Rutelli
attacca l'«Italia dei geometri»: crescita senza stile, architetti
sconfitti.
"L'aggressione
al paesaggio E' «la minaccia più grave per il patrimonio culturale
italiano»
Il
vicepremier al convegno del Fai: presto il reato di frode paesaggistica: «Gli architetti e gli urbanisti del dopoguerra hanno perso
una battaglia storica, magari anche per colpa della politica. Non
sono riusciti a imporre una leadership culturale e quindi una cifra
stilistica alla trasformazione del territorio nell'Italia contemporanea.
Di fatto hanno vinto i geometri che hanno accondisceso in modo incompetente,
sbrigativo e dozzinale a ogni bisogno del committente. Coi risultati
che vediamo».
Francesco
Rutelli, ministro per i Beni e le attività culturali, approfitta
di una platea tra le più sensibili al tema del paesaggio per dichiarare
«conclusa la stagione dell'espansione edilizia
indefinita ». Il ministro parla al convegno del Fai, il Fondo
per l'ambiente italiano presieduto da Giulia Maria Crespi, che ha
organizzato un seminario interno («Sos paesaggio, aggiornarsi per
intervenire ») ad uso dei volontari per dotarli di nuovi strumenti
legislativi e normativi nelle loro attività. Il Fai è apprezzatissimo
da Rutelli («siete un modello di dedizione, partecipazione, qualità,
intelligenza »). Rutelli definisce l'attacco all'integrità del paesaggio
«in assoluto la minaccia più grave per
il patrimonio culturale italiano». Colpa, dice il ministro,
«della crescita dei valori immobiliari,
della fragilità della pianificazione, dei continui conflitti sulla
tutela tra Stato, regioni e comuni». Ma è tempo di dire
basta perché «siamo un Paese denso, stretto, fitto». E invia un
messaggio molto chiaro alle regioni che ormai da tempo rivendicano
piena autonomia in materia di gestione del territorio (guarda il
caso Toscana): «La Corte Costituzionale, con la sentenza 367 del
7 novembre scorso, ha respinto tutti i ricorsi delle regioni contro
lo Stato affermando che proprio allo Stato tocca il compito della
tutela del paesaggio visto come "valore primario e assoluto". Quando
arrivano i vincoli, questi vanno rispettati. Presto arriverà anche
il reato di frode paesaggistica». Una dichiarazione di guerra, anche
se molto soft, a «villettopoli».
Per
di più il ministro conclude con una conferma: «Sia
ben chiaro. Mai più condoni edilizi, così ha deciso questo governo
». Inevitabile l'applauso della platea (c'è anche, come
delegato Fai, il neo-presidente della Biennale di Venezia, Paolo
Baratta). Ma il convegno del Fai (il direttore generale Marco Magnifico
ha illustrato le mille iniziative dell'associazione) serve a scoprire
anche una fetta inedita d'Italia. E così, mentre le giunte toscane
di centrosinistra sono contestate «da sinistra» per «villettopoli
», da Assisi arriva la voce del suo sindaco di Forza Italia Claudio
Ricci (giunta di centrodestra con tre liste civiche) che annuncia
un programma avanguardistico e sperimentale in tema di tutela del
paesaggio: «La nostra città è patrimonio Unesco dell'umanità. Entro
gennaio inseriremo in quel piano di gestione, ma nel contesto del
piano regolatore perché abbia piena efficacia, le linee- guida sperimentali
di restauro del paesaggio. Saremo i primi a farlo. Dobbiamo spiegare
che non è impossibile intervenire sul nostro territorio. Perché
si può. Ma a patto di rispettare regole ben precise in materia di
volumetrie, materiali, tecniche architettoniche, alberature, siepi.
Indicheremo anche come realizzare un marciapiedi o gli infissi.
Lo sviluppo è insomma possibile ma nel contesto di un restauro complessivo
del paesaggio. Con questo spirito siamo riusciti a convincere molti
autori di abusi ad abbatterli».
Applauditissimo
l'intervento dell'assessore regionale all'urbanistica della Sardegna,
Gian Valerio Sanna, (ex Margherita ora Pd) che lancia un allarme:
«Lo Stato non può lasciarci soli nella lotta per la difesa del nostro
territorio. Siamo sottoposti all'attacco dei Tribunali amministrativi
regionali e delle multinazionali immobiliari. Ma col paesaggio è
in gioco la dimensione stessa dell'uomo, la sua qualità di vita,
quella delle future generazioni. Noi abbiamo subito adottato un
piano paesaggistico, come chiedeva il Codice Urbani. E perché lo
Stato non commissaria le regioni inadempienti? Vuole o non vuole
far rispettare il dettato costituzionale sulla difesa del patrimonio
paesaggistico?». Sulla polemica architetti- geometri di Rutelli,
da Roma risponde Giorgio Muratore, docente di Storia dell'Arte e
dell'architettura contemporanea a «La Sapienza », gran polemista:
«L'attacco ai geometri? Un luogo comune che si legge da cinquant'anni
a questa parte. Ora bisogna vedere quanto c'è di buono nel lavoro
dei geometri e quanto c'è di cattivo nella cultura degli architetti
». Le colpe maggiore di chi sono? «Della politica. La "ciccia" è
lì... E nel plusvalore che si ricava dagli immobili. Ormai l'Italia
è il festival dell'abusivismo. Ma la pessima architettura spesso
"firmata" corrisponde a scelte politiche e non tiene mai conto della
qualità intrinseca del prodotto».
Laura
Cavestri Il Sole 24 ore
-
| Tav.
apertura Arch. Andrea Piatti |
. |