La
Torre dei Donati e il palazzo degli Albizi del tardo Cinquecento
"Piazza
San Piero Maggiore porta da sempre nelle sue prospettive una leggibile
teoria di stratificazioni dei secoli, dalla città verticale
delle torri alla stagione arnolfiana dei palazzi e si lega storicamente
all'esuberante personalità di Corso Donati, con gli scontri
di fazione tra Guelfi Bianchi e Neri, e il celeberrimo episodio
di Calendimaggio in Santa Trinita. In particolare, tra i tanti tumulti
che in quegli anni la città del priorato delle Arti e questo
Sestiere assistevano quasi quotidianamente, è importante
menzionare lo scontro finale
del 1308 qui ambientato con i 'guastatori della Signoria', che portò
alla morte del "Barone"(..), all'interno
dell'insanabile rivalità Cerchi-Donati, specchio delle storiche
polarità, mondo mercantile-aristocratico, spaccato della
società fiorentina di fine Duecento che aveva da poco varato
i rivoluzionari 'Ordinamenti di Giustizia'. Di Corso,
citiamo la magniloquente descrizione dell'avversario politico Dino
Compagni nella sua Cronica che ne racchiude lo spessore e la nomea
costruita nell'immaginario dei fiorentini e dell'Italia contemporanea:
"Cavaliere di grande valore, d'illustre famiglia, di bellissimo
aspetto, saggio e forbito oratore, teso sempre a progetti grandiosi,
amico dei principali potenti, famoso in tutta Italia (Compagni,
III, p. 21)."
"Guelfo
di parte Nera e qui 'residente' nell'omonima ex Consorteria, di
lui rimangono dunque le torri collegate dal vasto e articolato palazzo
dei Corbizzi, parzialmente visitabile solo al piano terra nel luogo
del ristorante 'dei Ghibellini'. Entrambe conservano ancora una
rilevante altezza e spiccano notevolmente rispetto al tessuto circostante,
cosa facilmente apprezzabile dalla vista dell' Ex Canto alle Rondini
(attuale piazza Salvemini). La torre sul lato di via dei Palmieri
verso via dei Pandolfini è perfettamente visibile sin dal
piano terra con i ricorsi di pietra forte e con il grande portale
ogivale rimaneggiato che ospita attualmente un agenzia viaggi. Quella
su Borgo degli Albizi invece, proprio perchè inglobata nel
palazzo del Cinquecento, risulta visibile esclusivamente dalla piazza.
Questo è l'edificio di fatto piu alto ed è stato oggetto
di rilievo di un corso della prof.ssa Emma Mandelli della Facoltà
di Architettura di Firenze che ci fornisce dati aggiornati sulla
consistenza e lo stato di conservazione. Il
prof. Giovanni Fanelli riporta la posizione di tutte le torri della
Consorteria sull'asse di Borgo degli Albizi insieme a quella di
via del Corso (più a ovest verso via dei Calzaioli) che immette
sulla piazza omonima."
L.B.C.
"Già
dei Corbizi e quindi dei Donati, la torre è nota e segnalata nella
letteratura per essere stata nel 1308 luogo dell'ultimo tentativo
di resistenza di Corso Donati contro i guastatori della Signoria,
inviati a furor di popolo contro l'anziano capo dei Guelfi Neri,
sospettato di volersi fare Signore della città con l'aiuto di Uguccione
della Faggiola. Ancora dei Donati nel 1427, seguì successivamente
le proprietà del vicino palazzo Medici (al n. 9, anche questo sorto
su antiche proprietà dei Donati) e a questo annessa, passando agli
Amadori, ai Finali e, nel 1688, alla famiglia de' Medici, mantenendosi
nella sua discendenza fino al 1798. Tra gli anni venti e trenta
del Novecento la torre fu interessata da un importante intervento
di consolidamento e restauro (con rimozione degli intonaci, riapertura
delle antiche luci, ripresa del paramento in pietra e apposizione
di catene in ferro) sotto la direzione dell'ingegner Carlo Picchi.
Grazie agli ulteriori restauri effettuati negli anni settanta, è
ora questa una delle torri medioevali fiorentine più chiaramente
leggibile nella sua struttura originaria, pur essendo affiancata
da edifici più tardi. Sviluppata su sei livelli, presenta un portone
con ghiera e tre finestre asimmetriche sul fronte principale, oltre
alle consuete buche pontaie con mensole sottostanti".
Testo
tratto da 'Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini
"Si
tenga presente che questa torre, tramite il palazzo Corbizi che
si sviluppa a lato e posteriormente, è collegata con l'altra torre
già dei Donati oggi inglobata nell'omonimo palazzo (si veda in Borgo
degli Albizi 11). "La funzione di insula fortificata dell'isolato
appartenente alla consorteria dei Donati è dimostrata, oltre che
dalla presenza delle due torri, dall'estrema compattezza del fronte
strada e, per inverso, dalla notevole articolazione dello spazio
interno, segnato da numerose corti e passaggi di collegamento. La
notevole potenza della famiglia guelfa dei Donati, giunta all'apice
con la figura di Corso, trova il suo corrispettivo architettonico
nella rilevante altezza delle due torri, di gran lunga emergenti
dal tessuto circostante" (Elisabetta Pieri). Sul basso edificio
che affianca la torre dal lato della piazza è un bando dei Capitani
di Parte del 1639, già trascritto da Francesco Bigazzi. La torre
appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle
Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare
patrimonio artistico nazionale."
Testo
tratto da' Repertorio delle Architetture civili di Firenze' - C.Paolini
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