Conservazione
Palazzo dei Catellini - Firenze
via
S. Miniato angolo via dei Cavalieri
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Il restauro | Planimetria |
Pianta piano terra | Stato di conservazione |
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Un palazzo dimenticato che sopravvive tra cassonetti dell'immondizia e motorini parcheggiati nel cuore della città vecchia. "Nulla poteva far pensare che una cittā definibile come la "Capitale dell'occidente cristiano" potesse alla fine del XX secolo versare in condizioni di conservazione cosi scadenti da rassomigliare ad una rumorosa, nevrotizzante e sporca periferia metropolitana. Eppure č sufficiente armarsi di un buon paio di occhiali e semplicemente passeggiare all'interno della VI cerchia muraria della cittā per rendersi conto della povertā e dell'incuria che Firenze ha riservato al suo patrimonio architettonico. Basta percorrere le strade della cittā di Dante partendo da via dei Cerchi, dietro la gettonatissima Piazza della Signoria, incrociare via della Condotta e successivamente via dei Cimatori, proseguire per via Dante Alighieri per rendersi conto dello stato di fatto di gran parte del patrimonio storico fiorentino. Tutto il vocabolario architettonico partendo dai secoli XII e XIII sembra diventato per Firenze lingua morta e non č mai stato oggetto di interventi con fini di recupero"
"L'altra facciata sulla via dei Cavalieri, che un tempo arrivava nella piazza S. Andrea, è in muratura ordinaria ma fortunatamente nessuna l'ha intonacata. Ciò che resta del palagio dei Cavalieri dello Speron D'Oro costituisce uno degli edifici più antichi e più solenni di Firenze, ma nessuno pensa di abolire la baracca del vinaio che l'affianca e che anticipa lo sbarramento della via dei Cavalieri, nessuno si preoccupa di togliere sulla facciata laterale del palazzo l'invereconda decorazione di sei condotte di scarico che da terra arrivano al tetto. Quel palagio nascosto è un'accusa permanente, non si è fatto mai nulla per restituirgli un pò di dignità". Giulio Lensi Orlandi, Il Palazzo dei Sassetti, Firenze 1990.
Non è esagerato parlare ancora di 'architetture dimenticate' senza correre il rischio di cadere in atteggiamenti oscurantisti. Questo edificio rappresenta forse un caso tanto paradigmatico quanto fascinoso di incuria da parte delle amministrazioni. Come scriveva lensi Orlandi: "Oggi il palagio dei Catellini non lo guarda più nessuno, nessuno ammira la sua facciata sulla sconosciuta S. Miniato tra le Torri, una facciata decorata quà e la da qualche originale arpione, offesa dalle traverse ottocentesche." "Anni addietro quando la giunta municipale pensava di risolvere la questione del riordinamento del centro, fu con savissima e lodevolissima deliberazione disposto che fossero rilevati i disegni di tutte le cose artisticamente importanti che trovansi negli stabili compresi nel preimetro da riordinarsi. " |
Fig. 1 - Palazzo dei Catellini, veduta di spigolo del palazzo dei Catellini. Edificio costruito nel XIV sec. come risultato dall'accorpamento di più case torri della famiglia. Lo spazio che separa via dei Cavalieri da via S. Miniato era sede della consorteria dei Castiglione dove la celebre casata ebbe case, logge e torri in tutta la zona. Fig. 2 - Palazzo dei Catellini, pianta del piano terra. In giallo la posizione degli isolati dopo i lavori di demolizione del vecchio centro storico (1890-95). In rosso il nucelo centrale del palazzo risultato dall'accorpamento di vecchie case torri della consorteria. Fig. 3 - Palazzo dei Catellini, planimetria del vecchio centro della città (piazza S. Andrea), prima dei lavori di demolizione del 1890-95, dagli appunti di rilievo di Corinto Corinti. Sono visibili i perimetri dei vecchi edifici e il congestionato tessuto medievale. Il Vecchio centro congestionato lasciava spazio alle nuove strade monumentali. Tav. Arch. Corinto Corinti. Fig. 4 - Palazzo dei Catellini. Tavola compositiva con la vecchia facciata. Durante le demolizioni del viuzzo di S. Miniato tra le Torri, nel tratto compreso tra le vie dei Cavalieri e Pellicceria, rimase quesi intatto, com'era previsto dalla planimetria del riordinamento, il palagio dei Catellini da Castiglione signori di Cercina. |
Il Governo delle Arti e il Priorato: una nuova stagione che vede la nascita dei primi palazzi "Il Palazzo Catellini conservato all'esterno in tutta la severità del suo antico stile, fu all'interno riccamente decorato, sicchè nelle sale oggi mezzo abbandonate, trascurate, divise si ammirano ancora lavabi, camini, sovrapporti di pietra scolpiti con gusto squisito, di forme finissime, con ornati, cornici, stemmi. Anni addietro quando la giunta municipale pensava di risolvere la questione del riordinamento del centro, fu con savissima e lodevolissima deliberazione disposto che fossero rilevati i disegni di tutte le cose artisticamente importanti che trovansi negli stabili compresi nel preimetro da riordinarsi. ..... Il Palazzo da Castiglione offri' nella parte interna molti elementi per codesto lavoro, giacchè in tutti i piani esistono decorazioni bellissime e variate nella forma per quanto siano opere della fine del XV sec. Il palazzo, che secondo il piano di riordinamento sarebbe in gran parte conservato è diviso in molti quartieri, ma potrebbe senza spesa eccessiva esser facilmente ridotto alla primitiva forma". Guido Carocci
"Durante le demolizioni del viuzzo di S. Miniato tra le Torri nel tratto compreso tra le vie dei Cavalieri e Pellicceria, rimase quasi intatto, com'era previsto dalla planimetria del riordinamento, il palagio dei Catellini da Castiglione signori di Cercina. Per quanto anche loro si fossero dati al commercio per vivere, la Signoria, che li considerò a lungo grandi e nobili del contado, li escluse dalla cariche fino al 1461 quando per la prima volta, uno dei Catellini fu eletto priore per un bimestre. Oggi il palagio dei Catellini non lo guarda più nessuno, nessuno ammira la sua facciata sulla sconosciuta S. Miniato tra le Torri, una facciata decorata quà e la da qualche originale arpione, offesa dalle traverse ottocentesche" Giulio Lensi Orlandi, Il Palazzo dei Sassetti, Firenze 1990.
''L o stato di conservazione del palazzo è pessimo e non ha mai subito alcun intervento di manutenzione sulla facciata. Numerosi interventi di ristrutturazione hanno modificato le originali aperture ogivali della facciata con tamponamenti e superfetazioni che non sono mai stati rimossi in un interventi di restauro. La pietra Forte dell'apparecchio murario esterno è in uno stato avanzato di degrado, presenta una diffusa presenza di croste nere e uno stadio avanzato di erosione. L'altro prospetto su via dei Cavalieri è ingombrato da un capanno abusivo che nessuno a mai provveduto a rimuovere o segnalar. Alcuni passi delle legge Bottai:..".le cose medesime non possono essere adibite ad usi non compatibili con il carattere storico od artistico, oppure tali da recare pregiudizio alla loro conservazione" | ||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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