"Speculazione
alla laurenziana Villa Scala e parco Della Gherardesca in Borgo
Pinti a Firenze
La
vendita da parte della SMI (Società di Metallurgia Italiana)
nel 2002 di palazzo Scala della Gherardesca (SMI), in assenza di
un progetto di recupero da parte dell'amministrazione pubblica,
ha consegnato l'area di alto valore monumentale al mercato dei privati.
Questa "latitanza" da parte delle istituzioni ha favorito
una speculazione edilizia ed urbanistica in grande scala ad opera
di Fingen e del gruppo Fratini all'interno di un complesso
di alto valore monumentale e
di un gioiello laurenziano, patrimonio dell'umanità. Si è
aperta la strada a un vero e proprio clima di deregulation;
contrattazione urbanistica sui generis, che ha favorito gli
interessi di mercato di capitali privati in deroga ai principi di
tutela sanciti dalla Costituzione e dal nuovo Codice dei Beni Culturali.
Il progetto del Gruppo Fratini ha decontestualizzato un intera
area di alto valore
monumentale
all'interno del centro storico, destinata ad attrezzature pubbliche
e alla cittadinanza sottraendola cosi alla visibilità in
favore di interessi elitari dell'extra lusso fiorentino.
Una
preoccupante mancanza di informazione si è registrata nei
confronti dei cittadini di cui si è resa partecipe la Soprintendenza
ai beni architettonici di Firenze insieme all'amministrazione
fiorentina. Un silenzio che
ha consentito l'iter indisturbato dell'intero progetto senza facoltà
di discussione da parte degli organi di tutela. Questi sono rimasti
integralmente esclusi dalla progettazione del più grande
parco privato della città di Firenze per un importo complessivo
di ca. 42 milioni di euro.
L''assalto
al patrimonio' nella cultura del berlusconismo
è
diventato uno strumento ordinario di
amministrazione dell'urbanistica italiana. Ricordiamo
che nel nostro paese non esite alcun diritto
di informazione, nemmeno per motivi di studio e ricerca, sulle procedure
di trasformazione degli edifici storici di proprietà privata.
Questo problema si estende talvolta anche alle pratiche di
ristrutturazione di beni demaniali, comunque di difficile
consultazione. Gli unici organi che hanno facoltà di controllo
e accesso alla documentazione sono le Soprintendenze le quali sono
spesso soggette a regimi di contrattazione ad opera di privati
di cui non si ha alcuna visibilità nei media. Il paese che
ha varato la legge di tutela più avanzata del mondo (n.1089/39)
sta svendendo gran parte del suo patrimonio pubblico e privato con
il silenzio sconcertante di storici ed architetti in favore di un
inaccettabile regime di speculazione e liberismo da parte
del mercato immobiliare privato.
Questo
contesto ha favorito la trasformazione irreversibile di una grande
area di verde privato all'interno del centro storico della città
in una zona che ospita la più grande concentrazione di giardini
storici del rinascimento fiorentino,
(Giardino dei Semplici, Palazzo Guadagni di S.
Clemente, Palazzo Capponi, Convento del Maglio, Casino
Mediceo ex Giardino di Lorenzo, Parco della Gherardesca) culla
del pensiero ermetico occidentale. Una riorganizzazione di
un'intera area di pregio, con
parco storico annesso
di inestimabile valore urbanistico (progettazione urbanistica) al
di fuori dello strumento del concorso di idee auspicato per aree
strategiche di alto valore monumentale. La realizzazione del progetto
colloca la città di Firenze al di fuori dei principi di tutela
del patrimonio e delle Carte del Restauro e consegna questa monumentale
operazione di bussines plan (42 mlioni di euro) come elemento
paradigmatico del nuovo clima di deregulation inaugurato
dalla legge n.112 del 2002 che istituiva le società Patrimonio
e Infrastrutture spa. Il
progetto è stato organizzato esclusivamente all'interno di
istanze commerciali private e si è reso possibile con varianti
ad hoc all'interno del PRG, permessi di costruire rilasciati
all'interno di un regime di contrattazione.
Lo stesso silenzio di tutta la stampa in questa direzione segnala
un clima inaccettabile di qualunquismo culturale orientato
esclusivamente alla speculazione sul patrimonio storico della città
di Firenze. Registriamo in questa direzione un informazione addomesticata
e di tendenza incapace di fare informazione nei confronti dei cittadini
e di produrre elementi di analisi dei fenomeni culturali al di fuori
di una superficiale lettura naturalistica.
Segnaliamo un breve abstract del dossier che verrà
segnalato a Report Raitre:
- Destinazione
d'uso non compatibile (albergo)
per l'alto valore monumentale del complesso
ai sensi dell'art. 20 del Nuovo Codice dei bb.cc.
- vincolato ai sensi del d.lgs 490/99: Villa e Giardino storico:
118 appartamenti, di cui 8 suite, 2 imperiali con vasche idromassaggio
- Nuovo
accesso al giardino su viale Matteotti - non conforme agli strumenti
urbanistici
- Realizzazione
di alcuni locali di servizio interrati di 4 mt di fronte alla
facciata ovest sul giardino - non
conforme agli strumenti urbanistici
- Realizzazione
di una Piscina - non conforme agli strumenti urbanistici lato
Orangerie
- Realizzazione
ex novo di una rampa lato ingresso servizi - non
conforme agli strumenti urbanistici
- Realizzazione
di importanti volumetrie
per gli impianti lato Viale
Matteotti - non
conforme agli strumenti urbanistici
- Realizzazione
di box macchina e depositi all'interno del parco lato Viale Matteotti
- non conformi agli strumenti urbanistici
- Riuso
dell'intero giardino con organizzazione dei percorsi ad uso esclusivo
per le funzioni di albergo, con enorme spreco di spazio
di aree destinate ad atrezzature collettive
Bartolomeo
Scala, priore e gonfaloniere di giustizia, segretario
della Repubblica Fiorentina.
"La
casa del cancelliere"
"Lo
fece edificare, e se ne valse per uso di propria abitazione il chiarissimo letterato
e storico fiorentino messer Bartolommeo Scala. Da' suoi discendenti passò nelle
monache di San Clemente; da esse in monsignor Alessandro dei Medici arcivescovo
fiorentino, e poi papa Leone XI; e finalmente nella nobilissima casa Della Gherardesca,
la storica celebrità della quale non può ignorarsi da' dotti. Tutti questi proprietari
hanno progressivamente migliorato il palazzo ed ampliato il giardino annesso in
modo, che l'uno e l'altro, presi insieme, occupano una superficie di braccia 122.744"
- F. Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico -artistica-critica della
città e contorni di Firenze - "Il
progetto di Giuliano da Sangallo costituisce per il patrimonio formale del rinascimento
fiorentino l'ambito di quello che si definisce "rinascimento laurenziano"riguardando
il periodo del governo di Lorenzo de Medici.. I palazzi di Giuliano richiamano
da vicino e inaugurano la contaminazione del vocabolario vitruviano che nel primo
scorcio del sec. XV non fece scuola a Firenze. " L.P.
"Il
superamento del brunelleschianesimo non in nome di uno scontro frontale
fra maniera fiorentina e maniera romana, bensi' snervando il linguaggio
di filippo in fafore di complessi spaziali nuovi.". G.
Morolli, Firenze e il classicismo un rapporto difficile, Firenze
1988.
Trasformazioni:
"L'antico giardino Pinti, già Scala, annesso al palazzo quattrocentesco
di Giuliano da Sangallo, è citato dalle fonti come uno dei più belli
di Firenze. Il conte Guido Alberto della Gherardesca
agli inizi dell'800 trasformò il giardino all'inglese con viali,
un laghetto artificiale e una piantagione di alberi d'alto fusto;
l'architetto Giuseppe Cacialli progettò un tempietto ionico, con
la volta decorata da Antonio Marini, e vi trovarono posto anche
un kaffeehaus e un casino corinzio. Antonio Targioni Tozzetti ricorda
che verso il 1844 arrivò da Napoli una pianta di mandarino. Nel
1857, il giardino ospitò la quarta Esposizione della Società Toscana
di Orticoltura. Il contesto architettonico si presta invece particolarmente
ad un riuso universitario, o quantomeno di una struttura pubblica
polivamente. L'ambito dei lavori dichiarano esplicitamente la condizione
del tutto eccezzionale del committente e la grande quantità di spreco
di spazio dovuta alle limitazioni del vincolo storico. Questo risulta
evidente per le stesse caratteristiche architettoniche del sito
e dello stesso edificio che ospita saloni di 250 mq evidentemente
non frazionabili ne modificabili nel loro impianto originario ma
utilizzabili per grandi aule, sala conferenze"
L.B.C.
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