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Palazzo Formichini
S. Miniato (FI)| sec. XVI
2012
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Palazzo Formichini, stilemi del manierismo nella terra di Ugolino Grifoni

"Il palazzo fu costruito nella prima metà del Cinquecento da Filippo di Baccio d'Agnolo su commissione di Messer Vittorio di Battista Buonaparte e di e di sua moglie Antonia di Bindo Portigiani. In quel periodo alcune famiglie nobili famiglie sanminiatesi rinnovarono le loro dimore volendole più comode, eleganti e fastose, in linea con il gusto e le caratteristiche dell'imperante rinascimento fiorentino. E' da ritenere che dopo la conquista fiorentina di San Miniato (1369) e la conseguente integrazione, compreso il riconoscimento di "nobili" fiorentini" ai nobili sanminiatesti, si sia reso opportunpo e forse necessario, per chi voleva mantenere il suo rango nella capitale, adeguare a quella società, anche con una confacente dimora, la propria immagine. Cosi Giuliano e Filippo, due dei tre figli di Bartolomeo Baglioni detto Baccio d'Agnolo (il terzo Domenico, operò nel periodo a Lucca) furono chiamati a San Miniato dove fu loro commissionata la costruzione di nuovi palazzi. Degni figli di tanto padre, addestrati alla scuola poichè in un primo tempo avevano lavorato con lui costruendo, in Firenze, splendidi edifici, anche a San Miniato non si smentirono."

"A Giuliano, chiamato da Mons. Ugolino Grifoni segretario di Cosimo de' Medici e gran Maestro dei Cavalieri dell'Altopascio, fu affidata, nel 1525, la costruzione di palazzo Grifoni (anche questo di proprietà, oggi della Cassa di Risparmio) e, su commissione di Messer Niccolò Ruffoli, quella dell'omonimo palazzo, in via IV novembre (attualmente proprietà Piccolo); a Filippo, da parte dei Bonaparte, come detto, quella del loro palazzo che poi per successione, pervenne ai Morali, quindi ai Conti Ceuli di pisa, ai Bertacchi di Livorno e successivamente, per compra vendita, ai Formichini ed infine alla cassa di Risparmio nel 1953. La Cassa, nella sistemazione e nell'adattamento del palazzo (che subito seguirono per rendere lo stesso ideoneo alle nuove esigenze), ne rispettò con cura l'originalità. La parte anteriore non ha subito trasformazioni ma solo consolidamentio e restauri, quella posteriore (lato sud) ebbe alcune modifiche, sia per la nuova funzionalità che per il consolidamento di tutto insieme."

"Intatta fu lasciata la bella facciata che, nella pubblicazione curata all'epoca dalla Cassa, è cosi descritta: "La facciata del palazzo è formata da tre parti. Quella inferiore ha una grande porta con arco a tutto sesto e con mostra esterna di pietra divisa in grosse bugne. Tanto al lato destro che a quello sinistro delle porta principale sono tre finestre delle quali due quadrangolari con mostra di pietra e relative inferriate, ed una, la centrale, di forma rettangolare con davanzale in pietra sorretto da due mensole ai lati e grambialetto di pietra scolpita a mezzo rilievo, con cartella festonata. Sul davanzale, inferriata a gabbia sormontata da cornicione su mensole e, sopra il tutto, un vaso in pietra con ai lati due grandi cartigli rampanti, pure in pietra. Questi due finestroni, di bellissimo effetto architettonico, sono di epoca posteriore e forse aggiunti verso la metà del Seicento."

Testo curato dalla sede della Cassa di Risparmio di San Miniato s.p.a. di Mario Caponi

 
     
     
     
     
     
     
   
     
   

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