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Lettera P. Repubblica
 
 

 

 

 

 
Firenze flat city
La città e le idee
Gennaio 2009

Benvenuti nel qualunquismo della cultura (fiorentina)

 

Dopo i fasti del Trecento Firenze ha conosciuto un lungo declino; «oggi ha l' encefalogramma piatto». Lo ha detto il neo-direttore dei Musei Vaticani Antonio Paolucci, in un intervista rilasciata la quotidiano fiorentino La Nazione. Paolucci torna su di un tema che aveva già affrontato precedentemento in occasione della mostra sull' arte ai tempi di Dante presentata alla Galleria dell' Accademia di Firenze. Paolucci prende spunto dalla vivacità culturale, artistica ed economica del periodo indagato dall' esposizione (L' arte a Firenze nell' età di Dante 1250-1300, 1 giugno-29 agosto) per tracciare, sotto questi profili, un quadro storico della città fino ad oggi. «La storia di Firenze è un diagramma sempre in discesa - ha affermato Antonio Paolucci. Il picco è il 1338, perchè succede 'il 1929' del Trecento quando falliscono le grandi banche dei Bardi e dei Peruzzi. Dopo questo collasso finanziario, Firenze non toccherà mai più quel livello, di quando era la Wall Street del mondo. Poi - prosegue Paolucci nel suo excursus - comincia un declino intervallato da recuperi, anche notevoli, come l' età di Lorenzo il Magnifico, l' età del principe Cosimo, l' età dei Lorena.Ma sempre in un trend di sostanziale declino, anche se con dei picchi di ripresa».

Così succede nell' 800, negli anni di Firenze capitale, ha ricordato ancora Paolucci. «Nel ' 900 - continua ancora - i sussulti ed i recuperi si fanno sempre piu' piccoli, come negli anni ' 30 di Pavolini, negli anni ' 50 e ' 60 di La Pira. Ma sono sussulti cosi' piccoli che già a Bologna non si avvertono più». E ora? «Adesso è encefalogramma piatto - ha chiosato Paolucci - ma non mi chiedete come uscirne, non faccio politica»

C'è un fatto che ha provocato questa morte cerebrale della città ?

"Si, l'alluvione del 1966, fu uno tzunami per Firenze, ....l'alluvione ha fatto saltare un intero sistema , ha cancellato una città plurale, Fatta di arte, turismo, metalmeccanici, grandi assicurazioni, artigiani, musei e tantissime attività economiche. Dal 1966 in poi Firenze, diventa quella che i manuali di economia chiamano one company town. ...questa città si regge solo sull'essere una Rimini del Rinascimento"

Cosa che però le ha portato ricchezza tanto da farne la città ideale dove vivere...

"L'unica democrazia che esite sotto il cielo, oggi, è quella dei consumi culturali. Nella Firenze di Pavolini nel 1937, agli Uffizi entravano ogni anno 50 mila persone. Nel 2007 ne sono entrate un milione e mezzo, un aumento di 30 volte. Naturale che produca ricchezza."

Cosa nonostante un declino lungo 7 secoli ci sarà qualche energia che cova sotto la cenere, che scalcia per emergere...

"Ci sono potenzialità importanti, anche se ibernate,. C'è qualche industria di frontiera , come la El.En, che si colloca tra innovazione e sperimentazione. C'è l'Opificio delle Pietre Dure , il massimo al mondo per la scienza della Conservazione. E c'è la Soprintendenza al Polo Museale , la più efficente d'Italia, l'unica che può stare alla pari del Metropolitan di New York . I migliori soprintendenti d'Italia , studiosi dell'arte, anno a formarsi in via della Ninna. Poi ci sono gli istituti culturali e le università straniere..."

Intervista di Pino di Blasio, La Nazione Firenze - 3/01/2009 - Tav. apertura Arch. Domenico Fabbo

 

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