
segnalata e di difficile "accessibilità".
(L.b.c.)
"Che
il Campo della Pieve, a S. Angelo in Vado (PU) , conservasse nel
suo sottosuolo una cospicua porzione dell’abitato della città romana
di Tifernum Mataurense, era cosa nota ormai da diversi anni, da
quando cioè una fortunata serie di fotografie aeree avevano mostrato
con non frequente evidenza un fitto e articolato tessuto di strutture
sepolte. Tale evidenza, suffragato peraltro dai risultati, non entusiasmanti
ma decisamente probanti, di un ampio saggio esplorativo condotto
nel 1999, aveva da tempo indotto l’Amministrazione Comunale a mettere
a punto, insieme con la Soprintendenza per i Beni Archeologici delle
Marche, un ampio programma di scavo e valorizzazione, in vista de
quale, frattanto, con determinante lungimiranza, l’Amministrazione
Comunale stessa aveva acquisito al suo demanio l’area.L’occasione
di rendere concreti tali intenti è stata offerta dai “progetti Docup-Obiettivo
5”, avvalendosi dei fondi europei amministrati dalla Regione Marche;
ammesso al finanziamento dell’intervento, che prevedeva anche la
musealizzazione e la fruizione al pubblico di una prima porzione
dell’antico abitato, è iniziato per adattare gli interni alla nuova
funzione."
Testo
tratto dal Sito delo 'Comune di S. Angelo in Vado' - L.I.
A - Foto
aerea di inquadramento dell'area archeologica della Domus del
Mito, cerchio rosso. L.I. B - Planimetria
complessiva dell'area archeologica.
"L'occasione
di rendere concreti tali intenti è stata offerta dai “progetti Docup-Obiettivo
5”, avvalendosi dei fondi europei amministrati dalla Regione Marche;
ammesso al finanziamento dell’intervento, che prevedeva anche la
musealizzazione e la fruizione al pubblico di una prima porzione
dell’antico abitato, è iniziato nello scorso autunno lo scavo archeologico,
condotto sul terreno dalla Cooperativa Archeologica di Firenze,
con la direzione scientifica della Soprintendenza. L’indagine, mirata
su una certa area del Campo della Pieve sulla scorta di un’ulteriore
saggio condotto nel 2000, ha rapidamente conseguito, possiamo dirlo,
risultati eccezionali, mostrando prima di ogni cosa come certe scelte
compiute congiuntamente dal Comune e dalla Soprintendenza fossero
volte nella giusta direzione. Nell’area oggetto di scavo, infatti,
ampia mq. 1.000 circa, si è messa in luce l’intera articolazione
di una grande domus gentilizia eretta verso la fine del I sec. d.C.,
impreziosita da un ricco complesso di mosaici figurati, forse il
più cospicuo venuto in luce nelle Marche da ormai diversi decenni."
Testo
tratto dal Sito delo 'Comune di S. Angelo in Vado' - L.I.
"Tali
pavimenti musivi, di buona e ottima qualità, e per lo più ottimamente
conservati, esibiscono soggetti vari, che mostrano l’inserimento
dell’antica città nella circolazione di cartoni e maestranze specializzate,
e la presenza in essa di una committenza colta e raffinata. Mosaico
di Bacco (particolare)Mosaico di Bacco (particolare) In quello che
è il vestibolo campeggia “il trionfo di Nettuno”, che impugna il
tridente, sul carro trainato da due ippocampi, accompagnato dalla
sposa Anfitrite, mentre al di sotto nuotano i delfini; segue, nel
probabile tablinium, un busto di Dioniso con la corona di foglie
di vite, in un tondo centrale incorniciato da una raggiera di motivi
prospettici, ed eleganti figurine femminili agli angoli. Nelle parte
mediana della domus si apre un atrio-peristilio con mosaici geometrici,
con basi modanate di colonne che sostenevano l’impluvium , con relativo
pozzo al centro, intorno, variamente articolati, si dispongono almeno
tre vani di rappresentanza."
Testo
tratto dal Sito delo 'Comune di S. Angelo in Vado' - L.I.
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