Luci
serali nel palazzo che diede origine al rinascimento
dell'architettura e ospitò la Camerata dei Bardi
Brillano
le luci serali in uno dei sontuosi 21 appartamenti al secondo piano
nobile di palazzo Busini (Bardi). Un colpo d'occhio chiaroscurale quello del Canto degli Alberti detto anche alle Colonnine,
all'incrocio tra via de' Benci e Corso Tintori. Una vista monumentale
che unisce le luci notturne alla ricercata depandance del
palazzo scandalo dell'immobiliarismo fiorentino. Un palazzo rimasto
sempre chiuso e silenzioso negli anni dopo la bufera e l'interrogazione
parlamentare del 2006. Dopo la tempesta una calma piatta, che fa
di questo edificio un affascinante enigma del resort immobiliare
internazionale. Finalmente troviamo vita nel palazzo nel cuore di
via de' Benci. Per anni lo abbiamo sempre trovato buio, disabitato,
inaccessibile, con la filippina delle pulizie condominiali
che ci allontanava puntualmente alla richiesta di ingresso nel
fantastico androne a crocere appena dietro il portone verso la strada.
Per anni abbiamo creduto che i proprietari avessero acquistato questi
appartamenti extra lusso solo per l'alta stagione estiva. Ricordiamo
bene il citifono in strada che riporta solo numeri progressivi (1,2,3,4,..)
tranne qualche caso (due) tanto da far pensare che gli investitori,
(che hanno pagato milioni di euro per ogni pezzatura di appartamento),
fossero solo stranieri e comunque non volessero essere visibili
all'esterno del condominio."
"Abbiamo
trovato la recensione di uno degli appartamenti del palazzo, che
fu di Buono e Antonio Busini mercanti di lana, anche su 'vendo
casa disperatamente', real time, digitale terrestre, definito
il miglior portale immobiliare della rete. Una lettura piacevole
e sopratutto spudoratamente commerciale del lotto in vendita: interni,
vetrate, arredi kartell, tappeti, divisioni, bagni monumentali.
Si parla anche delle caratteristiche condominiali con l'architetto
dei render, (stanze da letto ricavate alla quota delle capriate).
La puntata parlava delll'appartamento speculare a questo, lato sinistro.
Una Paola Marella (architetto) che ci spiega, molto sommariamente,
che il palazzo è del Cinquecento, questa si una grande stagione
condominiale, che ospita attualmente tanti edifici a Firenze: l'Hotel
porta Rossa, nell'omonia via, palazzo Taddei in via de' Ginori,
palazzo Guadagni, palazzo del marchese Ginori Lisci. Un edificio
piazzato mediamente alla stregua di tante palazzine resort,
appartamenti di pregio in centro: garçonnière, "piede-a-terre,
appartamenti con box auto, attici spettacolari vista duomo. Non
si poteva aspirare di meglio.
Eppure
della fabbrica, ancora di attribuzione brunelleschiana, di grande
valore storico, costruita intorno al 1420-27, non rimane che la
consultazione di una vecchia bibliografia anni '70, appunti di altri
volumi che ci fanno vedere immagini in bianco e nero, o fotografie
dell'Archivio Bardi o del vecchio Ginori-Lisci del 1972 (I palazzi
di Firenze nella storia dell'Arte). Se vogliamo guardare da vicino
uno dei meravigliosi capitelli a foglie d'acqua in pietra serena
non ci sono altre possibilità. Già, perchè
questo palazzo non è piu visitabile per nessuno, non ci sono
orari di visita concordati, solo i proprietari degli appartamenti
possono entrare e passeggiare nel cortile, vedere lo scalone, approfondire
gli interrni arrivare alle ex stalle che danno su via Malenchini,
affacciarsi al piano nobile, il secondo piano da cui si vede bene
la torre di Arnolfo. Un destinazione d'uso che non si concilia più
con la visita: un processo ormai irreversibile. Accontentiamoci
di vederlo in biblioteca e sulle rare immagini web, l'edificio non
sarà più visitabile nemmeno per motivi di studio.
Lo scandalo del 2006 lo ha reso impermeabile, completamente inaccessibile
alla ricerca, a tal punto da esigere da parte delle proprietà
di non rischiare piu con nessuno che posso riaprire il caso con
qualche fotografie del cortile o degli interni. Mettiamoci l'animo
in pace, il Comune di Firenze e la Soprintendenza da tempo hanno
chiuso il caso e non se ne parlerà più. Ringraziamo
Domenici che ha consentito con la sua giunta la produzione delle
DIA di tutti i permessi urbanistici e del responsabile della Soprintendenza
(..) che ci ha spiegato assertivamente come un albergo non era in
nessun modo una destinazione d'uso accettabile mentre gli appartementi
si, lo erano, e rappresentavano l'unica speranza di recupero e restauro
del palazzo.
L.B.C. |