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Il caso

L'appello alla città di Pier Luigi Cervellati: salviamo Palazzo dei Banchi Un sos che aspetta l'adesione di tutti coloro che hanno a cuore l'identità di Bologna.

"L'architetto Pier Luigi Cervellati , indiscusso leader dell'urbanistica a livello internazionale, è sceso in campo fin dal primo momento contro la vendita di palazzo dei Banchi. E oggi, con la lucidità e la passione di sempre, chiama accanto a sé i bolognesi e le istituzioni : affida al Carlino un appello vero e proprio. Un sos che aspetta l'adesione di tutti coloro che hanno a cuore l'identità di Bologna. Cervellati chiede con il suo scritto che si intensifichi la battaglia per la salvaguardia di quello che egli chiama senza esitazione un «monumento». Prima però, vengono alcune considerazioni, molto concrete e lungimiranti. «Mi preme sottolineare — esordisce Cervellati — che un grosso marchio di abbigliamento ( a quanto si dice in giro già proprietario di una quota della parte privata) è quello che ha realizzato lo store di via Rizzoli: il palazzetto è stato svuotato senza intaccare la struttura, ma le finestre si illuminano di viola pistacchio e giallo. I prezzi d'asta sono irrisori, ma bisogna sottolineare che ciò che conta è la gestione. Come per tutti i monumenti. Chi li compra — conclude l'urbanista — li vuole utilizzare, ovvero gestire per farli rendere sfruttando la loro monumentalità. Chissà come sarà 'carino' palazzo dei Banchi con le finestre multi-color...»

Una speculazione

"Palazzo dei Banchi non è solo un monumento. Non è solo l'opera di un grande artista. Palazzo dei Banchi è parte integrante di piazza Maggiore ee da sempre elemento fortemente identitario del centro di Bologna. E questa piazza è il luogo che più di ogni altro rappresenta l'identità di Bologna. E' la nostra memoria collettiva, il simbolo spirituale e politico, culturale e sociale della nostra comunità. Rappresenta la bolognesità e la petronianità. Lo stare insieme nella festa e nel lutto...» Rivendichiamo la sostanziale continuità della proprietà pubblica di questo palazzo che per il suo valore identitario non può essere messo alla stregua di altre proprietà pubbliche« Le ultime cospicue privatizzazioni del patrimonio monumentale bolognese sono avvenute in assenza di democrazia. La democrazia ovviamente continuerà ad esserci anche dopo che l’Asl avrà venduto palazzo dei Banchi. Ma dopo? Quando il bilancio continuerà a rimanere deficitario, l'Asl, dopo la nostra identità, venderà amebe la nostra anima?».. L'Ascom: «Seguiremo l'iter con la massima cura». «Dovevano proporre l'acquisto ai commercianti Le loro attività devono essere tutelate». Renata Ortolani il Resto del Carlino - Bologna 06/11/2003.

Palazzi sec. XVI
Palazzo De' Banchi

Fig. 1 - Palazzo De' Banchi Bologna. Complesso costruito nella Bologna del sec. XVI ad opera di Jacopo Barozzi da Vignola. L'edificio costituisce la risoluzione di un difficile problema urbanistico della zona centrale di tra la Chiesa di S. Petronio e il Palazzo del Podestà: uniformare l'assembramento di casette e cupole medievali preesistenti sul lato sinistro di Piazza Maggiore.

Fig. 2 - Palazzo De' Banchi Bologna. Veduta d'insieme del prospetto; l'edificio costituisce la quinta scenica dell'intera Piazza Maggiore, tra la Chiesa di S. Petronio e il Palazzo del Podestà.

Fig. 3 - Palazzo De' Banchi Bologna. Veduta di una parte del prospetto sulla piazza. Sono leggibili le grandi arcate al piano terreno e le lesene monumentali che scandiscono il ritmo del portico.

Fig. 4 - Palazzo De' Banchi Bologna. Veduta dall'alto di Piazza Maggiore. Sulla sinistra della fotografia l'intero lato occupato dal Palazzo De' Banchi del Vignola.

Fig. 5 - Palazzo De' Banchi Bologna. Planimetria di Piazza Maggiore: a destra la Chiesa di S. Petronio, a sinistra il Palazzo del Podestà, di colore nero in alto il Palazzo De' Banchi.

Una facciata simbolo della città e parte fondamentale dello spazio urbano. Quinta scenica di Piazza Maggiore. Un edificio Costruito nel 1565 da Jacopo Barozzi da Vignola.

"Su quella facciata batte il cuore della città. Salvare Palazzo dei Banchi? E da che cosa? E perché mai? E quale rischio corre l'edificio del Vignola? Liberiamoci da qualche equivoco. Intanto, non stiamo parlando di dismissione di beni artistici di proprietà dello Stato o di enti pubblici di primo grado. Non siamo, cioè, sul piano inclinato della Patrimonio Spa, la società lanciata dal governo per operazioni che potrebbero far finire in mani private, con conseguenze non controllabili, musei, siti archeologici o collezioni di quadri. Qui si parla di un palazzo di proprietà dell'Azienda sanitaria Città di Bologna (ironia del nome, in questo caso...); dunque di una azienda, e però nutrita dal denaro pubblico. Di una azienda che ci appartiene, così come ci appartiene tutto ciò che fa. Acquisti e vendite compresi. Secondo: parliamo di un palazzo già ampiamente consegnato all'uso dei privati, sia per quanto riguarda gli appartamenti al suo interno, sia per la serie di negozi che ne ritma la facciata, sotto il portico del Pavaglione. Infine: ci sono (legge 2000 alla mano) i vincoli che consentono alle soprintendenze di impedire qualsivoglia sconcio. Cesare Sughi il Resto dei Carlino - 06/11/2003

"Rende poco"

"Un edificio che rende poco». Per Augusto Gavina, direttore generale dell'Asl Città di Bologna, vendere il palazzo dei Banchi è «valorizzarlo». Ecco come lo spiega. Dottor Gavina, fiaccata da un disavanzo di circa cento miliardi di vecchie lire, l'Azienda sanitaria che lei guida mette in vendita un monumento, una parte di Bologna. Anzi, del cuore di Bologna. Si è sentito sconfitto nel prendere la decisione? «Assolutamente no. Si tratta di valorizzare il nostro patrimonio commercializzabile: non vendiamo per ripianare i debiti, ma per fare investimenti. Questa vendita è una valorizzazione: l'edificio, mantenuto così come è ora, rende poco». Ma questa operazione è in pratica una cartolarizzazione. O no? «No. Non si può parlare di cartolarizzazione. Ribadisco: rientra in un piano di investimenti». Cosa altro pensa di ‘valorizzare’ in questo modo? «Vendiamo anche Villa Olimpia: il bando che la riguarda uscirà fra una quindicina di giorni. Poi, in prospettiva, alcuni dei negozi che fanno parte del nostro patrimonio. Ovviamente ci siamo mossi nella piena legalità. Abbiamo l'okay della Regione, che ha deliberato in merito; ». Renata Ortolani il Resto dei Carlino – Bologna, 04/11/200 .

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