'Rutelli
non spari sui geometri'
"L'aggressione
al paesaggio E' «la minaccia più grave per il patrimonio culturale
italiano»
"E
dire che il grattacielo dietro ai Giardini ducali di Modena non
l'abbiamo fatto noi, neppure certi Peep.Tanto meno Scampia per allontanarci
da Modena...» È amareggiato Guido Mazzi, presidente del Collegio
provinciale dei geometri, dopo aver appreso delle dichiarazioni
rilasciate dal ministro per i Beni e le attività culturali, intervenuto
al convegno del Fai, il Fondo ambientale, che ha lanciato l'allarme
sul paesaggio italiano. Un attacco deciso alla «categoria» da parte
di Francesco Rutelli, che proprio domani sarà a Modena per firmare
il protocollo d'intesa con Comune e Fondazione Cassa di Risparmio
sul progetto Sant'Agostino; il documento darà di fatto il via alla
realizzazione del polo culturale geminiano. «Proveremo a farci ricevere
dal ministro - prosegue il geometra Mazzi - perché vorrei che tornasse
su questo tema. Cercheremo di approfittare della sua visita in città
ma contemporaneamente il nostro Collegio si muoverà anche a livello
nazionale. Non è il primo attacco, peraltro immotivato; siamo vaccinati
ma ci sentiamo feriti». L'urbanistica è un mix tra economia e politica,
questo è evidente e da oltre 60 anni la orchestra l’ordinamento
statale e la pianificano altri ordini professionali sotto il controllo
degli amministratori. «Lo Stato e Rutelli - conclude Mazzi
- non possono dimenticare che l'Italia, dopo la guerra, è stata
ricostruita dai geometri. Forse le nostre casette sono meglio di
molti casermoni» -
Stefano
Caselli L'Informazione di Modena
"Qualità
urbana. Architetti, ingegneri e geometri contestano le critiche
del vicepremier Rutelli. «Cattivi progetti, colpa politica»
"II
dissesto paesaggistico italiano? Un «concorso di colpa» per architetti,
ingegneri e geometri, chiamati in causa - soprattutto questi ultimi
- dalle affermazioni che il ministro per i Beni e le attività culturali,
Francesco Rutelli, ha rivolto sulle responsabilità della scarsa
tutela del patrimonio ambientale e architettonico al seminario del
Fai, sabato scorso ad Assisi. Le categorie - che non hanno mai nascosto,
negli anni, dissapori reciproci su invasioni di ruoli e competenze
- fanno invece quadrato nei confronti delle dichiarazioni del ministro.
E accettano un mite «concorso di colpa» nella gestione opaca e spesso
scoordinata delle opere pubbliche e del disordinato boom edilizio
residenziale, chiamando però in causa l'assenza di competizione
tra progetti e di collaborazione tra professionisti, costruttori,
enti locali e cittadini. «Gli architetti e gli urbanisti del dopoguerra
- aveva affermato Rutelli - hanno perso una battaglia storica, magari
anche per colpa della politica. Non sono riusciti a imporre una
leadership culturale e quindi una cifra stilistica alla trasformazione
del territorio». Di fatto, aveva concluso, «hanno vinto i geometri
che hanno accondisceso in modo incompetente, sbrigativo e dozzinale
a ogni bisogno del committente. Coi risultati che vediamo». Ammette
che il dopoguerra sia stato una «sconfìtta dell'architettura» il
presidente della categoria, Raffaele Sirica, che però fa notare
come il legislatore si sia «per anni disinteressato alla promozione
architettonica. Ecco perché manca su larga scala il concorso di
progettazione - che è solo una delle opzioni inserite nel nuovo
Codice degli appalti - surclassato dalle gare per l'offerta economica
più vantaggiosa. Se in Italia in un anno - ha proseguito Sirica
- si fanno appena dieci concorsi, per lo più per progetti ambiziosi
e riservati alle grandi firme, Spagna, Francia e Germania assieme
arrivano a quota mille». In-somma, tutto il settore deve capire
l'importanza di operare su larga scala con tecniche e materiali
d'avanguardia: «L'Italia - ha concluso Sirica -è rimasto l'unico
Paese Uè a non avere ancora recepito la direttiva 2006/32/Ce sul
risparmio energetico in edilizia che obbligherà a costruire con
criteri nuovi». «Esterrefatti», per le parole usate da Rutelli si
sono detti i geometri. Per il consigliere nazionale, Enrico Rispoli,
«il geometra interviene su una progettazione di piccolo cabotaggio.
Che poi qualche professionista abbia colmato spazi lasciati liberi
dagli architetti può essere, ma non è la norma. E comunque chi doveva
pianificare, ovvero la politica, per anni non lo ha fatto». «È vero,
molti colleghi hanno applaudito alla politica dei condonim, mentre
i vertici istituzionali erano contrari», ha affermato Paolo Stefanelli,
presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri. «E necessario
-ha continuato - che le norme, quando ci sono, non siano viste come
paletti da schivare ma come principi da condividere per il bene
comune». Per Stefanelli è prioritario però che la politica sia «meno
schizofrenica» e che non incoraggi il bassissimo costo a scapito
di progettazione e sicurezza. «La realizzazione dei dispositivi
di sicurezza nei cantieri - ha concluso Stefanelli - non è assoggetta-bile
a ribasso d'asta ma è una prestazione complementare senza soglie
minime che può essere anche a costo zero».
Laura
Cavestri Il Sole 24 ore -
| Tav.
apertura Arch. Andrea Piatti |
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