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Uscita nuovi Uffizi - 2016-03
Loggia di Isozaki: pressing Schmidt-Nardella
7/2/2019

"Il sindaco con il direttore degli Uffizi: Bonisoli sblocchi presto la nuova uscita.
Eike Schmidt insiste nella richiesta di realizzare il progetto di Arata Isozaki per la loggia che dovrebbe coprire l’uscita degli Uffizi: si deve fare o altrimenti rimarrà un «buco nero che nessuno vuole» e si «perderanno altri cinque anni» rispetto al programma che vede nel 2024 la fine dei lavori che porteranno ai Nuovi Uffizi con l’ampliamento del museo e i nuovi percorsi di visita.

L’appello ha come destinatario il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli: «Mancano solo le autorizzazioni del ministero» ha specificato il direttore degli Uffizi, sollecitandone una presa di posizione. Dopo aver rilanciato l’urgenza di sbloccare la questione Isozaki, ferma da 20 anni, ieri il manager degli Uffizi è andato a Roma per la presentazione della campagna #iovadoalmuseo che andrà a sostituire, modificare e ampliare il precedente istituto delle domeniche gratuite dell’ex ministro Franceschini. Con questa questione ancora calda sul piatto, si poteva prevedere una risposta o una mossa da parte di Bonisoli. Ma il ministro in quota 5 Stelle non ha voluto dare rassicurazioni, né in un senso né nell’altro. «Il ministro non intende parlarne, almeno per ora» è stata la secca risposta dagli uffici del Collegio Romano. Schmidt e Bonisoli si sono incontrati ma, sostiene il direttore degli Uffizi, non hanno affrontato l’argomento.

Anche il sindaco Dario Nardella, a margine dell’inaugurazione della mostra Gli arazzi medicei della sala dei Duecento , ha ribadito la necessità di dare seguito al concorso vinto 20 anni fa dall’architetto giapponese Arata Isozaki: «Sono da sempre favorevole alla realizzazione della loggia: c’è stato un concorso internazionale e Firenze non può essere sempre la città delle opere non finite». Nardella è preoccupato per l’allungamento dei tempi che un ulteriore rinvio comporterebbe: «Anche a causa di questo cantiere non possiamo interdire il centro storico al passaggio dei mezzi pesanti che entrano ed escono ogni giorno da questa area», prosegue ricordando l’incidente alla colonna del Corridoio Vasariano avvenuto sul lungarno degli Archibusieri a causa di un camion. Anche l’Ordine degli Architetti di Firenze ha confermato la necessità di procedere: «Il completamento dei Nuovi Uffizi sia l’occasione per realizzare la loggia — scrivono in una nota — Vogliamo sperare che questa fase possa fornire l’opportunità di realizzare il progetto». Secondo gli architetti «quel nodo irrisolto ha contribuito a inibire la capacità propositiva della città, la corretta conclusione di questa questione può rappresentare il simbolo di un rinnovato slancio verso il futuro».on fare un'opera, invece che per farla».


Edoardo Semmola
Corriere Fiorentino 27/2/2019

Loggia: decidiamo insieme
06/09/2016

"LA palla passa ai fiorentini. La decisione di realizzare o meno la loggia delle polemiche di piazza del Grano, progettata dall'archistar giapponese e vincitrice, ormai 18 anni fa, di un concorso internazionale bandito da Palazzo Vecchio e Uffizi, dovrà essere «condivisa anche dalla città». Lo ha detto ieri il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, ospite a San Pier Scheraggio della prima edizione degli "Stati generali degli amici dei musei e delle gallerie". «Ne abbiamo parlato con il sindaco. È una scelta talmente importante che dovrà essere condivisa anche dalla città e dagli Uffizi. Presto daremo una risposta », ha spiegato il responsabile del Mibact, dando seguito alle affermazioni del direttore delle Gallerie Eike Schmidt il quale, nei giorni scorsi, aveva auspicato «risposte dal governo » ipotizzando anche, sull'argomento, un referendum cittadino. Proprio Schmidt, dopo l'annuncio di Franceschini, ha ribadito: «Non siamo più negli anni ‘90, quando potevamo discutere se la loggia piacesse o meno. Oggi va presa una decisione ». E ancora: «Quel progetto ha vinto un concorso internazionale e oggi se qualcuno stabilisce che non lo vuole più dovrà spiegare come giustificare i soldi che sono già stati sborsati e anche quelli che dovremmo dare all'architetto nel caso non venisse realizzato». Una cifra, prosegue, «di difficile stima», ma «sarebbe buffo se dovessimo inventarci un fundraising per non fare un'opera, invece che per farla».

Al centro dell'incontro di ieri, che ha chiamato a raccolta una quarantina fra rappresentanti e funzionari di musei italiani e internazionali, oltre a esponenti di banche, associazioni e fondazioni non profit impegnate nel mecenatismo, anche gli esiti dell'Art bonus, il sistema di incentivi fiscali a sostegno delle erogazioni private nella cultura varato nel 2014. Una misura che secondo Franceschini «ha dato grandi risultati» e che adesso, all'indomani del sisma del 24 agosto, il ministro propone, per la prima volta, di estendere «ai beni ecclesiastici colpiti dal terremoto». «Noi — ha detto — vogliamo che questo sia soltanto l'inizio: che nell'abitudine dei cittadini entri il crowdfunding, cioè la piccola donazione per il sostegno al patrimonio della propria città; e, nell'abitudine delle imprese, vogliamo che entri la grande donazione». Sull'Art bonus è intervenuto poi il sindaco Dario Nardella, il quale ha spiegato come a Firenze, dall'entrata in vigore della legge, siano stati raccolti 3,2 milioni di euro: fra i progetti più significativi il restauro del Biancone, pronto a iniziare il prossimo anno grazie a un finanziamento di Ferragamo, e poi «il lungarno Acciaioli, anche questo con Ferragamo, di cui partirà il cantiere non appena finiranno i lavori sul lungarno Torrigiani, e il piazzale Michelangelo con Star Hotel, con il restauro della balaustra ». Sempre Nardella ha svelato di stare preparando, insieme a Franceschini «una vera e propria agenda su Firenze, che tocca tutti i temi che chiamano in causa la collaborazione tra il Comune e lo Stato»: «Dal progetto dei Grandi Uffizi con fondi del Cipe, che ovviamente dovremo discutere col direttore degli Uffizi, alla promozione turistico culturale della città, alle fondazioni lirico sinfoniche, al Maggio musicale, ai fondi, nuovamente del Cipe, per il nuovo auditorium dell'Opera. Abbiamo un'agenda fitta di progetti che cominceranno ad avere una concreta prospettiva già dalle prossime settimane». «Rafforzare il ruolo del mecenatismo a sostegno delle istituzioni culturali e degli Amici dei musei e delle gallerie, coinvolgendo sempre più le comunità e semplificando la burocrazia e accesso agli sgravi fiscali» è intanto l'obiettivo, condiviso, emerso dal forum di ieri, in vista del G7 del 2017"


GAIA RAU
06 settembre 2016 LA REPUBBLICA.

 
La loggia va riattualizzzata
16/07/2015

"Cultura, il progetto di Nardella: "Una Villette in piazza Stazione"

Intervista al sindaco di Firenze. La proposta di riunire tutti i musei scientifici alla Scuola Marescialli liberata. A Gavinana invece lo spazio per il Polo della memoria

Può piacere. O può non piacere. Ad un anno dalla sua elezione, il sindaco Dario Nardella presenta i suoi progetti culturali per Firenze. La sua "visione", come la chiama. Saranno riuniti tutti i musei e le collezioni scientifiche della città, dalla Specola al Planetario fino al museo di medicina, nella scuola dei carabinieri della stazione. Una volta che l'Arma si trasferirà a Castello. C'è il polo della memoria a Gavinana, nell'ex Tre, e quello del design e della moda alla ex Manifattura Tabacchi. Due poli declinati comunque sul registro della contemporaneità. Perché ad un museo d'arte contemporanea in senso tradizionale il sindaco non ci crede proprio. Piuttosto Nardella rilancia con l'idea del Miglio della cultura, un percorso che da piazza Duomo arrivi fino all'Arno, correndo lungo una via del Proconsolo interamente pedonalizzata. Tutte cose che dovrà realizzare Nardella medesimo. Perché la delega della cultura non intende mollarla.

Sindaco Nardella, su Zeffirelli a San Firenze ha cambiato idea?
"Ho una strategia precisa per la città. Qui mi sono formato culturalmente, dall'università al conservatorio. E San Firenze è un pezzo di questa visione. Tocca due temi, spesso poco visibili: quello delle arti dello spettacolo e quello della scienza. Entrambi costitutivi del pensiero umanistico nato a Firenze, perché la 'bottega', intesa come unione di arte e tecnologia, è un simbolo del Rinascimento. Questi due filoni sono però oscurati dalle arti visive".
E lei intende recuperarle?
"Uffizi, Accademia, Palazzo Vecchio: sono queste le prime cose che ti viene in mente quando pensi a Firenze. Ma se vogliamo costruire un'offerta culturale più articolata, anche come risposta alla congestione turistica del quadrilatero romano, credo sia arrivato il momento di una visione unitaria delle nostre matrici storiche".
Che intende fare?
"Anzitutto usare la cultura come chiave di riqualificazione urbana e dei quartieri. Il rammendo delle città, come dice Renzo Piano. Ma non lo fai solo con le costruzioni, lo fai con i contenuti. Penso per esempio alla centrale ex Fiat di Novoli, dove vogliamo portare un grande progetto per i bambini".
Riusare i grandi contenitori.
"Appunto, si tratta di incrociare una vocazione plurale con la riqualificazione dei luoghi. Partiamo dalle arti dello spettacolo. Perché abbiamo previsto Zeffirelli in San Firenze?".
In effetti ce lo domandiamo.
"Perché a San Firenze vedo uno dei luoghi dedicati alle 'performing art'. Non si tratta di fare il mausoleo di Zeffirelli ma del primo passo di un Centro internazionale delle arti di Firenze: danza, cinema, teatro. A proposito di cinema ho parlato con Ron Howard, il regista mi ha chiesto perché Firenze non eccelle più nella produzione cinematografica. E io gli ho chiesto una mano. La mia idea è realizzare a San Firenze un politecnico delle arti, con la scuola di teatro della Pergola - ne ho già parlato con Favino - e poi laboratori di teatro, cinema, danza. Anche con la Scuola di musica di Fiesole".
C'è un modello a cui si ispira?
"Non c'è un luogo del genere in Italia che tenga insieme formazione, laboratori e anche fruizione. Questa dev'essere San Firenze, un luogo attivo dalla mattina alla sera. Una parte del Miglio della cultura, da piazza Duomo fino all'Arno, lungo via del Proconsolo".
Il Miglio della cultura?
"È un percorso straordinario: partendo dall'Opera del Duomo, che sarà completata dopo l'estate, s'incontra sulla sinistra il museo di antropologia, a destra la Badia Fiorentina, quindi il Bargello. Poi ancora a destra Palazzo dei Gondi, a sinistra San Firenze. Quindi Palazzo Vecchio e i Grandi Uffizi. Il Capitol, il museo di Galileo e la Camera di Commercio. Tutto questo deve essere considerato un 'unicum'. Da valorizzare con la pedonalizzazione. Entro giugno 2016 saranno fuori anche le bancarelle: San Firenze è un anfiteatro naturale".
La Loggia di Isozaki non c'è?
"A distanza di 20 anni troverei giusto riattualizzarla, anche in considerazione della vocazione del Capitol. Su questo e sulla Camera di Commercio c'è una piena sintonia con il presidente Bassilichi. Abbiamo l'idea di riqualificare piazza dè Giudici, togliendo le auto, in collaborazione con la sovrintendenza".
Ma il Miglio della cultura in fondo già c'è.

M.C. CARRATU', E. FERRARA, M. VANNI, S, BERTUCCELLI
16 luglio 2015 LA REPUBBLICA - FIRENZE

 
La loggia va fatta, appello O.A.
14/01/2013

"LA LOGGIA di Isozaki potrebbe essere il simbolo del recupero del centro storico di Firenze. Ma bisognerebbe farla, altrimenti diventa, come ormai sta accadendo, il simbolo del mancato recupero. L'Ordine degli architetti di Firenze lancia un appello alle istituzioni: «Che fine ha fatto la Loggia di Isozaki? Facciamola. Non possiamo più aspettare. Da lì parte la credibilità del recupero degli spazi vuoti della città, a cominciare dal tratto che va da San Firenze a piazza dei Giudici». Spiegano che se si lascia marcire il progetto vinto con regolare concorso ormai da 15 anni dall'archistar giapponese Arata Isozaki, non si dà nessuna fiducia quando si parla di qualsiasi altro progetto. La Loggia, che dovrebbe sorgere sul retro degli Uffizi in piazza del Grano, uccisa ai tempi dall'ostracismo dell'allora sottosegretario ai beni culturali, Vittorio Sgarbi, e poi sballottata di polemiche in polemiche, di si fa e non si fa, di si fa e si rimanda, non la si è mai vista. Gli architetti dicono: «Decidetevi». Lo fanno durante uno degli incontri sulla «Firenze che sarà» organizzati per parlare del futuro. Il futuro che rischia di annegare travolto dal passato, protestano gli architetti che si rivolgono anche al nuovo ministro ai beni culturali, Massimo Bray. La Loggia, secondo loro, è simbolo della «credibilità di Firenze ma anche dell'Italia». E è uno spreco urbanistico proprio nel «crocevia dello sviluppo del tratto San Firenze, piazza del Grano, piazza dei Giudici». Uno snodo che potrebbe invece connettere il più importante museo della città con il resto di Firenze. Recuperando un'area del centro ancora vissuta come un «retro» e affollata di ex: ex Capitol, ex tribunale. Troppi ex che invece potrebbero invertire una tendenza «liberando verso la città l'enorme potenziale attrattivo esercitabile da un museo al passo con i tempi». Troppo semplicistico risolvere con una strada pedonale, dicono ancora, lì ci vogliono spazi pubblici di relazioni, botteghe, scuole, luoghi che consegnino la città ai cittadini e non solo ai turisti. L'Ordine si ribella all'immobilismo. E alcuni dei suoi membri si ribellano all'Ordine che accusano di decidere in modo verticistico senza consultare la base degli iscritti. Firmano la protesta in sette: Susanna Botti, Lorenzo Biagioli, Giuseppe Santarelli, Biagio Filippi, Francesco Biasci, Silvia Angotti, Giovanna Giuntini. Si riferiscono al parere dell'Ordine sulla bozza di revisione della legge di urbanistica regionale 1/2005 che dicono di avere appreso solo da un comunicato stampa del 28 marzo scorso, apparso su Repubblica. «Ci chiediamo quali siano le procedure di comunicazione dell'Ordine». Quanto al merito, non approvano il fatto che l'Ordine abbia detto di temere che la Toscana «diventi un territorio-museo: lo sviluppo della nostra regione potrebbe stopparsi, frenando gli investimenti sia pubblici che privati». Un attivismo che preoccupa i dissidenti i quali pensano che prima l'Ordine avrebbe dovuto chiedere di «verificare il concetto di trasformazione del territorio, di individuare i limiti tra città e campagna e di elencare gli interventi possibilio no nelle varie realtà territoriali». Insomma delle regole quadro e dei criteri guida che secondo Angotti sono necessari «in un territorio delicato come quello toscano», Prima di dare giudizi, è la conclusione, «l'Ordine dovrebbe organizzare dei seminari tematici approfondimento condivisi da tutti».

ILARIA CIUTI - 18 maggio 2013 la Repubblica - Firenze

 
La loggia si farà
14/01/2011

"SCOMPARSO da tempo dal cronoprogramma dei Nuovi Uffizi, e prima ancora dalle dispute tra fiorentini, rispunta il progetto della Loggia Isozaki per l' uscita degli Uffizi. «Le parti si impegnano ad individuare le soluzioni atte alla realizzazione della Loggia Isozaki» si legge al terzo punto dell' accordo siglato ieri a Palazzo Chigi. Tocca poi al direttore generale dei Beni culturali Roberto Cecchi chiarire che «la facciata degli Uffizi su piazza del Grano così com' è non può restare e, anche se la questione divide la città, si deve ragionare insieme per trovare le soluzioni per realizzarla». Dello stesso avviso anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Punto e a capo quindi. Anche se il progetto esecutivo è fermo nei cassetti dal 2008. «Si ripropone la discussione, superando gli schematismi tra favorevoli e contrari» auspica la soprintendente Cristina Acidini. E ben contento della svolta è Andrea Maffei, partner italiano dell' architetto giapponese che si vinse il concorso internazionale nel 1998. «Al ministero hanno il progetto esecutivo pronto per essere appaltato oggi stesso. Ci auguriamo che parta al più presto» afferma Maffei, ricordando chea settembre scorso ne ha discusso con il sindaco Matteo Renzi, «assolutamente favorevole alla sua realizzazione». Si riaccende il confronto, ma chissà quando partiranno davvero i lavori della loggia in pietra serena: non rientra nei due lotti di interventi programmati ai Nuovi Uffizi. Se mai sarà oggetto di un terzo lotto, «2 anni di lavori per un impegno finanziario di 6 milioni e mezzo» precisa Maffei. Infine, altro punto dell' accordo, dal 17 febbraio, compleanno dell' Elettrice Palatina, decolla la card Firenze, con la possibilità di visitare 33 musei statali e comunali. Durata 72 ore, prezzo 50 euro, trasporti compresi. Gli introiti andranno a Palazzo Vecchio, che restituirà a musei statali e Ataf le quote utilizzate dal turista. In teoria, il Comune potrebbe persino rimetterci, nel caso di un visitatore che faccia un uso intensivo della card.

MARA AMOREVOLI - 14 gennaio 2011 la Repubblica - Firenze

 
Renzi ripropone il progetto isozaki
02/07/2009

"Il sindaco Renzi ripropone il progetto dell’architetto Isozaki. Ci attiveremo per fermare lo scempio del centro". E’ quanto annunciano il consigliere Francesco Torselli e il consigliere al Quartiere 3 Paolo Poli. "Durante la prima giornata di ricevimento dei cittadini – hanno aggiunto – il sindaco ha riproposto il progetto Isozaki per l'uscita degli Uffizi in piazza del Grano che già negli anni scorsi abbiamo osteggiato e combattuto col supporto di moltissimi cittadini di Firenze. L’architetto giapponese vorrebbe realizzare una pensilina in acciaio, rivestita in pietra, per coprire interamente l'uscita del museo su Piazza del Grano. Una scelta che, se attuata, rovinerà in maniera permanente quella porzione di centro storico tra gli Uffizi e Palazzo Vecchio. Già nel 2001, quando il progetto venne approvato, nacque il comitato 'A Firenze chi ha cattivo gusto è un genio', comitato che raccolse l'adesione di centinaia e centinaia di cittadini"

Giovedì 2 luglio 2009

 
Cantiere Nuovi Uffizi
09/01/2008

"Era inevitabile. Prima o poi doveva succedere. Per il cantiere dei Nuovi Uffizi è giunta l’ora del primo vero, corposo ritardo. Non di settimane, ma di mesi. Forse addirittura unanno. Tutto è scaturito dalla volontà della soprintendente speciale per il Polo museale fiorentino Cristina Acidini che, d’intesa con il direttore della Galleria degli Uffizi, Antonio Natali e con i suoi collaboratori, ha dato un «ritocco» al progetto per la realizzazione dei Nuovi Uffizi. La decisione - «pensata» tra luglio e agosto, ma formalizzata solo a novembre - riguarda l’area degli Uffizi al primo piano sotto la Biblioteca Magliabechiana che invece di essere destinata ai laboratori restauri della Galleria, diverrà un nuovo spazio espositivo di circa 600 metri quadrati che ospiterà le mostre temporanee. Fino a questo momento questa decisione è già costata due mesi di stop al cantiere, ai quali andranno aggiunti i mesi che occorreranno per riprogettare tutta l’area. Ad affermarlo, non senza una punta di preoccupazione, è l’architetto Giorgio Pappagallo, direttore dei lavori per i Nuovi Uffizi: «L’area sotto la Biblioteca Magliabechiana era stata pensata per ospitare i laboratori di restauro ed altri servizi. Il cambiamento comporterà una modifica sostanziale della destinazione d’uso dell’area, che si tradurrà in mesi di lavoro per la progettazione architettonica, per quella strutturale e per quella impiantistica. E allo stato attuale non è prevedibile il tempo che occorrerà per far ripartire il cantiere. Che nel frattempo resta fermo, perché non vogliamo costruire cose che poi andranno demolite. Il nuovo progetto -ha proseguito Pappagallo - dovrà rispettare anche il coordinamento dell’associazionedelle aree, perché era stato previsto un cronoprogramma dei lavori per non avere momenti di pausa. I cantieri, a causa dell’effetto "domino" che causerà questo ritocco al progetto generale dei Nuovi Uffizi, invece di chiudersi alla fine del 2010 come previsto, potrebbero protrarsi fino a metà se non addirittura alla fine del 2011. Questo comporterà - ha aggiunto l’architetto - anche delle spese in più per l’adeguamento dei progetti; non sappiamo ancora se causerà dei costi dei lavori veri e propri. Da sottolineare che il nuovo spazio espositivo che nascerà sotto la Biblioteca Magliabechiana dovrà rispondere ad alcune esigenze, la prima delle quali è l’integrazione nel percorso museale della Galleria degli Uffizi». Secondo l’iniziale progetto esecutivo dei Nuovi Uffizi «nel corpo di fabbrica Magliabechiano, nei due piani sottostanti la biblioteca, troveranno sede, oltre al portierato e all’accesso del personale interno, i laboratori per il restauro dei dipinti e delle opere d’arte su carta, la legatoria e le strutture finalizzate ai movimenti delle opere d’arte in occasione di mostre». Invece cambierà tutto. Fatta salva la permanenza al piano terra di alcuni laboratori di restauro, al primo piano troverà spazio una vera e propria «galleria nella Galleria», per dar spazio alle mostre temporanee, linfa vitale degli Uffizi e, come detto, sicura fonte di introiti. A farne le spese, si fa per dire, saranno i laboratori restauri che saranno spostati nell’area attualmente occupata dagli uffici amministrativi, al primo piano dell’ala est. Estate 2009: tocca a Botticelli - Inizialmente prevista per il 2008, la «trasformazione » della Sala di Botticelli della Galleria degli Uffizi avverrà non prima di metà 2009. Ad affermarlo è ancora l’architetto Pappagallo che, per il momento, dice di non preoccuparsene. La sala, infatti, è una di quelle che subirà le trasformazioni più radicali: verrà divisa in due ed è previsto anche un nuovo soffitto e, tra le capriate, dei pozzi che lasciano filtrare una luce diffusa. La sala presenterà anche nuove soluzioni di allestimento riguardanti la struttura e il colore delle pareti d’esposizione (che dovrebbero essere azzurro pallido, colore ricavato da alcuni dei più famosi dipinti dell’artista fiorentino), gli elementi di supporto per le opere, i dissuasori e le protezioni, le colonne tecnologiche per segnalatori e impianti. Da segnalare che nel nuovo controsoffitto saranno ospitati tutti gli impianti e i percorsi d’ispezione. Per la realizzazione della nuova Sala di Botticelli occorrerà un anno circa."

"La loggi di Isozaki verso l'ok della Soprintendenza Loggia Isozaki... avanti tutta. Esattamente due mesi fa, nell’ufficio della soprintendente per i beni architettonici, Paola Grifoni, era giunto il plico contenente il «progetto esecutivo » per la realizzazione della copertura all’uscita degli Uffizi. La consegna avvenne in extremis, mentre la soprintendente disse che da quel momento scattavano i novanta giorni utili per verificare che le modifiche richieste dalla soprintendenza fiorentina fossero state effettivamente recepite dall’architetto giapponese. E altrettanto effettivamente apportate sul progetto. La fase di verifica si sta chiudendo proprio in queste ore ma ieri Paola Grifoni ha già anticipato che non ci sono problemi e che il progetto recapitatole da Arata Isozaki è tutto a posto: «Devo fare ancora dei controlli per quanto riguarda i dati relativi alla statica - ha detto la soprintendente - ma tutto il materiale sembrerebbe in ordine». Una sola frase, scarna, che di fatto avvicina la possibilità che all’uscita della Galleria degli Uffizi, in piazza del Grano, prima o poi venga costruita la tanto discussa loggia di copertura. Come si ricorderà, una notevole accelerata alla vicenda si era avuta nell’agosto del 2007 quando la soprintendente Grifoni aveva ricevuto il «progetto definitivo » della loggia. Rispedito a Isozaki con la richiesta di alcune modifiche, e da questo trasformato in «progetto esecutivo», sarebbe poi servito per bandire la gara d’appalto e per consegnarlo nelle mani dei responsabili dell’impresa incaricata di realizzare l’opera. Tuttavia l’affidamento del lavoro alla ditta vincitrice dell’appalto, non significherà assolutamente l’inizio della costruzione della Loggia perché questa potrà avvenire solo quando sarà smontata la gru in piazza del grano. In tal senso alcuni mesi fa la stessa soprintendente Grifoni aveva ammesso di aver studiato il modo per spostare il carico di lavoro sulla gru del piazzale degli Uffizi, sì da ottenere il risultato di poter smontare la prima nella seconda metà del 2009, con circa 12/18 mesi di anticipo sulla data prevista di fine lavori, fissata nell’autunno del 2010. La decisione di trasformare l’area sotto la biblioteca Magliabechiana in zona per le esposizioni temporanee, invece che destinarla ai laboratori restauro, causerà un notevole ritardo dei lavori nell’intero cantiere, che secondo il direttore, Giorgio Pappagallo, potrebbe arrivare addirittura a un anno. Questo porterà, di conseguenza, anche un ritardo nella costruzione della loggia Isozaki, lasciando spazio alle polemiche, per altro mai sopite, almeno fino alla fine del 2010. Se non oltre... dini"

Giornale della Toscana, 9 gennaio 2008

 
La rivincita di Isozaki
10/11/2007

"Sarà così come la vediamo nelle foto. Stesse proporzioni, illuminazione, altezza e disegno del progetto originario del 1998. E´ la rivincita dell´architetto Arata Isozaki. La Loggia per l´uscita degli Uffizi si farà e si farà com´era. Il progetto esecutivo è stato consegnato alla soprintendenza ai monumenti di Palazzo Pitti mercoledì scorso. «Avrò 90 giorni di tempo per fare le mie valutazioni - osserva al soprintendente Paola Grifoni - quindi partiranno i lavori. Anzi, cercherò di farle prima, ma di fatto avrò a mia disposizione i tre mesi previsti dalle norme». Il progetto esecutivo delinea tutti i passaggi tecnici relativi alla realizzazione della loggia che si differenzia dal primo disegno solo per «piccoli aggiustamenti e definizioni progettuali» spiega poi Andrea Maffei, responsabile dello studio Isozaki a Milano, che ha inviato le immagini della struttura del plastico aggiornato al disegno finale. Anche l´altezza della copertura resta quella a suo tempo contestata: 23,6 metri dal livello di via Castellani. E restano identici anche i materiali: la loggia sarà in acciaio rivestito di pietra serena extradura, stessi materiali per le travi che conterranno lunghe liste di vetro per assicurare leggerezza e trasparenza alla parte superiore. Inoltre è stata particolarmente curata l´illuminazione della piazza: «Sarà molto soft e integrerà il nuovo intervento in tutto il contesto - aggiunge Maffei - Abbiamo curato anche le luci per le statue che saranno collocate sotto la loggia». Sculture antiche o nuove? Chissà. Ancora è prematuro parlarne. Spetterà alla direzione della Galleria degli Uffizi decidere se esporre alcune statue dalle antiche collezioni archeologiche dei Medici o affidare a nuova committenza opere d´arte contemporanea. E gli aggiustamenti minimi della struttura cosa riguardano? «Per rispettare i reperti archeologici del sottosuolo, i pilastri poggeranno su una struttura che salvaguarda l´antico percorso delle mura - spiega Maffei - Ad esempio, sotto la rampa di accesso ci sarà un cunicolo che permetterà ad esperti e studiosi di scendere con delle scalette per visitare i reperti». Ora che il progetto esecutivo è pronto e si prevede un iter tutto in discesa, quando inizieranno i lavori? « A primavera del prossimo anno - assicura la soprintendente Grifoni - contestualmente al secondo lotto del cantiere dei Nuovi uffizi. Con l´impresa stiamo aggiustando il cronoprogramma dei lavori per permettere l´adeguamento degli interventi nei sotterranei». Quindi se non ci saranno intoppi, la loggia potrà essere pronta nel giro di due, massimo tre anni. E si chiuderà definitivamente la lunga querelle ha accompagnato tutta la vicenda.

Mara Amorevoli - La Repubblica - 10/11/2007

 
Nuovi Uffizi, lavori via web
7/6/2007

"Il sito Intenret presentato dalla soprintendente ai beni architettonici di Firenze, Paola Grifoni. Sei cantieri verticali per triplicare gli spazi del museo sull'Arno I cantieri dei Nuovi Uffizi da 49 milioni di euro, la cui progettazione è per metà sponsorizzata da Benetton (1,5 miliardi) in accordo con il comune, sono da ieri sul web. L'occhio della telecamere digitale documenterà su Internet, in tempo reale, minuto per minuto, lo stato di avanzamento dei lavori di ampliamento, attesi da oltre vent'anni, del museo più importante del mondo che nel 2011 avrà quasi triplicato (da 5.400 a12 mila mq) gli spazi in riva all'Arno. E, conterà la nuova uscita sul retro del Loggiato degli Uffizi, in piazza del Grano, dove verrà realizzata la Loggia progettata da Arata Isozaki, vincitore del concorso internazionale con il progetto, che è il contraltare della Loggia de' Lanzi, duramente contestato anni fa da Vittorio Sgarbi, sottosegretario ai beni culturali nel primo anno del governo Berlusconi. Progetto per il quale non sono state apportate modifiche e la cui realizzazione non è più in discussione. La soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio delle province di Firenze, Pistoia e Prato, diretta da Paola Grifoni sta per validare, entro giugno, il progetto definitivo di Arata Izozaki per la Loggia di piazza del Grano sotto la quale si aprirà la nuova uscita dei Nuovi Uffizi, nome che ha sostituito il vecchio progetto ´Gradi Uffizi'. Poi, lo studio dell'architetto giapponese entro settembre dovrà presentare il progetto esecutivo per l'opera che costerà circa 6,5 miliardi, metà dei quali finanziati dal ministero dei beni culturali e il resto da trovare sul mercato dei capitali privati. L'iniziativa del sito www. nuoviuffizi.it è stata presentata ieri a Firenze dalla soprintendete Paola Grifoni, che, come responsabile del procedimento, gestisce i lavori dei Nuovi Uffizi, divisi in sei cantieri verticali che lavorano in contemporanea e la cui direzione è affidata a Giorgio Pappagallo. Il museo non chiuderà mai per tutta la durata dei lavori, quattro anni e mezzo. I lavori, partiti a giugno 2006, serviranno a realizzazione, in particolare, due corpi di impianti con gli ascensori e due scaloni d'accesso collocati all'interno del museo nelle due ali di levante e di ponente del Loggiato, in aree interne al museo ritenute non di particolare pregio, secondo quanto ha raccontato la soprintendente Grifoni. Inoltre, il progetto prevede la riorganizzazione musegrafica e museologica, con il rifacimento di alcune sale, come quella del Botticelli secondo il progetto di Natalini che introdurrà un miglior sistema di climatizzazione e di sicurezza. In particolare, la sala sarà divisa in due per nascondere gli impianti e avrà un controsoffitto semitrasparente. Avrà pareti azzurre, e il cotto del pavimento sarà sostituito da marmo e pietra serena, come richiesto dalla precedente guida della soprintendenza ma che ha suscitato un coro di no. In una città dove nulla si può toccare senza suscitare polemiche a livello planetario, le critiche sono arrivate preventive. E la soprintendenza risponde con Internet. ´Abbiamo deciso di documentare tutti i lavori dei cantieri sul web perchè quello dei Nuovi Uffizi è uno dei cantieri più importanti a livello europeo', ha spiegato Paola Grifoni ´e vogliamo dare conto dei criteri progettuali e di come procedono i lavori e documentarne le varie fasi, soprattutto per il recupero delle pitture murarie'. I Nuovi Uffizi si estenderanno nei locali dell'ex Magliabechiana, nel palazzo dei Veleti, in via dei Castellani e nell'ex archivio di stato vuoto da vent'anni. Gli interventi riguarderanno i collegamenti verticali per regolarizzare i flussi dei visitatori, con le scale e i corpi ascensori, gli impianti di climatizzazione e di sicurezza. Il progetto dei Nuovi Uffizi è dello studio Sinter e Chimenti, con la consulenza delle parti progettuali nuove di Adolfo Natalini, e illuminazione Piero Castiglioni. Gli scaloni vengono posizionati nell'area di San Pier Scheraggio. Gli uffici della direzione e della soprintendenza verranno trasferiti liberando altri spazi. La gara da 49 milioni è stata aggiudicata a marzo, con un ribasso del 43,78%, al consorzio cooperative costruzioni, in cordata con Piacenti, Laura Lucioli, P.T. Color, Rangoni, Cellini.

Simonetta Scarane ItaliaOggi - 6/6/2007

 
OK DI RUTELLI, SARÀ ULTIMATA NEL 2010
29/3/2007

"Franco Zeffìrelli la chiama "sgabellone". Vittorio Sgarbi "rete da materasso". Oriana Fallaci minacciò addirittura di incatenarsi alle impalcature pur di impedirne la costruzione. Perfino Mina è intervenuta per dire il suo no. Insomma la Loggia progettata da Arata Isozaki per l'uscita degli Uffizi su piazza del Grano, "pensilina" per chi la aborre, in otto anni di telenovela ha incassato contumelie da uno schieramento composito quanto vasto di detrattori (e anche altrettanti consensi, a dir la verità). Ora, dopo un infinito tira e molla, pare che il progetto andrà in porto - entro il 2010, con sette anni di ritardo - visto il via libera dato dal ministro Rutelli all'inizio dell'anno. E ovviamente il fronte del no ritorna in pista. La storia inizia nel 1998, quando il comune di Firenze lancia la gara a inviti che l'architetto giapponese si aggiudicherà nel marzo successivo. La firma del contratto tra lo studiò Isozaki e il ministero dei Beni culturali, allora guidato da Giovanna Melandri, è del febbraio 2001 con l'impegno a realizzare l'opera entro il 2003: sette milioni di euro il compenso, con una penale del 25 per cento per "incarico interrotto" che ancora non è chiaro chi dovrà pagare. Come si sa, Melandri non potè verificare di persona la realizzazione della Loggia, visto che dopo pochi mesi, causa tracollo elettorale, le successe Giuliano Urbani. E proprio il ministro azzurro, dopo le incursioni del suo sottosegretario Sgarbi, bloccò il progetto prendendo a pretesto alcuni ritrovamenti archeologici. Ora Rutelli rimette in pista il progetto giapponese. Paolo Amato, senatore di Forza Italia e strenuo oppositore della Loggia, già noto alle cronache per essersi incatenato per protestare contro il volo a Tokyo dell'Annunciazione di Leonardo, ha rivolto un'interrogazione proprio al ministro Rutelli: almeno chieda il parere del Consiglio superiore dei Beni culturali, è il suo invito. L'organo diretto da Salvatore Settis, infatti, finora ha osservato un rigoroso silenzio. La telenovela non è finita".

Francesco Ingravaldo Cronache - L’Indipendente, 29-03-2007

 
"No a Isozaki, sentiamo la città"
24/3/2007

"No a Isozaki, sentiamo la città" Un Forum tra i cittadini per ridiscutere la pensilina di Isozaki, con la certezza, dicono, che verrebbe affossata. Riesplode la polemica sul progetto dell'architetto giapponese con il gruppo consiliare di Forza Italia che torna all'attacco criticando l'attuale amministrazione, quella responsabile del concorso e il ministro per i Beni culturali Rutelli che avrebbe reinserito la loggia nei lavori del primo lotto per i Nuovi Uffizi. "Non capisco - dice il capogruppo Paolo Amato, che presenterà un'interrogazione al Senato - perché ilComitato superiore per i Beni culturali e paesaggistici con a capo Salvatore Settis non si esprima su questo progetto. Rutelli continua a prendere decisioni da solo, noi politicamente, ci battere-mo:contro la realizzazione di questa bruttura" - rincara Amato, chiedendo che possano esprimersi i cittadini, magari attravèrso un Forum, certo che la pensilina finirebbe per essere bocciata. Contro il progetto di Isozaki si schiera anche un altro consigliere di Forza Italia, Enrico Bosi, ripercorrendo a ritroso la storia del concorso "molto discutibile, a inviti, a cui parteciparono solo architetti che progettavano interni di musei e non esterni". In Palazzo Vecchio Forza Italia presenterà una mozione affinché l'intero progetto venga ridiscusso da capo, in modo da evitare, spiegano, "una pensilina della Stazione-bis, diventata un raccogli sudicio e che infatti hanno deciso di smontare".

Ale. Bart. Corriere di Firenze - sabato 24 03 2007

 
Dopo 6 anni di polemiche vince Isozaki
21/3/2007

"Con un ritardo di sei anni, rispetto all´approvazione del progetto preliminare firmato nel 2001 dal soprintendente ai monumenti di allora, Mario Lolli Ghetti, i primi di maggio sarà consegnato il progetto definitivo della struttura. «Che resta assolutamente uguale a quella progettata a suo tempo» dichiara l´attuale soprintendente ai monumenti Paola Grifoni. Fronte della copertura su via Castellani largo 29,95 metri e alto 23,61 metri, che si riduce sulla facciata dell´uscita degli Uffizi a 14,55 metri di larghezza con un altezza di 19,50 metri. Una superficie irregolare, trapezoidale, che si apre a raggiera verso l´ex cinema Capitol. Dal 1 febbraio di quest´anno - data della ripresa dello studio per approntare gli ultimi passaggi del progetto - negli uffici tecnici della soprintendenza si sono tenuti vari incontri tra i funzionari e i responsabili italiani dell´architetto Isozaki per definire tutti i particolari della loggia: verifiche di appoggio dei quattro pilastri e misure. Si riparte, aspettando il progetto esecutivo, ultimo vero passaggio per avviare la realizzazione della contestata struttura, vittima di rinvii e furiose polemiche nella storia della città. E se il 2003 doveva essere la data di inaugurazione, secondo il cronoprogramma dei Nuovi Uffizi presentato nel 2000 dall´allora ministro dei Beni culturali Giovanna Melandri, quanto dovremo ancora aspettare per vedere la loggia Isozaki pronta? «Stiamo lavorando non solo per definire gli ultimi particolari della copertura, ma anche per inserire il cantiere e l´appalto in contemporanea agli altri interventi degli Uffizi sul lato di piazza del Grano - precisa la soprintendente Grifoni - In definitiva l´appuntamento per tutti i Nuovi Uffizi resta fissato al 2010». La loggia non sarà quindi un lotto di lavori separato, ma contestuale agli altri interventi per realizzare i collegamenti degli ascensori e delle scale sul lato di levante della Galleria. Una razionalizzazione del cantiere che prevede tra l´altro lo smontaggio della gru su piazza del Grano, per edificare i pilastri di sostegno della copertura sulla rampa. Nessuna variante, o arretramento o riduzione delle altezze: la struttura riprende il suo posto com´era stata ideata. Pensata da Isozaki come il prolungamento ideale della Loggia dei Lanzi, un´ulteriore piazza coperta, un passaggio di comunicazione, di transito dei visitatori in uscita dal museo, di sosta per i fiorentini che ospiterà sotto al lucernario trasparente alcune sculture antiche. Un pezzo di museo all´aperto come la Loggia dei Lanzi, appunto. «Con l´unica novità di una soluzione tecnica per l´appoggio del pilastro anteriore sul lato della Biblioteca Magliabechiana - aggiunge Grifoni - Nel sottosuolo c´è un tratto dell´antica cerchia muraria, e stiamo pensando di far cadere il pilastro su una sorta di sella o ponte metallico che scavalca il reperto, che resterà così visibile con accesso attraverso un cavedio». Tutto qui. I famosi reperti archeologici, ritenuti nel 2004 dal ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani, di «fondamentale importanza» per la storia della Firenze medievale, restano schedati, fotografati e ben sepolti al loro posto sotto al selciato della piazza. E non modificano in nulla le misure della loggia. E si archivia anche il polverone mediatico scatenato da Vittorio Sgarbi, ex sottosegretario del ministro Urbani dal 2001 al 2002, che bocciò categoricamente la struttura a travi longitudinali giudicandola a più riprese «un orrore», «una rete da materasso», «una scatola di sardine». Una serie di note a cui l´architetto Arata Isozaki non ha mai risposto, scegliendo un atteggiamento di silenziosa attesa che oggi sembra dargli ragione, secondo la migliore tradizione orientale dell´osservare gli eventi con distacco. Ed è con lo stesso diplomatico riserbo che non ha mai risposto allo stop definitivo dato al suo progetto da Urbani a ottobre del 2004 con una lettera la sindaco Leonardo Domenici, al soprintendente Antonio Valentino (nel dicembre del 2002, quando Sgarbi infiammava la rivolta) che gli chiedeva di ridurre vistosamente le dimensioni della loggia fino a farne una pensilina; non ha risposto al montare delle polemiche, mostrandosi al contrario disponibile a trattare ma non a modificare il suo progetto. Finché il nuovo ministro Francesco Rutelli a novembre dello scorso anno non ha dato una svolta decisiva alla vicenda, rimettendola in marcia. "

MARA AMOREVOLI MERCOLEDÌ, 21 MARZO 2007 - LA REPUBBLICA - Firenze

 
Isozaki, la Loggia si farà
12/12/2006

"Isozaki, via libera del Comune. Si farà la pensilina degli Uffizi. Il progetto di Arata Isozaki per l'uscita dei Nuovi Uffizi si farà e l'architetto Jean Nouvel è già stato convocato dall'assessore all'urbanistica Gianni Biagi, come del resto i proprietari dell'area per riprendere il lavoro nell'area ex Fiat di viale Belfiore. L'amministrazione comunale non è d'accordo sulla rescissione del contratto e in ogni caso il Piano di recupero prevede che ogni modifica significativa debba essere esaminata dal consiglio comunale. Il progetto deve essere realizzato così com'è. L'assessore all'urbanistica Gianni Biagi non usa mezzi termini in consiglio comunale a proposito della querelle aperta dai Verdi sulla fuga degli architetti dalla città. «L'amministrazione — conclude — ha tutti gli strumenti per intervenire a garanzia della realizzazione di quel progetto che, ci ha tenuto a ricordarlo, «ha garantito poco meno di 7 milioni di euro alle casse del Comune e 97 alloggi in affitto convenzionato e calmierato per 10 anni (alloggi in costruzione in via Toscanini e disponibili dalla prossima estate)». Ma la novità resta Isozaki. «Nei giorni scorsi si è svolta una riunione delle amministrazioni culturali toscane e del ministero dei beni culturali alla quale ho rappresentato il Comune — ha spiegato Biagi — e in questa seda è stato deciso di procedere con la progettazione esecutiva prima e la realizzazione poi dell' uscita degli Uffizi in piazza Castellani ideata da Arata Isozaki». Non solo, è stato deciso di dare corso immediato alla redazione del progetto definitivo ed esecutivo del progetto Isozaki che dovrà concludersi in circa sei mesi. «A questo punto — ha concluso l'assessore — aspettiamo fiduciosi la ripresa del progetto esecutivo da parte dell'architetto giapponese». Ci sono voluti nove anni per chiudere la lunga stagione di polemiche cui dette il via l'allora sottosegretario ai Beni Culturali, Vittorio Sgarbi, A rallentare ancora l'intera vicenda anche una campagna di scavi in piazza Castellani che ha portato alla luce reperti archeologici, identificati come un probabile pezze della prima cerchia delle mura. E sotto stallo era finito anche il progetto esecutivo dei "Nuovi Uffizi" per la riorganizzazione e l'ampliamento del museo, a causa della difficoltà del Ministero a reperire i fondi necessari. La svolta nel febbraio 2003 quando Domenici e il ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani sottoscrissero un accordo per sbloccare la situazione. Nell'aprile 2005 Isozaki, il ministero e il Comune hanno siglato un accordo per una nuova ipotesi progettuale dell'uscita dei Nuovi Uffizi «che comprenda e valorizzi il tessuto archeologico venuto alla luce in seguito agli scavi. E, dopo la conferma da parte del vicepremier e ministro ai beni culturali Francesco Rutelli in occasione della consegna dei lavori dei Nuovi Uffizi nel giugno scorso, ora c'è anche il via libera alla progettazione esecutiva dell'uscita da parte di Isozaki. "

Pa.K. La Nazione, 12/12/2006

 
"passeggiata archeologica"
14/4/2005

"Passeggiata pomeridiana tra gli scavi archeologici degli Uffizi per l'architetto giapponese Arata Isozaki,che ieri ha esplorato«i rilevanti reperti» che—secondo la valutazione del ministro Giuliano Urbani — impedirebbero la costruzione e realizzazione della sua loggia di uscita dalla galleria. Silenzio e bocche sul tema «Loggia Isozaki», diplomaticamente cancellata dall'incontro di ieri: ora spunta un nuovo progetto, il percorso archeologico Isozaki di cui si dovrà occupare l'architetto per valorizzare le preesistenze archeologiche del complesso. Una mossa tattica, forse, per aggirare i contrasti e ostacoli, evitando infruttuose contrapposizioni. Insomma il ministro Urbani a febbraio aveva dichiarato che alla luce dei ritrovamenti archeologici sotto Piazza del Grano, il progetto della loggia non era più eseguibile, tuttavia invitava Isozaki a colla-borare ugualmente ai Nuovi Uffizi. Ecco che l'architetto mostra la sua disponibilità tutta orientale, accettando di visitare gli scavi per preparare un progetto di percorso archeologico «eventualmente da integrare con la futura loggia» spiega il suo collaboratore Andrea Maffei. Almeno questo è il risultato dell'incontro di ieri, a cui hanno partecipato il direttore generale Roberto Cecchi, il direttore regionale Antonio Paolucci, i soprintendenti archeologici Angelo Bottini e Carlotta Cianferoni, quello ai monumenti Paola Grifoni, vari funzionari e l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi. Silenzioso, sorridente e in attento ascolto, Isozaki ha preso visione dei reperti medievali sotto a San Pier Scheraggio, nella zona di Piazza del Grano e sotto alla Biblioteca Magliabechiana. A fine sopralluogo è emerso un no comment corale, fatta eccezione per un secco comunicato congiunto che annuncia che «è emersa la volontà delle parti a lavorare per la valorizzazione di un nuovo percorso che unisca il tessuto archeologico alla nuova uscita». Se la nuova uscita, poi, sarà la loggia, si vedrà in futuro. Per ora l'architetto Isozaki si dichiara disponibile a costituire un gruppo di lavoro, allargato ai responsabili della soprintendenza e di Palazzo Vecchio, per progettare il nuovo itinerario che renda visitabili i resti della città più antica emersa dagli scavi. «Ho visto cose che non conoscevo» ha detto laconico Isozaki a fine passeggiata archeologica. Una specie di haiku che racconta la sua diplomatica paziente determinazione. Il progetto della sua loggia può attendere. Ora tocca ai reperti, alle arche sotto San Pier Scheraggio, e ai resti delle abitazioni sotto la Magliabechiana. Diventano materia di un altro progetto che, afferma l'assessore Biagi «dovrà però essere compatibile con la realizzazione della loggia di uscita, anche se di quella non ne abbiamo parlato affatto». Ieri, prima del sopralluogo, Isozaki ha incontrato il sindaco Leonardo Domenici. i

Mara Amorevoli - L'Unita, 14/04/2005

 
La grande incognita della tettoia
2/4/2005

"Sono passati più di cinque anni da quando Arata Isozaki vinse il concorso intemazionale per l'uscita dei Nuovi Uffizi, ma ancora nessuno può dire se la maxi loggia in acciaio e pietra progettata dal grande architetto giapponese per coprire piazza Castellani sarà realizzata. Di sicuro, per adesso, c'è solo che l'opera - destinata a lasciare un segno contemporaneo "forte" nel centro storico fiorentino - non si farà com'era stata pensata e sviluppata. A sospenderne la realizzazione sono state non tanto le proteste di esperti d'arte e di personaggi famosi, che pure si erano levate a più riprese, quanto gli scavi archeologici in piazza Castellani, che hanno portato alla luce reperti definiti dal ministro per i Beni culturali Giuliano Urbani «di eccezionale rilevanza per la storia della città intorno alla fine del primo millennio». E siccome uno dei pilastri portanti della loggia firmata Isozaki andrebbe a poggiare direttamente sopra le nuove scoperte, il ministero nei mesi scorsi ha bloccato il progetto fiorentino, suscitando le proteste del Comune e il malumore dello stesso Isozaki. L'architetto non ha comunque rinunciato all'incarico, e tra pochi giorni (il 13 aprile) farà un sopralluogo al cantiere per decidere se è possibile rivedere il progetto iniziale, adattandolo alle scoperte rivelate dagli scavi (e magari valorizzandole). La nuova soluzione dovrebbe essere ipotizzata entro maggio. In ogni caso, i tempi si allungheranno a dismisura. E pensare che l'architetto giapponese — dopo aver vinto il concorso intemazionale bandito nel 1998 dalla Commissione per i Nuovi Uffizi istituita dal ministero per i Beni culturali - aveva firmato in Palazzo Vecchio, il 21 febbraio 2001, sia la convenzione col ministero che lo impegnava a completare il progetto esecutivo della nuova uscita degli Uffizi entro un anno (la realizzazione era prevista entro il 2003), sia l'accordo col Comune per la progettazione preliminare del restauro di piazza Castellani. La nuova uscita del museo fiorentino (che sta per ampliare e riorganizzare gli spazi espositivi) sarebbe dovuta costare circa sette milioni, da pagare a metà tra Comune e ministero. Numeri e scadenze che oggi appaiono lontani, superati dalle polemiche e dagli scavi. Se Isozaki non acconsentirà a rivedere il suo progetto, la soluzione potrebbe essere un nuovo concorso internazionale che contenga richieste diverse da quelle del primo bando."

S.Pi. Sole 24 Ore Rapporti 2/4/2005

 
Urbani: no a Isozaki ma collaboriamo
20/2/2005

"II ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani ha ribadito lo stop al progetto del Tare hi tetto giapponese Isozaki per costruire una pensilina di fronte all'uscita della galleria degli Uffizi. La decisione irrevocabile del ministero è stata confermata personalmente a Lucca durante l'evento di forte richiamo per la presentazione ufficiale del progetto «@ccademia Giacomo Puccini» col coinvolgimento del presidente del Senato Marcello Pera e del ministro per l'innovazione e le tecnologie Lucio Stanca. Urbani si è scusato di essere ancora influenzato e di avere adottato una specie di «scafandro» di vesti contro il freddo intenso che ieri anche a Lucca si è fatto particolarmente sentire. Ha quindi presentato il nuovo soprintendente di Lucca, Massa Carrara Luigi Ficacci ed era accompagnato da Antonio Paolucci. Sull'ormai famosa pensilina Urbani è stato chiaro. «Non abbiamo bloccato il progetto di Isozaki per ragioni soggettive — ha sottolineato il ministro — ma per un obbligo doveroso di conservazione di ciò che è stato trovato nel corso degli scavi fatti in piazza Castellani, e cioè antiche mura del periodo della Firenze medievale». «Abbiamo fatto altri studi e ricerche — ha aggiunto il ministro — e abbiamo rinvenuto un percorso medievale molto interessante che si estende fino all'Arno, la conservazione poi riguarderà l'intere percorso. Per questo abbiamo invitato l'architetto Isozaki a vedere di che si tratti, gradiremmo molto una collaborazione di qualche tipo con lui e mi sembra giusto mantenere un rapporto di civile collaborazione e vedere se è possibile trovare l'occasione per una fattiva e concreta operatività». Una mano tesa quindi all'architetto giapponese. Urbani ha aggiunto poi che alla Soprintendenza spetta solo il compito conservativo, mentre la sistemazione di piazza Castellani dal punto di vista urbanistico spetta al Comune. Il ministro è stato deciso a rispondere anche a domande successive dei cronisti: non si torna indietro sulla linea di ""cancellazione del progetto di Isozaki. Su questo è stato categorico. Poi in fretta Urbani ha raggiunto l'auto blu per arrivare velocemente all'aeoroporto di Pisa dove l'attendeva un volo per Roma. n

La Nazione - Firenze 20/2/2005

 
Isozaki: vedrò gli scavi
18/2/2005

"L'incontro al ministero dei Beni culturali è servito. La vicenda Isozaki-Uffizi non è affatto conclusa. Anzi. Si tratterà di seguirne gli sviluppi perché ieri a Roma l'incontro ha fatto riaprire ancora di più il dialogo fra le parti. L'idea di organizzare un faccia a faccia con il progettista giapponese della nuova uscita degli Uffizi, era maturata nell'ultimo incontro romano, circa un mese fa, tra il ministro per i beni culturali, Giulano Urbani, e il sindaco, Leonardo Domenici. Detto e quasi fatto. Ieri così, a Roma, ci sarebbero dovuti essere sia Urbani che Domenici. A far cambiare parte dei programmi ci ha pensato un'indisposizione del ministro. Assente lui, anche Domenici ha rinunciato ad esserci. A parlare per oltre un'ora e mezzo si sono così ritrovati il capo gabinetto del ministro, il direttore generale del ministero, 1' architetto Roberto Cecchi, lo stesso Arata Isozaki in compagnia dell'architetto Maffei, l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi e un interprete. Come detto, l'incontro è servito. Il ministero dei beni culturali ha fornito a Isozaki gli studi e le relazioni messe a punto sugli scavi condotti in piazza Castellani. L'architetto giapponese non solo li ha presi in considerazione, ma se li è portati via. Ha detto che li studierà e che per verificare di persona quanto sostengono, verrà a Firenze entro un mese. «Penso che questo sia un passo avanti - è il primo commento dell'assessore all'urbanistica di Palazzo Vecchio, Gianni Biagi - Come avevamo detto l'altra volta, nel precedente incontro, era indispensabile mettere al corrente il progettista. A questo punto sarà lui che valuterà la situazione». Si può aggiungere qualcosa di più? Pensare che Isozaki sia ufficialmente disposto a rivedere il progetto della tanto contestata pensilina, bocciata prima da Vittorio Sgarbi, poi da un fiume di polemiche contrapposte, e infine congelata dal ministro Urbani? Difficile dirlo. Di certo ieri in serata il ministero ha fatto sapere che il progetto Isozaki «non è più eseguibile». Quale? L'assessore Biagi ha subito precisato che una posizione così netta non era stata prospettata nella riunione del pomeriggio. Insomma, il braccio di ferro continua. Benché probabilmente qualcosa si è smosso e, forse, lo stesso Isozaki potrebbe aver preso in considerazione l'idea di correggere sostanzialmente il progetto, per venire incontro agli sviluppi che il ministero ha maturato in seguito al ritrovamento dei reperti archeologici nel sottosuolo di piazza Castellani. Era il 1998 quando venne lanciato il concorso per disegnare la nuova uscita dei futuri Grandi Uffizi, quel museo più ampio e riorganizzato in grado di svuotare almeno in parte gli scantinati pieni di opere d'arte accatastate, per mancanza di spazi. Ma che si pensava ad una diversa sistemazione degli Uffizi era una storia che risaliva addiritttura agli anni '60 e alle prime idee lanciate da Giovanni Michelucci. Proprio la morte di Michelucci nel '91 raffredò e impedì lo sviluppo di quei progetti più antichi. Così, nel '98, la commissione per i Nuovi Uffizi pensò di affidare il tutto a un concorso internazionale. Furono in sei a presentare i progetti: Con Arata Isozaki, che sarebbe stato prescelto, Gae Aulenti, Mario Botta, Norman Foster, Vittorio Gregotti, Hans Hollein. 11 21 febbraio del 2001, lo stesso Isozaki, designato vincitore dalla commissione, firmava in Palazzo Vecchio la convenzione con il ministero dei beni culturali. "

La Nazione - Firenze 18/2/2005

 
C'è un tesoro sotto gli Uffizi
18/2/2005

"Il progetto dell'architetto Isozaki per gli Uffizi «non è più eseguibile». Dopo tante polemiche i disegni per la nuova loggia degli Uffizi sembrano destinati a finire definitivamente nel cassetto. Lo si è appreso dopo un incontro ieri a Roma tra i tecnici del ministero, i rappresentanti del Comune di Firenze e lo stesso architetto giapponese. «Alla luce dei ritrovamenti archeologici il progetto dell'architetto Isozaki non è più eseguibile. - spiegano i collaboratori del ministro -Per quanto riguarda la futura sistemazione di piazza Castellani e delle zone limitrofe, le decisioni saranno assunte per le rispettive competenze dal Comune di Firenze e dal Ministero». Durante l'incontro - si è appreso - i funzionari del ministero hanno illustrato all'architetto giapponese relazioni e tavole che documentano gli esiti delle indagini finora compiute e che sono a fondamento di quanto già contenuto nella lettera che il Ministro Urbani aveva inviato al Sindaco Domenici lo scorso 15 ottobre. L'architetto Isozaki, conclude la nota, «ha dato atto dell'importanza dei ritrovamenti e ha preannunciato una sua visita agli scavi nella prossima primavera». L'assessore all'urbanistica di Firenze Gianni Biagi dice che la non eseguibilità del progetto Isozaki è una valutazione del ministero e che non se ne è discusso durante l'incontro. La riunione si è svolta - dice Biagi - «in un clima costruttivo: i rappresentanti del ministero hanno presentato a noi e ad Isozaki le nuove evenienze archeologiche, l'architetto giapponese ha preso atto di ciò ed ha detto che farà un sopralluogo a Firenze. Non si è parlato del vecchio progetto e di nessun nuovo progetto». La vicenda della loggia -che rientra nel progetto dei Grandi Uffizi in piedi da molti decenni - risale al 1999 quando il progetto di Isozaki risultò vincitore di un concorso internazionale; ma l'idea dell'architetto giapponese fu poi contestata prima dall'allora sottosegretario Vittorio Sgarbi e quindi non trovo d'accordo il ministro Giuliano Urbani e la sovrintendenza fiorentina. Poi ulteriori scavi hanno messo in luce reperti romani e medievali ritenuti importanti e la cui fruizione pare non essere compatibile col progetto Isozaki."

Il Tirreno - 18/2/2005

 
Il vertice con Isozaki
17/2/2005

"L'incontro è considerato molto riservato, se non segreto. Avverrà oggi al ministero dei Beni Culturali a Roma. Riguarda la notissima vicenda dell'uscita dei Nuovi Uffizi, con il famoso progetto dell'architetto Arata Isozaki bloccato dal governo negli ultimi giorni dello scorso anno. Per la prima volta dopo le infinite polemiche che ne erano seguite si ritroveranno a un tavolo il sindaco di Firenze Leonardo Domenici (già ieri nella capitale in qualità di presidente dell'Anci per l'incontro col ministro dell'Ambiente Altero Matteoli incentrato sull'allarme inquinamento), il ministro dei beni Culturali Giuliano Urbani e l'architetto Isozaki. Si tratta di un vertice a tre che ha del clamoroso e che potrebbe avere effetti a sorpresa per la sorte dei Nuovi Uffizi e dell'uscita in piazza Castellani. Nella riunione in programma per oggi al ministero si dovrebbero gettare le basi per sbloccare la situazione dopo il no definitivo del governo a una soluzione - quella della pensilina -ritenuta contrastante con la realtà storica e architettonica della nostra città. L'ultimo colpo di scena si era avuto a dicembre, con la decisione di non fare la pensilina agli Uffizi. La decisione era stata ribadita a metà gennaio nell'incontro che si era tenuto al Ministero e che aveva visto d'accordo ministro e sindaco di Firenze sulla questione dell'intervento di Isozaki. Urbani e Domenici erano apparsi in sintonia sulla sorte della pensilina dopo che i ritrovamenti archeologici nell'area avevano fatto rimandare il progetto. Sulla questione il ministro Urbani aveva detto: «Siamo a conoscenza dei risultati che appaiono molto interessanti, con nuovi studi che afferiscono a nuove aree e a nuovi progetti». E aveva aggiunto: «Io ho apprezzato lo sforzo di un maestro come Isozaki ma quello che sta venendo fuori vale molto e va tutelato. Questa degli scavi - aveva detto ancora Urbani - e della loro sistemazione è una cosa delicatissima: si dovrà valorizzare tutta l'area contigua tenendo ben presente i vari strati, rinascimentali e medievali». Adesso la notizia dell'incontro di stamani al ministero, che potrebbe portare significative novità (vista la presenza di Isozaki) su una vicenda che tutta Firenze segue con grande passione. "

La Nazione cronaca Firenze, 17/02/2005

 
Uffizi e Isozaki, la tentazione degli scavi
17/2/2005

"La riunione è per oggi e al massimo dei livelli, il ministro Urbani, il sindaco di Firenze Domenici, il progettista Arata Isozaki e il direttore generale Roberto Cecchi affronteranno il problema dell'uscita su Piazza del Grano dei Nuovi Uffizi che, entro breve, vedranno quasi raddoppiato il proprio spazio espositivo. Dunque il grande portico a sbalzo progettato da Isozaki vincitore nel 1999 di un concorso internazionale, quello sbalzo alto una trentina di metri e completamente fuori scala rispetto all'ambiente attorno si farà? Dice Roberto Cecchi: «Lo studio e la ricerca pagano. Il lavoro di approfondimento fatto in questi mesi per gli Uffizi, oltre a quello condotto negli anni passati intorno a Piazza della Signoria, ci permette di allargare le conoscenze sulla città di Firenze e sulle sue origini. Tutto questo merita di essere reso disponibile per il grande pubblico, anche se significherà riconsiderare quel che era già stato progettato per l'uscita della Galleria. Ma avremo un percorso museale nuovo, inconsueto, da San Pier Scheraggio fino alla Magliabechiana». Dunque un nuovo percorso, ma dove e attraverso che cosa? Si è scavato sotto gli Uffizi dal 1999 al 2000, e in Piazza del Grano dal 2001 al 2004 e le scoperte sono state importanti. Cinque strati di edificato, dal tempo romano all'oggi, in origine forse solo un porto, poi uno spazio organizzato, abitato. Lo prova un grande muro di cui si sono trovati resti importanti, che traversa proprio l'area del portico di Isozaki e che va dalla zona degli Uffizi e della chiesa di San Pier Scheraggio alla Biblioteca Magliaibechiana, un muro che rischia di far cambiare una parte della storia di Firenze. In questo stesso spazio si è scoperto un sistema complesso, con resti di edifici medievali, scale, pozzi, spazi delimitati, il tutto scandito proprio dal grande muro, spesso circa un metro e 60, databile prima dell'età romanica e collocabile dopo il periodo tardoantico, un muro che individua una cinta urbana finora non bene conosciuta rispetto alle altre note, della Firenze romana oppure di fine XIII secolo. Ma come collegare tutto questo alle scoperte anche recenti nella chiesa romanica di San Pier Scheraggio, chiesa studiata e restaurata fin dal 1933-34 Piero Sampaolesi che vi individuava due edifici, la chiesa consacrata nel 1068 e, sotto di essa, un edificio databile fra VIII e IX secolo? La storia della chiesa romanica in origine a tre navate e di dimensioni notevoli, è complessa; viene private agli inizi del XV secolo della navata sinistra per allargare via della Ninna, nel XVI secolo Vasari la ingloba nei suoi Uffizi abbattendone la facciata. Adesso si cerca di procedere con lo scavo per meglio definire la chiesa più antica sottostante. Proviamo a collegare le scoperte archeologiche di Angelo Bottini e di Monica Salvini, quelle degli insediamenti alto e basso medievali, con la chiesa di San Pier Scheraggio e con il grande muro che traversa tutto il sistema. Siamo fuori della cinta romana, entro un abitato protetto forse già in età tardo-antica; le case, i pozzi, gli spazi ritrovati lo testimoniano, sono la prova di una Firenze in forte crescita. Ma allora, di fronte a queste scoperte, che fare? La dimensione archeologica di questo spazio è imponente; inventare attraverso di essa un percorso, proporre un continuum fra San Pier Scheraggio, il grande muro antico ritrovato e quanto resta degli insediamenti attorno, è un compito irrinunciabile. Ha dichiarato il ministro Urbani che il tessuto di Firenze è delicatissimo: dunque forse proprio un grande e sensibile progettista come Isozaki potrà essere sedotto da una idea nuova, disegnare, attraverso le pietre scavate dagli archeologi, una dimensione diversa del tempo, un percorso storico di grande fascino e di delicatezza estrema. Cosi dai Nuovi Uffizi si potrà uscire, certo, ma traversando spazi contenuti e a scala umana, per rileggere la storia di una Firenze magari bizantina, poi carolingia, romanica e ulteriore. Davvero, davvero quella uscita retoricamente monumentale non si ha da fare. Fra l'altro distruggerebbe i reperti appena ritrovati. Impensabile."

ARTURO CARLO QUINTAVALLE - Corriere della Sera, 17/02/2005

 
08 Ottobre 2004

"Come se ne esce dalla loggia di Isozaki? Tenendo fede alla parola data». E' quanto chiede Mario Primicerio, l'ex sindaco che fu tra i protagonisti del progetto per l'uscita degli Uffizi. Primicerio, si ricorda come nacque l'idea? «Ci fu un'intesa firmata dal ministro dei beni culturali, al tempo Veltroni, e vista l'importanza dell'opera, venne deciso di lanciare un concorso di architettura: lo decise il ministro ma, giustamente, decise di coinvolgere la città: il Comune fu incluso nella commissione giudicatrice. Questo voleva dire anche inserire nel progetto la riqualificazione della piazza Castellani». Perché l'idea della nuova uscita? «Il percorso dei Grandi Uffizi era già stato deciso dalla commissione che studiava la trasformazione del museo e veniva naturale prevedere l'uscita sul dietro. Il fatto di lanciare il concorso di architettura voleva dire che, quando si parla di Uffizi, si parla sempre di uno dei più grandi musei del mondo». Fu chiaro fin dall'inizio che sarebbe stato un intervento di architettura contemporanea? «Furono invitati grandi architetti perché le città storiche non sono mummie, ma corpi viventi con un loro metabolismo». E com'è che si arrivò al progetto dì Isozaki? «Incontrammo uno ad uno Gregotti, Isozaki, Botta e Foster, i grandi architetti del mondo. Ci vedevamo agli Uffizi e loro ci presentavano le loro idee». E Isozaki fu il prescelto. «Non dimentichiamoci che piazza Castellani è stata per decenni una palizzata chiusa da un cantiere in cui non si lavorava. E che non si trattava di un intervento in un deserto, c'era la rampa in cemento e quell'elemento doveva essere integrato e valorizzato». Quale fu la prima impressione vedendo i progetti? «Ricordo i commenti della gente che visitava la mostra allestita nella sala delle reali Poste degli Uffizi: tutti ritenevano positivo che alcuni dei più grossi nomi dell'architettura si fossero misurati su un tema così difficile: intervenire a cuore aperto in una delle città più affascinanti del mondo. Nessuno si rammaricava che Firenze potesse accogliere segni di architettura contemporanea in un luogo storico come quello». Era presente in commissione al momento della decisione? «Ero presente, non si è mai votato. Si è proceduto tutti d'accordo». Su cosa si discusse? «Sui criteri di inserimento dell'opera nel contesto, del significato dell'intervento e del valore estetico, più in generale anche del valore simbolico». E piacque l'idea del richiamo della Loggia dei Lanzi? «Non richiamò nessuna particolare polemica finché non è divenuta un'arma per attaccare questa amministrazione». Fino cioè al sottosegretario Vittorio Sgarbi? «Diciamo fino a certe boutade fatte più per gettare un sasso in piccionaia che per convinzione». Quanto politica c'è nella discussione di oggi? «Al di là di ogni giudizio estetico, sul quale ognuno ha diritto di esprimersi, è grave che un rappresentante istituzionale metta in discussione il valore di una firma dei suoi predecessori. Se facciamo passare il principio che un ministro, di fronte a qualcosa di già deliberato, possa dire che non si fa più, domani può essere un sindaco che, di fronte ad una concessione edilizia, può dire non mi piace annullando tutto. Mi sarei aspettato una presa di posizione degli ordini professionali. Se questi tacciono, butteremo via soldi pubblici e nessuno sarà sicuro di poter veder realizzato qualcosa dopo essere stato incaricato del progetto. Una cosa mostruosa perché così facendo si getta via la certezza del diritto». Secondo lei, Firenze rischia di perdere credibilità? «Non Firenze, ma il ministro della cultura qualunque esso sia, di destra o di sinistra. Immaginate che adesso venga fuori Urbani a dire che si deve realizzare il progetto di Zevi per la stazione dell'Alta velocità (il cosiddetto squalo, ndr) anziché quello di Foster. Farei la stessa protesta che faccio per Isozaki. La pubblica amministrazione non può disattendere le regole, è la fonte delle regole». Si è fatto un'idea di quello che accadrà? «Il sindaco si sta muovendo con la fermezza necessaria, senza barricate. Ha scelto la strada giusta. Spero che alla fine la ragionevolezza vincerà. Quella di tener fede alla propria parola».

Isozaki, Urbani mantenga la parola Massimo Vanni - Repubblica Firenze 8/10/2004

 
08 Ottobre 2004

"Gli industriali fiorentini si schierano a favore del gruppo di docenti universitari, intellettuali e professionisti, che ieri, in una lettera inviata al ministro dei beni culturali Giuliano Urbani, hanno chiesto di arrivare in tempi rapidi alla realizzazione dell'opera progettata da Arata Isozaki. «Assindustria -spiega - non intende entrare nel merito del progetto, ma guarda con preoccupazione all'iter procedurale della realizzazione della loggia che le recenti polemiche rischiano di bloccare». «L’emorragia si può bloccare creando, in conformità con la protrazione della scuola dell' obbligo, scuole e Facoltà di Mestieri ed Arti che riconoscano titoli di diploma professionale o laurea breve e, a livello locale, rivedendo la Legge n.58 della Regione Toscana».

Loggia Isozaki, l'ok degli industriali - Unità Firenze & Toscana 8/10/2004

 
03 Ottobre 2004

"Nuova lettera del sindaco Domenici al ministro Urbani:"La città deve sapere cosa è stato trovato" Un pozzo, un muraglione che potrebbe essere una delle porte della città romana, un bastione del perduto castello d'Altafronte. Poi qualche cadavere altomedievale e varie cassette di cocci di vasellame rotto e gettato nel fondo dei pozzo. E’ quello che sarebbe stato trovato negli scavi archeologici in piazza del Grano, dietro le transenne di metallo arrugginito che delimitano il cantiere. Tutto qui? E" questo che blocca la nuova uscita della Galleria degli Uffìzi? La domanda se l'è posta anche il sindaco che ieri ha preso carta e penna e, per la seconda volta in pochi giorni, ha scritto al ministro Urbani. Che ancora non ha risposto neppure alla prima lettera. Leonardo Domenici chiede di rendere pubblica al più presto la relazione conclusiva sudi scavi archeologici in piazza del Grano. «Da quanto è emerso fino ad oggi — commenta l'assessore all'urbanistica Ciurmi Bia-gi — il valore dei reperti, seppur interessante, non è certo tale da pregiudicare la realizzazione dell'opera di Isozaki: e l'architetto comunque si era già detto disponibile a una piccola modifica del progetto per salvaguardare l'integrità della parte più pregevole dei ritrovamenti. Se le anticipazioni di autorevoli esperii corrispondono al vero, l'alibi degli scavi non regge più». Una settimana fa il sindaco aveva chiesto al ministro certezze: «Una chiara espressione in merito alla realizzazione dell'opera». Ma Giuliano Urbani non ha ancora dato alcuna risposta sulla decisione del governo riguardo alla nuova uscita degli Uffizi e al progetto dell'architetto giapponese Arata Isozaki. Così Domenici ha scritto di nuovo al ministro per conoscere gli esiti della campagna della soprintendenza ai beni archeologici nell'area in cui è prevista la realizzazione della Loggia. Esiti dai quali, come sostenuto dallo stesso Urbani nelle scorse settimane, dipenderebbe il futuro del progetto vincitore del concorso internazionale per l'uscita della galleria. La zona sud-est della città romana è oggi ben delineata grazie agli scavi fatti nel sottosuolo di Palazzo Vecchio dove ci sono le strutture del teatro e sotto la la torre della Pagliazza. in piazza Sam'Eli-sabetta, dove si vedono le vestigi a di un impianto termale, mentre nella cantina di in un palazzo in vi a Calimaruzza c'è la porta meridionale. Riusciranno i mattoni di Flo-rentia a fermare il cemento armato di Isozaki?

La Loggia frana sugli scavi - LA NAZIONE 3 ottobre 2004

 
01 Ottobre 2004

"Egregio ministro Urbani, vorremmo dimostrarle la nostra approvazione per la realizzazione del progetto dell'architetto giapponese Arata Isozaki per la nuova uscita del museo degli Uffizi». Inizia così l'appello di un gruppo di intellettuali al ministro per i Beni Culturali, Giuliano Urbani, a favore della loggia di Isozaki. Fra i firmatari Alberto Asor Rosa, Zubin Mehta, Adolfo Natalini, Giancarlo Pettena, Achille Bonito Oliva, Stefano Passigli, Giorgio Van Straten, Enzo Siciliano, Sergio Risaliti e Fabrizio Rossi Prodi.

Loggia Isozaki, appello degli intellettuali - Unità Firenze & Toscana 1/10/2004

 
27 settembre 2004

"Massimo Cacciari non ha dubbi: l'architettura e la cultura nel caso Isozaki hanno ceduto il passo alla politica. Anzi alla cattiva politica. Per il filosofo, deputato dal 76 all'83, sindaco di Venezia dal '93 al 2000, oggi deputato europeo e consigliere regionale, è ormai solo «la guerra volgare che un governo di destra sta facendo a una città guidata dal centrosinistra. La vicenda specifica del progetto lsozaki non c'entra nulla con i problemi generali relativi agli interventi architettonici e artistici: se ci fosse la volontà la questione si risolverebbe in due minuti». Difficile dargli torto ripensando alla famosa telefonata del ministro Urbani che annunciava informalmente allo stupefatto sindaco Domenici l'annullamento del progetto vincitore del concorso internazionale per la risistemazione dell'uscita degli Uffizi su piazza del Grano. E, prima, andranno rammentate le imboscate di Sgarbi quand'era sottosegretario ai beni culturali, così come l'uso strumentale che del progetto sta insistentemente facendo la destra nazionale e locale. In merito alla vicenda Isozaki il soprintendente Paolucci ha ribadito l'assoluta autonomia di giudizio e scelta operativa degli intellettuali in materia di cultura rispetto alle opinioni popolari... «I sondaggi che si dice siano stati fatti sulla bontà dell'intervento di Isozaki sono risibili: un'opera d'arte non può esser sottoposta a referendum. È però evidente che, quando il committente è pubblico, deve tener conto delle correnti fondamentali della sua opinione pubblica. Se fossi stato Lorenzo il Magnifico mai e poi mai avrei rifatto la Fenice dov'era e com'era, avrei cercato piuttosto di creare una nuova opera. Ma avevo di fronte una città che voleva la Fenice dov'era e com'era. È di volta in volta che bisogna decidere, è assurdo dire che è il popolo a valutare la qualità di un'opera, altrettanto lo è dire che sono gli intellettuali a stabilire per conto proprio che cosa fare». In che modo allora si può ripensare il passato visto che in Italia, a Firenze in particolare, gli interventi nel segno del contemporaneo sono destinati a suscitare ogni volta timori e risse? «È sempre stato così e continuerà ad esserlo. In Italia c'è un concentrato di passato di tale pregnanza e di tale prepotente presenza che è più difficile che negli Stati Uniti, dove ogni trenta o quarant'anni si rifanno le case, o in qualunque altro paese europeo. Ma è comunque un problema che si pone ogni volta e ovunque ci sia una concentrazione di passato di simile valenza: ogni intervento, ogni innovazione va ripensata alla luce di ciò che è stato. Anche se ci fosse chi vuole abbattere tutto oggi non gli sarebbe consentito. Brunelleschi ha traumatizzato i suoi contemporanei, Alberti buttava giù le chiese gotiche: questo non è più possibile. La mia esperienza è ricchissima da questo punto di vista: ricordo lavori interrotti o protratti per anni per scavi archeologici al profano del tutto indifferenti. Se un paese vive della propria memoria non si può stabilire "questo vale quest'altro no" se non con larga approssimazione. Dovrebbero essere il buonsenso, la pragmaticità, la capacità di relazione fra le autorità, Comune e Soprintendenze, fra Soprintendenze e Ministero, a dettar legge. Non ci possono essere regole astratte e universali». Qual è la sua opinione in merito alla vicenda Isozaki? «È una follia di Urbani che fa a pugni con ogni principio autonomistico e federalistico, una delle tante prepotenze dilettantesche e odiose di un governo di destra in guerra con una città di centrosinistra. Ma le due questioni, ripeto, sono scisse:a differenza dei secoli dal Cinquecento al Settecento oggi non è più possibile demolire nulla, questo ha degli aspetti a volte positivi a volte negativi. Ma il progetto Isozaki, ecco l'equivoco, non butta giù nulla, e se non si può più demolire si possono però fare delle cose nuove: questo sì che dovrebbe essere non solo possibile ma anche auspicabile».

Cacciari e il caso Isozaki "Una guerra a Firenze" Paolo Russo - La Repubblica, Firenze, 27/9/2004

 
 
23 settembre 2004

"Per il momento i fiorentini possono dormire sonni tranquilli. Allo stato attuale delle cose, la Loggia Isozaki è poco più che un miraggio. Irrealizzabile almeno fino al 2010, data in cui dovrebbero concludersi i lavori per l'ampliamento della superficie museale della Galleria degli Uffizi. Per cui, prima di pensare alla parte esterna del prestigioso museo, occorrerà concludere gli interventi interni. Questo, in sintesi - e secondo quanto ci ha riferito telefonicamente il presidente della commissione cultura del Comune, Dario Nardella - il succo dell'audizione della soprintendente ai Beni del Territorio, Paola Grifoni, che si è svolta ieri in Palazzo Vecchio. Svoltosi in un clima di cordialità e collaborazione, l'incontro tra la Grifoni e i componenti della commissione aveva l'obiettivo di fare il punto sulla doverosa cronologia degli appuntamenti che si farà via via sempre più serrata. L'ampliamento degli Uffizi, compreso nel primo lotto di interventi, prevede lo stanziamento di circa 48 milioni di euro: si tratta di una cifra enorme, che presuppone lavori che andranno avanti per anni. Molti anni. Forse più del previsto. «I tempi non sono prevedibili - ha detto Nardella - ma credo che andremo ben oltre il 2008/2009 per l'esaurimento del primo lotto». Il che comporta uno slittamento, di fatto, dell'inizio della realizzazione della Loggia Isozaki, almeno al 2010. Con buona pace di chi aveva fretta di risolvere la questione, mentre aumentano di giorno in giorno le manifestazioni di dissenso verso la copertura definita dai più troppo invasiva, troppo grande e perfino inutile. Anche perché si tratta di un vezzo e non di un'opera essenziale. C'è invece tutto il tempo per ripensarla e valutare bene - come del resto ha sottolineato lo stesso ministro per i Beni e le Attività culturali, Giuliano Urbani - se sia veramente il caso o meno di dare il via alla costruzione della copertura all'uscita degli Uffizi. Come ci disse qualche giorno fa la soprintendente Grifoni, se poi non ci dovessero essere i soldi per la realizzazione della Loggia, questi mancherebbero anche per altre due opere previste nel secondo lotto (per il quale occorrerebbero 7/8 milioni di euro) : e cioè il ristorante all'interno del cortile delle Regie Poste e la cosiddetta Statuaria, l'area della galleria destinata ad accogliere le statue. Se il programma verrà rispettato, entro la fine di ottobre la gara per il primo lotto sarà bandita e, se non ci saranno ricorsi (che la Grifoni vorrebbe accuratamente evitare) nelle prime settimane del nuovo anno i lavori all'interno degli Uffizi potrebbe realmente prendere il via. La soprintendente, nella medesima intervista, auspicò che chi si fosse occupato del primo lotto, intervenisse anche per il secondo, ma probabilmente questo non sarà possibile. L'inizio dei lavori per la realizzazione dei Grandi Uffizi, sarà necessariamente preceduta anche dalla copertura dell'area di piazza Castellani interessata agli scavi archeologici. Quel che si sa - secondo quanto riportato nella relazione che qualche giorno fa il soprintendente Angelo Bottini ha spedito al direttore generale dei Beni culturali, Roberto Cecchi, è che da Palazzo vecchio alla Biblioteca Magliabechiana c'è senz'altro un muro risalente all'epoca medievale, in corrispondenza del luogo dove dovrebbe essere posato il pilone meridionale di sostegno della Loggia. Secondo Bottini,quindi, il progetto della copertura dovrebbe essere adattato alle nuove condizioni. Non solo: se la stessa area archeologica, magari più in profondità, custodisce altri reperti, non lo sapremo mai perché nel frattempo sono terminati i fondi destinati ai lavori di scavo. Tuttavia è presumibile che, se i lavori partiranno a gennaio, l'area archeologica verrà richiusa quanto prima. Forse già nelle prossime settimane. Intanto stamani la stessa commissione cultura ascolterà l'architetto Maffei, che difende gli interessi di Isozaki in Italia, e l'assessore all'urbanistica, Gianni Biagi. Infine oggi sarà in città anche il direttore generale Cecchi, il quale non sarà ascoltato dalla commissione di Palazzo Vecchio, ma non è escluso che effettui un ulteriore sopralluogo nell'area archeologica, inevitabilmente foriero di novità.

Loggia Isozaki: tutto slitta al 2010 - MARCO FERRI Giornale della Toscana, 23 settembre 2004

 
23 settembre 2004

"Un documento promosso dal presidente diessino della commissione cultura Dario Nardella, nel quale si parla della loggia di Isozaki come di un «caso grave, è stato sottoscritto anche dal sindaco di Ferrara Gaetano Sateriale e da un gruppo di assessori alla cultura: Gianni Battaglia di Ragusa, Eristeo Banali di Mantova e Alberto Cassani di Ravenna. «Il ministero per i beni culturali versa in una situazione finanziaria allarmante ma a questo si affianca l'incapacità di gestire i processi di valorizzazione dei patrimoni in sintonia con le esigenze della realtà locali—si legge nel documento a firma congiunta — mentre la stagione delle riforme dell'inizio del 2004 è cominciata all'insegna della disorganicità e dell'incoerenza, visto che si sono appesantite le strutture centrali e periferiche (i direttori generali) e allo stesso tempo il nuovo codice dei beni culturali rischia di inaugurare una stagione di svendita incontrollata del patrimonio». La loggia di Isozaki all'uscita degli Uffizi che il ministro Urbani ha detto di non voler più realizzare, si legge ancora nel documento firmato da Nardella e dagli amministratori di Ferrara, Ragusa, Mantova e Ravenna, «è un esempio emblematico di questa situazione». «Se confermata, la decisione di Urbani lascerebbe i cantieri per molti anni di fronte all'uscita degli Uffizi, un caso grave che espone l'immagine del patrimonio italiano alla critica dell'opinione pubblica mondiale», si legge ancora nel documento. Che, oltre alla loggia dell'architetto giapponese, elenca anche i casi di Mantova e di Ravenna, dove le amministrazioni hanno inaugurato da tempo un braccio di ferro col ministero. «Se a Mantova si denuncia lo stallo dell'accordo di programma per il recupero della Biblioteca Teresiana e per il completamento del museo di San Sebastiano — dice il documento — a Ravenna il Comune chiede che il ministero entri nella Fondazione per il parco archeologico di Classe». Il documento promosso da Nardella, che porta anche la firma della parlamentare Chiara Acciarini della commissione cultura del Senato, si conclude con la denuncia dell'assenza «di un progetto politico di tutela e gestione del patrimonio culturale», che si somma «all'incapacità del ministero di organizzare una quotidiana azione di cooperazione tra i vari livelli istituzionali». Mentre invece, si dice anche, «la situazione di crisi che abbiamo di fronte richiederebbe un cambio radicale delle politiche culturali del governo».

PALAZZO Vecchio annuncia battaglia per la Loggia di Isozaki. - La Repubblica, 23 settembre 2004

 
18 settembre 2004

"Non piace proprio a nessuno il progetto della loggia di Isozaki all'uscita dei Nuovi Uffizi. A sottolinearlo è il soprintendente al Polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, in occasione della cerimonia di presentazione delle "Giornate europee del patrimonio". «Non piace al ministro. Giuliano Urbani, a personaggi come Vittorio Sgarbi, Franco Zeffirelli, Oriana Fallaci, e nemmeno alla gente comune, ma ci sono dei contratti da rispettare -spiega Paolucci- perciò il problema diventa squisitamente politico». «Bisognerà che venga ridiscussa la posizione di Urbani -aggiunge- che è di netta chiusura e, immagino, difficilmente praticabile». «Il problema -ribadisce il soprintendente- è dello sgradimento della loggia da parte di personaggi oggettivamente importanti come Sgarbi, Fallaci e ZefBrelli e del fatto che il popolo, la cosiddetta gente comune, sia il popolo di destra sia quello di sinistra, molto probabilmente non ama questa soluzione architettonica». «Troveremo un punto di accordo -assicura- ma non stravolgendo il progetto di Isozaki, perché un grande architetto non è disposto a modificare il suo progetto se non entro limiti molto ragionevoli». Anche se «esistono contratti da rispettare -fa notare Paolucci- il ministro lo sa bene, lo disse anche lui ripetendo in più occasioni la formula latina "pacta sunt servanda"».

Firenze, la loggia di Isozaki non convince né vip né cittadini - Secolo d'Italia

 
17 settembre 2004

"Giuliano Urbani questa sera non sarà a Firenze e nemmeno stavolta il sindaco potrà incontrare il ministro della cultura per chiedergli lumi sulla Loggia di Isozaki. L'opera dell'architetto giapponese che ha vinto il concorso internazionale per la nuova uscita della Galleria degli Uffizi forse non si farà per mancanza di soldi. La sua Loggia, nuova rispetto a quella dei Lanzi che orna l'ingresso della Galleria e della quale Isozaki riproduce le proporzioni, ha diviso la città per schieramenti. Mentre la sinistra sostiene la scelta, Forza Italia parla di «occasione unica per ripensare il progetto» e invita il Comune a «spendere in un'altra opera monumentale» il milione e mezzo di euro che il ministero dovrà rendere."

Loggia. Urbani non arriva. Proposta di Forza Italia «Su un'altra opera i soldi di Isozaki» - LA NAZIONE - cronaca Firenze

 
17 settembre 2004

"Per sopraggiunti, e improrogabili impegni parlamentari, il ministro per i Beni e le Attività culturali, Giuliano Urbani, oggi non sarà a Firenze. E’ quindi rimandato il previsto incontro con i vertici di Palazzo Vecchio, a quasi una settimana dal suo pronunciamento contro la realizzazione della Loggia di Isozaki, all'uscita degli Uffizi. Intanto la macchina organizzativa per la realizzazione dei Nuovi Uffizi (che entro il 2007 raddoppierà la superficie espositiva del museo fiorentino potenziandone anche le infrastrutture e i servizi), gira a pieno regime. Una conferma è arrivata da Paola Grifoni, la Soprintendente reggente per i Beni di Territorio, che ieri si trovava a Roma proprio per discutere delle questioni amministrative connesse. Su di lei giravano delle voci che la volevano critica nei confronti del ministro che avrebbe agito così per mancanza di fondi per realizzare la Loggia. «Non ho mai detto niente di simile. Sarebbe stata una leggerezza ha detto la Grifoni così come sono certa che prima si deve pensare all'interno degli Uffizi e poi alle opere esterne. Anche perché, se mancassero i soldi per la Loggia, verrebbero meno anche quelli per la "Statuaria" (altra area della galleria adibita all'accoglimento delle statue, ndr) e per il ristorante. Invece stiamo preparando il bando per il primo lotto, che dovrebbe scadere alla fine di ottobre, sì da permettere l'inizio dei lavori entro gennaio. Poi faremo il bando per il secondo lotto, comprendente anche la Loggia. E chi vince la gara per il primo, sarebbe meglio che si occupasse anche del secondo. E poi ci vuol calma" ha concluso la soprintendente "perché sono state diffuse troppe voci allarmistiche».

GIORNALE DELLA TOSCANA - 17/9/04

 
17 settembre 2004

"A tempo s'era capito che il progetto di Arata Isozaki per la nuova uscita degli Uffizi a molti non andava a genio. E s'era anche capito che si stava tergiversando oltre ogni limite di decenza. Qualsiasi pretesto era ed è buono a farne procrastinare l'esecuzione: a principiare dai reperti archeologici riportati alla vista. Reperti di rilevanza presumibilmente affine a quelli scoperti qualche anno fa sotto via del Proconsolo e poi preclusi agli occhi col riassetto stradale; e non di meno capaci, quelli degli Uffizi — a differenza dei loro gemelli, di nuovo sepolti pochi metri più su —, d'intralciare l'avvio dei lavori (a detta naturalmente di chi trova convenienza a dirlo). Mentre si temporeggia e si rinvia (per poi forse non farne di nulla), già si staglia la facciata dell'edificio dirimpettaio; sul quale non mi pare si sia discusso granché, quantunque incomba sul quel medesimo contesto in cui — si è sentenziato — l'architettura d'Isozaki sarebbe fuori scala; tanto che perfino se n'era minacciata, da parte di chi autorevolmente poteva dir la sua, una cospicua sbassatura; ch'è verisimilmente all'origine della definizione, ormai popolare, di «pensilina» (definizione che si sentirà sulla bocca di chi la disprezza). Ma sarà a tutti ovvio che se quella «loggia» (perché questo è il titolo che le pertiene) venisse dimezzata in altezza, più che d'una «pensilina», assumerebbe le sembianze d'una tettoia da chiostra condominiale. Nessuno d'altronde avrà scordato che quello scombinato slargo di fianco all' ala di levante degli Uffizi, si è offerto alla vista per anni con l'aria dimessa che hanno i luoghi dove sboccano le evacuazioni di sicurezza dei cinema di prima categoria; che son belli davanti, ma trasandati e maleodoranti di piscio, dietro. Né l'aspetto è troppo cambiato ora ch'è finito il maquillage, in chiave postrazionalista, della facciata del vecchio Capitol. Su quello spiazzo, dunque, la nuova uscita degli Uffizi sarebbe fuori scala? Se qualcosa fuori scala c'è, credo sia la statura di noialtri uomini: troppo piccina per la città dove si vive. Le questioni sollevate dall'uscita d'Isozaki non sono affatto legate alle relazioni dimensionali fra l'inserto moderno e l'architettura circostante, bensì al suo stesso linguaggio; ch'è linguaggio contemporaneo; e dunque di per sé osteggiato, perché ostico, se non addirittura incomprensibile, ai più. Tutto ciò ch'è nuovo turba (ahimè soprattutto a Firenze). Stavolta però l'amministrazione cittadina, da cui vengono segnali positivi d'una svolta, pare risoluta a tener duro nella difesa d'un progetto ch'è non solo innovativo, ma — quel che più conta — anche di qualità; progetto ch'è peraltro risultato vincitore — non sarà male rammentarlo almeno a chi seguita a dar valore all'etica — in un concorso internazionale, il cui esito è stato ufficialmente ratificato dagli enti preposti a pronunciarsi in questa materia. Volesse il cielo fosse sempre questo, dalle nostre parti, il tenore delle scelte in materia d'aggiornamento sul contemporaneo. E volesse il cielo che per gl'inserti architettonici di riguardo si scegliesse sempre la via dei concorsi.

Con Isozaki innovazione e qualità - Antonio Natali la Repubblica, Firenze, 20/9/2004

 
17 settembre 2004

"Nei giorni scorsi si è diffusa la notizia che il ministro dei beni culturali, Giuliano Urbani, aveva bocciato il già lungamente dibattuto progetto dell’architetto giapponese Arata Isozaki per realizzare una nuova pensilina di copertura per l'uscita della galleria fiorentina degli Uffizi. I lavori sono sospesi da quando hanno portato alla luce alcuni resti archeologici, il sindaco di Firenze Leonardo Domenici li vorrebbe concludere al più presto. Ma molti si oppongono, tra questi il regista Zeffirelli che paragona la pensilina a uno “sgabello". Il direttore del Polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, cerca di smorzare la polemica: c'è ancora possibilità di intesa, ha sostenuto. Il ministero sembra confermarlo: «II progetto è ancora in fase di ulteriore valutazione», riferisce una nota.

Uffizi: continua la polemica su Isozaki - Avvenire 18-SET-2004

 
17 settembre 2004

"Non sono i risultati degli scavi dietro agli Uffizi a bloccare la loggia di Isozaki. «Se il ministro Giuliano Urbani non vuole farla, non stia a scomodare l'archeologia» dice Riccardo Francovich, docente di archeologia medievale a Siena e consulente nominato dal ministero per gli scavi in Piazza del Grano. La novità è questa: la relazione tecnica del soprintendente archeologico Angelo Bottini, ricevuta dalla direzione generale del ministero il 2 settembre, non contiene nessuna particolare rivelazione che possa essere usata a sfavore del progetto. Anzi, se mai è vero il contrario. «Gli scavi — prosegue Francovich — non hanno evidenziato nessun ostacolo, perché non ci sono resti monumentali, siamo fuori dalle mura romane, e il luogo in cui cade il pilastro della loggia è probabilmente l'alveo del fiume Scheraggio e non presenta alcun carattere di interesse». Anche il docente ha ricevuto la relazione di fine scavi firmata dal soprintendente archeologico Angelo Bottini. «E' una documentazione delle quote della città antica, un lavoro tecnico e basta che va sovrapposto al progetto della loggia Isozaki e, insisto, questo cade su un'area di nessun valore monumentale». Francovich è l'unico a parlarne. Il soprintendente Bottini glissa con diplomazia. «E' un documento interno, ne devo discutere con il direttore generale Roberto Cecchi. Posso solo anticipare che non contiene giudizi e posizioni rigide, ma solo considerazioni sull'esito degli scavi, ai fini dell'uso dell'area per l'apertura del cantiere dei Nuovi Uffizi». L'incontro con Cecchi è fissato per giovedì prossimo. E forse da lì uscirà qualche chiarimento che motivi il passo indietro del ministro Urbani alla realizzazione della loggia comunicato per telefono al sindaco Domenici. Una decisione che lascia ancora perplesso il soprintendente Antonio Paolucci. «Non sono riuscito al parlare con il ministro, devo capire cosa è successo. Ma non mi pare che la sua sia una ritrattazione, se mai è un'isteria che fa sperare ancora - dice Paolucci- Ma sarei grato al ministro se dicesse la loggia non mi piace, ma c'è stato un regolare concorso, siamo in uno Stato di diritto, quindi si faccia, poiché pacta sunt servanda, come appunto disse lo stesso ministro». Alla resa dei conti il soprintendente resta possibilista. E si rammarica che la vicenda sia diventata una querelle politica. «Già, perché alla fine delle polemiche fomentate da Sgarbi, realizzare la loggia era di sinistra, invece non farla di destra. Quando la questione ha preso questa piega, ho capito che si complicava una situazione già complessa». E trasecola anche la soprintendente ai monumenti Paola Grifoni: «Giovedì ci sarà l'incontro con Cecchi. Solo allora sapremo cosa succede di cose già definite con chiarezza. Come l'apertura dei cantieri sopra alla zona degli scavi e il rinvio della realizzazione della loggia alla seconda fase». Anche il sindaco Leonardo Domenici vuol saperne di più. E conta di incontrare Urbani quanto prima per capire meglio quali sono le intenzioni del ministero. «Una situazione preoccupante», è stato rilevato anche dalla commissione cultura del Consiglio guidata da Dario Nardella, che ha deciso di invitare a Palazzo il soprintendente Paola Grifoni, l'architetto Maffei collaboratore italiano di Isozaki e il direttore generale del ministero Roberto Cecchi.

Mara Amorevoli Repubblica Firenze 17/9/2004

 
17 settembre 2004

"Audizioni alla commissione cultura del Comune di Firenze del soprintendente Paola Grifoni, dell'architetto Andrea Maffei, assistente in Italia di Arata Isozaki, e del direttore generale del Ministero dei beni culturali, Roberto Cecchi. La decisione è stata presa ieri in una riunione della commissione, convocata dopo l'annuncio del ministro Giuliano Urbani di ripensare la realizzazione della nuova uscita degli Uffizi. «Allo stato attuale - ha affermato il presidente Nardella - sono ignote le reali intenzioni del ministro».

Il Messaggero 17/9/2004

 
 
16 settembre 2004

"II nuovo ingresso del Museo degli Uffizi in piazza Castellani non si farà più. Ovvero:non verrà realizzato il progetto firmato dall'architetto giapponese Arata Isozaki, che aveva vinto alla fine del 1998 il concorso internazionale di idee bandito dal Comune di Firenze e dalle soprintendenze nell'aprile di quell'anno. La parola fine è arrivata ieri durante una telefonata informale tra il ministro per i Beni e le attività culturali, Giuliano Urbani, e il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici. Urbani era atteso alla mostra «Beauti-ful Minds - Premi Nobel, un secolo di creatività» ma poi ha dovuto cancellare l'impegno. E così i due hanno parlato del cantiere Isozaki, fermo ormai dal settembre 2001, al centro di durissime polemiche per il discusso tipo di intervento che propone in un contesto urbanistico molto delicato una loggia in travi di acciaio rivestito di pietra serena, lucernari in policarbonato trasparente. «Ma lo sai bene che tanto non si farà mai» avrebbe detto Urbani, E Domenici: «E allora, che facciamo col cantiere?». Concluso lo scambio di idee, Domenici ha deciso di rendere pubblica la posizione del ministro e arrivare a un chiarimento. Urbani, che non ha mai nascosto la sua freddezza per l'impresa, ha replicato con un comunicato: «Gli accertamenti concordati anche con il Comune sono finiti alcuni giorni fa. La relazione del sovrintendente archeologico è pervenuta alla direzione generale in data 2 settembre. Da questo momento è iniziata la valutazione tecnica complessiva sulla soluzione prospettata da Isozaki di piazza Castellani, che sarà conclusa in tempi ragionevoli». E il ministro ha aggiunto: «Noi facciamo il nostro mestiere per gli aspetti della tutela, il Comune faccia il suo per gli aspetti che gli competono. Quanto all'uscita attuale di piazza Castellani, non è né indegna né indecorosa. Invece il progetto di raddoppio degli spazi espositivi degli Uffizi, che è la vera grande novità che tutto il mondo si aspetta, si realizzerà nella sua interezza secondo tempi e modi già definiti. È infatti in corso la pubblicazione del bando di gara e contiamo di terminare i lavori a fine 2006». Fin qui Urbani che chiama in causa la relazione del soprintendente archeologico toscano, Angelo Bottini. Stando alle indiscrezioni, il suo studio avvertirebbe: cari signori, gli accertamenti nel cantiere di piazza Castellani mi costringono a segnalare l'importanza di altre analisi di quell'area, il progetto così eom'è appare irrealizzabile. Essendo un parere squisitamente tecnico, nessun atto d'imperio centrale del ministero può annullarlo. Molto irritata e piena di interrogativi sul futuro la reazione del sindaco di Firenze. Il quale ribatte: «Questa non è una questione politica, ideologica o di natura estetica. La piazza è sottosopra dal 2001, è un cantiere a ciclo aperto che rischia di diventare eterno. A questo punto il ministero deve dirci cosa intende farne, e con chiarezza. Stiamo parlando dell'ingresso degli Uffizi, non di un piccolo museo di periferia. La relazione del soprintendente archeologico? Per la verità, avevo avuto qui in città, sempre nell'ambiente dei soprintendenti, informazioni ben diverse e meno allarmanti sull'importanza dei reperti archeologici individuati in quella parte della piazza». Un altro punto sembra, per ora, opporre Urbani a Domenici che, fino a ieri, avevano ostentato un buon rapporto nonostante la diversità di posizioni politiche (un ministro di centro destra, un sindaco dell'Ulivo). Urbani vedrebbe con favore un progetto Isozaki bis, compatibile con le esigenze individuate dal soprintendente archeologico. Contesta Domenici: «Forse al ministero sottovalutano l'intera questione. Isozaki potrebbe trascinarci tutti in una lunga e difficile vertenza legale, anche perché ha già realizzato il progetto preliminare. Un Isozaki bis? Qualcuno dimentica che siamo in presenza di un concorso internazionale vinto da "un" progetto, quello di cui parliamo. I concorrenti sconfitti nel 1998 avrebbero tutti i diritti di chiedere la convocazione di un altro confronto internazionale». C'è infine un altro giallo. Stando a chi è vicino a Urbani, ministro e sindaco avrebbero concordato addirittura nel febbraio 2003 — in un incontro alla Fondazione Spadolini sul prestito di 2,8 miliardi di vecchie lire accordato da Palazzo Vecchio al ministero proprio per avviare il progetto esecutivo dei Grandi Uffizi — di rinviare al dopo elezioni per Palazzo Vecchio, per un «accordo tra gentiluomini», la discussione su Isozaki dando quasi per scontata la cancellazione del progetto. Ribattono con durezza i collaboratori del sindaco: non è assolutamente vero, perché mai poi Domenici avrebbe accettato di battersi durante le elezioni col candidato del centrodestra, l'ex soprintendente Domenico Valentino, il peggior nemico della loggia della discordia? E Isozaki? Per ora non ha ricevuto avvisi formali. Andrea Maffei, assistente per l'Italia dell'urbanista giapponese, si limita a dichiarare: «Non possiamo basarci su voci, faremo commenti solo dopo una comunicazione ufficiale che, peraltro, noi non abbiamo ancora ricevuto. Stiamo aspettando la fine degli scavi archeologici nell'area che sembrano terminati proprio in queste settimane. Solo dopo questi risultati il ministero, così, era inteso, ci avrebbe detto come intendeva procedere».

Paolo Conti- Corriere della Sera, 16 settembre 2004

 
 
5 settembre 2004

"Salgono i costì dei Nuovi Uffìzi e manca la copertura finanziaria per la pensilina di Isozaki, che slitta ad un secondo lotto e appalto dei lavori. La stesura del progetto esecutivo per il raddoppio della Galleria è già pronto: sono in corso le verifiche per il bando di appalto, ma tre interventi verrebbero stralciati: oltre alla Loggia Isozaki, saltano ad un secondo tempo la realizzazione del ristorante -caffetteria alle Reali Poste e l'allestimento delle Sale delle sculture. Palazzo Vecchio chiede il rispetto dei programmi e degli accordi sottoscritti con il ministro Urbani: «II progetto Isozaki è contestuale a quello generale di tutta la Galleria e deve far parte dello stesso bando il ministro deve rispettare i patti» sottolinea l'assessore Biagi. Ieri si è chiusa la campagna di scavi archeologici, e presto Piazza del Grano ospiterà il cantiere per i lavori delle scale e degli ascensori dei nuovi collegamenti tra le ali degli Uffizi."

"Mancano fondi, slitta la Loggia Isozaki NUOVI Uffizi, buco nei finanziamenti. A conti fatti, in base al progetto esecutivo appena completato, mancano almeno 10 milioni di euro. I costi sono più alti di quanto previsto dal programma presentato dal ministro Giuliano Urbani e dal direttore generale del ministero Roberto Cecchi il 24 febbraio di quest'anno, allora calcolati intorno alla cifra complessiva di 60 milioni di euro. Uno scarto che costringe i tecnici a stralciare alcuni interventi fondamentali dall'intero disegno: passano in seconda battuta, e quindi ad un successivo appalto, la nuova uscita con la Loggia disegnata dall'architetto giapponese Arata Isozaki, l'ampliamento del nuovo ristorante-caffetteria previsto alle Reali Poste e l'allestimento nell'ala di ponente delle sale delle sculture. Tagli e dilazione dei tempi per il completamento di questi tre progetti preoccupano non poco Palazzo Vecchio, che ha anticipato i fondi (con l'accordo Property-Benetton-ministero) per pagare il progetto esecutivo, purché fosse contestuale alla realizzazione della Loggia Isozaki. «Ho avuto conferma dai funzionari della soprintendenza dello stralcio della Loggia Isozaki dal piano complessivo della galleria a causa dell'aumento dei costi - spiega Gianni Biagi, assessore all'urbanistica di Palazzo Vecchio. Già il 10 agosto ho scritto una lettera al direttore Roberto Cecchi chiedendo chiarimenti su tutta l'operazione Nuovi Uffizi. Premesso che il Comune ancora non ha ricevuto il progetto o altra comunicazione pur essendo parte in causa come proprietario di alcune aree, faremo pressioni perché il progetto della Loggia rientri in quello complessivo e non sai oggetto di un secondo lotto di lavori o bando». Biagi parte all'attacco. E sottolinea poi con ferrea determinazione che «la richiesta è già contenuta negli accordi sottoscritti dal sindaco Domenici e dal ministro Urbani, si tratta di un impegno preciso che il ministro e il governo devono rispettare». E precisa: «Ci sta bene che la Loggia venga fatta per ultima, ma va messo in gara tutto il progetto complessivo, compresa la nuova copertura di Isozaki. Siamo stati leali, abbiamo fatto la nostra parte nell'interesse generale della città anticipando i fondi per la progettazione, ora tocca a loro rispettare gli accordi». Palazzo Vecchio preme, ma in soprintendenza viene confermato lo stralcio dei tre progetti e il loro rinvio ad un secondo tempo, con un altro bando e appalto in attesa di reperire i 10 milioni di euro mancanti. Il progetto dei Nuovi Uffizi è quindi ai blocchi di partenza, ma perde alcuni pezzi. Tutta colpa dei ritardi, dei costi lievitati in anni di polemiche e rinvii dal cronoprogramma del maggio 2000 presentato dall'allora ministro dei Beni culturali Giovanna Melandri, che prevedeva la fine dei lavori a Natale 2004, ora slittata a oltre il 2007. Intanto ieri si sono chiusi gli scavi archeologici e la campagna di saggi in Piazza dei Grano, e si annuncia imminente il bando di gara per i lavori strutturali nell'edificio vasariano, con la realizzazione del blocco di scale e ascensori che collegherà le due ali della galleria. Un appalto faraonico, pari a circa 60 milioni di euro, la cui bozza è ora in visione all'avvocatura di Stato, vista la cifra ingente mai toccata finora da programmi di lavori pubblici. Fatte le verifiche e completato il bando, verrà ricoperta l'aera degli scavi e nella piazza, che in futuro dovrebbe ospitare la Loggia Isozaki, sarà aperto invece il cantiere per l'esecuzione dei nuovi collegamenti verticali degli Uffizi. Tutte le verifiche e decisioni verranno prese la prossima settimana negli incontri previsti con il direttore Cecchi e i tecnici della soprintendenza. «Entro il 15 settembre sarà tutto deciso» dicono in soprintendenza. Una settimana calda, in cui Palazzo Vecchio cercherà di far rispettare gli accordi stilati con il ministro. «Il direttore Cecchi dovrà prima o poi rispondere alla mia lettera - aggiunge l'assessore Biagi- Ci dovrà rendere conto dello stato del progetto generale, loggia compresa per la cui realizzazione Palazzo Vecchio ha stanziato a suo tempo la metà della cifra, pari a 6 miliardi e mezzo di vecchie lire».

REPUBBLICA Firenze 5 SET 2004

 
13 maggio 2004

"L'architetto giapponese Arata Isozaki farà il progetto esecutivo dell'uscita dei Grandi Uffizi nonostante l'indicazione ministeriale dell'agosto 2003 -ancora attiva - che stabiliva di interrompere la progettazione fino alla conclusione delle indagini archeologiche in corso in piazza Castellani. L'intenzione di andare avanti ugualmente con il progetto, nonostante lo stop ministeriale, è stata comunicata da Isozaki con una lettera inviata dal suo studio di Tokio al Ministero italiano per i beni culturali, alla Soprintendenza al polo museale fiorentino, alla Soprintendenza regionale per la Toscana e al Comune di Firenze. Isozaki fa leva sul fatto che un altro progettista, sempre coinvolto nei progetti per i Grandi Uffizi, «è stato incaricato - come scrive 1' architetto giapponese - anche della progettazione esecutiva della rampa e delle fondazioni delle quattro colonne della loggia, come da progetto Isozaki». «Ne consegue - prosegue Isozaki - il venir meno della causa che vi aveva a suo tempo indotto a richiederci la sospensione delle attività poiché, se così non fosse, non potrebbe il progettista da voi incaricato eseguire la progettazione esecutiva della rampa»

Uffizi, Isozaki non si ferma - Avvenire 13/5/2004

 
13 maggio 2004

"E venne il tempo delle carte bollate. «Abbiamo ricevuto il materiale inviato da Arata Isozaki e lo abbiamo già passato all'avvocato. Adesso stiamo studiando come rispondere». La lapidaria «sentenza» arriva dal ministero per i Beni culturali, dopo la comparsa di una lettera - non proprio d'amore -spedita dall'architetto giapponese. Una missiva in cui Isozaki assicura che «farà il progetto esecutivo dell'uscita dei Grandi Uffizi nonostante l'indicazione ministeriale» (datata agosto 2003 ma ancora attiva), che stabiliva di interrompere la progettazione fino alla conclusione delle indagini archeologiche in corso in piazza Castellani. L'intenzione di andare avanti ugualmente con il progetto, nonostante lo stop ministeriale, è stata comunicata dall'architetto con una lettera inviata dal suo studio di Tokio al ministero italiano per i Beni culturali, alla soprintendenza al Polo museale fiorentino e a quella Regionale per la Toscana, ma anche al Comune di Firenze. Isozaki ha fatto leva sul fatto che un altro progettista, sempre coinvolto nei lavori per i Grandi Uffizi, «è stato incaricato — a dire dell'architetto — anche della progettazione esecutiva della rampa e delle fondazioni delle quattro colonne della loggia, come da progetto Isozaki». «Ne consegue — prosegue la lettera — il venir meno della causa che vi aveva a suo tempo indotto a richiederci la sospensione delle attività, poiche, se così non fosse, non potrebbe il progettista da voi incaricato eseguire la progettazione esecutiva della rampa». Isozaki ha quindi motivato la sua decisione di procedere comunque nella progettazione, aggiungendo in italiano un po' farraginoso, «che per quanto detto e accertata l'insussistenza di qualsivoglia ragione ostativa al prosieguo delle attività di progettazione vi comunichiamo che procederemo nell'espletamento degli incarichi affidatici, tenuto conto dell'intervenuta approvazione a suo tempo del progetto preliminare». Il progetto di Isozaki, nella stesura preliminare, prevedeva un ampio e alto loggiato prospiciente via de' Castellani (oggi piazza del Grano) e fu per questo fonte di aspre polemiche nel recente passato, sia con i comitati cittadini, che con personaggi pubblici, fra cui il critico d'arte Vittorio Sgarbi, all'epoca sottosegretario ai Beni culturali, ancora ben deciso su quello che «non» si dovrebbe fare... E' stato il ritrovamento di un muro medievale durante gli scavi nella piazza retrostante gli Uffizi a far interrompere la progettazione, in quanto, proprio in quel punto, avrebbe dovuto poggiare uno dei piloni su cui poggia la grande loggia ideata dal giapponese. «Gli accertamenti sono tutt'ora in corso e andranno avanti fino a giugno, come deciso con il ministero che ha una convenzione con il professor Riccardo Francovich — interviene il soprintendente archeologico Angelo Bottini — Per quanto riguarda il contenuto della lettera di Isozaki, non mi risulta ci siano altri architetti incaricati di realizzare l'uscita». Della stessa opinione anche il soprintendente regionale, Mario Augusto Lolli Ghetti: «Isozaki sta prendendo una posizione sbagliata — spiega — Forse è stato male informato... Sono ancora in corso le indagini archeologiche e, da quanto so, non è stato incaricato nessun altro architetto».

Letizia Cini La Nazione 13/5/2004

 
11 maggio 2004

"Arata Isozaki ha rotto gli indugi e in vista della fine della progettazione esecutiva per i nuovi Uffizi ha scritto al ministro Urbani, alla sovrintendenza e a Palazzo Vecchio per dire che non attenderà l'esito dei rilievi archeologici di piazza Castellani per redarre il progetto definitivo della pensilina. Un vero e proprio ultimatum, comunicato negli ultimi giorni di aprile da Tokio, che arriva come un fulmine a ciel sereno e che rischia di complicare ancora di più una vicenda che vede il Comune a fianco dell'architetto giapponese e sovrintendenza e ministero frenare in attesa di capire come dovrà essere modificato il progetto per permetterne la convivenza con la storia di Firenze. La lettera, datata 28 aprile, ha come oggetto la nuova uscita degli Uffizi su piazza Castellani e Isozaki afferma chiaramente di non sentirsi più legato alla lettera del ministero dell'agosto 2003 con il quale lo si inviata a sospendere ogni progettazione. «In riferimento alla nota del primo agosto -scrive Arata Isozaki - con la quale dichiaravate che "per quanto concerne la progettazione definitiva i tempi contrattuali decorreranno a partire dalla conclusione della nuova campagna di scavi prevista per piazza Castellani, la cui tempistica è in corso di definizione", con la conseguenza che "il progetto dovrà necessariamente tenere conto di quanto dovesse emergere dalle indagini archeologiche", prendiamo atto che è stato affidato l'incarico anche della progettazione esecuti- va della rampa e delle fondazioni delle quattro colonne della loggia, come da progetto Isozaki. Ne consegue - aggiunge l'architetto giapponese - il venir meno della causa che vi aveva a suo tempo indotto a chiederci la sospensione delle attività». Da qui la conclusione di Isozaki, il suo ritenersi libero dalla richiesta di rispettare le conclusioni degli esperti del ministero e della sovrintendenza. «Per quanto detto - conclude perentoriamente la missiva - e accertata l'insussistenza di qualsivoglia ragione ostativa al prosieguo delle attività di progettazione, vi comunichiamo che procederemo nell'espletamento degli incarichi affidatici». Per Isozaki dunque non è necessario il parere di Roma per sapere quanto dovrà arretrare i piloni anteriori della pensilina, né di quanto dovrà essere abbassata per mantenere le proporzioni. Deciderà da solo che aspetto dare a piazza Castellani, approfittando del fatto che Urbani ha rispettato alla lettera il calendario di interventi per arrivare ai Nuovi Uffizi e dell'ipotesi di allargare la rampa di piazza Castellani per permettere un miglior flusso del pubblico in uscita dalla galleria ed un aspetto più uniforme alla piazza. L'architetto ha deciso di forzare i tempi nonostante che il progetto esecutivo per la galleria, e anche per la piazza, sarà pronto entro giugno e la frase sul rispetto dei tempi contrattuali fa intravedere il rischio che Isozaki metta tutta la questione in mano agli avvocati in ogni caso. Toccherà a Roma e alla sovrintendenza fiorentina rispondere al nuovo diktat.

Mauro Bonciani il Giornale - Toscana 11/05/2004

 
3 aprile 2004

"Respinta di misura una mozione dei consiglieri provinciali di An Nistri, Massai, Giorgetti e Sensi sulla pensilina di Isozaki ed il riassetto dell' uscita pensata per il progetto dei «Grandi Uffizi» (15 voti contro 11) . Enrico Nistri ha motivato la mozione, anche a nome degli estensori, col fatto che «il progetto è severamente contestato da più parti perché di dubbio valore estetico. Intervento architettonico eccessivo, inutile, costoso e devastante — ha continuato Nistri — perché piazza del Grano ha una sua dignità e una sua tradizione con un aspetto dimesso. Inoltre si trova a pochi metri dal palazzo del potere per eccellenza: Palazzo Vecchio al quale non si può accostare questo intervento con gli occhi a mandorla che tutti, intimamente, criticano. Anche quelli della maggioranza in consiglio provinciale che però, bocciando la mozione, non hanno voluto prendere una posizione contraria a quella assunta dalla giunta comunale».

LA NAZIONE cronaca Firenze 03-APR-2004

 
 
29 gennaio 2004

"Il progetto sull'ampliamento della Galleria degli Uffizi ha una storia lunga. Lunga 50 anni... Un'operazione costosa (per sostenere il progetto Nuovi Uffizi i fondi stanziati dal ministero sono stati oltre 98 miliardi di vecchie lire, 13 dei quali già spesi, provenienti in buona parte dal Lotto), che ha richiesto la collaborazione e un accordo tra il Comune di Firenze e il ministero per i Beni culturali. Accordo firmato nel febbraio dello scorso anno. Deus ex rnachina dell'operazione, per Giuliano Urbani, il gruppo Benetton, «che ha messo risorse e competenze tecniche capaci di consentire l'accelerazione finale alla stesura del progetto esecutivo nei cinque mesi previsti», assicurò il ministro durante una visita a Firenze nel luglio dello scorso anno. Ci siamo: ai primi di marzo verrà inaugurata con grandi fasti l'uscita degli Uffizi, quella su piazza Castellani. «Proprio in bocca al megastore Benetton», sospira il soprintendente speciale per il Polo museale fiorentino Antonio Paolucci. «D'altronde la logica è ormai questa — tuona — L'autorità spetta a chi mette i soldi». E per quanto riguarda il contestatissimo progetto dall'architetto Arata Isozaki? «Si farà — riprende l'ex ministro — Magari più bassa rispetto al progetto originario, ma si farà. La questione non inficia la nascita della nuova uscita». «Fra le novità — anticipa ancora Antonio Paolucci — la possibilità di accedere al book-shop direttamente da piazza Castellani, senza dover per forza entrare in Galleria». Spinta propulsiva ai lavori giunti ormai al termine in piazza del Grano, l'ingresso economico del gruppo Benetton, che vede nei visitatori in uscita dagli Uffizi una sicura fonte di guadagno: non a caso il percorso interno del museo è stato variato proprio per consentire che il pubblico esca da subito su piazza Castellani, nonostante i lavori all'interno del museo siano ben lontani dal termine... Eppure sono passati ben 18 mesi da quando il ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani, si augurava «di attraversare entro il Natale del 2006 la nuova uscita degli Uffizi, dopo aver fatto il percorso completo della Galleria, finalmente raddoppiata negli spazi e nei servizi». Fra il primo di settembre 2003 e il 31 gennaio 2004 doveva essere realizzato il «nuovo» progetto esecutivo, che dovrebbe poi essere appaltato entro la primavera 2004. Condizione essenziale per consentire il via dei lavori veri e propri, che richiederanno un periodo compreso fra i 30 e i 36 mesi effettivi. Ieri, nuovo sopralluogo del direttore generale per i Beni architettonici e il paesaggio, Roberto Cecchi."

Letizia Cini La Nazione - cronaca di Firenze 29/01/2004

 
 
10 ottobre 2003

"La palude di piazza Castellani. Un passaggio obbligato, tra l'altro annunciato e firmato dal ministro Giuliano Urbani e dal direttore Cecchi l'8 luglio a Firenze. Quel giorno, fu anche data l'autorizzazione a procedere con il progetto definitivo all'architetto Isozaki, in attesa dei risultati dei nuovi scavi. Indagini queste ancora ferme, mentre si lavora a ritmi serrati al progetto esecutivo dei Nuovi Uffizi e alla rampa di uscita, privilegiando così la parte tecnico-commerciale. Cosa succede? In soprintendenza, bocche cucite. Ma regna lo sconcerto e c'è chi lamenta «una progettazione affrettata che privilegia l'aspetto politico dell'accordo, a scapito dell'importanza storico-culturale dell'intervento in un edificio di altissimo valore». Chi parla invece è Gianni Biagi, assessore all'urbanistica di Palazzo Vecchio: «Noi abbiamo dato soldi tramite l'accordo con Benetton. Il direttore Cecchi continua a mandarmi lettere sugli scavi da proseguire in piazza, mi parla di contatti col professor Francovich dell'università di Siena. Ma intanto non è stato dato l'incarico a nessuno. Sono molto preoccupato: noi la nostra parte la stiamo facendo, la pavimentazione della piazza sta per finire. Idem l'illuminazione. Se non succede nulla sul fronte Isozaki, quanto prima chiederemo che ci rendano i soldi. C'è una situazione di confusione generale. Qualche anno fa Casabella mise il dito nella piaga, scrivendo un articolo polemico su "Chi progetta i Nuovi Uffizi?" E' il caso di chiederselo di nuovo. Per trasparenza nei confronti dei cittadini». Apre il fuoco anche Riccardo Francovich, docente di archeologia medievale a Siena, chiamato dalla soprintendenza come consulente: «Ho la netta impressione che si sia presa a pretesto l'archeologia per bloccare Isozaki. E ora si vorrebbe scavare sotto San Piero Scheraggio, la chiesa più antica della città dove si facevano le assemblee prima che esistesse Palazzo Vecchio, per far posto ai nuovi corpi delle scale. Credo che il progetto preveda la distruzione di un muro fondamentale. Gli Uffizi sono un monumento eccezionale e qui c'è un non governo. Ed è una vergogna che piazza Castellani, dove i lavori potevano essere ripresi a marzo, sia lì immobile. Non si può procedere a frammenti di indagini rendendo un colabrodo una zona monumentale. C'è una mancanza sconcertante di serietà, di elaborazione e consegna di dati raccolti, l'ho detto a soprintendenti e funzionar! Ho trovato consensi e apprezzamenti. Ma se si tocca San Piero Scheraggio, lì si blocca tutto davvero. Altro che i quattro avanzi di mura sotto piazza Castellani. Siamo in una situazione davvero critica. Benetton preme "Entro fine ottobre devono iniziare i lavori alla rampa di uscita". Ho chiesto un incontro con Cecchi, perché dovrei essere il consulente ma non mi danno nessuna operatività». Il summit tra tutti i soprintendenti e il direttore Cecchi, uno dei tanti incontri tecnici a cadenza quindicinale dell'équipe Nuovi Uffizi, è in programma proprio oggi. In discussione, tra le altre questioni, c'è anche la consulenza dell'architetto Adolfo Natalini per la nuova scala che dovrebbe sbucare in San Piero Scheraggio. «E’ vero, dal ministero hanno richiesto la mia disponibilità per una consulenza» dichiara Natalini che altro non dice. Consulenza richiesta prima ancora «a titolo gratuito» a Isokazi, che avendo invece preteso una parcella, è finita in nulla di fatto, come racconta da Tokyo l'architetto. Che con calma tutta orientale precisa anche di avere ricevuto un lettera il primo agosto dal direttore Cocchi che blocca appunto la redazione del progetto definito della loggia «in attesa della nuova campagna di scavi in piazza Castellani la cui tempistica è in corso di definizione». «Quindi restiamo in attesa - aggiunge il suo collaboratore Andrea Maffei -. Ma intanto la nostra parcella aumenta: abbiamo fatto molti viaggi al ministero per definire il progetto, che non subirà particolari mutamenti rispetto al disegno originario». Insomma, avanti tutta per onorare tempi e contratto con Benetton («Entro fine ottobre devono iniziare i lavori per la rampa di uscita" ripete Gianni Cibin consigliere delegato Property-Benetton), mentre sfuma nell'indefinito il progetto Isozaki concordato con Palazzo Vecchio.

Mara Amorevoli La Repubblica – Firenze, 10/10/03

 
9 luglio 2003
 

Nuovi Uffizi, ancora attesa: Saranno pronti nel 2006. Nuovi Uffizi, progetto vecchio trasferito in realtà virtuale e tempi di realizzazione spostati al 2006. La visita di ieri del ministro Giuliano Urbani a Firenze, salutata dal soprintendente Antonio Paolucci come «un'accelerazione politica necessaria» ufficializza il solito e noto progetto della nuova galleria, ne stabilisce i tempi di completamento. Ma non aggiunge nulla di nuovo — se non altra attesa a quanto i fiorentini aspettano da alcuni decenni. Ad eccezione della videoanimazione di alcune sale, e della notizia data dal ministro sull'autonomia del polo museale fiorentino, «destinato all'estinzione per far posto da una Fondazione che ve drà la collaborazione tra Stato e governi territoriali locali, con partecipazione dei privati». Come e quando «avverrà questo passaggio, non è dato sapere. Anche se il sindaco Domenici, intervenuto all'incontro con molti dei suoi assessori, alla presenza di tutti i soprintendenti e funzionari e del direttore generale del ministro Roberto Cecchi, sottolinea «l'importanza dello stretto rapporto di collaborazione con il sistema delle autonomie locali». Tanto più che la vera accelerazione ai Nuovi Uffizi l'ha data proprio Palazzo Vecchio, con l'accordo che ha permesso alla società del gruppo Benetton di approntare il progetto esecutivo degli Uffizi. «Piano che sarà concluso entro il 31 gennaio 2004—spiega Cecchi — E a fine febbraio, sarà aperta l'uscita provvisoria su piazza Castellani». Quanto al progetto Isozaki, si farà, assicura Urbani. Ma alla fine degli scavi archeologici, il prossimo settembre 2003.

Mara Amorevoli la Repubblica - cronaca Firenze 9/7/2003

 
9 luglio 2003
 

Inaugurazione nel 2006 «Siamo alla fine di un percorso durato cinquant'anni»; così proclama il soprintendente Antonio Paolucci mentre sta per introdurre l'annunzio che il ministro dei Beni culturali, Giuliano Urbani, è venuto a dare proprio dentro gli Uffizi, nella storica Biblioteca Magliabechiana. Sorridente e soddisfatto, Urbani riprende ufficialmente un dialogo iniziato nello scorso febbraio, quando il sindaco di Firenze Leonardo Domenici gli chiedeva di chiarire «presente e futuro» della galleria più famosa e più frequentata del mondo. II dialogo si è chiuso con questa promessa: il ministero si impegna a concludere formalmente, secondo quanto impone la legge Merloni, i vari gradi dei progetti esecutivi senza i quali, anche se non mancano idee, disegni e fondi, non si può portare avanti la sistemazione definitiva di interni ed esterni dell'edificio vasariano, compresa la famosa uscita secondaria che deve avvalersi della pensilina progettata dal giapponese Arata Isozaki. Ieri, dunque, Giuliano Urbani ha portato i progetti notevolmente progrediti, a cura dell'architetto ministeriale Roberto Cecchi. Inoltre ha potuto sbandierare lo straordinario accordo concluso con il Comune di Firenze. Grazie ad esso alle somme giacenti da anni per il finanziamento dei lavori, circa cinquanta milioni di euro, si aggiungono i circa sette milioni di euro che il municipio aveva ottenuto dal Gruppo Benetton, per concedere — in sostanza — il permesso di trasformazione in centro acquisti e ristorante, del vecchio cinema Capitol fronteggiante il retro Uffizi, in piazza Castellani. Questi soldi ora il Comune li passa ufficialmente al ministero purché si finisca tutta la faccenda. Una collaborazione fra Benetton, ministero e uffici locali renderà possibile entro pochi mesi lo studio archeologico e i giochi ingegneristici, che permetteranno, tra l'altro, la nascita del «portico Isozaki» senza danni per i reperti medioevali del terreno. Frattanto, dice il ministro, entro febbraio «si aprono i cantieri per il progetto definitivo di quei Nuovi Uffizi che nel 2006 sarà possibile inaugurare». Un filmato proiettato rafforza l'ottimismo di funzionari e uomini politici. Si vede più o meno come saranno sistemate le sale, come sarà valorizzato per esposizione e studi quel primo piano della Galleria che ora è inutilizzato. Il ministro inoltre elargisce particolari notizie felici al sindaco Leonardo Domenici che molto gradisce, dicendo che rafforzerà il rapporto con gli enti locali, e anche al soprintendente Paolucci, annunciando che le Soprintendenze speciali come la sua saranno trasformate in fondazioni con molta autonomia. Tutti contenti, dunque? Questo non è certo. Non tanto per una possibile incredulità verso l'ottimismo dell'onorevole Urbani, quanto per quel famoso «portico Isozaki» che conta ancora, in tutto il mondo, agguerrite schiere di oppositori, capeggiate da un fiorentino celebre come il regista Franco Zeffirelli.

Wanda Lattes Corriere della Sera 9/7/2003

 
28 Febbraio 2003
I lavori per la realizzazione dei Nuovi Uffizi partiranno entro l' anno. Lo hanno detto il ministro per i beni culturali Giuliano Urbani ed il sindaco Leonardo Domenici incontrando la stampa dopo l' incontro a porte chiuse, durato circa un' ora, avuto in serata nella sede della Fondazione Spadolini-Nuova Antologia. Assieme a loro erano presenti il direttore generale per i beni architettonici del ministero Roberto Cecchi e gli assessori comunali all' urbanistica Gianni Biagi e alla cultura Simone Siliani. Il ministro e Cecchi contano di ''aprire il cantiere entro la fine dell' anno'' ed hanno spiegato che sono disponibili i 34 milioni di euro gia' stanziati da tempo. Contestualmente, hanno aggiunto, va avanti anche la rielaborazione del progetto della nuova uscita disegnato da Arata Isozaki, secondo le modifiche che si sono rese necessarie dopo la scoperta dei reperti archeologici nel sottosuolo della piazza. Ministro e Domenici, nella sua qualita' di presidente dell' Anci, ''hanno confermato il loro interesse a dare attuazione all' art. 150 del decreto legislativo 112/98 per il trasferimento di musei statali alle autonomie locali, attraverso gli strumenti concertativi stabiliti dal decreto stesso''. ''E' stato un accordo - ha commentato il sindaco - che in primo luogo fa l' interesse della citta' e che e' il risultato di uno spirito collaborativo manifestato da tutti. Mi auguro che i tempi previsti siano rispettati per l' intero complesso delle opere, compresa la nuova uscita''
 
28 Febbraio 2003
Accordo di massima per la realizzazione del progetto esecutivo dei nuovi Uffizi, compresa la nuova uscita del museo su piazza Castellani, progettata da Arata Isozaki, cosi' come rielaborata anche sulla base di quanto dovesse emergere dalla ulteriore campagna di scavi archeologici prevista sull' area della piazza e finalizzata ad indagare le preesistenze altomedievali. L'accordo e' stato raggiunto questa sera, nel corso di un incontro avvenuto alla Fondazione Spadolini, tra il sindaco di Firenze Leonardo Domenici e il ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani. ''Il progetto esecutivo complessivo - precisa una nota diffusa al termine dell' incontro - sara' redatto dal ministero nell' arco di circa cinque mesi, avvalendosi delle risorse gia' messe a disposizione dell' amministrazione comunale dalla societa' del gruppo Benetton, che sta restaurando l'ex cinema Capitol in piazza Castellani, e acquisendo anche collaborazioni esterne all' amministrazione dei Beni culturali. Il ministero si impegna a garantire le ulteriori risorse necessarie per la realizzazione dell' intero complesso delle opere. Ministro e sindaco hanno concordato di costituire un gruppo di lavoro per verificare la possibilita' e le modalita' di costruzione di una fondazione partecipata da governo, Comune, Regione e altri soggetti, per la gestione della Galleria degli Uffizi sul modello di quanto gia' realizzato per Museo Egizio di Torino e per il Museo delle Navi antiche a Pisa''.
 
27 Febbraio 2003
 
''Va benissimo come idea'' la possibilita' di una Fondazione per la gestione dei Nuovi Uffizi: lo ha detto il ministro per i Beni culturali Giuliano Urbani parlando con i giornalisti oggi a Firenze e riferendosi alla proposta di legge del senatore Stefano Passigli. ''Essa si inserisce - ha detto Urbani - nell' ambito di fondazioni che stiamo gia' realizzando tra Stato, Regioni ed Enti locali per la valorizzazione di opere particolarmente importanti e di grande interesse culturale ed artistico''. Il ministro ha citato come esempi il Museo egizio di Torino e quello per le navi antiche a Pisa.(
 
27 Febbraio 2003
''Siamo davvero preoccupati per il futuro dei Nuovi Uffizi, ma intendo ribadire al ministro per i beni e le attivita' culturali Giuliano Urbani la nostra volonta' di collaborare per trovare una soluzione positiva alla vicenda''. Lo ha detto il sindaco di Firenze Leonardo Domenici, parlando con i giornalisti a margine della seconda Conferenza nazionale degli assessori alla cultura e al turismo, e riferendosi all' incontro col ministro in programma domani a Firenze. Gia' il 21 febbraio Domenici aveva espresso ''viva preoccupazione'' in una lettera inviata ad Urbani nella quale chiedeva un incontro urgente per parlare della questione della nuova uscita del museo e, piu' in generale, del progetto complessivo di ampliamento della galleria. Urbani sara' domani alla Fondazione Spadolini, sui colli fiorentini, per partecipare alla celebrazione del 28/o anniversario della prima legge di tutela e organizzazione dei beni culturali che porta il nome dello statista scomparso (lege numero 44 del 1975). Successivamente e' previsto l' incontro col sindaco.
 
20 Febbraio 2003
E' a rischio la realizzazione dei Nuovi Uffizi. ''Se i tempi sono davvero quelli indicati dal ministero per i beni culturali, non ce la facciamo di certo'' a presentare in tempo utile il progetto esecutivo complessivo. Lo ha detto ai giornalisti il soprintendente ai beni architettonici Domenico Antonio Valentino riferendosi a quanto apparso sulle pagine toscane di Repubblica in cui viene ipotizzato che, senza questo progetto, entro aprile verranno persi i 34 milioni di euro destinati a questo scopo. ''Credo che si stia montando una cosa che non ha senso - ha aggiunto Valentino - perche' non penso che il ministero per i beni e le attivita' culturali lasci andare via questi soldi. Comunque, dovete sentire il direttore generale del ministero Roberto Cecchi, delegato per il progetto Nuovi Uffizi, che rientra dalla Cina lunedi' prossimo''. ''Non c' e' nessun rischio - e' il pensiero del soprintendente al polo museale fiorentino Antonio Paolucci - e sappiamo bene che questi soldi vanno utilizzati. Il soprintendente Valentino, che ha l' incarico di farlo, sta portando avanti il progetto e sono assolutamente tranquillo: entro aprile sara' tutto risolto''
08 Febbraio 2003
"Finiremo per andare in tribunale se il Governo non ci dara' risposte sul progetto della nuova uscita degli Uffizi e sugli altri interventi legati all' ampliamento del museo''. Lo ha detto il sindaco di Firenze Leonardo Domenici durante una riunione di maggioranza. ''Noi siamo pronti - ha aggiunto Domenici - abbiamo finito o stiamo completando gli interventi di nostra competenza. Siamo preoccupati per le non risposte del Governo. L' interrogativo e' sull' uscita e il Governo deve darci risposte''. Per il sindaco di Firenze ''gli Uffizi sono una questione da risolvere e il Governo deve dirci che cosa succede''. Tra le situazioni del museo da definire, il sindaco ha indicato anche la cosiddetta ''Stecca Ovest'', il braccio piu' lungo della Galleria, che a detta di Domenici ''sembra uscita da una guerra'', a causa della trascuratezza in cui si trova da tempo."
 
14 novembre 2002
Sara' arretrato il fronte della pensilina che, secondo il progetto dell' architetto giapponese Arata Isozaki, coprira' l' uscita di piazza Castellani dalla Galleria degli Uffizi. L' accordo e' stato raggiunto nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato, tra gli altri, l' assessore all' urbanistica del Comune di Firenze, Gianni Biagi, il soprintendente al polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, il soprintendente ai beni architettonici Domenico Valentino. E' stato inoltre deciso di proseguire la ricerca di eventuali reperti archeologici sotto piazza Castellani per la parte che non e' stata ancora sottoposta a saggi. Spettera' a Isozaki, nella sua piena autonomia artistica, definire di quanto il fronte della pensilina dovrà' essere arretrato. Il progetto resta invece invariato per quanto riguarda l' altezza della struttura. L' adeguamento del progetto, secondo quanto ha detto l' assessore Biagio, dovrebbe essere pronto già' tra circa quindici giorni. Il problema dell' arretramento si era posto dopo che gli scavi attualmente in corso avevano portato alla luce quello che viene identificato come un probabile pezzo della prima cerchia delle mura. Si tratta di un elemento importante dal punto di vista della documentazione del passato di Firenze, una sorta di matrice della citta' medievale. I pilastri portanti della pensilina di isolai, come era stata progettata in un primo tempo, rischiavano quindi di appoggiare sulle antiche mura. Con l' arretramento del fronte della pensilina i reperti archeologici saranno inseriti all'interno del percorso museale dei Nuovi Uffizi.
 
26 Luglio 2002

L' uscita dei nuovi uffizi è stata bloccata I reperti medievali scoperti nella zona interessata al loggiato sono infatti cosi' importanti che il soprintendente Domenico Antonio Valentino ha deciso che non potranno essere demoliti. Il fatto e' stato ora ufficializzato da Valentino dopo un sopralluogo compiuto assieme ai soprintendenti al polo museale Antonio Paolucci e regionale Mario Lolli Ghetti. Mi fa piacere apprendere della disponibilita' di Isozaki a rivedere questa parte del progetto'': e' il commento del soprintendente Domenico Antonio Valentino alla lettera inviata dall' architetto giapponese. ''Gli scavi sul retro degli Uffizi - afferma il soprintendente - andranno comunque avanti secondo le indicazioni dei tecnici e credo che termineranno a fine agosto. Poi attendero' i rilievi della soprintendenza archeologica che inoltrero' a Isozaki. Credo pero' che non ci siano reperti demolibili e non demolibili ma, a mio parere, sono tutti non demolibili. Una volta concluso questo iter attendero' la proposta di Isozaki'.

Arata Isozaki e' disposto a modificare il progetto della nuova uscita degli Uffizi relativamente alle fondazioni. Lo afferma lo studio dell' architetto giapponese in una nota in cui si dichiara che ''in seguito alla comunicazione del soprintendente Domenico Antonio Valentino sul ritrovamento di reperti archeologici nell'area di piazza Castellani, lo studio Arata Isozaki & Associates valutera' modifiche al progetto dei vani interrati e delle fondazioni della loggia in funzione di un loro rispetto''. Proprio ieri infatti Valentino aveva annunciato di non voler demolire i reperti rinvenuti, una decisione che di fatto blocca tutto il progetto. ''Il soprintendente - prosegue infatti il comunicato - ci ha semplicemente comunicato di aver trovato tali reperti (solo sul lato sinistro dell'area e quindi non in tutta l'area) e che li ritiene non demolibili. Il progetto delle fondazioni e dei vani interrati della loggia di Isozaki verra' modificato in funzione degli stessi, senza alcun impedimento alla realizzazione del progetto''. ''Abbiamo inviato oggi - conclude lo studio Isozaki - richiesta scritta a Valentino dei rilievi di questi ritrovamenti, in cui siano specificati quelli demolibili e non demolibili e valuteremo una nuova soluzione di fondazione. Viste le ampie tecnologie oggi disponibili, confidiamo di trovare soluzioni accettabili dal soprintendente''. La lettera e' stata inviata per conoscenza al ministro Giuliano Urbani, all' assessore comunale all' urbanistica Gianni Biagi e ai soprintendenti Antonio Paolucci e Mario Lolli Ghetti. Frattanto l' amministrazione comunale ha precisato che ''la questione non e' chiusa''. ''Mi sembra poco corretto dal punto di vista istituzionale - dichiarano gli assessori Biagi e alla cultura Simone Siliani - che il soprintendente Valentino scriva al progettista e non anche all' Amministrazione comunale che e' cofinanziatrice dell'intervento oltre che proprietaria del terreno su cui si sta realizzando l'opera. Inoltre il soprintendente Valentino non ha scritto neanche al soprintendente regionale Mario Lolli Ghetti e al soprintendente al polo museale Antonio Paolucci che sono i diretti fruitori dell'uscita dei Nuovi Uffizi''. ''Da quanto e' dato sapere (per adesso l'Amministrazione comunale non e' in possesso di nessuna informazione ufficiale) - afferma Palazzo Vecchio - le caratteristiche dei reperti rinvenuti sono abbastanza omogenee sia a quelli gia' demoliti sia a quelli trovati in piazza Castellani durante i lavori di sistemazione della piazza. Per questi ultimi c' e' gia' il parere positivo alla demolizione della soprintendenza ai beni archeologici. Chiederemo direttamente al ministro Giuliano Urbani e al comitato di settore presso il Ministero dei beni e attivita' culturali un pronunciamento in merito alla questione. L'Amministrazione comunale - concludono gli assessori Biagi e Siliani - convochera' lo studio di Arata Isozaki e il soprintendente Valentino per discutere della questione in sede ufficiale.

 
25 Luglio 2002
Si blocca definitivamente il progetto della nuova uscita degli Uffizi firmato da Arata Isozaki. I reperti medievali scoperti nella zona interessata al loggiato sono infatti cosi' importanti che il soprintendente Domenico Antonio Valentino ha deciso che non potranno essere demoliti. ''L' ho scritto in una lettera inviata stamani al ministro per i beni culturali Giuliano Urbani - conferma Valentino - e per me la questione e' chiusa. Ora la parola definitiva spettera' al ministro. Attendo, per scrupolo, di ricevere la seconda e ultima relazione tecnica del soprintendente ai beni archeologici della Toscana Angelo Bottini (i reperti di eta' medievale sono anch' essi di mia competenza), ma la decisione e' gia' stata presa''. Lo stesso ministro, il 19 luglio scorso, intervenendo al Caffe' della Versiliana aveva detto che questa scoperta avrebbe potuto bloccare i lavori; il fatto e' stato ora ufficializzato da Valentino dopo un sopralluogo compiuto assieme ai soprintendenti al polo museale Antonio Paolucci e regionale Mario Lolli Ghetti. ''I miei due colleghi - ha precisato Valentino - sarebbero invece favorevoli alla demolizione dei reperti che sono stati scoperti in una zona che, nel progetto di Isozaki, prevede la realizzazione di due piani sotterranei destinati a magazzini, depositi e garage. Se Isozaki volesse cambiare il progetto potremo riparlarne''. Proprio il maestro giapponese ha inviato nei giorni scorsi a Valentino un suo testo in cui ribadisce la volonta' di ''non abbassare la pensilina'', come da lui gia' annunciato nella conferenza stampa tenuta in Palazzo Vecchio il 25 giugno scorso. I reperti riaffiorati risalgono alla citta' medievale e all' antico cimitero di San Pier Scheraggio, tanto che sono stati scoperti resti di due scheletri. Un giudizio negativo verso il progetto e' stato espresso negli ultimi tempi, oltre a Sgarbi, anche dallo stesso Urbani (che ha precisato di parlare ''come cittadino''), Oriana Fallaci, Franco Zeffirelli e, pochi giorni fa, da Mina.
 
21 Luglio 2002

I reperti archeologici potrebbero bloccare il progetto Isozaki. I lavori della tettoia per l'uscita dei Nuovi Uffizi, progettata dall'architetto giapponese Arata Isozaki, potrebbero fermarsi se i reperti trovati nella piazza Castellani si rivelassero da tutelare. La notizia è stata data ieri sera dal ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani, intervenuto al dibattito al Caffè della Versiliana, a Marina di Pietrasanta, condotto da Cesara Buonamici e Romano Battaglia. «Un problema non piccolo è emerso nei gironi scorsi nella piazza - ha spiegato il ministro - . Procedendo con i lavori di sondaggio sono emersi reperti archeologici che non sappiamo se siano gli stessi di piazza della Signoria. Quando avremo il progetto esecutivo, come il contratto prevede, potremo fare le due cose che si fanno in questi casi: si va avanti; oppure ci si ferma. E' chiaro che se i reperti si dimostrassero di un valore tale da richiedere la loro tutela, ci si ferma». Parlando col pubblico, Urbani ha confessato che, «come cittadino», non ama il progetto di Isozaki. «Non mi piace assolutamente - ha detto - Lo ritengo un atto di provincialismo incomprensibile. Ma come ministro dico che dobbiamo rispettare il contratto che abbiamo, perchè non è un paese serio quel paese che straccia i contratti». Il ministro ha anche ricordato che è in attesa di un progetto esecutivo da Isozaki: «Il contratto prevede che il progettista ci consegni, dialogando col sovrintendente ai monumenti, un progetto esecutivo. Finira abbiamo visto solo documenti cartacei». s

 
 
10 Aprile 2002
Incontro con il ministro Giuliano Urbani, il sottosegretario Vittorio Sgarbi, presenti oltre allo stesso Paolucci, anche i soprintendenti Mario Lolli Ghetti e Domenico Valentino. Paolucci, che prima di esprimersi ha preferito attendere di ricevere la lettera del ministro sul risultato della riunione, si e' quindi detto soddisfatto del risultato ottenuto...i
 
Aprile 2002
FIRENZE, 10 APR - ''Riunione, lunga, polemica, scintillante, ma il risultato e' stato buono''. Cosi' il soprintendente al polo museale Antonio Paolucci, ha commentato l' esito dell' incontro con il ministro Giuliano Urbani, il sottosegretario Vittorio Sgarbi, presenti oltre allo stesso Paolucci, anche i soprintendenti Mario Lolli Ghetti e Domenico Valentino. Paolucci, che prima di esprimersi ha preferito attendere di ricevere la lettera del ministro sul risultato della riunione, si e' quindi detto soddisfatto: ''Mi pare - ha osservato - che sia una lettera incoraggiante. Forse sono necessarie rettifiche ma il progetto va avanti, data la situazione non possiamo che essere contenti''. Stamani, Paolucci aveva fatto rilevare, tra l' altro, che un progetto come quello di Arata Isozaki non puo' essere sottoposto a referendum. ''Se nel 1937 - aveva osservato - i fiorentini avessero fatto un referendum sulla stazione avremmo avuto un' opera in stile assiro-babilonese oppure rinascimentale, mentre fortunatamente abbiamo quella di Michelucci''. Soddisfazione per l' esito della riunione e' stata espressa anche dall' amministrazione comunale fiorentina. ''Prendo atto con soddisfazione di quanto affermato dal ministro - ha detto l' assessore all' urbanistica Gianni Biagi - se ci saranno da fare delle modifiche siamo d' accordo, basta che questo non si trasformi in una forma surrettizia per non fare l' opera''
 
3 Aprile 2002
ISOZAKI NON CAMBIA PROGETTO, IMPASSE CON SGARBI TOKYO, Il tono e' tranquillo e rispettoso ma l'architetto giapponese Arata Isozaki non nasconde la ''sorpresa'' per l' ''impuntatura'' del sottosegretario ai Beni culturali Vittorio Sgarbi, che sta bloccando l'inizio dei lavori per la costruzione della nuova uscita della Galleria degli Uffizi di Firenze, che gli e' stato assegnato. ''Ci siamo sentiti piu' volte con il sovrintendente speciale per il polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, e con il comune di Firenze e la decisione e' stata di andare avanti con il progetto originario, del quale sono entusiasti - ha detto oggi all'Ansa Isozaki, a margine di un convegno a Tokyo sulla ''filosofia della citta''' al quale ha partecipato insieme all'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari - ma Sgarbi continua a dire che cosi' non va e occorrono modifiche''. Il risultato e' che i lavori di realizzazione del progetto, per il quale e' stato firmato nel febbraio del 2001 un regolare contratto tra lo studio Isozaki e la citta' di Firenze, dopo la vittoria dell'architetto nipponico in una gara internazionale, non sono mai partiti, nonostante dovessero cominciare entro 60 giorni dalla firma. ''La situazione e' molto chiara, purtroppo - ha spiegato l' architetto italiano Andrea Maffei che lavora nello studio Isozaki a Tokyo - Il veto di una sola persona sta bloccando tutto. Poco meno di due mesi fa il ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani si era recato a Firenze per discutere del problema con Paolucci e con il sindaco di Firenze Leonardo Dominici e aveva promesso una risposta definitiva entro 15 giorni. E' trascorso piu' di un mese e non e' ancora arrivato nulla, nonostante i solleciti''. Di certo la 'querelle' innescata da Sgarbi sta dilatando i tempi di attuazione del progetto della nuova uscita per il Museo degli Uffizi, che dovrebbe raddoppiare gli spazi espositivi in base ad una risistemazione dell'edificio del Vasari decisa dal precedente governo di centrosinistra e dall'allora ministro dei beni culturali Giovanna Melandri. L'inaugurazione dell'uscita era prevista nel settembre 2003. ''Una data ormai impossibile - ha detto Maffei - E noi continuiamo ad aspettare''
 
Ottobre 2001
Uscita Nuovi Uffizi: ISOZAKI farà personalmente per Sgarbi nuovi progetti alternativi alla discutibile versione vincitrice del concorso. Già proprio per Vittorio Sgarbi. Ne siamo orgogliosi: Arata Isozaki, l'architetto che ha vinto il concorso internazionale per la nuova uscita degli Uffizi, portera' in Italia ad ottobre tre progetti alternativi. Ci muove a doverosa compassione un simile gesto di deontologia professionale che l'architetto pluridecorato dal soprintendente Lolli Ghetti durante il concorso ad inviti per l'uscita dei nuovi Uffizi riesca a mettere in discussione tutto l'apparato ufficiale che si è costruito intorno a lui solo per un personale interessamento del sottosegretario Sgarbi.....La cultura architettonica in Italia che fine ha fatto ?
 
Marzo 2001

Va avanti il progetto di ristrutturazione della zona di piazza Castellani, dove già sono in corso i lavori per la ristrutturazione dell'ex cinema Capitol. il Comune consegnerà ufficialmente alla soprintendenza ai Beni ambientali l'area dove sarà realizzata la nuova uscita degli Uffizi, progettata dall'architetto Arata Isozaki. Si tratta di una zona di circa 500 metri quadri che ospitava un parcheggio per una sessantina di motorini: sarà chiusa e transennata, prima per effettuare le rilevazioni topografiche indispensabili alla redazione del progetto esecutivo, poi per i lavori preparatori. Nell'area nascerà la nuova uscita della galleria degli Uffizi Isozaki ha progettato una grande loggia in acciaio rivestito di pietra serena, con una copertura di travi longitudinali e lucernari trasparenti. Inoltre l'architetto giapponese curerà anche il nuovo aspetto della piazza, realizzando il progetto preliminare e sovrintendendo ai lavori per il restauro dell'area fra via dei Leoni, via dei Neri e l'ex Capitol.