Palazzo
dei fratelli Lenzi, forme michelozziane del tardo Quattrocento: un Cortile nascosto, praticamente sconosciuto
"Un
attribuzione ancora aperta quella che riguarda il progettista del
palazzo denominato Lenzi-Quaratesi,
che affaccia sulla parte nord di piazza Ognissanti, verso 'il Prato'
a Firenze. Denominato anche "palazzo degli enigmi" per
le vicissitudini storiografiche che ne hanno lasciata aperta la
paternità progettuale. Dimora del tardo Quattrocento fiorentino,
(intorno al 1470) appena all'inizio del periodo laurenziano con
un repertorio formale ancora saporosamente medievale o 'tardo gotico'
con la posizione di spigolo e il sonoro e ingombrante utilizzo degli
sporti sul Borgo di Ognissanti. La facciata ad intonaco e le monofore
"a nastro" lo caratterizzano come palazzo della media
borghesia fiorentina, distinguibile rispetto ai ricercati edifici
con cortile monumentale e facciate interamente rivestite in pietra
forte. Le trasformazioni di fine secolo XIX hanno caratterizzato
le ricostruzioni storiografiche dell'Ottocento: dal graffito alle
nuove aperture sul lato sud della piazza. In questa fase si attribuiscono
la maggior parte delle alterazioni e imitazioni 'di maniera' della
facciata quattrocentesca. Profondamente alterato il prospetto verso
Ponte alla Carraia con l'apertura di nuovi portali in stile e modulazioni
della parte basamentale. Un Palazzo monumentale ma moderatamente
'medievale' nel suo impianto volumetrico e negli impaginati di facciata.
Un edificio con una posizione esclusiva perchè adiacente
alla Chiesa di Ognissanti, collocazione invocata e mai realizzata
da tanti progetti privati dei grandi banchieri fiorentini del sec.
XV. Per le caratteristiche dimensionali del vasto lotto e per la
sua posizione centrale affacciata sull'Arno, domina l'intera piazza
e la scala urbana del quartiere.
(L.b.c.)
"Il
palazzo risale alla fine del Quattrocento (per quanto una tradizione
ancora sostenuta da Federico Fantozzi lo volesse opera di Filippo
Brunelleschi per i Busini), ed è stato più volte rimaneggiato tra
Settecento e Ottocento, fino ad assumere la configurazione odierna
dove tuttavia è soprattutto esaltato il suo carattere rinascimentale,
indipendentemente dal periodo in cui sono state realizzate le varie
porzioni e i loro decori. Già dei Buini (cognome a lungo confuso
con quello dei Busini generando l'equivoco sulla presunta paternità
Brunelleschiana), il palazzo divenne proprietà dei Quaratesi nel
1763 e, nell'Ottocento, adibito ad albergo (Locanda di Russia).
Acquistato negli ultimi decenni del secolo dalla famiglia Pisani,
fu dall'antiquario Luigi Pisani restaurato su progetto dell'architetto
Luigi Del Moro (1885) e trasformato in galleria antiquaria, con
una radicale ridistribuzione degli spazi interni. Nel 1908
diventò sede dell'Istituto Francese dell'Università di Grenoble,
che promosse ulteriori lavori, soprattutto per adattare gli interni
alla nuova funzione."
Testo
tratto da 'Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini.
"Nel
1950, con l'acquisto da parte del governo francese, le facciate
sono state nuovamente interessate da restauri nel 1950 e nel 1965.
Il piano terreno è in particolare quello più compromesso dai lavori
ottocenteschi, dato che risulterebbe originale solo il portone centrale
del fronte sulla piazza, mentre tutti gli altri accessi, compreso
quello su borgo d'Ognissanti, sono stati aperti replicando la forma
e le proporzioni del modello (un'immagine dell'edificio prima di
questi interventi ci è restituita dalla nitida incisione di Giuseppe
Zocchi del 1744). Anche il caratteristico
fronte su Borgo d'Ognissanti, caratterizzato da sporti comunque
esistenti in antico e poi demoliti, sarebbe stato ricostruito durante
i restauri ottocenteschi.
Più difficili da individuare gli interventi ai piani superiori,
assolutamente plausibili nel susseguirsi di semplici finestre arcuate
(centinate), che spartiscono armoniosamente lo spazio tra pieni
e vuoti. Per quanto concerne i graffiti a lungo questi sono stati
ricondotti al primo Cinquecento e attribuiti ad Andrea Feltrini,
per quanto sia facilmente sostenibile come i fronti presentino un'architettura
fin dall'origine pensata per una decorazione di questo tipo. In
tempi recenti e in modo convincente la decorazione è stata invece
retrodatata al 1494, ipotizzandone una commissione da parte di Lorenzo
Lenzi (Pecchioli).
Testo
tratto da 'Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini
"Anche
per quanto riguarda questa recensione vi è tuttavia il problema
di ciò che attualmente si conserva di materia originale: già molto
rovinati nel Settecento furono infatti coperti da una stesura di
intonaco e riportati alla luce in uno stato di estrema frammentazione
nel 1887, al tempo della proprietà Pisani. Sulla base delle più
ampie porzioni conservate nella zona del sotto gronda e in prossimità
delle cantonate, Pietro Baldancoli provvide a ricreare l'intero
impianto decorativo, con "portentosa esattezza" secondo Guido Carocci,
ma necessariamente con integrazioni tali da far considerare ciò
che attualmente vediamo come opera del tutto ottocentesca, seppure
riproducente un disegno presumibilmente originale. Da segnalare
come sotto l'attuale lavoro, svelato da alcune cadute dell'intonaco
ottocentesco."
Testo
tratto da' Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini
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