Ninfeo bramantesco - Genazzano
(RM) Via Pier Paolo Pasolini
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cantiere |
Colonne trabeate | La
scuola romana |
Bramante |
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Il ninfeo bramantesco diventerà 'periferia urbana'. L'area è adiacente ad un piano di lottizzazione deciso negli anni '80 Quello delle sorti del Nifeo di Genazzano è un caso già visto molte volte nei nostri centri storici, per questo di particolare interesse didattico scientifico soprattutto per lo situazione dell'urbanistica italiana. E' corretto destinare ad edilizia residenziale privata i terreni adiacenti ad un monumento simile ? quale distanza possiamo considerare corretta per le nuove costruzioni nel rispetto delle caratteristiche storiche dell'edificio ? per la sua visibilità ed il suo corretto stato di conservazione ? A sentire il Sindaco di Genazzano sembra proprio tutto regolare, vista la difesa d'ufficio rilasciata dopo le polemiche di questi mesi. Il primo cittadino difende a spada tratta tutta la pianificazione dell'area arroccandosi nella cronologia. Il piano risale infatti a una variante al prg degli anni '80 e che ha consentito di completare, con i cantieri di questi mesi, la lottizazione a ridosso del Colle Pezzuto. A guardare bene le carte e passeggiando nelle varie direzione del sito del Ninfeo invece, le visuali da e verso la strada Pier Paolo Pasolini sono abbastanza eloquenti: la prospettiva del monunento interseca sistematicamente i volumi delle nuove masse edilizie in costruzione e di quelle vecchie realizzate negli anni '50 come documentiamo in queste pagine..
"Il sindaco Ascenzi non ha accettato le notizie inesatte e ha ribadito che l'area interessata alla lottizzazione non interferisce in alcun modo con quella del Ninfeo, visto che lo stesso Piano regolatore generale aveva previsto tutt'intorno 18.100 mq di verde pubblico da destinare al parco archeologico (quindi Ninfeo) ed un ulteriore filtro con destinazione agricola: "non è il tempo giusto per lamentarsi di una situazione decisa 32 anni fa": "Il piano di lottizzazione "La Creta" è stato previsto dalla Variante al Piano regolatore del 1986; la gran parte della procedura è stata eseguita nel periodo del commissariamento del Comune e approvato definitivamente, congiuntamente alle osservazioni espresse dalla Regione Lazio e dal Consiglio comunale di Genazzano, nel 2010. Alla realizzazione del 60% delle opere pubbliche previste dal Piano regolatore generale sono stati rilasciati i permessi di costruire. Tutto era già stato deciso, noi abbiamo preso atto". Simona Rocchi - decoderonline.it - 17/3/12 |
Fig. 1 - Ninfeo bramantesco Genazzano. Vista prospettica dell'imponente 'serliana' con i tondi bramanteschi, insieme alle altre 2 costituisce la serie di aperture filtranti verso l'interno. Lo spazio ricavato consente una vista prospettica completa e ne dichiara le caratteristiche tridimensionali e monumentali. Fig. 2 - Ninfeo bramantesco Genazzano. Planimetria dell'area del Ninfeo. Sulla sinistra l'inquadramento del rudere nei pressi di piazzale Matteotti (quadrato rosso). A destra, la planimetria complessiva del borgo con la posizione dell'area verso sud sotto via Pier Paolo Pasolini. Il monumento si trova a ridosso di un corso d'acqua, sito appositamente voluto per creare un lago artificiale ai piedi del ninfeo, parte integrante dell'illusionismo pittorico spaziale delle architetture bramantesche. Fig. 3 - Ninfeo bramantesco Genazzano. Asse prospettico con la sequenza delle 3 'serliane' monumentali che danno accesso verso la nicchia centrale del ninfeo. In primo piano i grossi pilastri della sequenza d'entrata con le colonne addossate a pilastri, canonico costrutto della 'scuola romana' di cui Donato Bramante. Fig. 4 - Ninfeo bramantesco Genazzano. Particolare di una tavola del rilievo del complesso monumentale. Nella parte alta il prospetto di ingresso con le tre arcate con colonne addossate a pilastri. In basso la sezione davanti alle tre serliane. La composizione delle tre aperture è rigorosamente simmetrica rispetto alla sequenza di entrata. |
Il ninfeo di attribuzione bramantesca, esoterico e alchemico congegno formale integrato nel paesaggio "Il cosiddetto “Ninfeo” di Genazzano fu edificato nei primi decenni del Cinquecento ad opera di maestranze bramantesche. L’impronta stilistica del Bramante appare chiarissima. L’edificio si articola in un loggiato a tre campate che immette in un ambiente absidato retrostante e, a sinistra, in un piccola stanza ottagona con vasca circolare al centro; ai lati del loggiato l’edificio si prolunga in due stanze quadrate con piccoli ambienti retrostanti. Le arcate della facciata poggiano su massicci pilastri con un ordine gigante di semicolonne sul fronte e inquadrano prospetticamente le retrostanti tre serliane che a loro volta si aprono sugli spazi dell’ambiente absidato interno. Gli involucri murari sono scanditi da cinque ordini architettonici di diverse dimensioni, coordinati tra loro: semicolonne giganti della facciata, paraste che sorreggono gli archi d’imposta delle volte, colonne e paraste delle serliane, lesene maggiori e minori delle esedre. La loggia funge da vestibolo; dietro si aprono i tre ambienti corrispondenti posti in posizione sopraelevata, formanti il vero e proprio ninfeo." Testo tratto da Piero Scatizzi - Michela Lucci
"Ai piedi della loggia una scalinata, ora interrata, scendeva verso il piano della valletta, dove scorre il ruscello chiamato “Fossato”. Una diga costruita più a sud permetteva di chiudere il deflusso del Fossato e di allagare la valletta, creando un lago artificiale ai piedi del Ninfeo, testimoniato da un atto notarile. Due muretti a forma di esedra si prolungavano a partire dai fianchi laterali del Ninfeo e racchiudevano lo specchio d’acqua ai piedi dell’edificio; di quello a nord resta un tratto alto circa 80 cm., prima dritto e poi curvante. L’accesso dalla via pubblica all’edificio corrispondeva all’attuale ingresso a gradoni. Lì, infatti, era il toponimo “la Porta del Giardino”. Perché i Colonna, signori feudali di Genazzano, decisero di costruire il Ninfeo in quest’area ? ragioni possono essere molteplici e concorrenti: - qui, nella valle e contrada di Soglia, erano i terreni, di loro diretta proprietà, più vicini al centro abitato; - l’edificio costituiva un luogo di sosta lungo la via che da Genazzano conduceva a Paliano, dove i Colonna avevano la loro riserva di caccia (“la Selva”), svago preferito all’epoca da queste famiglie di nobiltà guerriera; - un casino in una valletta ombrosa, affacciato su un corso d’acqua o un laghetto, costituisce un tipico vagheggiamento della cultura umanistica del Rinascimento; ripreso dalle descrizioni delle ville di Plinio il Giovane, e in una celebre immagine dell’Hypnerotomachia Poliphili." Testo tratto da Piero Scatizzi - Michela Lucci | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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