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Teatro via de' Amicis - PU |
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Il
condominio costruito sopra il Teatro
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29
maggio 2011
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"La
rivelazione dell’avvocato Bracci: “Coperte scena e orchestra,
Fano finirà su tutti i giornali del mondo” Fano Un condominio
previsto in piena area archeologica, che con la sua estremità
grava sopra l’intera scena e su parte dell’orchestra del teatro
romano, ovvero il cuore dell’edificio storico riservato agli attori
e al coro. Il progetto della società La Filanda prevede il recupero
all’aperto, sotto una leggera copertura, solo della cavea, cioè
dei gradoni per il pubblico, mentre le parti in cui si animava
lo spettacolo resterebbero sotto gli alloggi e la piazzetta pubblica.
La scoperta l’ha fatta l’avvocato Luciano Filippo Bracci, presidente
marchigiano dell’associazione Dimore storiche. Una scoperta documentale,
in realtà abbastanza semplice perché è stata ottenuta sovrapponendo
la planimetria del teatro romano - ricavata dalla Soprintendenza
per i beni archeologici attraverso i sondaggi e gli scavi già
eseguiti - al progetto preliminare dell’architetto Amadei che
mercoledì il sindaco Aguzzi ha illustrato agli esponenti della
cultura locale. L’avvocato Bracci è tra coloro che meglio conoscono
il teatro romano, affiorato all’inizio del decennio scorso nel
cantiere dell’ex Icomas, in via De Amicis. E non solo perché è
un appassionato del patrimonio storico di Fano, che conosce a
partire dai palazzi in cui è cresciuto o che recano il nome della
sua famiglia (una delle principali dinastie nobiliari di Fano),
ma soprattutto perché cinque anni fa questa amministrazione comunale
lo incaricò di concludere proprio con la società La Filanda la
permuta dell’area di via De Amicis con una zona edificabile a
Bellocchi. Un progetto abortito dopo che una commissione ad hoc
aveva quantificato in 120 nuovi alloggi il controvalore dell’area
del centro che sarebbe passata al Comune con il suo prezioso tesoro
archeologico ritenuto di primario valore nelle Marche. “In questo
modo Fano finirà su tutti i giornali del mondo - afferma severo,
guardando la planimetria dell’area di via Amicis su cui è disegnato
l’edificio storico in tutte le sue parti - perché in nessun luogo
del mondo si costruisce più su un teatro romano. Sarà restaurata
a cielo aperto solo la cavea ma il resto del teatro, in particolare
l’intera scena, rimarrà coperto dalle nuove costruzioni. Si tratterà
di vedere quale musealizzazione verrà prevista, in ogni caso nell’eventualità
di estendere la campagna di scavi agli attigui giardini della
società di Montanari per portare alla luce il resto della cavea
avremmo per sempre un condominio che entra con un dente nel teatro
romano. E questo è inaccettabile”. L’avvocato Bracci esprime un
misto di sdegno e sgomento. “In questo modo si pregiudica per
sempre la possibilità di creare un parco archeologico - sottolinea
-. Sotto l’altra ala del fabbricato si è trovata una muratura
di età augustea collegata con i reperti archeologici dell’ex Luigi
Rossi e in posizione attigua ci sono le coeve strutture sotterranee
del complesso di Sant’Agostino. Intorno al teatro romano non sappiamo
cosa ci sia, occorre scavare. La soluzione migliore resta la permuta,
accantonata probabilmente perché il mercato delle nuove costruzioni
non tira più e forse perché a Bellocchi qualcuno non voleva quello
sviluppo edilizio. Il progetto prevedeva un museo archeologico
che avrebbe interagito con il parco, creando un allestimento di
straordinario valore. In alternativa c’è l’esproprio, che avverrebbe
a prezzi molto più bassi di quelli di mercato attingendo ai fondi
europei per l’Italia che anche quest’anno sono tornati in Europa
per mancanza di progetti. Credo e auspico che la Soprintendenza
bocci questo progetto”.
Corriere
adriatico, 28-05-2011 - Lorenzo Furlani, 07
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"Ma
il recupero sarà completo e fruibile”
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29
maggio 2011
|
"I
l
progetto prevede la piena fruibilità del teatro romano, si tratta
di uno studio preliminare che andrà perfezionato, anche il numero
dei 22 appartamenti non è ancora definitivo, comunque l’obiettivo
è quello di conciliare le residenze con il restauro del monumento
storico in tempi relativamente brevi”. L’architetto Massimo Amadei
presenta così il progetto da lui elaborato per conto della società
La Filanda degli imprenditori Eliseo Minardi e Ruggero Sperandini
Adanti. “E’ vero, una parte dell’orchestra e la scena del teatro
romano non saranno scoperte - afferma - resteranno sotto il condominio
e la piazzetta pubblica che abbiamo previsto per favorire la visita
agli scavi, tre metri sotto il piano della piazzetta. Ma il teatro
sarà perfettamente leggibile, ci sarà continuità tra tutte le
sue parti, senza murature di ostacolo e con accessi separati per
i condomini e il pubblico, non come è stato fatto per l’anfiteatro
romano”. Amadei elaborò anche il progetto per la permuta dell’area:
un parco archeologico interamente scoperto che interagiva con
un museo realizzato nell’ala più antica del capannone, all’esterno
del perimetro del teatro. “Sì, quello era un recupero di un’altra
portata - ammette - ma c’era il rischio che per mancanza di fondi
pubblici non si riuscisse a sistemare l’area archeologica”.
Corriere
adriatico, 28-05-2011 - l.fur.a
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Baldelli:
“Urgente fermare il degrado”
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28
maggio 2011
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"O
ra è in pensione, ma Gabriele Baldelli per tutta la sua attività
lavorativa si è occupato di archeologia, lavorando all’interno
della Soprintendenza per i beni archeologici delle Marche e occupandosi
in modo particolare della sua città natale, Fano. Ha terminato
la sua carriera come soprintendente dell’Umbria, ma questo non
gli ha impedito di continuare ad interessarsi delle vicende fanesi
rivelano, come accaduto a Metaurilia dove sono venuti alla luce
i resti di una grande villa rustica risalente all’epoca romana
e di una piccola necropoli, scoperte sorprendenti. In particolare
ha seguito gli scavi del teatro romano, interessandosi al completamento
delle indagini e della protezione del sito. “Non conosco – ha
dichiarato in merito alle ultime decisioni dell’amministrazione
comunale sull’area di via De Amicis – il nuovo progetto redatto
dalla ditta proprietaria, ma rimango della convinzione che la
permuta con il diritto di costruire a Bellocchi, lasciando l’area
del teatro romano completamente libera da nuove costruzioni, era
la soluzione migliore. Trasformare la superficie edilizia in area
archeologica, compresa l’istituzione di un piccolo museo per esporre
il materiale rinvenuto nel corso degli scavi, il cui incarico
era stato affidato al professor Francesco Milesi, costituiva la
scelta più compatibile al rinvenimento del manufatto. Ma fino
ad oggi, troppo lunga è stata l’attesa. A questo punto sorge un’esigenza:
occorre subito realizzare qualcosa, piuttosto che lasciare andare
in degrado ciò che di molto fragile è tornato alla luce”. Un no
deciso Baldelli ha opposto all’interro.
Corriere
Adriatico, 28-05-2011 - Massimo Foghetti
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D’Anna:
“Fermiamo il progetto"
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26
maggio 2011
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"Fermiano
questo progetto”. Dopo cinque giorni la politica si scuote dal
torpore e contrasta il progetto per il teatro romano, trascinata
dal mondo della cultura che, insieme a quello delle categorie,
ha reagito subito, con critiche anche veementi, all’annuncio da
parte del sindaco di 22 nuovi appartamenti autorizzati nell’area
di via De Amicis. Intervengono pressoché all’unisono il Pd, con
il segretario comunale Cristian Fanesi e quello del circolo centro
Enrico Fumante; il Psi, con il segretario fanese Giovanni Cicerchia;
e il consigliere regionale del Pdl Giancarlo D’Anna, i quali fanno
eco in vario modo alla censura che ha espresso per primo nel suo
ruolo istituzionale l’assessore provinciale alla cultura Davide
Rossi. La presa di posizione più rilevante è quella di D’Anna
e non solo perché fa memoria delle discutibili scelte del passato.
Si firma come presidente del Circolo Nuova Italia di Fano ma è
evidente il rilievo politico di una critica espressa da uno degli
esponenti più in vista del Pdl, seppure già in posizione critica
nei confronti dell’amministrazione Aguzzi su temi come la sanità
e l’urbanistica. “Fermiamo questo progetto - afferma Giancarlo
D’Anna-, questa volta siamo in tempo e la città non accetterebbe,
come sta accadendo, un errore di questa portata”. D’Anna ricorda
il precedente dell’ex caserma Montevecchio dove vennero alla luce
i resti dell’anfiteatro romano. “Quando le giunte di centrosinistra
decisero di vendere ai privati l'area ex caserma Montevecchio
la città non si rese conto di quanto stava accadendo - rileva
il consigliere regionale del Pdl -. A guardare bene neppure il
consiglio comunale di allora visto che il voto per la cessione
delle abitazioni di proprietà del Comune nell'angolo tra corso
Matteotti e via Ceccarini, che consentiva poi di sviluppare il
progetto di costruzione, vide il solo voto contrario del sottoscritto.
Appena iniziati gli scavi per le fondazioni, i lavori vennero
fermati per i reperti archeologici. Un ritrovamento annunciato
visto che era arcinoto che quello era un punto importante dell'antica
Fano romana”. Dopo alcuni anni, continua D’Anna, per compensare
del danno subìto l’imprenditore privato “il Comune consentì un
aumento spropositato della volumetria degli appartamenti, autorizzando
a costruire sopra le rovine romane, relegate tra i garage. Si
arrivò addirittura a infilare una colonna di cemento armato dentro
un pozzo medievale. Uno scempio”. Quando all’inizio del decennio
scorso vennero alla luce i resti del teatro romano nell’area limitrofa,
che ospitava un laboratorio di maglie, “s'intravide l'opportunità
di un vero e proprio rilancio del turismo storico culturale” e
la Montanari Navigazione espresse la disponibilità ad allargare
la campagna di scavi all'area dell'ex cinema Corso nel giardino
interno della sua sede. Saltata l’ipotesi della permuta dell’area
di via De Amicis, ora il progetto di edificazione annulla quel
disegno. Non a caso, sull’onda della notizia, Aguzzi è stato accostato
dal mondo della cultura a Vitige, re degli Ostrogoti che nel 539
devastò Fano. "
26 MAGGIO 2011 - CORRIERE ADRIATICO
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La cultura si ribella
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23
maggio 2011
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"Forte
disapprovazione del professor De Sanctis per l’annuncio del sindaco,
il vicepresidente della Provincia chiede l’espropri Fano Si sta
ribellando il mondo della cultura fanese, dell’associazionismo,
del turismo, al proposito dell’amministrazione comunale soffocare
il teatro romano con un caseggiato di civile abitazione. Un cambiamento
di indirizzo sul recupero dell’area che denota insensibilità versa
la valorizzazione delle memorie cittadine e l’esigenza di dare
alla cultura un valore maggiore rispetto a quello dell’interesse
economico. “E’ toccato a suo tempo all’anfiteatro – rileva il
professor Luciano De Sanctis - è capitato di recente al muro augusteo
presso il Largo di Porta Giulia, ora sembra non dover mancare
al triste appello un terzo monumento: il teatro romano. Poiché
i resti di questo antico monumento per spettacoli, come tanti
altri avanzi del nostro passato, appartengono, in ottemperanza
alle leggi di tutela, allo Stato e cioè costituiscono un bene
pubblico che appartiene a tutti i cittadini indistintamente, il
progetto di “seppellirlo” nelle cantine di un fabbricato, lascia
sorpresi”. Un giudizio negativo è stato pronunciato anche dall’assessore
provinciale alla cultura Davide Rossi, il quale imputa al Comune
la “colpa” di essere succube della proprietà e si sorprende come
ci siano voluti 6 anni per annullare la “permuta” con la concessione
a costruire nell’area di Bellocchi. La soluzione giusta per Rossi
è quella dell’esproprio, punto e basta. “Il teatro romano – ha
ricordato – è stata la scoperta archeologica più importante nella
regione negli anni duemila e se veramente l’archeologia deve giocare
un ruolo importante nella nostra accoglienza turistica, ritrovamenti
tali non possono essere subordinati agli interessi edilizi”. Non
rassicura neppure la precisazione del sindaco secondo la quale
l’area del teatro romano resterebbe fruibile, mentre il condominio
verrebbe costruito al posto dell’attigua filanda. Lì sotto, infatti,
ci sono l’orchestra e la scena del teatro e l’edificio è di dimensioni
tali che difficilmente può contenere uno stabile di 22 appartamenti.
23
MAGGIO 2011 - CORRIERE ADRIATICO
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Il
sindaco Aguzzi su via De' Amicis
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21
maggio 2011
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"Teatro
romano aperto al pubblico e nuove famiglie in centro Fano (Pesaro
Urbino) - Cambio di strategia per il recupero del teatro romano
di via de Amicis, emerso nel 2000 durante la ristrutturazione,
poi interrotta, dell’ex Filanda: reperti aperti al pubblico e
22 abitazioni private. “Non si costruirà sopra i resti romani,
come qualcuno sta dicendo in questi giorni. Anzi –spiega il sindaco
Stefano Aguzzi- si potrà recuperare anche quella parte di teatro
non ancora venuta alla luce perché nascosta sotto una struttura
fatiscente”. Il teatro dovrebbe diventare una delle tante piazza
della città, aperta al pubblico, con un accesso del tutto indipendente
rispetto all’immobile che si andrà a costruire. Gli appartamenti
interesseranno solo la struttura ancora esistente dell’ex filanda,
quella che nei propositi iniziali, avrebbe dovuto ospitare il
museo.
21
maggio 2011 - Fanoinforma.it
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Inizio
lavori di scavo
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21
maggio 2011
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"Ieri
mattina, nell’ufficio dell’Assessore alla Cultura del Comune di
Fano, Davide Rossi, è stato firmato il documento che consente
l’inizio dei lavori di scavo da parte della Soprintendenza per
i Beni Archeologici delle Marche nell’area relativa ai resti del
Teatro Romano di via De Amicis. I rappresentanti della proprietà,
la società La Filanda di Fano, dopo aver effettuato un ultimo
sopralluogo con gli incaricati della Soprintendenza, hanno firmato,
prendendone atto e accettandolo, il Verbale di Consistenza
ed Immissione in Possesso dell’area da parte della Soprintendenza
che potrà così procedere ai lavori il cui programma è immediato:
mercoledì prossimo si effettua la pulizia della zona e lunedì
della settimana successiva iniziano gli scavi per i quali sono
stati stanziati dal Ministero 190.000 euro. È tuttora in corso
una trattativa tra Comune e Proprietà per addivenire alla traslazione
del diritto a edificare su un’altra area degli stessi proprietari.
“L’avvio dei lavori che porteranno alla luce i resti del Teatro
Romano – afferma l’Assessore Rossi - rappresenta un’ulteriore
traccia che va a delineare il percorso della romanità individuato
nel progetto di recupero dei maggiori siti cittadini, tra cui
figurano, oltre il sito di via De Amicis, l’anfiteatro dell’area
ex caserma Montevecchio e il sito archeologico di via dell’Abbazia
per il quale si sta ugualmente procedendo alla conservazione e
valorizzazione dei resti reperiti”.
21
maggio 2011 - Comune.fano.ps.it
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Il
teatro romano sotto un condominio
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21
maggio 2011
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"Salta
la permuta con un’area di Bellocchi. Via libera alla costruzione
di 22 appartamenti Fano Teatro romano alt, si cambia. L’Amministrazione
comunale sembra intenzionata a modificare completamente il percorso
fino a oggi intrapreso per acquisire l’area di via De Amicis,
dove all’inizio del decennio scorso è venuto alla luce il teatro
romano. Non più la permuta con il diritto di edificare un complesso
di 120 appartamenti su un’area agricola di Bellocchi, di proprietà
dell’impresa costruttrice, ma la concessione di costruire sopra
l’area archeologica uno stabile con circa 22 appartamenti. La
notizia è stata data dal sindaco Stefano Aguzzi, nel corso di
uno dei sui contatti periodici in diretta con gli ascoltatori
di Radio Fano. Per molti è stata una vera e propria sorpresa,
dato che da più parti in tutti questi anni si sono levate sollecitazioni
perché l’area archeologica di via De Amicis fosse opportunamente
qualificata e arricchisse il patrimonio monumentale fruibile al
pubblico della città. Immaginare ora che il teatro romano venga
richiuso in un sotterraneo, come è avvenuto con il vicino anfiteatro,
rimasto nascosto e sconosciuto ai più, desta non poche perplessità.
“Non sono mai stato pienamente convinto – ha dichiarato il sindaco
– del responso dell’arbitrato che avrebbe dovuto definire il controvalore
della permuta, mettendo a paragone il valore dell’area di via
De Amicis che la società La Filanda avrebbe ceduto al Comune,
con la concessione di costruire 120 appartamenti a Bellocchi.
Il numero di questi mi è sembrato un’esagerazione. Probabilmente
è per questo che le trattative, nonostante l’arbitrato, non si
sono mai concluse. Nell’ultimo incontro, invece, si è fatto un
passo avanti, esaminando una nuova eventualità, ovvero la concessione
alla ditta di costruire i suoi appartamenti nel sito del centro
storico, con il trasferimento della parte di interesse archeologico
al Comune. Questa potrebbe essere la direzione di un percorso
più agevole che potrebbe portare all’acquisizione dell’area al
patrimonio pubblico”. Sulla questione giocano più interessi: innanzitutto
un interesse economico che spinge La Filanda, società di Vincenzo
Minardi e Ruggero Sperandini Adanti, a realizzare il massimo sulla
sua proprietà, anche se la presenza del teatro rimano in via De
Amicis, non è stata una vera e propria scoperta degli anni 2.000.
Rilievi delle rovine effettuati dagli studenti della scuola d’arte
risalenti alla prima metà del XX secolo dimostrano come la presenza
del teatro fosse già nota. Quindi la proprietà avrebbe dovuto
sapere le condizioni in cui si sarebbe trovata ad operare non
appena avrebbe eseguito lo scavo delle fondamenta. Tra l’altro
le fondamenta della costruzione precedente poggiavano proprio
sui gradini della cavea, cosa che non può essere sfuggita a chi
l’aveva edificata. Ma al momento, quando il mercato edilizio è
praticamente fermo, si vendono più agevolmente appartamenti in
centro storico che in periferia. Giocano poi interessi urbanistici
e interessi culturali. Di solito sono sempre questi ultimi ad
essere sacrificati. Ciò che è avvenuto dove spiccava il seicentesco
chiostro del monastero delle Benedettine e dal cui sottosuolo
emergevano le strutture dell’anfiteatro romano insegna. Tutto
è stato seppellito sotto metri cubi di cemento. Ora non resta
che prendere visione del progetto che ingloberà il teatro romano,
il quale anziché vedere la luce, sembra inesorabilmente destinato
ad esse sepolto in uno scantinato.
Corriere
Adriatico, 21-05-2011 - Massimo
Foghetti
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