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Cascine di Tavola - archivio |
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Presentato
il progetto di restauro |
22
luglio 2010 |
"Le
Cascine di Tavola costituiscono un complesso architettonico e paesaggistico
che rappresenta un unicum, un’eccellenza ambientale e architettonica
sull’asse della piana Firenze, Prato, Pistoia. Per questo sono da
considerare un centro di eccellenza scientifica e culturale dove
devono trovare posto attività coerenti con la vocazione storica
del luogo. E’ questo lo spirito che ha animato il progetto di restauro
del parco delle Cascine di Tavola elaborato dall’assessorato all’Ambiente
e dal Dipartimento di costruzioni e restauro dell’università fiorentina.
Ad
illustrare la fase già conclusa dei rilievi, degli studi per il
restauro dei ruderi, gli approfondimenti di tipo storico e le indagini
a supporto dei primi interventi di recupero architettonico e il
masterplan delle nuove funzioni sono stati i progettisti, gli architetti
Giuseppe Centauro e Carlo Alberto Garzonio. Cinque le funzioni che
sono state individuate per altrettanti luoghi storici delle Cascine:
la “casa delle guardie” diventerà un centro di ricreazione e ristoro,
la “casa del caciaio” sarà luogo di sperimentazione e ricerca per
l’agricoltura biologica, mentre il "podere delle colline" sarà un
centro di ricerca post universitaria di restauro. Torneranno anche
le barche nella storica “rimessa delle barche”.
Il
costo complessivo per la realizzazione del progetto è di 6 miloni
e 450mila euro cui è da aggiungere il costo degli espropri di quella
parte delle colline necessaria per ricostruire tutto il perimetro
originale delle Cascine. Il sindaco Roberto Cenni, intervenendo
alla presentazione, ha sottolineato il forte interesse dell’Amministrazione
Comunale per il recupero della fattoria delle Cascine, circa duecento
ettari di terreno, di cui solo 67 di proprietà pubblica mentre i
restanti sono privati. “Considero questo recupero – ha detto Cenni
- una priorità per il Comune: la mia idea è di realizzare un parco
rinascimentale e utilizzare i 20 mila metri quadrati attualmente
destinati d abitazioni per una “vetrina” della produzione agricola
di qualità di tutta la Toscana”. ma non solo produzione agricola:
Cenni ha parlato anche di introdurre attività come il restauro,
l’arte culinaria in tutte le sue specializzazioni, la valorizzazione
di antichi mestieri, insomma attività che possono creare sviluppo
e crescita nel nostro territorio."
La
Nazione - 22 luglio 2010 |
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Sequestro
del cantiere |
16
luglio 2008 |
"La
vicenda di Cascine di Tavola, in territorio pratese, è tornata in
questi giorni alle cronache, dopo che la Procura ha posto il sequestro
al cantiere che avrebbe trasformato l’antico progetto laurenziano
in un complesso di residenze turistiche alberghiere. La storia di
Cascine di Tavola risale alla seconda metà del Quattrocento, quando
Lorenzo de´ Medici acquistò assieme ad una villa un ampia area agricola
nei pressi di Poggio a Caiano, con l’intento di creare, accanto
un vasto complesso unitario, formato da un´estesa tenuta agricola,
le Cascine, e da luoghi di svago e di delizia all´interno e all´esterno
di essa. Tra Tavola e Castelnuovo il progetto prese quindi vita
ed è quello che è giunto sino ai nostri giorni nella piana pratese:
una grande villa che somiglia più alle tradizionali cascine lombarde:
a pianta quadrangolare si svolge attorno una vasta corte interna
ed è circondata da un profondo fossato, un tempo pieno d’acqua.
Una vicenda su cui Legambiente Prato interviene da anni, e più precisamente
da quando nel 2004 fu approvato il progetto, che l’associazione
aveva contestato perché in antitesi alla sua vocazione originaria,
prevedeva una forte frammentazione degli edifici. «Legambiente -
dichiara Osvaldo Chiappini, che per l’associazione pratese è il
responsabile urbanistica - si era pronunciata a favore di un recupero
che non andasse a frazionare gli spazi, possibile, forse, se il
pubblico non poteva acquisire l´edificio, con un intervento di riconversione
alberghiera, che avrebbe potuto conservare spazi indivisi con la
previsione di hall, sale di ricevimento o sale congressi». Quello
proposto invece è un progetto che, non tenendo conto delle caratteristiche
degli spazi, ha previsto una forte frammentazione degli edifici
e la destinazione d’uso a residenza turistico-alberghiera. Un diffuso
stratagemma attraverso il quale ottenute le autorizzazione alla
realizzazione di strutture ricettive frazionate in più unità immobiliari,
vengono poi vendute singolarmente con enormi speculazioni e spesso
con vere e proprie truffe a danno di cittadini poco (o per nulla)
informati delle conseguenze. «Il complesso di Cascine di Tavola
– ha spiegato Franco Di Martino, presidente di Legambiente Prato
e membro della segreteria regionale di Legambiente - rappresenta
un esempio unico nel suo genere; questa unicità lo rende speciale
e prezioso ed è per questo che da subito ci siamo opposti ad un
progetto che non ne rispettava la natura. Lasciamo alla Magistratura
l´onere di verificare eventuali responsabilità penali e ringraziamo
la Procura per aver colto la nostra segnalazione dando il via alle
indagini e per essersi da subito dichiarata disponibile a permettere
opere di consolidamento per la tutela della struttura durante il
sequestro». Non altrettanto appare positivo il giudizio verso altre
istituzioni : «Nei luoghi deputati non è stata espressa alcuna considerazione
sulla qualità del progetto – conclude infatti Di Martino - ed i
pareri e la concessione hanno sorvolato volutamente questo aspetto.
Stimolare progetti migliori sta secondo noi fra i compiti di chi
li giudica e ne decide l’approvazione».
Comunicato
- 16 luglio 2008 |
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Bloccato
lo smembramento |
25
luglio 2004 |
"Ora
diventino luogo di cultura. Un progetto prevedeva di frazionarle
in 60 villette. Italia Nostra chiede l'apertura delle Cascine di
Tavola ai cittadini. Le Cascine di Lorenzo il Magnifico sono salve.
Anche se bisognerà aspettare fino al 10 settembre per avere
la certezza che questo storico complesso cinquecentesco non venga
snaturato da progetti irresponsabili. In quella data si riunirà
la conferenza dei servizi composta dal Comune di Prato e dalla Soprintendenza
ai Beni architettonici, a cui saranno invitate le associazioni ambientaliste.
L'assessore all'urbanistica, Stefano Ciuffo, ha assicurato
che "fino ad allora non sarà rilasciato alcun atto autorizzativo".
Italia Nostra, protagonista insieme a Legambiente della mobilitazione
che ha impedito la costruzione di 60 villette a schiera là dove
il Magnifico aveva costruito le sue cascine, esprime piena soddisfazione:
"Siamo contenti del risultato ottenuto dai nostri appelli in difesa
di un bene di tale importanza- dice Gaia Pallottino, Segretario
Generale di Italia Nostra - adesso ci batteremo perché sia approvato
un progetto di recupero delle Cascine che mantenga una forte valenza
culturale, puntando all'apertura del luogo ai cittadini". Italia
Nostra, considerato il valore architettonico e storico dell'edificio,
chiede che le Cascine vengano utilizzate come luogo di incontro
con il passato, ad esempio come museo della civiltà contadina, e
s'impegna a collaborare in tal senso nelle prossime consultazioni.
Comunicato
Italia Nostra - 25 luglio 2004 |
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Ambientalisti
contro lo scempio |
6
luglio 2004 |
"Sessanta
appartamenti sorgeranno nelle Cascine di Tavola, un edificio che
risale al 1477 e che Lorenzo de' Medici fece costruire come
modello di un'azienda agricola innovativa. Il Magnifico vi avrebbe
sperimentato impianti di coltivazione, allevato animali esotici,
fra cui giraffe e daini, e allestito una rete di canali che tagliano
a scacchiera la tenuta. Sessanta appartamenti, uno a fianco all'altro,
cento metri quadri su tre piani, un soggiorno e una cucina, le camere
da letto e in alto la mansarda. Una residenza nel parco alla
cui estremità svetta la Villa di Poggio a Caiano, la dimora progettata
da Giuliano da Sangallo - ora Museo nazionale -, che Lorenzo immaginò
sovrastasse la valle del fiume Ombrane, locus amoenus per i suoi
divertimenti, per la caccia e per contemplare. Per più di cinque
secoli questo assetto paesaggistico ha resistito. Ora l'Agrifina,
la società che una ventina di anni fa ha acquistato la tenuta (due-centocinquanta
ettari), dopo aver ceduto altri appezzamenti, ha preparato un progetto
di "recupero", ma prevede di svuotare le Cascine, di costruire gli
appartamenti e di attrezzare campi da tennis, parcheggi, negozi,
un ristorante e i cosiddetti "centri benessere", palestre, saune
e fitness. Niente più paesaggio agrario, ma residenze di lusso.
La vicenda è alle battute finali. La Soprintendenza di Firenze
ha dato parere favorevole al progetto, dopo aver imposto un vincolo
nel 1998. E nei giorni scorsi è giunto il sì della Commissione edilizia
del Comune di Prato. E' un sì condizionato. La proprietà deve
ridurre il numero degli appartamenti e chi li compra si impegna
a non apportare modifiche. Il progetto, quindi, deve essere aggiustato.
Ma queste prescrizioni non convincono le associazioni di tutela,
Legambiente, Wwf e Italia Nostra, che polemizzano duramente con
l'amministrazione comunale (centrosinistra), ma anche con la Soprintendenza:
"Avvieremo un'azione legale e diffonderemo un appello", promette
Franco Di Martino di Legambiente. L'edificio compare quasi all'improvviso,
al termine di un lungo viale fiancheggiato dai pini. A sinistra
della strada sterrata c'è un campo da golf, seguito da una grande
estensione che l'Agrifina ha ceduto al Comune di Prato - diventerà
un parco pubblico - e da un maneggio. A destra brilla il verde di
una coltivazione di mais. La fattoria è circondata da una rete con
cartelli che ingiungono di non attraversarla, minacciando chi lo
facesse con la silhouette di un cane. Al centro della facciata campeggia
un arco, sormontato da uno stemma, al di là del quale si scorge
il cortile. Lorenzo de' Medici volle che la Cascina, sorta ancor
prima della villa in cui avrebbe risieduto, coniugasse la funzionalità
della costruzione rurale con la visione principesca della vita in
campagna di cui erano tessute la sua cultura e il suo stile politico.
Entrambe le attitudini Lorenzo le ereditava dal nonno Cosimo: le
sperimentazioni nell'allevamento degli animali e nelle colture come
uno dei fondamenti sui quali erigere il proprio potere. L'architettura
era la disciplina che avrebbe realizzato i suoi intenti. Sullo sfondo
le tesi di Vitruvio, ma molto più prossimi erano per lui i trattati
rinascimentali e le teorie di Francesco di Giorgio. La Cascina segnò
un punto di passaggio nell'architettura rurale toscana. Al centro
del cortile sorgeva una piscina, nella quale si dice venissero allevati
i gamberi. Intorno si stendeva l'edificio, composto da due corpi,
uno a forma di "U", l'altro su una linea retta. Un quadrilatero,
insomma. Su tre lati sorgevano le stalle per le mucche, sull'altro
i laboratori per il formaggio, le "caciaie", quindici magazzini
e le abitazioni per il fattore e per alcune famiglie di contadini.
L'attività agricola è durata per secoli. Ai primi del Novecento
lo Stato, che era entrato in possesso della Cascina dopo l'Unità,
ereditandola dal Granducato toscano, la concesse all'Opera nazionale
combattenti. E a confermare l'uso zootecnico dell'edificio, ad esso
venne annessa nel 1927 un'altra stalla. La vicenda riapre la
polemica sull'uso o il riuso dell'antico. I quesiti incalzano:
è giusto che per salvare dal degrado un edificio pregiato, che certo
andrebbe recuperato, lo si trasformi radicalmente invece di restaurarlo
bene e basta, svuotandolo e assegnandogli tutt'altro destino rispetto
a quello sempre coltivato? Esistono sufficienti competenze tecniche
e culturali, oppure chi detta legge è la proprietà e il suo fisiologico
desiderio di valorizzazione irnmobiliare? FlorianaFacchinetti è
l'architetto della Soprintendenza che ha seguito e poi approvato
il progetto: "Molte parti dell'edificio stanno crollando", spiega,
"o si fa qualcosa o deperisce tutto. Quel progetto è in linea con
un piano di recupero approvato dal Comune tanti anni fa e non ho
accertato alcuna incompatibilità tra gli appartamenti e un corretto
restauro delle Cascine. Ho chiesto e ottenuto una serie di modifiche
e un rispetto assoluto di materiali e tecniche costruttive". Ma
le rassicurazioni della Soprintendenza non convincono Maria Rita
Cecchini, architetto e militante di Legambiente: il progetto delle
Cascine, dice, prevede "di abbassare le quote dei solai, di scavare
il piano terra, di trasformare finestre in porte-finestre" (ogni
appartamento, infatti, deve avere il suo ingresso autonomo/in omaggio
al tipo dell'abitazione monofamiliare). E ancora: "Prospetti secondari
vengono trasformati in prospetti principali, si conservano particolari
del tutto estranei, come le persiane, e alcune logge vengono tamponate".
Inoltre, la sistemazione esterna "non tiene in alcun conto il disegno
che il territorio circostante ha assunto nei secoli, ma si limita
a suddividere l'area fra parcheggi e aree variamente pavimentate".
In conclusione, secondo Cecchini, "questo progetto non è sostanziato
da uno sforzo intellettuale", bensì animato da un solo intento:
"Come adatto meglio questa struttura alla miglior appetibilità degli
appartamenti?".
Francesco
Erbani - La Repubblica 8-7-04 |
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Esposto
di Italia Nostra |
6
luglio 2004 |
"Un
esposto di Italia Nostra alla Procura. E ' partito ieri per denunciare
la frammentazione e ristrutturazione delle Cascine dì Tavola, complesso
rurale con edifici agrari fatti costruire da Lorenzo il Magnifico
nel 1477 (prima ancora della vicina Villa medicea di Poggio a Caiano)
aldilà del fiume Ombrone. L'area risulta vincolata dal '94 e in
parte appartiene al Comune di Prato che ha acquistato 31 ettari
per realizzarvi un parco pubblico. I restanti 20 ettari sono invece
di proprietà della società Agrifina che, secondo un progetto di
recupero di una quindicina di anni fa - riveduto, corretto e infine
approvato dall'amministrazione e dalla soprintendenza nel '98 e
quindi 2004- dovrebbe realizzare nell'antico corpo laurenziano delle
Cascine una settantina di appartamenti, oltre ad un albergo-residence
in un edificio del 1920. «E' un attentato ad un complesso storico
e architettonico unico, si stravolge un luogo laurenziano per eccellenza
che comprende anche !a vicina Villa di Poggio a Caiano» accusa Italia
Nostra. Un progetto correggibile, invece, secondo il parere del
neoassesore all'urbanistica di Prato Stefano Ciuoffo: «La Commissione
edilizia ha previsto già uri piano di ristrutturazione, a cui si
sono aggiunte prescrizioni da discutere con la proprietà Agrifìna,
per ridurre il numero di abitazioni e mantenere l'unitarietà degli
spazi esterni». L'incontro tra le parti in causa è previsto nei
prossimi giorni. "
Repubblica,
6 luglio 2004 |
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Legambiente |
5
luglio 2004 |
"Appartamenti
di lusso con giardino, parcheggi e viottoli tutt’intorno. A dirla
così sembrerebbe tutto a posto. Invece il complesso in oggetto fa
parte di un’estesa tenuta agricola di Lorenzo Dè Medici: ‘Le
Cascine di Tavola’. Una costruzione laurenziana della seconda
metà del ‘400, “minacciata da un nuovo progetto di speculazione
edilizia”, sostiene Francesco Ferrante, direttore generale di
Legambiente. “Il piano è sciatto - continua Ferrante - e non tiene
conto in alcun modo delle particolarità storiche e architettoniche,
stravolgendone completamente l’importanza culturale. Inoltre nelle
tavole grafiche non c’è alcun accenno ai materiali utilizzati, del
loro impiego, del loro stato di conservazione, non si vedono le
finiture, le pavimentazioni, i particolari costruttivi. Insomma
è tutto volto a sfruttare al meglio lo spazio per la commerciabilità
degli appartamenti: ancora una volta passa l’idea miope che la quantità
sia meglio della qualità”. Legambiente dunque ritiene il progetto
illegittimo, soprattutto in base al Dl n.490/99 che stabilisce
con l’art. 21 come i ‘beni culturali’ non possano essere adibiti
ad usi non compatibili con il loro carattere storico ed artistico.
“Un disegno, questo - conclude il direttore di Legambiente - che
va assolutamente fermato e rifatto affinché non si perda una parte
importante del nostro patrimonio culturale. Ecco un esempio: una
volta venduti gli appartamenti come si controlleranno i desideri
di 70 proprietari diversi per le trasformazioni future? Perché,
poi, non è stato possibile esaminare il parere della Sovrintendenza?”.
In realtà il problema fondamentale è quello della destinazione d’uso
residenziale, ‘incompatibile’ con la cascina, e quindi inaccettabile.
Insomma l’associazione ambientalista si prepara ad annuciare battaglia
Legambiente:
“Un progetto sciatto, stravolge l'architettura” 5 luglio 2004. |
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Allarme
di Italia Nostra |
27
giugno 2004 |
"Allarme
di Italia Nostra: ruspe in agguato contro le Cascine di Lorenzo
il Magnifico Ruspe in agguato alle Cascine di Poggio a Caiano (Cascine
di Tavola), fatte costruire da Lorenzo il Magnifico come fattoria
a complemento della famosissima Villa disegnata dal Sangallo. Italia
Nostra denuncia all’opinione pubblica la gravissima situazione che
dimostra totale disprezzo per un “pezzo” di così alto valore del
patrimonio storico e culturale. Si prevede infatti che la commissione
edilizia del comune di Prato voti in questi giorni l’approvazione
al piano di “recupero” che trasformerà la Cascine – di proprietà
dell’immobiliare Agrifina - in una sessantina di appartamenti ,
stravolgendo completamente il complesso mediceo. “Stiamo studiando
la situazione dal punto di vista legale- ha dichiarato la segretaria
generale Gaia Pallottino- cercheremo in ogni modo di contrastare
questo progetto”. La costruzione ha pianta quadrangolare e si svolge
attorno una vasta corte interna. E' circondata da un profondo fossato
pieno d'acqua e da alti muri, che ai quattro vertici, in pianta,
prendono la forma di altrettanti bastioni e in alzato formano quattro
torrette angolari. Sui tre lati della costruzione trovano posto
le stalle, sul lato dov'è il portale d'accesso si trovano le stanze
per fabbricare burro e cacio e gli appartamenti del cascinaio, degli
stallieri e dei lavoranti. Al centro del cortile, un grande vivaio
d'acqua limpida ospitava i pesci e serviva ad abbeverare il bestiame.
Il consiglio comunale aveva votato il piano di recupero nel 1988,
ma la soprintendenza territoriale lo aveva bloccato fino al ’97,
quando poi – non si riesce a immaginare perché all’improvviso dovrebbe
essere cambiato l’interesse della collettività verso un bene di
così palese interesse storico e artistico– ha dato il via libera.
Pochissime voci si sono levate finora per protestare contro questo
scempio (tra le poche, quella del presidente di Legambiente Prato,
Franco Di Martino).
Italia
Nostra Comunicazione Nanni Riccobono 3296195061 Lorenzo Misuraca
0684406323/ 3389691517
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Allarme
di Italia Nostra |
giugno
2004 |
"Allarme
di Italia Nostra: ruspe in agguato contro le Cascine di Lorenzo
il Magnifico
"Magnifiche
ruspe in agguato alle Cascine di Poggio a Caiano (Cascine di
Tavola), fatte costruire da Lorenzo il Magnifico come fattoria
a complemento della famosissima Villa disegnata dal Sangallo. Al
centro del cortile dell'edificio campeggia ancora un grande vivaio
d'acqua limpida che ospitava i pesci e serviva ad abbeverare il
bestiame. Italia Nostra denuncia all’opinione
pubblica la gravissima situazione che dimostra totale disprezzo
per un “pezzo” di così alto valore del patrimonio storico e culturale.
Si prevede infatti che la commissione edilizia del comune di Prato
voti in questi giorni l’approvazione al piano di “recupero” che
trasformerà la Cascine – di proprietà dell’immobiliare Agrifina
- in una sessantina di appartamenti, stravolgendo
completamente il complesso mediceo. Il consiglio comunale aveva
votato il piano di recupero nel 1988, ma la soprintendenza territoriale
lo aveva bloccato fino al ’97, quando poi – non si riesce a immaginare
perché all’improvviso dovrebbe essere cambiato l’interesse della
collettività verso un bene di così palese interesse storico e artistico–
ha dato il via libera. Pochissime voci si sono levate finora per
protestare contro questo scempio." |
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