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Uscita nuovi Uffizi - 2016-03 |
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Loggia di Isozaki: pressing Schmidt-Nardella |
7/2/2019 |
"Il sindaco con il direttore degli Uffizi: Bonisoli sblocchi presto la nuova uscita.
Eike Schmidt insiste nella richiesta di realizzare il progetto di Arata Isozaki per la loggia che dovrebbe coprire l’uscita degli Uffizi: si deve fare o altrimenti rimarrà un «buco nero che nessuno vuole» e si «perderanno altri cinque anni» rispetto al programma che vede nel 2024 la fine dei lavori che porteranno ai Nuovi Uffizi con l’ampliamento del museo e i nuovi percorsi di visita.
L’appello ha come destinatario il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli: «Mancano solo le autorizzazioni del ministero» ha specificato il direttore degli Uffizi, sollecitandone una presa di posizione. Dopo aver rilanciato l’urgenza di sbloccare la questione Isozaki, ferma da 20 anni, ieri il manager degli Uffizi è andato a Roma per la presentazione della campagna #iovadoalmuseo che andrà a sostituire, modificare e ampliare il precedente istituto delle domeniche gratuite dell’ex ministro Franceschini. Con questa questione ancora calda sul piatto, si poteva prevedere una risposta o una mossa da parte di Bonisoli. Ma il ministro in quota 5 Stelle non ha voluto dare rassicurazioni, né in un senso né nell’altro. «Il ministro non intende parlarne, almeno per ora» è stata la secca risposta dagli uffici del Collegio Romano. Schmidt e Bonisoli si sono incontrati ma, sostiene il direttore degli Uffizi, non hanno affrontato l’argomento.
Anche il sindaco Dario Nardella, a margine dell’inaugurazione della mostra Gli arazzi medicei della sala dei Duecento , ha ribadito la necessità di dare seguito al concorso vinto 20 anni fa dall’architetto giapponese Arata Isozaki: «Sono da sempre favorevole alla realizzazione della loggia: c’è stato un concorso internazionale e Firenze non può essere sempre la città delle opere non finite». Nardella è preoccupato per l’allungamento dei tempi che un ulteriore rinvio comporterebbe: «Anche a causa di questo cantiere non possiamo interdire il centro storico al passaggio dei mezzi pesanti che entrano ed escono ogni giorno da questa area», prosegue ricordando l’incidente alla colonna del Corridoio Vasariano avvenuto sul lungarno degli Archibusieri a causa di un camion. Anche l’Ordine degli Architetti di Firenze ha confermato la necessità di procedere: «Il completamento dei Nuovi Uffizi sia l’occasione per realizzare la loggia — scrivono in una nota — Vogliamo sperare che questa fase possa fornire l’opportunità di realizzare il progetto». Secondo gli architetti «quel nodo irrisolto ha contribuito a inibire la capacità propositiva della città, la corretta conclusione di questa questione può rappresentare il simbolo di un rinnovato slancio verso il futuro».on fare un'opera, invece che per farla».
Edoardo Semmola
Corriere Fiorentino 27/2/2019
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Loggia: decidiamo insieme |
06/09/2016 |
"LA palla passa ai fiorentini. La decisione di realizzare o meno la loggia delle polemiche di piazza del Grano, progettata dall'archistar giapponese e vincitrice, ormai 18 anni fa, di un concorso internazionale bandito da Palazzo Vecchio e Uffizi, dovrà essere «condivisa anche dalla città». Lo ha detto ieri il ministro dei beni culturali Dario Franceschini, ospite a San Pier Scheraggio della prima edizione degli "Stati generali degli amici dei musei e delle gallerie". «Ne abbiamo parlato con il sindaco. È una scelta talmente importante che dovrà essere condivisa anche dalla città e dagli Uffizi. Presto daremo una risposta », ha spiegato il responsabile del Mibact, dando seguito alle affermazioni del direttore delle Gallerie Eike Schmidt il quale, nei giorni scorsi, aveva auspicato «risposte dal governo » ipotizzando anche, sull'argomento, un referendum cittadino. Proprio Schmidt, dopo l'annuncio di Franceschini, ha ribadito: «Non siamo più negli anni ‘90, quando potevamo discutere se la loggia piacesse o meno. Oggi va presa una decisione ». E ancora: «Quel progetto ha vinto un concorso internazionale e oggi se qualcuno stabilisce che non lo vuole più dovrà spiegare come giustificare i soldi che sono già stati sborsati e anche quelli che dovremmo dare all'architetto nel caso non venisse realizzato». Una cifra, prosegue, «di difficile stima», ma «sarebbe buffo se dovessimo inventarci un fundraising per non fare un'opera, invece che per farla».
Al centro dell'incontro di ieri, che ha chiamato a raccolta una quarantina fra rappresentanti e funzionari di musei italiani e internazionali, oltre a esponenti di banche, associazioni e fondazioni non profit impegnate nel mecenatismo, anche gli esiti dell'Art bonus, il sistema di incentivi fiscali a sostegno delle erogazioni private nella cultura varato nel 2014. Una misura che secondo Franceschini «ha dato grandi risultati» e che adesso, all'indomani del sisma del 24 agosto, il ministro propone, per la prima volta, di estendere «ai beni ecclesiastici colpiti dal terremoto». «Noi — ha detto — vogliamo che questo sia soltanto l'inizio: che nell'abitudine dei cittadini entri il crowdfunding, cioè la piccola donazione per il sostegno al patrimonio della propria città; e, nell'abitudine delle imprese, vogliamo che entri la grande donazione». Sull'Art bonus è intervenuto poi il sindaco Dario Nardella, il quale ha spiegato come a Firenze, dall'entrata in vigore della legge, siano stati raccolti 3,2 milioni di euro: fra i progetti più significativi il restauro del Biancone, pronto a iniziare il prossimo anno grazie a un finanziamento di Ferragamo, e poi «il lungarno Acciaioli, anche questo con Ferragamo, di cui partirà il cantiere non appena finiranno i lavori sul lungarno Torrigiani, e il piazzale Michelangelo con Star Hotel, con il restauro della balaustra ». Sempre Nardella ha svelato di stare preparando, insieme a Franceschini «una vera e propria agenda su Firenze, che tocca tutti i temi che chiamano in causa la collaborazione tra il Comune e lo Stato»: «Dal progetto dei Grandi Uffizi con fondi del Cipe, che ovviamente dovremo discutere col direttore degli Uffizi, alla promozione turistico culturale della città, alle fondazioni lirico sinfoniche, al Maggio musicale, ai fondi, nuovamente del Cipe, per il nuovo auditorium dell'Opera. Abbiamo un'agenda fitta di progetti che cominceranno ad avere una concreta prospettiva già dalle prossime settimane». «Rafforzare il ruolo del mecenatismo a sostegno delle istituzioni culturali e degli Amici dei musei e delle gallerie, coinvolgendo sempre più le comunità e semplificando la burocrazia e accesso agli sgravi fiscali» è intanto l'obiettivo, condiviso, emerso dal forum di ieri, in vista del G7 del 2017"
GAIA RAU
06 settembre 2016 LA REPUBBLICA.
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La
loggia va riattualizzzata |
16/07/2015 |
"Cultura, il progetto di Nardella: "Una Villette in piazza Stazione"
Intervista al sindaco di Firenze. La proposta di riunire tutti i musei scientifici alla Scuola Marescialli liberata. A Gavinana invece lo spazio per il Polo della memoria
Può piacere. O può non piacere. Ad un anno dalla sua elezione, il sindaco Dario Nardella presenta i suoi progetti culturali per Firenze. La sua "visione", come la chiama. Saranno riuniti tutti i musei e le collezioni scientifiche della città, dalla Specola al Planetario fino al museo di medicina, nella scuola dei carabinieri della stazione. Una volta che l'Arma si trasferirà a Castello. C'è il polo della memoria a Gavinana, nell'ex Tre, e quello del design e della moda alla ex Manifattura Tabacchi. Due poli declinati comunque sul registro della contemporaneità. Perché ad un museo d'arte contemporanea in senso tradizionale il sindaco non ci crede proprio. Piuttosto Nardella rilancia con l'idea del Miglio della cultura, un percorso che da piazza Duomo arrivi fino all'Arno, correndo lungo una via del Proconsolo interamente pedonalizzata. Tutte cose che dovrà realizzare Nardella medesimo. Perché la delega della cultura non intende mollarla.
Sindaco Nardella, su Zeffirelli a San Firenze ha cambiato idea?
"Ho una strategia precisa per la città. Qui mi sono formato culturalmente, dall'università al conservatorio. E San Firenze è un pezzo di questa visione. Tocca due temi, spesso poco visibili: quello delle arti dello spettacolo e quello della scienza. Entrambi costitutivi del pensiero umanistico nato a Firenze, perché la 'bottega', intesa come unione di arte e tecnologia, è un simbolo del Rinascimento. Questi due filoni sono però oscurati dalle arti visive".
E lei intende recuperarle?
"Uffizi, Accademia, Palazzo Vecchio: sono queste le prime cose che ti viene in mente quando pensi a Firenze. Ma se vogliamo costruire un'offerta culturale più articolata, anche come risposta alla congestione turistica del quadrilatero romano, credo sia arrivato il momento di una visione unitaria delle nostre matrici storiche".
Che intende fare?
"Anzitutto usare la cultura come chiave di riqualificazione urbana e dei quartieri. Il rammendo delle città, come dice Renzo Piano. Ma non lo fai solo con le costruzioni, lo fai con i contenuti. Penso per esempio alla centrale ex Fiat di Novoli, dove vogliamo portare un grande progetto per i bambini".
Riusare i grandi contenitori.
"Appunto, si tratta di incrociare una vocazione plurale con la riqualificazione dei luoghi. Partiamo dalle arti dello spettacolo. Perché abbiamo previsto Zeffirelli in San Firenze?".
In effetti ce lo domandiamo.
"Perché a San Firenze vedo uno dei luoghi dedicati alle 'performing art'. Non si tratta di fare il mausoleo di Zeffirelli ma del primo passo di un Centro internazionale delle arti di Firenze: danza, cinema, teatro. A proposito di cinema ho parlato con Ron Howard, il regista mi ha chiesto perché Firenze non eccelle più nella produzione cinematografica. E io gli ho chiesto una mano. La mia idea è realizzare a San Firenze un politecnico delle arti, con la scuola di teatro della Pergola - ne ho già parlato con Favino - e poi laboratori di teatro, cinema, danza. Anche con la Scuola di musica di Fiesole".
C'è un modello a cui si ispira?
"Non c'è un luogo del genere in Italia che tenga insieme formazione, laboratori e anche fruizione. Questa dev'essere San Firenze, un luogo attivo dalla mattina alla sera. Una parte del Miglio della cultura, da piazza Duomo fino all'Arno, lungo via del Proconsolo".
Il Miglio della cultura?
"È un percorso straordinario: partendo dall'Opera del Duomo, che sarà completata dopo l'estate, s'incontra sulla sinistra il museo di antropologia, a destra la Badia Fiorentina, quindi il Bargello. Poi ancora a destra Palazzo dei Gondi, a sinistra San Firenze. Quindi Palazzo Vecchio e i Grandi Uffizi. Il Capitol, il museo di Galileo e la Camera di Commercio. Tutto questo deve essere considerato un 'unicum'. Da valorizzare con la pedonalizzazione. Entro giugno 2016 saranno fuori anche le bancarelle: San Firenze è un anfiteatro naturale".
La Loggia di Isozaki non c'è?
"A distanza di 20 anni troverei giusto riattualizzarla, anche in considerazione della vocazione del Capitol. Su questo e sulla Camera di Commercio c'è una piena sintonia con il presidente Bassilichi. Abbiamo l'idea di riqualificare piazza dè Giudici, togliendo le auto, in collaborazione con la sovrintendenza".
Ma il Miglio della cultura in fondo già c'è.
M.C. CARRATU', E. FERRARA, M. VANNI, S, BERTUCCELLI
16 luglio 2015 LA REPUBBLICA - FIRENZE
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La
loggia va fatta, appello O.A. |
14/01/2013 |
"LA
LOGGIA di Isozaki potrebbe essere il simbolo del recupero del
centro storico di Firenze. Ma bisognerebbe farla, altrimenti diventa,
come ormai sta accadendo, il simbolo del mancato recupero. L'Ordine
degli architetti di Firenze lancia un appello alle istituzioni:
«Che fine ha fatto la Loggia di Isozaki? Facciamola. Non possiamo
più aspettare. Da lì parte la credibilità del recupero degli spazi
vuoti della città, a cominciare dal tratto che va da San Firenze
a piazza dei Giudici». Spiegano che se si lascia marcire il progetto
vinto con regolare concorso ormai da 15 anni dall'archistar giapponese
Arata Isozaki, non si dà nessuna fiducia quando si parla di qualsiasi
altro progetto. La Loggia, che dovrebbe sorgere sul retro degli
Uffizi in piazza del Grano, uccisa ai tempi dall'ostracismo dell'allora
sottosegretario ai beni culturali, Vittorio Sgarbi, e poi sballottata
di polemiche in polemiche, di si fa e non si fa, di si fa e si
rimanda, non la si è mai vista. Gli architetti dicono: «Decidetevi».
Lo fanno durante uno degli incontri sulla «Firenze che sarà» organizzati
per parlare del futuro. Il futuro che rischia di annegare travolto
dal passato, protestano gli architetti che si rivolgono anche
al nuovo ministro ai beni culturali, Massimo Bray. La Loggia,
secondo loro, è simbolo della «credibilità di Firenze ma anche
dell'Italia». E è uno spreco urbanistico proprio nel «crocevia
dello sviluppo del tratto San Firenze, piazza del Grano, piazza
dei Giudici». Uno snodo che potrebbe invece connettere il più
importante museo della città con il resto di Firenze. Recuperando
un'area del centro ancora vissuta come un «retro» e affollata
di ex: ex Capitol, ex tribunale. Troppi ex che invece potrebbero
invertire una tendenza «liberando verso la città l'enorme potenziale
attrattivo esercitabile da un museo al passo con i tempi». Troppo
semplicistico risolvere con una strada pedonale, dicono ancora,
lì ci vogliono spazi pubblici di relazioni, botteghe, scuole,
luoghi che consegnino la città ai cittadini e non solo ai turisti.
L'Ordine si ribella all'immobilismo. E alcuni dei suoi membri
si ribellano all'Ordine che accusano di decidere in modo verticistico
senza consultare la base degli iscritti. Firmano la protesta in
sette: Susanna Botti, Lorenzo Biagioli, Giuseppe Santarelli, Biagio
Filippi, Francesco Biasci, Silvia Angotti, Giovanna Giuntini.
Si riferiscono al parere dell'Ordine sulla bozza di revisione
della legge di urbanistica regionale 1/2005 che dicono di avere
appreso solo da un comunicato stampa del 28 marzo scorso, apparso
su Repubblica. «Ci chiediamo quali siano le procedure di comunicazione
dell'Ordine». Quanto al merito, non approvano il fatto che l'Ordine
abbia detto di temere che la Toscana «diventi un territorio-museo:
lo sviluppo della nostra regione potrebbe stopparsi, frenando
gli investimenti sia pubblici che privati». Un attivismo che preoccupa
i dissidenti i quali pensano che prima l'Ordine avrebbe dovuto
chiedere di «verificare il concetto di trasformazione del territorio,
di individuare i limiti tra città e campagna e di elencare gli
interventi possibilio no nelle varie realtà territoriali». Insomma
delle regole quadro e dei criteri guida che secondo Angotti sono
necessari «in un territorio delicato come quello toscano», Prima
di dare giudizi, è la conclusione, «l'Ordine dovrebbe organizzare
dei seminari tematici approfondimento condivisi da tutti».
ILARIA
CIUTI - 18 maggio 2013 la Repubblica - Firenze
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La
loggia si farà |
14/01/2011 |
"SCOMPARSO
da tempo dal cronoprogramma dei Nuovi Uffizi, e prima ancora dalle
dispute tra fiorentini, rispunta il progetto della Loggia Isozaki
per l' uscita degli Uffizi. «Le parti si impegnano ad individuare
le soluzioni atte alla realizzazione della Loggia Isozaki» si
legge al terzo punto dell' accordo siglato ieri a Palazzo Chigi.
Tocca poi al direttore generale dei Beni culturali Roberto Cecchi
chiarire che «la facciata degli Uffizi su
piazza del Grano così com' è non può restare e, anche se la questione
divide la città, si deve ragionare insieme per trovare le soluzioni
per realizzarla». Dello stesso avviso anche il sottosegretario
alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Punto e a capo quindi.
Anche se il progetto esecutivo è fermo nei cassetti dal 2008.
«Si ripropone la discussione, superando gli schematismi tra favorevoli
e contrari» auspica la soprintendente Cristina Acidini. E ben
contento della svolta è Andrea Maffei, partner italiano dell'
architetto giapponese che si vinse il concorso internazionale
nel 1998. «Al ministero hanno il progetto esecutivo pronto per
essere appaltato oggi stesso. Ci auguriamo che parta al più presto»
afferma Maffei, ricordando chea settembre scorso ne ha discusso
con il sindaco Matteo Renzi, «assolutamente favorevole alla sua
realizzazione». Si riaccende il confronto, ma chissà quando partiranno
davvero i lavori della loggia in pietra serena: non rientra nei
due lotti di interventi programmati ai Nuovi Uffizi. Se mai sarà
oggetto di un terzo lotto, «2 anni di lavori per un impegno finanziario
di 6 milioni e mezzo» precisa Maffei. Infine, altro punto dell'
accordo, dal 17 febbraio, compleanno dell' Elettrice Palatina,
decolla la card Firenze, con la possibilità di visitare 33 musei
statali e comunali. Durata 72 ore, prezzo 50 euro, trasporti compresi.
Gli introiti andranno a Palazzo Vecchio, che restituirà a musei
statali e Ataf le quote utilizzate dal turista. In teoria, il
Comune potrebbe persino rimetterci, nel caso di un visitatore
che faccia un uso intensivo della card.
MARA
AMOREVOLI - 14 gennaio 2011 la Repubblica - Firenze
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Renzi
ripropone il progetto isozaki |
02/07/2009 |
"Il
sindaco Renzi ripropone il progetto dell’architetto Isozaki. Ci
attiveremo per fermare lo scempio del centro". E’ quanto annunciano
il consigliere Francesco Torselli e il consigliere al Quartiere
3 Paolo Poli. "Durante la prima giornata di ricevimento dei cittadini
– hanno aggiunto – il sindaco ha riproposto il progetto Isozaki
per l'uscita degli Uffizi in piazza del Grano che già negli anni
scorsi abbiamo osteggiato e combattuto col supporto di moltissimi
cittadini di Firenze. L’architetto giapponese vorrebbe realizzare
una pensilina in acciaio, rivestita in pietra, per coprire interamente
l'uscita del museo su Piazza del Grano. Una scelta che, se attuata,
rovinerà in maniera permanente quella porzione di centro storico
tra gli Uffizi e Palazzo Vecchio. Già nel 2001, quando il progetto
venne approvato, nacque il comitato 'A Firenze chi ha cattivo
gusto è un genio', comitato che raccolse l'adesione di centinaia
e centinaia di cittadini"
Giovedì 2 luglio 2009
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Cantiere
Nuovi Uffizi |
09/01/2008 |
"Era
inevitabile. Prima o poi doveva succedere. Per il cantiere dei
Nuovi Uffizi è giunta l’ora del primo vero, corposo ritardo. Non
di settimane, ma di mesi. Forse addirittura unanno. Tutto è scaturito
dalla volontà della soprintendente speciale per il Polo museale
fiorentino Cristina Acidini che, d’intesa con il direttore della
Galleria degli Uffizi, Antonio Natali e con i suoi collaboratori,
ha dato un «ritocco» al progetto per la realizzazione dei Nuovi
Uffizi. La decisione - «pensata» tra luglio e agosto, ma formalizzata
solo a novembre - riguarda l’area degli
Uffizi al primo piano sotto la Biblioteca Magliabechiana
che invece di essere destinata ai laboratori restauri della Galleria,
diverrà un nuovo spazio espositivo di circa 600 metri quadrati
che ospiterà le mostre temporanee. Fino a questo momento questa
decisione è già costata due mesi di stop al cantiere, ai quali
andranno aggiunti i mesi che occorreranno per riprogettare tutta
l’area. Ad affermarlo, non senza una punta di preoccupazione,
è l’architetto Giorgio Pappagallo, direttore dei lavori per i
Nuovi Uffizi: «L’area sotto la Biblioteca Magliabechiana era stata
pensata per ospitare i laboratori di restauro ed altri servizi.
Il cambiamento comporterà una modifica sostanziale
della destinazione d’uso dell’area, che si tradurrà in mesi di
lavoro per la progettazione architettonica, per quella strutturale
e per quella impiantistica. E allo stato attuale non è
prevedibile il tempo che occorrerà per far ripartire il cantiere.
Che nel frattempo resta fermo, perché non vogliamo costruire cose
che poi andranno demolite. Il nuovo progetto -ha proseguito Pappagallo
- dovrà rispettare anche il coordinamento dell’associazionedelle
aree, perché era stato previsto un cronoprogramma dei lavori per
non avere momenti di pausa. I cantieri, a causa dell’effetto "domino"
che causerà questo ritocco al progetto generale dei Nuovi Uffizi,
invece di chiudersi alla fine del 2010 come previsto, potrebbero
protrarsi fino a metà se non addirittura alla fine del 2011. Questo
comporterà - ha aggiunto l’architetto - anche delle spese in più
per l’adeguamento dei progetti; non sappiamo ancora se causerà
dei costi dei lavori veri e propri. Da sottolineare
che il nuovo spazio espositivo che nascerà sotto la Biblioteca
Magliabechiana dovrà rispondere ad alcune esigenze, la prima delle
quali è l’integrazione nel percorso museale della Galleria degli
Uffizi». Secondo l’iniziale progetto esecutivo dei Nuovi
Uffizi «nel corpo di fabbrica Magliabechiano, nei due piani sottostanti
la biblioteca, troveranno sede, oltre al portierato e all’accesso
del personale interno, i laboratori per il restauro dei dipinti
e delle opere d’arte su carta, la legatoria e le strutture finalizzate
ai movimenti delle opere d’arte in occasione di mostre». Invece
cambierà tutto. Fatta salva la permanenza al piano terra di alcuni
laboratori di restauro, al primo piano troverà spazio una vera
e propria «galleria nella Galleria», per dar spazio alle mostre
temporanee, linfa vitale degli Uffizi e, come detto, sicura fonte
di introiti. A farne le spese, si fa per dire, saranno i laboratori
restauri che saranno spostati nell’area attualmente occupata dagli
uffici amministrativi, al primo piano dell’ala est. Estate 2009:
tocca a Botticelli - Inizialmente prevista per il 2008, la «trasformazione
» della Sala di Botticelli della Galleria degli Uffizi avverrà
non prima di metà 2009. Ad affermarlo è ancora l’architetto Pappagallo
che, per il momento, dice di non preoccuparsene. La sala, infatti,
è una di quelle che subirà le trasformazioni più radicali: verrà
divisa in due ed è previsto anche un nuovo soffitto e, tra le
capriate, dei pozzi che lasciano filtrare una luce diffusa. La
sala presenterà anche nuove soluzioni di allestimento riguardanti
la struttura e il colore delle pareti d’esposizione (che dovrebbero
essere azzurro pallido, colore ricavato da alcuni dei più famosi
dipinti dell’artista fiorentino), gli elementi di supporto per
le opere, i dissuasori e le protezioni, le colonne tecnologiche
per segnalatori e impianti. Da segnalare che nel nuovo controsoffitto
saranno ospitati tutti gli impianti e i percorsi d’ispezione.
Per la realizzazione della nuova Sala di Botticelli occorrerà
un anno circa."
"La
loggi di Isozaki verso l'ok della Soprintendenza Loggia Isozaki...
avanti tutta. Esattamente due mesi fa, nell’ufficio della soprintendente
per i beni architettonici, Paola Grifoni, era giunto il plico
contenente il «progetto esecutivo » per la realizzazione della
copertura all’uscita degli Uffizi. La consegna avvenne in extremis,
mentre la soprintendente disse che da quel momento scattavano
i novanta giorni utili per verificare che le modifiche richieste
dalla soprintendenza fiorentina fossero state effettivamente recepite
dall’architetto giapponese. E altrettanto effettivamente apportate
sul progetto. La fase di verifica si sta chiudendo proprio in
queste ore ma ieri Paola Grifoni ha già anticipato che non ci
sono problemi e che il progetto recapitatole da Arata Isozaki
è tutto a posto: «Devo fare ancora dei controlli per quanto riguarda
i dati relativi alla statica - ha detto la soprintendente - ma
tutto il materiale sembrerebbe in ordine». Una sola frase, scarna,
che di fatto avvicina la possibilità che all’uscita della Galleria
degli Uffizi, in piazza del Grano, prima o poi venga costruita
la tanto discussa loggia di copertura. Come si ricorderà, una
notevole accelerata alla vicenda si era avuta nell’agosto del
2007 quando la soprintendente Grifoni aveva ricevuto il «progetto
definitivo » della loggia. Rispedito a Isozaki con la richiesta
di alcune modifiche, e da questo trasformato in «progetto esecutivo»,
sarebbe poi servito per bandire la gara d’appalto e per consegnarlo
nelle mani dei responsabili dell’impresa incaricata di realizzare
l’opera. Tuttavia l’affidamento del lavoro alla ditta vincitrice
dell’appalto, non significherà assolutamente l’inizio della costruzione
della Loggia perché questa potrà avvenire solo quando sarà smontata
la gru in piazza del grano. In tal senso alcuni mesi fa la stessa
soprintendente Grifoni aveva ammesso di aver studiato il modo
per spostare il carico di lavoro sulla gru del piazzale degli
Uffizi, sì da ottenere il risultato di poter smontare la prima
nella seconda metà del 2009, con circa 12/18 mesi di anticipo
sulla data prevista di fine lavori, fissata nell’autunno del 2010.
La decisione di trasformare l’area sotto la biblioteca Magliabechiana
in zona per le esposizioni temporanee, invece che destinarla ai
laboratori restauro, causerà un notevole ritardo dei lavori nell’intero
cantiere, che secondo il direttore, Giorgio Pappagallo, potrebbe
arrivare addirittura a un anno. Questo porterà, di conseguenza,
anche un ritardo nella costruzione della loggia Isozaki, lasciando
spazio alle polemiche, per altro mai sopite, almeno fino alla
fine del 2010. Se non oltre... dini"
Giornale della Toscana, 9 gennaio 2008
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La
rivincita di Isozaki |
10/11/2007 |
"Sarà
così come la vediamo nelle foto. Stesse proporzioni, illuminazione,
altezza e disegno del progetto originario del 1998. E´ la rivincita
dell´architetto Arata Isozaki. La Loggia per l´uscita degli Uffizi
si farà e si farà com´era. Il progetto esecutivo è stato consegnato
alla soprintendenza ai monumenti di Palazzo Pitti mercoledì scorso.
«Avrò 90 giorni di tempo per fare le mie valutazioni - osserva
al soprintendente Paola Grifoni - quindi partiranno i lavori.
Anzi, cercherò di farle prima, ma di fatto avrò a mia disposizione
i tre mesi previsti dalle norme». Il progetto esecutivo delinea
tutti i passaggi tecnici relativi alla realizzazione della loggia
che si differenzia dal primo disegno solo per «piccoli aggiustamenti
e definizioni progettuali» spiega poi Andrea Maffei, responsabile
dello studio Isozaki a Milano, che ha inviato le immagini della
struttura del plastico aggiornato al disegno finale. Anche l´altezza
della copertura resta quella a suo tempo contestata: 23,6 metri
dal livello di via Castellani. E restano identici anche i materiali:
la loggia sarà in acciaio rivestito di pietra serena extradura,
stessi materiali per le travi che conterranno lunghe liste di
vetro per assicurare leggerezza e trasparenza alla parte superiore.
Inoltre è stata particolarmente curata l´illuminazione della piazza:
«Sarà molto soft e integrerà il nuovo intervento in tutto il contesto
- aggiunge Maffei - Abbiamo curato anche le luci per le statue
che saranno collocate sotto la loggia». Sculture antiche o nuove?
Chissà. Ancora è prematuro parlarne. Spetterà alla direzione della
Galleria degli Uffizi decidere se esporre alcune statue dalle
antiche collezioni archeologiche dei Medici o affidare a nuova
committenza opere d´arte contemporanea. E gli aggiustamenti minimi
della struttura cosa riguardano? «Per rispettare i reperti archeologici
del sottosuolo, i pilastri poggeranno su una struttura che salvaguarda
l´antico percorso delle mura - spiega Maffei - Ad esempio, sotto
la rampa di accesso ci sarà un cunicolo che permetterà ad esperti
e studiosi di scendere con delle scalette per visitare i reperti».
Ora che il progetto esecutivo è pronto e si prevede un iter tutto
in discesa, quando inizieranno i lavori? « A primavera del prossimo
anno - assicura la soprintendente Grifoni - contestualmente al
secondo lotto del cantiere dei Nuovi uffizi. Con l´impresa stiamo
aggiustando il cronoprogramma dei lavori per permettere l´adeguamento
degli interventi nei sotterranei». Quindi se non ci saranno intoppi,
la loggia potrà essere pronta nel giro di due, massimo tre anni.
E si chiuderà definitivamente la lunga querelle ha accompagnato
tutta la vicenda.
Mara
Amorevoli - La Repubblica - 10/11/2007
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Nuovi
Uffizi, lavori via web |
7/6/2007 |
"Il
sito Intenret presentato dalla soprintendente ai beni architettonici
di Firenze, Paola Grifoni. Sei cantieri verticali per triplicare
gli spazi del museo sull'Arno I cantieri dei Nuovi Uffizi da 49
milioni di euro, la cui progettazione è per metà sponsorizzata
da Benetton (1,5 miliardi) in accordo con il comune, sono da ieri
sul web. L'occhio della telecamere digitale documenterà su
Internet, in tempo reale, minuto per minuto, lo stato di avanzamento
dei lavori di ampliamento, attesi da oltre vent'anni, del museo
più importante del mondo che nel 2011 avrà quasi triplicato (da
5.400 a12 mila mq) gli spazi in riva all'Arno. E, conterà la nuova
uscita sul retro del Loggiato degli Uffizi, in piazza del Grano,
dove verrà realizzata la Loggia progettata da Arata Isozaki,
vincitore del concorso internazionale con il progetto, che è il
contraltare della Loggia de' Lanzi, duramente contestato anni
fa da Vittorio Sgarbi, sottosegretario ai beni culturali nel primo
anno del governo Berlusconi. Progetto per il quale non sono state
apportate modifiche e la cui realizzazione non è più in discussione.
La soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio
delle province di Firenze, Pistoia e Prato, diretta da Paola
Grifoni sta per validare, entro giugno, il progetto definitivo
di Arata Izozaki per la Loggia di piazza del Grano sotto la
quale si aprirà la nuova uscita dei Nuovi Uffizi, nome che ha
sostituito il vecchio progetto ´Gradi Uffizi'. Poi, lo studio
dell'architetto giapponese entro settembre dovrà presentare
il progetto esecutivo per l'opera che costerà circa 6,5 miliardi,
metà dei quali finanziati dal ministero dei beni culturali e il
resto da trovare sul mercato dei capitali privati. L'iniziativa
del sito www. nuoviuffizi.it è stata presentata ieri a Firenze
dalla soprintendete Paola Grifoni, che, come responsabile del
procedimento, gestisce i lavori dei Nuovi Uffizi, divisi in sei
cantieri verticali che lavorano in contemporanea e la cui direzione
è affidata a Giorgio Pappagallo. Il museo non chiuderà mai per
tutta la durata dei lavori, quattro anni e mezzo. I lavori, partiti
a giugno 2006, serviranno a realizzazione, in particolare, due
corpi di impianti con gli ascensori e due scaloni d'accesso collocati
all'interno del museo nelle due ali di levante e di ponente del
Loggiato, in aree interne al museo ritenute non di particolare
pregio, secondo quanto ha raccontato la soprintendente Grifoni.
Inoltre, il progetto prevede la riorganizzazione musegrafica e
museologica, con il rifacimento di alcune sale, come quella del
Botticelli secondo il progetto di Natalini che introdurrà un miglior
sistema di climatizzazione e di sicurezza. In particolare, la
sala sarà divisa in due per nascondere gli impianti e avrà un
controsoffitto semitrasparente. Avrà pareti azzurre, e il cotto
del pavimento sarà sostituito da marmo e pietra serena, come richiesto
dalla precedente guida della soprintendenza ma che ha suscitato
un coro di no. In una città dove nulla si può toccare senza suscitare
polemiche a livello planetario, le critiche sono arrivate preventive.
E la soprintendenza risponde con Internet. ´Abbiamo deciso di
documentare tutti i lavori dei cantieri sul web perchè quello
dei Nuovi Uffizi è uno dei cantieri più importanti a livello europeo',
ha spiegato Paola Grifoni ´e vogliamo dare conto dei criteri progettuali
e di come procedono i lavori e documentarne le varie fasi, soprattutto
per il recupero delle pitture murarie'. I Nuovi Uffizi si estenderanno
nei locali dell'ex Magliabechiana, nel palazzo dei Veleti, in
via dei Castellani e nell'ex archivio di stato vuoto da vent'anni.
Gli interventi riguarderanno i collegamenti verticali per regolarizzare
i flussi dei visitatori, con le scale e i corpi ascensori, gli
impianti di climatizzazione e di sicurezza. Il progetto dei Nuovi
Uffizi è dello studio Sinter e Chimenti, con la consulenza delle
parti progettuali nuove di Adolfo Natalini, e illuminazione Piero
Castiglioni. Gli scaloni vengono posizionati nell'area di San
Pier Scheraggio. Gli uffici della direzione e della soprintendenza
verranno trasferiti liberando altri spazi. La gara da 49 milioni
è stata aggiudicata a marzo, con un ribasso del 43,78%, al consorzio
cooperative costruzioni, in cordata con Piacenti, Laura Lucioli,
P.T. Color, Rangoni, Cellini.
Simonetta
Scarane ItaliaOggi - 6/6/2007
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OK
DI RUTELLI, SARÀ ULTIMATA NEL 2010 |
29/3/2007 |
"Franco
Zeffìrelli la chiama "sgabellone". Vittorio Sgarbi "rete da materasso".
Oriana Fallaci minacciò addirittura di incatenarsi alle impalcature
pur di impedirne la costruzione. Perfino Mina è intervenuta per
dire il suo no. Insomma la Loggia progettata da Arata Isozaki
per l'uscita degli Uffizi su piazza del Grano, "pensilina" per
chi la aborre, in otto anni di telenovela ha incassato contumelie
da uno schieramento composito quanto vasto di detrattori (e anche
altrettanti consensi, a dir la verità). Ora, dopo un infinito
tira e molla, pare che il progetto andrà in porto -
entro il 2010, con sette anni di ritardo - visto il via libera
dato dal ministro Rutelli all'inizio dell'anno. E ovviamente il
fronte del no ritorna in pista. La storia inizia nel 1998, quando
il comune di Firenze lancia la gara a inviti che l'architetto
giapponese si aggiudicherà nel marzo successivo. La firma del
contratto tra lo studiò Isozaki e il ministero dei Beni culturali,
allora guidato da Giovanna Melandri, è del febbraio 2001 con l'impegno
a realizzare l'opera entro il 2003: sette milioni di euro il compenso,
con una penale del 25 per cento per "incarico interrotto" che
ancora non è chiaro chi dovrà pagare. Come si sa, Melandri non
potè verificare di persona la realizzazione della Loggia, visto
che dopo pochi mesi, causa tracollo elettorale, le successe Giuliano
Urbani. E proprio il ministro azzurro, dopo le incursioni del
suo sottosegretario Sgarbi, bloccò il progetto prendendo a pretesto
alcuni ritrovamenti archeologici. Ora Rutelli rimette in pista
il progetto giapponese. Paolo Amato, senatore di Forza Italia
e strenuo oppositore della Loggia, già noto alle cronache per
essersi incatenato per protestare contro il volo a Tokyo dell'Annunciazione
di Leonardo, ha rivolto un'interrogazione proprio al ministro
Rutelli: almeno chieda il parere del Consiglio superiore dei
Beni culturali, è il suo invito. L'organo diretto da Salvatore
Settis, infatti, finora ha osservato un rigoroso silenzio. La
telenovela non è finita".
Francesco
Ingravaldo Cronache - L’Indipendente, 29-03-2007
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"No
a Isozaki, sentiamo la città" |
24/3/2007 |
"No
a Isozaki, sentiamo la città" Un Forum tra i cittadini per ridiscutere
la pensilina di Isozaki, con la certezza, dicono, che verrebbe
affossata. Riesplode la polemica sul progetto dell'architetto
giapponese con il gruppo consiliare di Forza Italia che torna
all'attacco criticando l'attuale amministrazione, quella responsabile
del concorso e il ministro per i Beni culturali Rutelli che avrebbe
reinserito la loggia nei lavori del primo lotto per i Nuovi Uffizi.
"Non capisco - dice il capogruppo Paolo Amato, che presenterà
un'interrogazione al Senato - perché ilComitato superiore per
i Beni culturali e paesaggistici con a capo Salvatore Settis non
si esprima su questo progetto. Rutelli continua a prendere decisioni
da solo, noi politicamente, ci battere-mo:contro la realizzazione
di questa bruttura" - rincara Amato, chiedendo che possano esprimersi
i cittadini, magari attravèrso un Forum, certo che la pensilina
finirebbe per essere bocciata. Contro il progetto di Isozaki si
schiera anche un altro consigliere di Forza Italia, Enrico Bosi,
ripercorrendo a ritroso la storia del concorso "molto discutibile,
a inviti, a cui parteciparono solo architetti che progettavano
interni di musei e non esterni". In Palazzo Vecchio Forza Italia
presenterà una mozione affinché l'intero progetto venga ridiscusso
da capo, in modo da evitare, spiegano, "una pensilina della Stazione-bis,
diventata un raccogli sudicio e che infatti hanno deciso di smontare".
Ale.
Bart. Corriere di Firenze - sabato 24 03 2007
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Dopo 6 anni di polemiche vince Isozaki |
21/3/2007 |
"Con
un ritardo di sei anni, rispetto all´approvazione del progetto
preliminare firmato nel 2001 dal soprintendente ai monumenti di
allora, Mario Lolli Ghetti, i primi di maggio sarà consegnato
il progetto definitivo della struttura. «Che resta assolutamente
uguale a quella progettata a suo tempo» dichiara l´attuale soprintendente
ai monumenti Paola Grifoni. Fronte della copertura su via Castellani
largo 29,95 metri e alto 23,61 metri, che si riduce sulla facciata
dell´uscita degli Uffizi a 14,55 metri di larghezza con un altezza
di 19,50 metri. Una superficie irregolare, trapezoidale, che si
apre a raggiera verso l´ex cinema Capitol. Dal 1 febbraio di quest´anno
- data della ripresa dello studio per approntare gli ultimi passaggi
del progetto - negli uffici tecnici della soprintendenza si sono
tenuti vari incontri tra i funzionari e i responsabili italiani
dell´architetto Isozaki per definire tutti i particolari della
loggia: verifiche di appoggio dei quattro pilastri e misure. Si
riparte, aspettando il progetto esecutivo, ultimo vero passaggio
per avviare la realizzazione della contestata struttura, vittima
di rinvii e furiose polemiche nella storia della città. E se il
2003 doveva essere la data di inaugurazione, secondo il cronoprogramma
dei Nuovi Uffizi presentato nel 2000 dall´allora ministro dei
Beni culturali Giovanna Melandri, quanto dovremo ancora aspettare
per vedere la loggia Isozaki pronta? «Stiamo lavorando non solo
per definire gli ultimi particolari della copertura, ma anche
per inserire il cantiere e l´appalto in contemporanea agli altri
interventi degli Uffizi sul lato di piazza del Grano - precisa
la soprintendente Grifoni - In definitiva l´appuntamento per tutti
i Nuovi Uffizi resta fissato al 2010». La loggia non sarà quindi
un lotto di lavori separato, ma contestuale agli altri interventi
per realizzare i collegamenti degli ascensori e delle scale sul
lato di levante della Galleria. Una razionalizzazione del cantiere
che prevede tra l´altro lo smontaggio della gru su piazza del
Grano, per edificare i pilastri di sostegno della copertura sulla
rampa. Nessuna variante, o arretramento o riduzione delle altezze:
la struttura riprende il suo posto com´era stata ideata. Pensata
da Isozaki come il prolungamento ideale della Loggia dei Lanzi,
un´ulteriore piazza coperta, un passaggio di comunicazione, di
transito dei visitatori in uscita dal museo, di sosta per i fiorentini
che ospiterà sotto al lucernario trasparente alcune sculture antiche.
Un pezzo di museo all´aperto come la Loggia dei Lanzi, appunto.
«Con l´unica novità di una soluzione tecnica per l´appoggio del
pilastro anteriore sul lato della Biblioteca Magliabechiana -
aggiunge Grifoni - Nel sottosuolo c´è un tratto dell´antica cerchia
muraria, e stiamo pensando di far cadere il pilastro su una sorta
di sella o ponte metallico che scavalca il reperto, che resterà
così visibile con accesso attraverso un cavedio». Tutto qui. I
famosi reperti archeologici, ritenuti nel 2004 dal ministro dei
Beni culturali Giuliano Urbani, di «fondamentale importanza» per
la storia della Firenze medievale, restano schedati, fotografati
e ben sepolti al loro posto sotto al selciato della piazza. E
non modificano in nulla le misure della loggia. E si archivia
anche il polverone mediatico scatenato da Vittorio Sgarbi, ex
sottosegretario del ministro Urbani dal 2001 al 2002, che bocciò
categoricamente la struttura a travi longitudinali giudicandola
a più riprese «un orrore», «una rete da materasso», «una scatola
di sardine». Una serie di note a cui l´architetto Arata Isozaki
non ha mai risposto, scegliendo un atteggiamento di silenziosa
attesa che oggi sembra dargli ragione, secondo la migliore tradizione
orientale dell´osservare gli eventi con distacco. Ed è con lo
stesso diplomatico riserbo che non ha mai risposto allo stop definitivo
dato al suo progetto da Urbani a ottobre del 2004 con una lettera
la sindaco Leonardo Domenici, al soprintendente Antonio Valentino
(nel dicembre del 2002, quando Sgarbi infiammava la rivolta) che
gli chiedeva di ridurre vistosamente le dimensioni della loggia
fino a farne una pensilina; non ha risposto al montare delle polemiche,
mostrandosi al contrario disponibile a trattare ma non a modificare
il suo progetto. Finché il nuovo ministro Francesco Rutelli a
novembre dello scorso anno non ha dato una svolta decisiva alla
vicenda, rimettendola in marcia.
"
MARA AMOREVOLI MERCOLEDÌ, 21 MARZO 2007 - LA REPUBBLICA - Firenze
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Isozaki, la Loggia si farà |
12/12/2006 |
"Isozaki,
via libera del Comune. Si farà la pensilina degli Uffizi.
Il
progetto di Arata Isozaki per l'uscita dei Nuovi Uffizi si farà
e l'architetto Jean Nouvel è già stato convocato dall'assessore
all'urbanistica Gianni Biagi, come del resto i proprietari dell'area
per riprendere il lavoro nell'area ex Fiat di viale Belfiore.
L'amministrazione comunale non è d'accordo sulla rescissione del
contratto e in ogni caso il Piano di recupero prevede che ogni
modifica significativa debba essere esaminata dal consiglio comunale.
Il progetto deve essere realizzato così com'è. L'assessore all'urbanistica
Gianni Biagi non usa mezzi termini in consiglio comunale a proposito
della querelle aperta dai Verdi sulla fuga degli architetti dalla
città. «L'amministrazione — conclude — ha tutti gli strumenti
per intervenire a garanzia della realizzazione di quel progetto
che, ci ha tenuto a ricordarlo, «ha garantito poco meno di 7 milioni
di euro alle casse del Comune e 97 alloggi in affitto convenzionato
e calmierato per 10 anni (alloggi in costruzione in via Toscanini
e disponibili dalla prossima estate)». Ma la novità resta Isozaki.
«Nei giorni scorsi si è svolta una riunione delle amministrazioni
culturali toscane e del ministero dei beni culturali alla quale
ho rappresentato il Comune — ha spiegato Biagi — e in questa seda
è stato deciso di procedere con la progettazione esecutiva prima
e la realizzazione poi dell' uscita degli Uffizi in piazza Castellani
ideata da Arata Isozaki». Non solo, è stato deciso di dare corso
immediato alla redazione del progetto definitivo ed esecutivo
del progetto Isozaki che dovrà concludersi in circa sei mesi.
«A questo punto — ha concluso l'assessore — aspettiamo fiduciosi
la ripresa del progetto esecutivo da parte dell'architetto giapponese».
Ci sono voluti nove anni per chiudere la lunga stagione di polemiche
cui dette il via l'allora sottosegretario ai Beni Culturali, Vittorio
Sgarbi, A rallentare ancora l'intera vicenda anche una campagna
di scavi in piazza Castellani che ha portato alla luce reperti
archeologici, identificati come un probabile pezze della prima
cerchia delle mura. E sotto stallo era finito anche il progetto
esecutivo dei "Nuovi Uffizi" per la riorganizzazione e l'ampliamento
del museo, a causa della difficoltà del Ministero a reperire i
fondi necessari. La svolta nel febbraio 2003 quando Domenici e
il ministro per i Beni Culturali Giuliano Urbani sottoscrissero
un accordo per sbloccare la situazione. Nell'aprile 2005 Isozaki,
il ministero e il Comune hanno siglato un accordo per una nuova
ipotesi progettuale dell'uscita dei Nuovi Uffizi «che comprenda
e valorizzi il tessuto archeologico venuto alla luce in seguito
agli scavi. E, dopo la conferma da parte del vicepremier e ministro
ai beni culturali Francesco Rutelli in occasione della consegna
dei lavori dei Nuovi Uffizi nel giugno scorso, ora c'è anche il
via libera alla progettazione esecutiva dell'uscita da parte di
Isozaki. "
Pa.K. La Nazione, 12/12/2006
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"passeggiata archeologica" |
14/4/2005 |
"Passeggiata
pomeridiana tra gli scavi archeologici degli Uffizi per l'architetto
giapponese Arata Isozaki,che ieri ha esplorato«i rilevanti reperti»
che—secondo la valutazione del ministro Giuliano Urbani — impedirebbero
la costruzione e realizzazione della sua loggia di uscita dalla
galleria. Silenzio e bocche sul tema «Loggia Isozaki», diplomaticamente
cancellata dall'incontro di ieri: ora spunta un nuovo progetto,
il percorso archeologico Isozaki di cui si dovrà occupare
l'architetto per valorizzare le preesistenze archeologiche del
complesso. Una mossa tattica, forse, per aggirare i contrasti
e ostacoli, evitando infruttuose contrapposizioni. Insomma il
ministro Urbani a febbraio aveva dichiarato che alla luce dei
ritrovamenti archeologici sotto Piazza del Grano, il progetto
della loggia non era più eseguibile, tuttavia invitava Isozaki
a colla-borare ugualmente ai Nuovi Uffizi. Ecco che l'architetto
mostra la sua disponibilità tutta orientale, accettando di visitare
gli scavi per preparare un progetto di percorso archeologico «eventualmente
da integrare con la futura loggia» spiega il suo collaboratore
Andrea Maffei. Almeno questo è il risultato dell'incontro di ieri,
a cui hanno partecipato il direttore generale Roberto Cecchi,
il direttore regionale Antonio Paolucci, i soprintendenti archeologici
Angelo Bottini e Carlotta Cianferoni, quello ai monumenti Paola
Grifoni, vari funzionari e l'assessore all'urbanistica Gianni
Biagi. Silenzioso, sorridente e in attento ascolto, Isozaki ha
preso visione dei reperti medievali sotto a San Pier Scheraggio,
nella zona di Piazza del Grano e sotto alla Biblioteca Magliabechiana.
A fine sopralluogo è emerso un no comment corale, fatta eccezione
per un secco comunicato congiunto che annuncia che «è emersa la
volontà delle parti a lavorare per la valorizzazione di un nuovo
percorso che unisca il tessuto archeologico alla nuova uscita».
Se la nuova uscita, poi, sarà la loggia, si vedrà in futuro. Per
ora l'architetto Isozaki si dichiara disponibile a costituire
un gruppo di lavoro, allargato ai responsabili della soprintendenza
e di Palazzo Vecchio, per progettare il nuovo itinerario che renda
visitabili i resti della città più antica emersa dagli scavi.
«Ho visto cose che non conoscevo» ha detto laconico Isozaki a
fine passeggiata archeologica. Una specie di haiku che racconta
la sua diplomatica paziente determinazione. Il progetto della
sua loggia può attendere. Ora tocca ai reperti, alle arche sotto
San Pier Scheraggio, e ai resti delle abitazioni sotto la Magliabechiana.
Diventano materia di un altro progetto che, afferma l'assessore
Biagi «dovrà però essere compatibile con la realizzazione della
loggia di uscita, anche se di quella non ne abbiamo parlato affatto».
Ieri, prima del sopralluogo, Isozaki ha incontrato il sindaco
Leonardo Domenici. i
Mara
Amorevoli - L'Unita, 14/04/2005
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La
grande incognita della tettoia |
2/4/2005 |
"Sono
passati più di cinque anni da quando Arata Isozaki vinse il concorso
intemazionale per l'uscita dei Nuovi Uffizi, ma ancora nessuno
può dire se la maxi loggia in acciaio e pietra progettata dal
grande architetto giapponese per coprire piazza Castellani sarà
realizzata. Di sicuro, per adesso, c'è solo che l'opera - destinata
a lasciare un segno contemporaneo "forte" nel centro storico fiorentino
- non si farà com'era stata pensata e sviluppata. A sospenderne
la realizzazione sono state non tanto le proteste di esperti d'arte
e di personaggi famosi, che pure si erano levate a più riprese,
quanto gli scavi archeologici in piazza Castellani, che hanno
portato alla luce reperti definiti dal ministro per i Beni culturali
Giuliano Urbani «di eccezionale rilevanza per la storia della
città intorno alla fine del primo millennio». E siccome uno dei
pilastri portanti della loggia firmata Isozaki andrebbe a poggiare
direttamente sopra le nuove scoperte, il ministero nei mesi scorsi
ha bloccato il progetto fiorentino, suscitando le proteste del
Comune e il malumore dello stesso Isozaki. L'architetto non ha
comunque rinunciato all'incarico, e tra pochi giorni (il 13 aprile)
farà un sopralluogo al cantiere per decidere se è possibile rivedere
il progetto iniziale, adattandolo alle scoperte rivelate dagli
scavi (e magari valorizzandole). La nuova soluzione dovrebbe essere
ipotizzata entro maggio. In ogni caso, i tempi si allungheranno
a dismisura. E pensare che l'architetto giapponese — dopo aver
vinto il concorso intemazionale bandito nel 1998 dalla Commissione
per i Nuovi Uffizi istituita dal ministero per i Beni culturali
- aveva firmato in Palazzo Vecchio, il 21 febbraio 2001, sia la
convenzione col ministero che lo impegnava a completare il progetto
esecutivo della nuova uscita degli Uffizi entro un anno (la realizzazione
era prevista entro il 2003), sia l'accordo col Comune per la progettazione
preliminare del restauro di piazza Castellani. La nuova uscita
del museo fiorentino (che sta per ampliare e riorganizzare gli
spazi espositivi) sarebbe dovuta costare circa sette milioni,
da pagare a metà tra Comune e ministero. Numeri e scadenze che
oggi appaiono lontani, superati dalle polemiche e dagli scavi.
Se Isozaki non acconsentirà a rivedere il suo progetto, la soluzione
potrebbe essere un nuovo concorso internazionale che contenga
richieste diverse da quelle del primo bando."
S.Pi.
Sole 24 Ore Rapporti 2/4/2005
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Urbani:
no a Isozaki ma collaboriamo |
20/2/2005 |
"II
ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani ha ribadito lo stop
al progetto del Tare hi tetto giapponese Isozaki per costruire
una pensilina di fronte all'uscita della galleria degli Uffizi.
La decisione irrevocabile del ministero è stata confermata
personalmente a Lucca durante l'evento di forte richiamo per
la presentazione ufficiale del progetto «@ccademia Giacomo Puccini»
col coinvolgimento del presidente del Senato Marcello Pera e del
ministro per l'innovazione e le tecnologie Lucio Stanca. Urbani
si è scusato di essere ancora influenzato e di avere adottato
una specie di «scafandro» di vesti contro il freddo intenso che
ieri anche a Lucca si è fatto particolarmente sentire. Ha quindi
presentato il nuovo soprintendente di Lucca, Massa Carrara Luigi
Ficacci ed era accompagnato da Antonio Paolucci. Sull'ormai famosa
pensilina Urbani è stato chiaro. «Non abbiamo bloccato il progetto
di Isozaki per ragioni soggettive — ha sottolineato il ministro
— ma per un obbligo doveroso di conservazione di ciò che è stato
trovato nel corso degli scavi fatti in piazza Castellani, e cioè
antiche mura del periodo della Firenze medievale». «Abbiamo
fatto altri studi e ricerche — ha aggiunto il ministro — e abbiamo
rinvenuto un percorso medievale molto interessante che si estende
fino all'Arno, la conservazione poi riguarderà l'intere percorso.
Per questo abbiamo invitato l'architetto Isozaki a vedere di
che si tratti, gradiremmo molto una collaborazione di qualche
tipo con lui e mi sembra giusto mantenere un rapporto di civile
collaborazione e vedere se è possibile trovare l'occasione per
una fattiva e concreta operatività». Una mano tesa quindi all'architetto
giapponese. Urbani ha aggiunto poi che alla Soprintendenza spetta
solo il compito conservativo, mentre la sistemazione di piazza
Castellani dal punto di vista urbanistico spetta al Comune. Il
ministro è stato deciso a rispondere anche a domande successive
dei cronisti: non si torna indietro sulla linea di ""cancellazione
del progetto di Isozaki. Su questo è stato categorico. Poi in
fretta Urbani ha raggiunto l'auto blu per arrivare velocemente
all'aeoroporto di Pisa dove l'attendeva un volo per Roma. n
La
Nazione - Firenze 20/2/2005
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Isozaki:
vedrò gli scavi |
18/2/2005 |
"L'incontro
al ministero dei Beni culturali è servito. La vicenda Isozaki-Uffizi
non è affatto conclusa. Anzi. Si tratterà di seguirne gli sviluppi
perché ieri a Roma l'incontro ha fatto riaprire ancora di più
il dialogo fra le parti. L'idea di organizzare un faccia a faccia
con il progettista giapponese della nuova uscita degli Uffizi,
era maturata nell'ultimo incontro romano, circa un mese fa, tra
il ministro per i beni culturali, Giulano Urbani, e il sindaco,
Leonardo Domenici. Detto e quasi fatto. Ieri così, a Roma, ci
sarebbero dovuti essere sia Urbani che Domenici. A far cambiare
parte dei programmi ci ha pensato un'indisposizione del ministro.
Assente lui, anche Domenici ha rinunciato ad esserci. A parlare
per oltre un'ora e mezzo si sono così ritrovati il capo gabinetto
del ministro, il direttore generale del ministero, 1' architetto
Roberto Cecchi, lo stesso Arata Isozaki in compagnia dell'architetto
Maffei, l'assessore all'urbanistica Gianni Biagi e un interprete.
Come detto, l'incontro è servito. Il ministero dei beni culturali
ha fornito a Isozaki gli studi e le relazioni messe a punto sugli
scavi condotti in piazza Castellani. L'architetto giapponese non
solo li ha presi in considerazione, ma se li è portati via. Ha
detto che li studierà e che per verificare di persona quanto sostengono,
verrà a Firenze entro un mese. «Penso che questo sia un passo
avanti - è il primo commento dell'assessore all'urbanistica di
Palazzo Vecchio, Gianni Biagi - Come avevamo detto l'altra volta,
nel precedente incontro, era indispensabile mettere al corrente
il progettista. A questo punto sarà lui che valuterà la situazione».
Si può aggiungere qualcosa di più? Pensare che Isozaki sia ufficialmente
disposto a rivedere il progetto della tanto contestata pensilina,
bocciata prima da Vittorio Sgarbi, poi da un fiume di polemiche
contrapposte, e infine congelata dal ministro Urbani? Difficile
dirlo. Di certo ieri in serata il ministero ha fatto sapere che
il progetto Isozaki «non è più eseguibile». Quale? L'assessore
Biagi ha subito precisato che una posizione così netta non era
stata prospettata nella riunione del pomeriggio. Insomma, il braccio
di ferro continua. Benché probabilmente qualcosa si è smosso e,
forse, lo stesso Isozaki potrebbe aver preso in considerazione
l'idea di correggere sostanzialmente il progetto, per venire incontro
agli sviluppi che il ministero ha maturato in seguito al ritrovamento
dei reperti archeologici nel sottosuolo di piazza Castellani.
Era il 1998 quando venne lanciato il concorso per disegnare la
nuova uscita dei futuri Grandi Uffizi, quel museo più ampio e
riorganizzato in grado di svuotare almeno in parte gli scantinati
pieni di opere d'arte accatastate, per mancanza di spazi. Ma che
si pensava ad una diversa sistemazione degli Uffizi era una storia
che risaliva addiritttura agli anni '60 e alle prime idee lanciate
da Giovanni Michelucci. Proprio la morte di Michelucci nel '91
raffredò e impedì lo sviluppo di quei progetti più antichi. Così,
nel '98, la commissione per i Nuovi Uffizi pensò di affidare il
tutto a un concorso internazionale. Furono in sei a presentare
i progetti: Con Arata Isozaki, che sarebbe stato prescelto, Gae
Aulenti, Mario Botta, Norman Foster, Vittorio Gregotti, Hans Hollein.
11 21 febbraio del 2001, lo stesso Isozaki, designato vincitore
dalla commissione, firmava in Palazzo Vecchio la convenzione con
il ministero dei beni culturali. "
La
Nazione - Firenze 18/2/2005
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C'è
un tesoro sotto gli Uffizi |
18/2/2005 |
"Il
progetto dell'architetto Isozaki per gli Uffizi «non è più eseguibile».
Dopo tante polemiche i disegni per la nuova loggia degli Uffizi
sembrano destinati a finire definitivamente nel cassetto. Lo si
è appreso dopo un incontro ieri a Roma tra i tecnici del ministero,
i rappresentanti del Comune di Firenze e lo stesso architetto
giapponese. «Alla luce dei ritrovamenti archeologici il progetto
dell'architetto Isozaki non è più eseguibile. - spiegano i collaboratori
del ministro -Per quanto riguarda la futura sistemazione di piazza
Castellani e delle zone limitrofe, le decisioni saranno assunte
per le rispettive competenze dal Comune di Firenze e dal Ministero».
Durante l'incontro - si è appreso - i funzionari del ministero
hanno illustrato all'architetto giapponese relazioni e tavole
che documentano gli esiti delle indagini finora compiute e che
sono a fondamento di quanto già contenuto nella lettera che il
Ministro Urbani aveva inviato al Sindaco Domenici lo scorso 15
ottobre. L'architetto Isozaki, conclude la nota, «ha dato atto
dell'importanza dei ritrovamenti e ha preannunciato una sua visita
agli scavi nella prossima primavera». L'assessore all'urbanistica
di Firenze Gianni Biagi dice che la non eseguibilità del progetto
Isozaki è una valutazione del ministero e che non se ne è discusso
durante l'incontro. La riunione si è svolta - dice Biagi - «in
un clima costruttivo: i rappresentanti del ministero hanno presentato
a noi e ad Isozaki le nuove evenienze archeologiche, l'architetto
giapponese ha preso atto di ciò ed ha detto che farà un sopralluogo
a Firenze. Non si è parlato del vecchio progetto e di nessun nuovo
progetto». La vicenda della loggia -che rientra nel progetto dei
Grandi Uffizi in piedi da molti decenni - risale al 1999 quando
il progetto di Isozaki risultò vincitore di un concorso internazionale;
ma l'idea dell'architetto giapponese fu poi contestata prima dall'allora
sottosegretario Vittorio Sgarbi e quindi non trovo d'accordo il
ministro Giuliano Urbani e la sovrintendenza fiorentina. Poi ulteriori
scavi hanno messo in luce reperti romani e medievali ritenuti
importanti e la cui fruizione pare non essere compatibile col
progetto Isozaki."
Il
Tirreno - 18/2/2005
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Il
vertice con Isozaki |
17/2/2005 |
"L'incontro
è considerato molto riservato, se non segreto. Avverrà oggi al
ministero dei Beni Culturali a Roma. Riguarda la notissima vicenda
dell'uscita dei Nuovi Uffizi, con il famoso progetto dell'architetto
Arata Isozaki bloccato dal governo negli ultimi giorni dello scorso
anno. Per la prima volta dopo le infinite polemiche che ne erano
seguite si ritroveranno a un tavolo il sindaco di Firenze Leonardo
Domenici (già ieri nella capitale in qualità di presidente dell'Anci
per l'incontro col ministro dell'Ambiente Altero Matteoli incentrato
sull'allarme inquinamento), il ministro dei beni Culturali Giuliano
Urbani e l'architetto Isozaki. Si tratta di un vertice a tre che
ha del clamoroso e che potrebbe avere effetti a sorpresa per la
sorte dei Nuovi Uffizi e dell'uscita in piazza Castellani. Nella
riunione in programma per oggi al ministero si dovrebbero gettare
le basi per sbloccare la situazione dopo il no definitivo del
governo a una soluzione - quella della pensilina -ritenuta contrastante
con la realtà storica e architettonica della nostra città. L'ultimo
colpo di scena si era avuto a dicembre, con la decisione di non
fare la pensilina agli Uffizi. La decisione era stata ribadita
a metà gennaio nell'incontro che si era tenuto al Ministero e
che aveva visto d'accordo ministro e sindaco di Firenze sulla
questione dell'intervento di Isozaki. Urbani e Domenici erano
apparsi in sintonia sulla sorte della pensilina dopo che i ritrovamenti
archeologici nell'area avevano fatto rimandare il progetto. Sulla
questione il ministro Urbani aveva detto: «Siamo a conoscenza
dei risultati che appaiono molto interessanti, con nuovi studi
che afferiscono a nuove aree e a nuovi progetti». E aveva aggiunto:
«Io ho apprezzato lo sforzo di un maestro come Isozaki ma quello
che sta venendo fuori vale molto e va tutelato. Questa degli scavi
- aveva detto ancora Urbani - e della loro sistemazione è una
cosa delicatissima: si dovrà valorizzare tutta l'area contigua
tenendo ben presente i vari strati, rinascimentali e medievali».
Adesso la notizia dell'incontro di stamani al ministero, che potrebbe
portare significative novità (vista la presenza di Isozaki) su
una vicenda che tutta Firenze segue con grande passione. "
La Nazione cronaca Firenze, 17/02/2005
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Uffizi
e Isozaki, la tentazione degli scavi |
17/2/2005 |
"La
riunione è per oggi e al massimo dei livelli, il ministro Urbani,
il sindaco di Firenze Domenici, il progettista Arata Isozaki e
il direttore generale Roberto Cecchi affronteranno il problema
dell'uscita su Piazza del Grano dei Nuovi Uffizi che, entro breve,
vedranno quasi raddoppiato il proprio spazio espositivo. Dunque
il grande portico a sbalzo progettato da Isozaki vincitore nel
1999 di un concorso internazionale, quello sbalzo alto una trentina
di metri e completamente fuori scala rispetto all'ambiente attorno
si farà? Dice Roberto Cecchi: «Lo studio e la ricerca pagano.
Il lavoro di approfondimento fatto in questi mesi per gli Uffizi,
oltre a quello condotto negli anni passati intorno a Piazza della
Signoria, ci permette di allargare le conoscenze sulla città di
Firenze e sulle sue origini. Tutto questo merita di essere reso
disponibile per il grande pubblico, anche se significherà riconsiderare
quel che era già stato progettato per l'uscita della Galleria.
Ma avremo un percorso museale nuovo, inconsueto, da San Pier Scheraggio
fino alla Magliabechiana». Dunque un nuovo percorso, ma dove e
attraverso che cosa? Si è scavato sotto gli Uffizi dal 1999 al
2000, e in Piazza del Grano dal 2001 al 2004 e le scoperte sono
state importanti. Cinque strati di edificato, dal tempo romano
all'oggi, in origine forse solo un porto, poi uno spazio organizzato,
abitato. Lo prova un grande muro di cui si sono trovati resti
importanti, che traversa proprio l'area del portico di Isozaki
e che va dalla zona degli Uffizi e della chiesa di San Pier Scheraggio
alla Biblioteca Magliaibechiana, un muro che rischia di far cambiare
una parte della storia di Firenze. In questo stesso spazio si
è scoperto un sistema complesso, con resti di edifici medievali,
scale, pozzi, spazi delimitati, il tutto scandito proprio dal
grande muro, spesso circa un metro e 60, databile prima dell'età
romanica e collocabile dopo il periodo tardoantico, un muro che
individua una cinta urbana finora non bene conosciuta rispetto
alle altre note, della Firenze romana oppure di fine XIII secolo.
Ma come collegare tutto questo alle scoperte anche recenti nella
chiesa romanica di San Pier Scheraggio, chiesa studiata e restaurata
fin dal 1933-34 Piero Sampaolesi che vi individuava due edifici,
la chiesa consacrata nel 1068 e, sotto di essa, un edificio databile
fra VIII e IX secolo? La storia della chiesa romanica in origine
a tre navate e di dimensioni notevoli, è complessa; viene private
agli inizi del XV secolo della navata sinistra per allargare via
della Ninna, nel XVI secolo Vasari la ingloba nei suoi Uffizi
abbattendone la facciata. Adesso si cerca di procedere con lo
scavo per meglio definire la chiesa più antica sottostante. Proviamo
a collegare le scoperte archeologiche di Angelo Bottini e di Monica
Salvini, quelle degli insediamenti alto e basso medievali, con
la chiesa di San Pier Scheraggio e con il grande muro che traversa
tutto il sistema. Siamo fuori della cinta romana, entro un abitato
protetto forse già in età tardo-antica; le case, i pozzi, gli
spazi ritrovati lo testimoniano, sono la prova di una Firenze
in forte crescita. Ma allora, di fronte a queste scoperte, che
fare? La dimensione archeologica di questo spazio è imponente;
inventare attraverso di essa un percorso, proporre un continuum
fra San Pier Scheraggio, il grande muro antico ritrovato e quanto
resta degli insediamenti attorno, è un compito irrinunciabile.
Ha dichiarato il ministro Urbani che il tessuto di Firenze è delicatissimo:
dunque forse proprio un grande e sensibile progettista come Isozaki
potrà essere sedotto da una idea nuova, disegnare, attraverso
le pietre scavate dagli archeologi, una dimensione diversa del
tempo, un percorso storico di grande fascino e di delicatezza
estrema. Cosi dai Nuovi Uffizi si potrà uscire, certo, ma traversando
spazi contenuti e a scala umana, per rileggere la storia di una
Firenze magari bizantina, poi carolingia, romanica e ulteriore.
Davvero, davvero quella uscita retoricamente monumentale non si
ha da fare. Fra l'altro distruggerebbe i reperti appena ritrovati.
Impensabile."
ARTURO
CARLO QUINTAVALLE - Corriere della Sera, 17/02/2005
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08
Ottobre 2004 |
"Come
se ne esce dalla loggia di Isozaki? Tenendo fede alla parola data».
E' quanto chiede Mario Primicerio, l'ex sindaco che fu tra i protagonisti
del progetto per l'uscita degli Uffizi. Primicerio, si ricorda
come nacque l'idea? «Ci fu un'intesa firmata dal ministro dei
beni culturali, al tempo Veltroni, e vista l'importanza dell'opera,
venne deciso di lanciare un concorso di architettura: lo decise
il ministro ma, giustamente, decise di coinvolgere la città: il
Comune fu incluso nella commissione giudicatrice. Questo voleva
dire anche inserire nel progetto la riqualificazione della piazza
Castellani». Perché l'idea della nuova uscita? «Il percorso dei
Grandi Uffizi era già stato deciso dalla commissione che studiava
la trasformazione del museo e veniva naturale prevedere l'uscita
sul dietro. Il fatto di lanciare il concorso di architettura voleva
dire che, quando si parla di Uffizi, si parla sempre di uno dei
più grandi musei del mondo». Fu chiaro fin dall'inizio che sarebbe
stato un intervento di architettura contemporanea? «Furono invitati
grandi architetti perché le città storiche non sono mummie, ma
corpi viventi con un loro metabolismo». E com'è che si arrivò
al progetto dì Isozaki? «Incontrammo uno ad uno Gregotti, Isozaki,
Botta e Foster, i grandi architetti del mondo. Ci vedevamo agli
Uffizi e loro ci presentavano le loro idee». E Isozaki fu il prescelto.
«Non dimentichiamoci che piazza Castellani è stata per decenni
una palizzata chiusa da un cantiere in cui non si lavorava. E
che non si trattava di un intervento in un deserto, c'era la rampa
in cemento e quell'elemento doveva essere integrato e valorizzato».
Quale fu la prima impressione vedendo i progetti? «Ricordo i commenti
della gente che visitava la mostra allestita nella sala delle
reali Poste degli Uffizi: tutti ritenevano positivo che alcuni
dei più grossi nomi dell'architettura si fossero misurati su un
tema così difficile: intervenire a cuore aperto in una delle città
più affascinanti del mondo. Nessuno si rammaricava che Firenze
potesse accogliere segni di architettura contemporanea in un luogo
storico come quello». Era presente in commissione al momento della
decisione? «Ero presente, non si è mai votato. Si è proceduto
tutti d'accordo». Su cosa si discusse? «Sui criteri di inserimento
dell'opera nel contesto, del significato dell'intervento e del
valore estetico, più in generale anche del valore simbolico».
E piacque l'idea del richiamo della Loggia dei Lanzi? «Non richiamò
nessuna particolare polemica finché non è divenuta un'arma per
attaccare questa amministrazione». Fino cioè al sottosegretario
Vittorio Sgarbi? «Diciamo fino a certe boutade fatte più per gettare
un sasso in piccionaia che per convinzione». Quanto politica c'è
nella discussione di oggi? «Al di là di ogni giudizio estetico,
sul quale ognuno ha diritto di esprimersi, è grave che un rappresentante
istituzionale metta in discussione il valore di una firma dei
suoi predecessori. Se facciamo passare il principio che un ministro,
di fronte a qualcosa di già deliberato, possa dire che non si
fa più, domani può essere un sindaco che, di fronte ad una concessione
edilizia, può dire non mi piace annullando tutto. Mi sarei aspettato
una presa di posizione degli ordini professionali. Se questi tacciono,
butteremo via soldi pubblici e nessuno sarà sicuro di poter veder
realizzato qualcosa dopo essere stato incaricato del progetto.
Una cosa mostruosa perché così facendo si getta via la certezza
del diritto». Secondo lei, Firenze rischia di perdere credibilità?
«Non Firenze, ma il ministro della cultura qualunque esso sia,
di destra o di sinistra. Immaginate che adesso venga fuori Urbani
a dire che si deve realizzare il progetto di Zevi per la stazione
dell'Alta velocità (il cosiddetto squalo, ndr) anziché quello
di Foster. Farei la stessa protesta che faccio per Isozaki. La
pubblica amministrazione non può disattendere le regole, è la
fonte delle regole». Si è fatto un'idea di quello che accadrà?
«Il sindaco si sta muovendo con la fermezza necessaria, senza
barricate. Ha scelto la strada giusta. Spero che alla fine la
ragionevolezza vincerà. Quella di tener fede alla propria parola».
Isozaki,
Urbani mantenga la parola Massimo Vanni - Repubblica Firenze 8/10/2004
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08
Ottobre 2004 |
"Gli
industriali fiorentini si schierano a favore del gruppo di docenti
universitari, intellettuali e professionisti, che ieri, in una
lettera inviata al ministro dei beni culturali Giuliano Urbani,
hanno chiesto di arrivare in tempi rapidi alla realizzazione dell'opera
progettata da Arata Isozaki. «Assindustria -spiega - non intende
entrare nel merito del progetto, ma guarda con preoccupazione
all'iter procedurale della realizzazione della loggia che le recenti
polemiche rischiano di bloccare». «L’emorragia si può bloccare
creando, in conformità con la protrazione della scuola dell' obbligo,
scuole e Facoltà di Mestieri ed Arti che riconoscano titoli di
diploma professionale o laurea breve e, a livello locale, rivedendo
la Legge n.58 della Regione Toscana».
Loggia
Isozaki, l'ok degli industriali - Unità Firenze & Toscana 8/10/2004
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03
Ottobre 2004 |
"Nuova
lettera del sindaco Domenici al ministro Urbani:"La città deve
sapere cosa è stato trovato" Un pozzo, un muraglione che potrebbe
essere una delle porte della città romana, un bastione del perduto
castello d'Altafronte. Poi qualche cadavere altomedievale e varie
cassette di cocci di vasellame rotto e gettato nel fondo dei pozzo.
E’ quello che sarebbe stato trovato negli scavi archeologici in
piazza del Grano, dietro le transenne di metallo arrugginito che
delimitano il cantiere. Tutto qui? E" questo che blocca la nuova
uscita della Galleria degli Uffìzi? La domanda se l'è posta anche
il sindaco che ieri ha preso carta e penna e, per la seconda volta
in pochi giorni, ha scritto al ministro Urbani. Che ancora non
ha risposto neppure alla prima lettera. Leonardo Domenici chiede
di rendere pubblica al più presto la relazione conclusiva sudi
scavi archeologici in piazza del Grano. «Da quanto è emerso fino
ad oggi — commenta l'assessore all'urbanistica Ciurmi Bia-gi —
il valore dei reperti, seppur interessante, non è certo tale da
pregiudicare la realizzazione dell'opera di Isozaki: e l'architetto
comunque si era già detto disponibile a una piccola modifica del
progetto per salvaguardare l'integrità della parte più pregevole
dei ritrovamenti. Se le anticipazioni di autorevoli esperii corrispondono
al vero, l'alibi degli scavi non regge più». Una settimana fa
il sindaco aveva chiesto al ministro certezze: «Una chiara espressione
in merito alla realizzazione dell'opera». Ma Giuliano Urbani non
ha ancora dato alcuna risposta sulla decisione del governo riguardo
alla nuova uscita degli Uffizi e al progetto dell'architetto giapponese
Arata Isozaki. Così Domenici ha scritto di nuovo al ministro per
conoscere gli esiti della campagna della soprintendenza ai beni
archeologici nell'area in cui è prevista la realizzazione della
Loggia. Esiti dai quali, come sostenuto dallo stesso Urbani nelle
scorse settimane, dipenderebbe il futuro del progetto vincitore
del concorso internazionale per l'uscita della galleria. La zona
sud-est della città romana è oggi ben delineata grazie agli scavi
fatti nel sottosuolo di Palazzo Vecchio dove ci sono le strutture
del teatro e sotto la la torre della Pagliazza. in piazza Sam'Eli-sabetta,
dove si vedono le vestigi a di un impianto termale, mentre nella
cantina di in un palazzo in vi a Calimaruzza c'è la porta meridionale.
Riusciranno i mattoni di Flo-rentia a fermare il cemento armato
di Isozaki?
La
Loggia frana sugli scavi - LA NAZIONE 3 ottobre 2004
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01
Ottobre 2004 |
"Egregio
ministro Urbani, vorremmo dimostrarle la nostra approvazione per
la realizzazione del progetto dell'architetto giapponese Arata
Isozaki per la nuova uscita del museo degli Uffizi». Inizia così
l'appello di un gruppo di intellettuali al ministro per i Beni
Culturali, Giuliano Urbani, a favore della loggia di Isozaki.
Fra i firmatari Alberto Asor Rosa, Zubin Mehta, Adolfo Natalini,
Giancarlo Pettena, Achille Bonito Oliva, Stefano Passigli, Giorgio
Van Straten, Enzo Siciliano, Sergio Risaliti e Fabrizio Rossi
Prodi.
Loggia
Isozaki, appello degli intellettuali - Unità Firenze & Toscana
1/10/2004
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27
settembre 2004 |
"Massimo
Cacciari non ha dubbi: l'architettura e la cultura nel caso Isozaki
hanno ceduto il passo alla politica. Anzi alla cattiva politica.
Per il filosofo, deputato dal 76 all'83, sindaco di Venezia dal
'93 al 2000, oggi deputato europeo e consigliere regionale, è ormai
solo «la guerra volgare che un governo di destra sta facendo
a una città guidata dal centrosinistra. La vicenda specifica
del progetto lsozaki non c'entra nulla con i problemi generali relativi
agli interventi architettonici e artistici: se ci fosse la volontà
la questione si risolverebbe in due minuti». Difficile dargli torto
ripensando alla famosa telefonata del ministro Urbani che annunciava
informalmente allo stupefatto sindaco Domenici l'annullamento del
progetto vincitore del concorso internazionale per la risistemazione
dell'uscita degli Uffizi su piazza del Grano. E, prima, andranno
rammentate le imboscate di Sgarbi quand'era sottosegretario ai beni
culturali, così come l'uso strumentale che del progetto sta insistentemente
facendo la destra nazionale e locale. In merito alla vicenda Isozaki
il soprintendente Paolucci ha ribadito l'assoluta autonomia di giudizio
e scelta operativa degli intellettuali in materia di cultura rispetto
alle opinioni popolari... «I sondaggi che si dice siano stati fatti
sulla bontà dell'intervento di Isozaki sono risibili: un'opera d'arte
non può esser sottoposta a referendum. È però evidente che, quando
il committente è pubblico, deve tener conto delle correnti fondamentali
della sua opinione pubblica. Se fossi stato Lorenzo il Magnifico
mai e poi mai avrei rifatto la Fenice dov'era e com'era, avrei cercato
piuttosto di creare una nuova opera. Ma avevo di fronte una città
che voleva la Fenice dov'era e com'era. È di volta in volta che
bisogna decidere, è assurdo dire che è il popolo a valutare la qualità
di un'opera, altrettanto lo è dire che sono gli intellettuali a
stabilire per conto proprio che cosa fare». In che modo allora si
può ripensare il passato visto che in Italia, a Firenze in particolare,
gli interventi nel segno del contemporaneo sono destinati a suscitare
ogni volta timori e risse? «È sempre stato così e continuerà ad
esserlo. In Italia c'è un concentrato di passato di tale pregnanza
e di tale prepotente presenza che è più difficile che negli Stati
Uniti, dove ogni trenta o quarant'anni si rifanno le case, o in
qualunque altro paese europeo. Ma è comunque un problema che si
pone ogni volta e ovunque ci sia una concentrazione di passato di
simile valenza: ogni intervento, ogni innovazione va ripensata alla
luce di ciò che è stato. Anche se ci fosse chi vuole abbattere tutto
oggi non gli sarebbe consentito. Brunelleschi ha traumatizzato i
suoi contemporanei, Alberti buttava giù le chiese gotiche: questo
non è più possibile. La mia esperienza è ricchissima da questo punto
di vista: ricordo lavori interrotti o protratti per anni per scavi
archeologici al profano del tutto indifferenti. Se un paese vive
della propria memoria non si può stabilire "questo vale quest'altro
no" se non con larga approssimazione. Dovrebbero essere il buonsenso,
la pragmaticità, la capacità di relazione fra le autorità, Comune
e Soprintendenze, fra Soprintendenze e Ministero, a dettar legge.
Non ci possono essere regole astratte e universali». Qual è la
sua opinione in merito alla vicenda Isozaki? «È una follia di Urbani
che fa a pugni con ogni principio autonomistico e federalistico,
una delle tante prepotenze dilettantesche e odiose di un governo
di destra in guerra con una città di centrosinistra. Ma le due
questioni, ripeto, sono scisse:a differenza dei secoli dal Cinquecento
al Settecento oggi non è più possibile demolire nulla, questo ha
degli aspetti a volte positivi a volte negativi. Ma il progetto
Isozaki, ecco l'equivoco, non butta giù nulla, e se non si può più
demolire si possono però fare delle cose nuove: questo sì che dovrebbe
essere non solo possibile ma anche auspicabile».
Cacciari
e il caso Isozaki "Una guerra a Firenze" Paolo Russo - La Repubblica,
Firenze, 27/9/2004 |
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23
settembre 2004 |
"Per
il momento i fiorentini possono dormire sonni tranquilli.
Allo stato attuale delle cose, la Loggia Isozaki è poco più che
un miraggio. Irrealizzabile almeno fino al 2010, data in cui
dovrebbero concludersi i lavori per l'ampliamento della superficie
museale della Galleria degli Uffizi. Per cui, prima di pensare
alla parte esterna del prestigioso museo, occorrerà concludere
gli interventi interni. Questo, in sintesi - e secondo quanto
ci ha riferito telefonicamente il presidente della commissione
cultura del Comune, Dario Nardella - il succo dell'audizione della
soprintendente ai Beni del Territorio, Paola Grifoni, che si è
svolta ieri in Palazzo Vecchio. Svoltosi in un clima di
cordialità e collaborazione, l'incontro tra la Grifoni e i componenti
della commissione aveva l'obiettivo di fare il punto sulla doverosa
cronologia degli appuntamenti che si farà via via sempre più serrata.
L'ampliamento degli Uffizi, compreso nel primo lotto di interventi,
prevede lo stanziamento di circa 48 milioni di euro: si tratta
di una cifra enorme, che presuppone lavori che andranno avanti
per anni. Molti anni. Forse più del previsto. «I tempi non sono
prevedibili - ha detto Nardella - ma credo che andremo ben oltre
il 2008/2009 per l'esaurimento del primo lotto». Il che comporta
uno slittamento, di fatto, dell'inizio della realizzazione della
Loggia Isozaki, almeno al 2010. Con buona pace di chi aveva fretta
di risolvere la questione, mentre aumentano di giorno in giorno
le manifestazioni di dissenso verso la copertura definita dai
più troppo invasiva, troppo grande e perfino inutile. Anche
perché si tratta di un vezzo e non di un'opera essenziale. C'è
invece tutto il tempo per ripensarla e valutare bene - come del
resto ha sottolineato lo stesso ministro per i Beni e le Attività
culturali, Giuliano Urbani - se sia veramente il caso o meno di
dare il via alla costruzione della copertura all'uscita degli
Uffizi. Come ci disse qualche giorno fa la soprintendente Grifoni,
se poi non ci dovessero essere i soldi per la realizzazione della
Loggia, questi mancherebbero anche per altre due opere previste
nel secondo lotto (per il quale occorrerebbero 7/8 milioni di
euro) : e cioè il ristorante all'interno del cortile delle Regie
Poste e la cosiddetta Statuaria, l'area della galleria destinata
ad accogliere le statue. Se il programma verrà rispettato, entro
la fine di ottobre la gara per il primo lotto sarà bandita e,
se non ci saranno ricorsi (che la Grifoni vorrebbe accuratamente
evitare) nelle prime settimane del nuovo anno i lavori all'interno
degli Uffizi potrebbe realmente prendere il via. La soprintendente,
nella medesima intervista, auspicò che chi si fosse occupato del
primo lotto, intervenisse anche per il secondo, ma probabilmente
questo non sarà possibile. L'inizio dei lavori per la realizzazione
dei Grandi Uffizi, sarà necessariamente preceduta anche dalla
copertura dell'area di piazza Castellani interessata agli scavi
archeologici. Quel che si sa - secondo quanto riportato nella
relazione che qualche giorno fa il soprintendente Angelo Bottini
ha spedito al direttore generale dei Beni culturali, Roberto Cecchi,
è che da Palazzo vecchio alla Biblioteca Magliabechiana c'è senz'altro
un muro risalente all'epoca medievale, in corrispondenza del luogo
dove dovrebbe essere posato il pilone meridionale di sostegno
della Loggia. Secondo Bottini,quindi, il progetto della copertura
dovrebbe essere adattato alle nuove condizioni. Non solo: se la
stessa area archeologica, magari più in profondità, custodisce
altri reperti, non lo sapremo mai perché nel frattempo sono terminati
i fondi destinati ai lavori di scavo. Tuttavia è presumibile che,
se i lavori partiranno a gennaio, l'area archeologica verrà richiusa
quanto prima. Forse già nelle prossime settimane. Intanto stamani
la stessa commissione cultura ascolterà l'architetto Maffei, che
difende gli interessi di Isozaki in Italia, e l'assessore all'urbanistica,
Gianni Biagi. Infine oggi sarà in città anche il direttore generale
Cecchi, il quale non sarà ascoltato dalla commissione di Palazzo
Vecchio, ma non è escluso che effettui un ulteriore sopralluogo
nell'area archeologica, inevitabilmente foriero di novità.
Loggia
Isozaki: tutto slitta al 2010 - MARCO FERRI Giornale della Toscana,
23 settembre 2004
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23
settembre 2004 |
"Un
documento promosso dal presidente diessino della commissione cultura
Dario Nardella, nel quale si parla della loggia di Isozaki come
di un «caso grave, è stato sottoscritto anche dal sindaco
di Ferrara Gaetano Sateriale e da un gruppo di assessori alla cultura:
Gianni Battaglia di Ragusa, Eristeo Banali di Mantova e Alberto
Cassani di Ravenna. «Il ministero per i beni culturali versa
in una situazione finanziaria allarmante ma a questo si affianca
l'incapacità di gestire i processi di valorizzazione dei patrimoni
in sintonia con le esigenze della realtà locali—si legge nel
documento a firma congiunta — mentre la stagione delle riforme dell'inizio
del 2004 è cominciata all'insegna della disorganicità e dell'incoerenza,
visto che si sono appesantite le strutture centrali e periferiche
(i direttori generali) e allo stesso tempo il nuovo codice dei beni
culturali rischia di inaugurare una stagione di svendita incontrollata
del patrimonio». La loggia di Isozaki all'uscita degli Uffizi che
il ministro Urbani ha detto di non voler più realizzare, si legge
ancora nel documento firmato da Nardella e dagli amministratori
di Ferrara, Ragusa, Mantova e Ravenna, «è un esempio emblematico
di questa situazione». «Se confermata, la decisione di Urbani
lascerebbe i cantieri per molti anni di fronte all'uscita degli
Uffizi, un caso grave che espone l'immagine del patrimonio italiano
alla critica dell'opinione pubblica mondiale», si legge ancora
nel documento. Che, oltre alla loggia dell'architetto giapponese,
elenca anche i casi di Mantova e di Ravenna, dove le amministrazioni
hanno inaugurato da tempo un braccio di ferro col ministero. «Se
a Mantova si denuncia lo stallo dell'accordo di programma per il
recupero della Biblioteca Teresiana e per il completamento del museo
di San Sebastiano — dice il documento — a Ravenna il Comune chiede
che il ministero entri nella Fondazione per il parco archeologico
di Classe». Il documento promosso da Nardella, che porta anche la
firma della parlamentare Chiara Acciarini della commissione cultura
del Senato, si conclude con la denuncia dell'assenza «di un progetto
politico di tutela e gestione del patrimonio culturale», che si
somma «all'incapacità del ministero di organizzare una quotidiana
azione di cooperazione tra i vari livelli istituzionali». Mentre
invece, si dice anche, «la situazione di crisi che abbiamo di fronte
richiederebbe un cambio radicale delle politiche culturali del governo».
PALAZZO
Vecchio annuncia battaglia per la Loggia di Isozaki. - La Repubblica,
23 settembre 2004
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18
settembre 2004 |
"Non
piace proprio a nessuno il progetto della loggia di Isozaki all'uscita
dei Nuovi Uffizi. A sottolinearlo è il soprintendente
al Polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, in occasione della
cerimonia di presentazione delle "Giornate europee del patrimonio".
«Non piace al ministro. Giuliano Urbani, a personaggi come Vittorio
Sgarbi, Franco Zeffirelli, Oriana Fallaci, e nemmeno alla gente
comune, ma ci sono dei contratti da rispettare -spiega Paolucci-
perciò il problema diventa squisitamente politico». «Bisognerà che
venga ridiscussa la posizione di Urbani -aggiunge- che è di netta
chiusura e, immagino, difficilmente praticabile». «Il problema -ribadisce
il soprintendente- è dello sgradimento della loggia da parte di
personaggi oggettivamente importanti come Sgarbi, Fallaci e ZefBrelli
e del fatto che il popolo, la cosiddetta gente comune, sia il popolo
di destra sia quello di sinistra, molto probabilmente non ama questa
soluzione architettonica». «Troveremo un punto di accordo -assicura-
ma non stravolgendo il progetto di Isozaki, perché un grande architetto
non è disposto a modificare il suo progetto se non entro limiti
molto ragionevoli». Anche se «esistono contratti da rispettare -fa
notare Paolucci- il ministro lo sa bene, lo disse anche lui ripetendo
in più occasioni la formula latina "pacta sunt servanda"».
Firenze,
la loggia di Isozaki non convince né vip né cittadini - Secolo d'Italia
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17
settembre 2004 |
"Giuliano
Urbani questa sera non sarà a Firenze e nemmeno stavolta il sindaco
potrà incontrare il ministro della cultura per chiedergli lumi
sulla Loggia di Isozaki. L'opera dell'architetto giapponese che
ha vinto il concorso internazionale per la nuova uscita della
Galleria degli Uffizi forse non si farà per mancanza di soldi.
La sua Loggia, nuova rispetto a quella dei Lanzi che orna l'ingresso
della Galleria e della quale Isozaki riproduce le proporzioni,
ha diviso la città per schieramenti. Mentre la sinistra sostiene
la scelta, Forza Italia parla di «occasione unica per ripensare
il progetto» e invita il Comune a «spendere in un'altra opera
monumentale» il milione e mezzo di euro che il ministero dovrà
rendere."
Loggia.
Urbani non arriva. Proposta di Forza Italia «Su un'altra opera
i soldi di Isozaki» - LA NAZIONE - cronaca Firenze
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17
settembre 2004 |
"Per
sopraggiunti, e improrogabili impegni parlamentari, il ministro
per i Beni e le Attività culturali, Giuliano Urbani, oggi non
sarà a Firenze. E’ quindi rimandato il previsto incontro con
i vertici di Palazzo Vecchio, a quasi una settimana dal suo pronunciamento
contro la realizzazione della Loggia di Isozaki, all'uscita degli
Uffizi. Intanto la macchina organizzativa per la realizzazione
dei Nuovi Uffizi (che entro il 2007 raddoppierà la superficie
espositiva del museo fiorentino potenziandone anche le infrastrutture
e i servizi), gira a pieno regime. Una conferma è arrivata da
Paola Grifoni, la Soprintendente reggente per i Beni di Territorio,
che ieri si trovava a Roma proprio per discutere delle questioni
amministrative connesse. Su di lei giravano delle voci che la
volevano critica nei confronti del ministro che avrebbe agito
così per mancanza di fondi per realizzare la Loggia. «Non ho mai
detto niente di simile. Sarebbe stata una leggerezza ha detto
la Grifoni così come sono certa che prima si deve pensare all'interno
degli Uffizi e poi alle opere esterne. Anche perché, se mancassero
i soldi per la Loggia, verrebbero meno anche quelli per la "Statuaria"
(altra area della galleria adibita all'accoglimento delle statue,
ndr) e per il ristorante. Invece stiamo preparando il bando per
il primo lotto, che dovrebbe scadere alla fine di ottobre, sì
da permettere l'inizio dei lavori entro gennaio. Poi faremo il
bando per il secondo lotto, comprendente anche la Loggia. E chi
vince la gara per il primo, sarebbe meglio che si occupasse anche
del secondo. E poi ci vuol calma" ha concluso la soprintendente
"perché sono state diffuse troppe voci allarmistiche».
GIORNALE
DELLA TOSCANA - 17/9/04
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17
settembre 2004 |
"A
tempo s'era capito che il progetto di
Arata Isozaki per la nuova uscita degli Uffizi a molti non andava
a genio. E s'era anche capito che si stava tergiversando
oltre ogni limite di decenza. Qualsiasi pretesto era ed è buono
a farne procrastinare l'esecuzione: a principiare dai reperti
archeologici riportati alla vista. Reperti di rilevanza presumibilmente
affine a quelli scoperti qualche anno fa sotto via del Proconsolo
e poi preclusi agli occhi col riassetto stradale; e non di meno
capaci, quelli degli Uffizi — a differenza dei loro gemelli, di
nuovo sepolti pochi metri più su —, d'intralciare l'avvio dei
lavori (a detta naturalmente di chi trova convenienza a dirlo).
Mentre si temporeggia e si rinvia (per poi forse non farne di
nulla), già si staglia la facciata dell'edificio dirimpettaio;
sul quale non mi pare si sia discusso granché, quantunque incomba
sul quel medesimo contesto in cui — si è sentenziato — l'architettura
d'Isozaki sarebbe fuori scala; tanto che perfino se n'era minacciata,
da parte di chi autorevolmente poteva dir la sua, una cospicua
sbassatura; ch'è verisimilmente all'origine della definizione,
ormai popolare, di «pensilina» (definizione che si sentirà sulla
bocca di chi la disprezza). Ma sarà a tutti ovvio che se quella
«loggia» (perché questo è il titolo che le pertiene) venisse dimezzata
in altezza, più che d'una «pensilina», assumerebbe le sembianze
d'una tettoia da chiostra condominiale. Nessuno d'altronde avrà
scordato che quello scombinato slargo di fianco all' ala di levante
degli Uffizi, si è offerto alla vista per anni con l'aria dimessa
che hanno i luoghi dove sboccano le evacuazioni di sicurezza dei
cinema di prima categoria; che son belli davanti, ma trasandati
e maleodoranti di piscio, dietro. Né l'aspetto è troppo cambiato
ora ch'è finito il maquillage, in chiave postrazionalista, della
facciata del vecchio Capitol. Su quello spiazzo, dunque, la nuova
uscita degli Uffizi sarebbe fuori scala? Se qualcosa fuori scala
c'è, credo sia la statura di noialtri uomini: troppo piccina per
la città dove si vive. Le questioni sollevate dall'uscita d'Isozaki
non sono affatto legate alle relazioni dimensionali fra l'inserto
moderno e l'architettura circostante, bensì al suo stesso linguaggio;
ch'è linguaggio contemporaneo; e dunque di per sé osteggiato,
perché ostico, se non addirittura incomprensibile, ai più. Tutto
ciò ch'è nuovo turba (ahimè soprattutto a Firenze). Stavolta però
l'amministrazione cittadina, da cui vengono segnali positivi d'una
svolta, pare risoluta a tener duro nella difesa d'un progetto
ch'è non solo innovativo, ma — quel che più conta — anche di qualità;
progetto ch'è peraltro risultato vincitore — non sarà male rammentarlo
almeno a chi seguita a dar valore all'etica — in un concorso internazionale,
il cui esito è stato ufficialmente ratificato dagli enti preposti
a pronunciarsi in questa materia. Volesse il cielo fosse sempre
questo, dalle nostre parti, il tenore delle scelte in materia
d'aggiornamento sul contemporaneo. E volesse il cielo che per
gl'inserti architettonici di riguardo si scegliesse sempre la
via dei concorsi.
Con
Isozaki innovazione e qualità - Antonio Natali la Repubblica,
Firenze, 20/9/2004
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17
settembre 2004 |
"Nei
giorni scorsi si è diffusa la notizia che il ministro dei beni
culturali, Giuliano Urbani, aveva bocciato il già lungamente dibattuto
progetto dell’architetto giapponese Arata Isozaki per realizzare
una nuova pensilina di copertura per l'uscita della galleria fiorentina
degli Uffizi. I lavori sono sospesi da quando hanno portato alla
luce alcuni resti archeologici, il sindaco di Firenze Leonardo
Domenici li vorrebbe concludere al più presto. Ma molti si oppongono,
tra questi il regista Zeffirelli che paragona la pensilina a uno
“sgabello". Il direttore del Polo museale fiorentino, Antonio
Paolucci, cerca di smorzare la polemica: c'è ancora possibilità
di intesa, ha sostenuto. Il ministero sembra confermarlo: «II
progetto è ancora in fase di ulteriore valutazione», riferisce
una nota.
Uffizi:
continua la polemica su Isozaki - Avvenire 18-SET-2004
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17
settembre 2004 |
"Non
sono i risultati degli scavi dietro agli Uffizi a bloccare la
loggia di Isozaki. «Se il ministro Giuliano Urbani
non vuole farla, non stia a scomodare l'archeologia» dice Riccardo
Francovich, docente di archeologia medievale a Siena e consulente
nominato dal ministero per gli scavi in Piazza del Grano. La novità
è questa: la relazione tecnica del soprintendente archeologico
Angelo Bottini, ricevuta dalla direzione generale del ministero
il 2 settembre, non contiene nessuna particolare rivelazione che
possa essere usata a sfavore del progetto. Anzi, se mai è vero
il contrario. «Gli scavi — prosegue Francovich — non hanno evidenziato
nessun ostacolo, perché non ci sono resti monumentali, siamo fuori
dalle mura romane, e il luogo in cui cade il pilastro della loggia
è probabilmente l'alveo del fiume Scheraggio e non presenta alcun
carattere di interesse». Anche il docente ha ricevuto la relazione
di fine scavi firmata dal soprintendente archeologico Angelo Bottini.
«E' una documentazione delle quote della città antica, un lavoro
tecnico e basta che va sovrapposto al progetto della loggia Isozaki
e, insisto, questo cade su un'area di nessun valore monumentale».
Francovich è l'unico a parlarne. Il soprintendente Bottini glissa
con diplomazia. «E' un documento interno, ne devo discutere con
il direttore generale Roberto Cecchi. Posso solo anticipare che
non contiene giudizi e posizioni rigide, ma solo considerazioni
sull'esito degli scavi, ai fini dell'uso dell'area per l'apertura
del cantiere dei Nuovi Uffizi». L'incontro con Cecchi è fissato
per giovedì prossimo. E forse da lì uscirà qualche chiarimento
che motivi il passo indietro del ministro Urbani alla realizzazione
della loggia comunicato per telefono al sindaco Domenici. Una
decisione che lascia ancora perplesso il soprintendente Antonio
Paolucci. «Non sono riuscito al parlare con il ministro, devo
capire cosa è successo. Ma non mi pare che la sua sia una ritrattazione,
se mai è un'isteria che fa sperare ancora - dice Paolucci- Ma
sarei grato al ministro se dicesse la loggia non mi piace,
ma c'è stato un regolare concorso, siamo in uno Stato di diritto,
quindi si faccia, poiché pacta sunt servanda, come appunto
disse lo stesso ministro». Alla resa dei conti il soprintendente
resta possibilista. E si rammarica che la vicenda sia diventata
una querelle politica. «Già, perché alla fine delle polemiche
fomentate da Sgarbi, realizzare la loggia era di sinistra, invece
non farla di destra. Quando la questione ha preso questa piega,
ho capito che si complicava una situazione già complessa». E trasecola
anche la soprintendente ai monumenti Paola Grifoni: «Giovedì ci
sarà l'incontro con Cecchi. Solo allora sapremo cosa succede di
cose già definite con chiarezza. Come l'apertura dei cantieri
sopra alla zona degli scavi e il rinvio della realizzazione della
loggia alla seconda fase». Anche il sindaco Leonardo Domenici
vuol saperne di più. E conta di incontrare Urbani quanto prima
per capire meglio quali sono le intenzioni del ministero. «Una
situazione preoccupante», è stato rilevato anche dalla commissione
cultura del Consiglio guidata da Dario Nardella, che ha deciso
di invitare a Palazzo il soprintendente Paola Grifoni, l'architetto
Maffei collaboratore italiano di Isozaki e il direttore generale
del ministero Roberto Cecchi.
Mara
Amorevoli Repubblica Firenze 17/9/2004
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17
settembre 2004 |
"Audizioni
alla commissione cultura del Comune di Firenze del soprintendente
Paola Grifoni, dell'architetto Andrea Maffei, assistente in Italia
di Arata Isozaki, e del direttore generale del Ministero dei beni
culturali, Roberto Cecchi. La decisione è stata presa ieri in una
riunione della commissione, convocata dopo l'annuncio del ministro
Giuliano Urbani di ripensare la realizzazione della nuova uscita
degli Uffizi. «Allo stato attuale - ha affermato il presidente Nardella
- sono ignote le reali intenzioni del ministro».
Il
Messaggero 17/9/2004 |
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16
settembre 2004 |
"II
nuovo ingresso del Museo degli Uffizi in piazza Castellani non si
farà più. Ovvero:non
verrà realizzato il progetto firmato dall'architetto giapponese
Arata Isozaki, che aveva vinto alla fine del 1998 il concorso
internazionale di idee bandito dal Comune di Firenze e dalle soprintendenze
nell'aprile di quell'anno. La parola fine è arrivata ieri durante
una telefonata informale tra il ministro per i Beni e le attività
culturali, Giuliano Urbani, e il sindaco di Firenze, Leonardo Domenici.
Urbani era atteso alla mostra «Beauti-ful Minds - Premi Nobel, un
secolo di creatività» ma poi ha dovuto cancellare l'impegno. E così
i due hanno parlato del cantiere Isozaki, fermo ormai dal settembre
2001, al centro di durissime polemiche per il discusso tipo di intervento
che propone in un contesto urbanistico molto delicato una loggia
in travi di acciaio rivestito di pietra serena, lucernari in policarbonato
trasparente. «Ma lo sai bene che tanto non si farà mai» avrebbe
detto Urbani, E Domenici: «E allora, che facciamo col cantiere?».
Concluso lo scambio di idee, Domenici ha deciso di rendere pubblica
la posizione del ministro e arrivare a un chiarimento. Urbani, che
non ha mai nascosto la sua freddezza per l'impresa, ha replicato
con un comunicato: «Gli accertamenti concordati anche con il Comune
sono finiti alcuni giorni fa. La relazione del sovrintendente archeologico
è pervenuta alla direzione generale in data 2 settembre. Da questo
momento è iniziata la valutazione tecnica complessiva sulla soluzione
prospettata da Isozaki di piazza Castellani, che sarà conclusa in
tempi ragionevoli». E il ministro ha aggiunto: «Noi facciamo il
nostro mestiere per gli aspetti della tutela, il Comune faccia il
suo per gli aspetti che gli competono. Quanto all'uscita attuale
di piazza Castellani, non è né indegna né indecorosa. Invece il
progetto di raddoppio degli spazi espositivi degli Uffizi, che è
la vera grande novità che tutto il mondo si aspetta, si realizzerà
nella sua interezza secondo tempi e modi già definiti. È infatti
in corso la pubblicazione del bando di gara e contiamo di terminare
i lavori a fine 2006». Fin qui Urbani che chiama in causa la relazione
del soprintendente archeologico toscano, Angelo Bottini. Stando
alle indiscrezioni, il suo studio avvertirebbe: cari signori, gli
accertamenti nel cantiere di piazza Castellani mi costringono a
segnalare l'importanza di altre analisi di quell'area, il progetto
così eom'è appare irrealizzabile. Essendo un parere squisitamente
tecnico, nessun atto d'imperio centrale del ministero può annullarlo.
Molto irritata e piena di interrogativi sul futuro la reazione del
sindaco di Firenze. Il quale ribatte: «Questa non è una questione
politica, ideologica o di natura estetica. La piazza è sottosopra
dal 2001, è un cantiere a ciclo aperto che rischia di diventare
eterno. A questo punto il ministero deve dirci cosa intende farne,
e con chiarezza. Stiamo parlando dell'ingresso degli Uffizi, non
di un piccolo museo di periferia. La relazione del soprintendente
archeologico? Per la verità, avevo avuto qui in città, sempre nell'ambiente
dei soprintendenti, informazioni ben diverse e meno allarmanti sull'importanza
dei reperti archeologici individuati in quella parte della piazza».
Un altro punto sembra, per ora, opporre Urbani a Domenici che, fino
a ieri, avevano ostentato un buon rapporto nonostante la diversità
di posizioni politiche (un ministro di centro destra, un sindaco
dell'Ulivo). Urbani vedrebbe con favore un progetto Isozaki bis,
compatibile con le esigenze individuate dal soprintendente archeologico.
Contesta Domenici: «Forse al ministero sottovalutano l'intera questione.
Isozaki potrebbe trascinarci tutti in una lunga e difficile vertenza
legale, anche perché ha già realizzato il progetto preliminare.
Un Isozaki bis? Qualcuno dimentica che siamo in presenza di un concorso
internazionale vinto da "un" progetto, quello di cui parliamo. I
concorrenti sconfitti nel 1998 avrebbero tutti i diritti di chiedere
la convocazione di un altro confronto internazionale». C'è infine
un altro giallo. Stando a chi è vicino a Urbani, ministro e sindaco
avrebbero concordato addirittura nel febbraio 2003 — in un incontro
alla Fondazione Spadolini sul prestito di 2,8 miliardi di vecchie
lire accordato da Palazzo Vecchio al ministero proprio per avviare
il progetto esecutivo dei Grandi Uffizi — di rinviare al dopo elezioni
per Palazzo Vecchio, per un «accordo tra gentiluomini», la discussione
su Isozaki dando quasi per scontata la cancellazione del progetto.
Ribattono con durezza i collaboratori del sindaco: non è assolutamente
vero, perché mai poi Domenici avrebbe accettato di battersi durante
le elezioni col candidato del centrodestra, l'ex soprintendente
Domenico Valentino, il peggior nemico della loggia della discordia?
E Isozaki? Per ora non ha ricevuto avvisi formali. Andrea Maffei,
assistente per l'Italia dell'urbanista giapponese, si limita a dichiarare:
«Non possiamo basarci su voci, faremo commenti solo dopo una comunicazione
ufficiale che, peraltro, noi non abbiamo ancora ricevuto. Stiamo
aspettando la fine degli scavi archeologici nell'area che sembrano
terminati proprio in queste settimane. Solo dopo questi risultati
il ministero, così, era inteso, ci avrebbe detto come intendeva
procedere».
Paolo
Conti- Corriere della Sera, 16 settembre 2004 |
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5
settembre 2004 |
"Salgono
i costì dei Nuovi Uffìzi e manca la copertura finanziaria per
la pensilina di Isozaki, che slitta ad un secondo lotto e appalto
dei lavori. La stesura del progetto esecutivo per il raddoppio della
Galleria è già pronto: sono in corso le verifiche per il bando di
appalto, ma tre interventi verrebbero stralciati: oltre alla
Loggia Isozaki, saltano ad un secondo tempo la realizzazione
del ristorante -caffetteria alle Reali Poste e l'allestimento delle
Sale delle sculture. Palazzo Vecchio chiede il rispetto dei
programmi e degli accordi sottoscritti con il ministro Urbani: «II
progetto Isozaki è contestuale a quello generale di tutta la Galleria
e deve far parte dello stesso bando il ministro deve rispettare
i patti» sottolinea l'assessore Biagi. Ieri si è chiusa la campagna
di scavi archeologici, e presto Piazza del Grano ospiterà il cantiere
per i lavori delle scale e degli ascensori dei nuovi collegamenti
tra le ali degli Uffizi."
"Mancano
fondi, slitta la Loggia Isozaki NUOVI Uffizi, buco nei finanziamenti.
A conti fatti, in base al progetto esecutivo appena completato,
mancano almeno 10 milioni di euro. I costi sono più alti
di quanto previsto dal programma presentato dal ministro Giuliano
Urbani e dal direttore generale del ministero Roberto Cecchi il
24 febbraio di quest'anno, allora calcolati intorno alla cifra complessiva
di 60 milioni di euro. Uno scarto che costringe i tecnici a stralciare
alcuni interventi fondamentali dall'intero disegno: passano
in seconda battuta, e quindi ad un successivo appalto, la nuova
uscita con la Loggia disegnata dall'architetto giapponese Arata
Isozaki, l'ampliamento del nuovo ristorante-caffetteria previsto
alle Reali Poste e l'allestimento nell'ala di ponente delle sale
delle sculture. Tagli e dilazione dei tempi per il completamento
di questi tre progetti preoccupano non poco Palazzo Vecchio, che
ha anticipato i fondi (con l'accordo Property-Benetton-ministero)
per pagare il progetto esecutivo, purché fosse contestuale alla
realizzazione della Loggia Isozaki. «Ho avuto conferma dai funzionari
della soprintendenza dello stralcio della Loggia Isozaki dal piano
complessivo della galleria a causa dell'aumento dei costi - spiega
Gianni Biagi, assessore all'urbanistica di Palazzo Vecchio. Già
il 10 agosto ho scritto una lettera al direttore Roberto Cecchi
chiedendo chiarimenti su tutta l'operazione Nuovi Uffizi. Premesso
che il Comune ancora non ha ricevuto il progetto o altra comunicazione
pur essendo parte in causa come proprietario di alcune aree, faremo
pressioni perché il progetto della Loggia rientri in quello complessivo
e non sai oggetto di un secondo lotto di lavori o bando». Biagi
parte all'attacco. E sottolinea poi con ferrea determinazione che
«la richiesta è già contenuta negli accordi sottoscritti dal sindaco
Domenici e dal ministro Urbani, si tratta di un impegno preciso
che il ministro e il governo devono rispettare». E precisa:
«Ci sta bene che la Loggia venga fatta per ultima, ma va messo
in gara tutto il progetto complessivo, compresa la nuova copertura
di Isozaki. Siamo stati leali, abbiamo fatto la nostra parte
nell'interesse generale della città anticipando i fondi per la progettazione,
ora tocca a loro rispettare gli accordi». Palazzo Vecchio preme,
ma in soprintendenza viene confermato lo stralcio dei tre progetti
e il loro rinvio ad un secondo tempo, con un altro bando e appalto
in attesa di reperire i 10 milioni di euro mancanti. Il progetto
dei Nuovi Uffizi è quindi ai blocchi di partenza, ma perde alcuni
pezzi. Tutta colpa dei ritardi, dei costi lievitati in anni di polemiche
e rinvii dal cronoprogramma del maggio 2000 presentato dall'allora
ministro dei Beni culturali Giovanna Melandri, che prevedeva la
fine dei lavori a Natale 2004, ora slittata a oltre il 2007. Intanto
ieri si sono chiusi gli scavi archeologici e la campagna di saggi
in Piazza dei Grano, e si annuncia imminente il bando di gara per
i lavori strutturali nell'edificio vasariano, con la realizzazione
del blocco di scale e ascensori che collegherà le due ali della
galleria. Un appalto faraonico, pari a circa 60 milioni di euro,
la cui bozza è ora in visione all'avvocatura di Stato, vista la
cifra ingente mai toccata finora da programmi di lavori pubblici.
Fatte le verifiche e completato il bando, verrà ricoperta l'aera
degli scavi e nella piazza, che in futuro dovrebbe ospitare la Loggia
Isozaki, sarà aperto invece il cantiere per l'esecuzione dei nuovi
collegamenti verticali degli Uffizi. Tutte le verifiche e decisioni
verranno prese la prossima settimana negli incontri previsti con
il direttore Cecchi e i tecnici della soprintendenza. «Entro il
15 settembre sarà tutto deciso» dicono in soprintendenza. Una settimana
calda, in cui Palazzo Vecchio cercherà di far rispettare gli accordi
stilati con il ministro. «Il direttore Cecchi dovrà prima o poi
rispondere alla mia lettera - aggiunge l'assessore Biagi- Ci dovrà
rendere conto dello stato del progetto generale, loggia compresa
per la cui realizzazione Palazzo Vecchio ha stanziato a suo tempo
la metà della cifra, pari a 6 miliardi e mezzo di vecchie lire».
REPUBBLICA
Firenze 5 SET 2004 |
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13
maggio 2004 |
"L'architetto
giapponese Arata Isozaki farà il progetto esecutivo dell'uscita
dei Grandi Uffizi nonostante l'indicazione ministeriale dell'agosto
2003 -ancora attiva - che stabiliva di interrompere la progettazione
fino alla conclusione delle indagini archeologiche in corso in piazza
Castellani. L'intenzione di andare avanti ugualmente con il progetto,
nonostante lo stop ministeriale, è stata comunicata da Isozaki con
una lettera inviata dal suo studio di Tokio al Ministero italiano
per i beni culturali, alla Soprintendenza al polo museale fiorentino,
alla Soprintendenza regionale per la Toscana e al Comune di Firenze.
Isozaki fa leva sul fatto che un altro progettista, sempre coinvolto
nei progetti per i Grandi Uffizi, «è stato incaricato - come scrive
1' architetto giapponese - anche della progettazione esecutiva della
rampa e delle fondazioni delle quattro colonne della loggia, come
da progetto Isozaki». «Ne consegue - prosegue Isozaki - il venir
meno della causa che vi aveva a suo tempo indotto a richiederci
la sospensione delle attività poiché, se così non fosse, non potrebbe
il progettista da voi incaricato eseguire la progettazione esecutiva
della rampa»
Uffizi,
Isozaki non si ferma - Avvenire 13/5/2004 |
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13
maggio 2004 |
"E
venne il tempo delle carte bollate. «Abbiamo ricevuto il materiale
inviato da Arata Isozaki e lo abbiamo già passato all'avvocato.
Adesso stiamo studiando come rispondere». La lapidaria «sentenza»
arriva dal ministero per i Beni culturali, dopo la comparsa di una
lettera - non proprio d'amore -spedita dall'architetto giapponese.
Una missiva in cui Isozaki assicura che «farà il progetto esecutivo
dell'uscita dei Grandi Uffizi nonostante l'indicazione ministeriale» (datata agosto 2003 ma ancora attiva), che stabiliva di interrompere
la progettazione fino alla conclusione delle indagini archeologiche
in corso in piazza Castellani. L'intenzione di andare avanti ugualmente
con il progetto, nonostante lo stop ministeriale, è stata comunicata
dall'architetto con una lettera inviata dal suo studio di Tokio
al ministero italiano per i Beni culturali, alla soprintendenza
al Polo museale fiorentino e a quella Regionale per la Toscana,
ma anche al Comune di Firenze. Isozaki ha fatto leva sul fatto che
un altro progettista, sempre coinvolto nei lavori per i Grandi Uffizi,
«è stato incaricato — a dire dell'architetto — anche della progettazione
esecutiva della rampa e delle fondazioni delle quattro colonne della
loggia, come da progetto Isozaki». «Ne consegue — prosegue la lettera
— il venir meno della causa che vi aveva a suo tempo indotto a richiederci
la sospensione delle attività, poiche, se così non fosse, non potrebbe
il progettista da voi incaricato eseguire la progettazione esecutiva
della rampa». Isozaki ha quindi motivato la sua decisione di procedere
comunque nella progettazione, aggiungendo in italiano un po' farraginoso,
«che per quanto detto e accertata l'insussistenza di qualsivoglia
ragione ostativa al prosieguo delle attività di progettazione vi
comunichiamo che procederemo nell'espletamento degli incarichi affidatici,
tenuto conto dell'intervenuta approvazione a suo tempo del progetto
preliminare». Il progetto di Isozaki, nella stesura preliminare,
prevedeva un ampio e alto loggiato prospiciente via de' Castellani
(oggi piazza del Grano) e fu per questo fonte di aspre polemiche
nel recente passato, sia con i comitati cittadini, che con personaggi
pubblici, fra cui il critico d'arte Vittorio Sgarbi, all'epoca sottosegretario
ai Beni culturali, ancora ben deciso su quello che «non» si dovrebbe
fare... E' stato il ritrovamento di un muro medievale durante gli
scavi nella piazza retrostante gli Uffizi a far interrompere la
progettazione, in quanto, proprio in quel punto, avrebbe dovuto
poggiare uno dei piloni su cui poggia la grande loggia ideata dal
giapponese. «Gli accertamenti sono tutt'ora in corso e andranno
avanti fino a giugno, come deciso con il ministero che ha una convenzione
con il professor Riccardo Francovich — interviene il soprintendente
archeologico Angelo Bottini — Per quanto riguarda il contenuto della
lettera di Isozaki, non mi risulta ci siano altri architetti incaricati
di realizzare l'uscita». Della stessa opinione anche il soprintendente
regionale, Mario Augusto Lolli Ghetti: «Isozaki sta prendendo una
posizione sbagliata — spiega — Forse è stato male informato... Sono
ancora in corso le indagini archeologiche e, da quanto so, non è
stato incaricato nessun altro architetto».
Letizia
Cini La Nazione 13/5/2004 |
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11
maggio 2004 |
"Arata
Isozaki ha rotto gli indugi e in vista della fine della progettazione
esecutiva per i nuovi Uffizi ha scritto al ministro Urbani, alla
sovrintendenza e a Palazzo Vecchio per dire che non attenderà
l'esito dei rilievi archeologici di piazza Castellani per redarre
il progetto definitivo della pensilina. Un vero e proprio ultimatum,
comunicato negli ultimi giorni di aprile da Tokio, che arriva come
un fulmine a ciel sereno e che rischia di complicare ancora di più
una vicenda che vede il Comune a fianco dell'architetto giapponese
e sovrintendenza e ministero frenare in attesa di capire come dovrà
essere modificato il progetto per permetterne la convivenza con
la storia di Firenze. La lettera, datata 28 aprile, ha come oggetto
la nuova uscita degli Uffizi su piazza Castellani e Isozaki afferma
chiaramente di non sentirsi più legato alla lettera del ministero
dell'agosto 2003 con il quale lo si inviata a sospendere ogni progettazione.
«In riferimento alla nota del primo agosto -scrive Arata Isozaki
- con la quale dichiaravate che "per quanto concerne la progettazione
definitiva i tempi contrattuali decorreranno a partire dalla conclusione
della nuova campagna di scavi prevista per piazza Castellani, la
cui tempistica è in corso di definizione", con la conseguenza che
"il progetto dovrà necessariamente tenere conto di quanto dovesse
emergere dalle indagini archeologiche", prendiamo atto che è stato
affidato l'incarico anche della progettazione esecuti- va della
rampa e delle fondazioni delle quattro colonne della loggia, come
da progetto Isozaki. Ne consegue - aggiunge l'architetto giapponese
- il venir meno della causa che vi aveva a suo tempo indotto a chiederci
la sospensione delle attività». Da qui la conclusione di Isozaki,
il suo ritenersi libero dalla richiesta di rispettare le conclusioni
degli esperti del ministero e della sovrintendenza. «Per quanto
detto - conclude perentoriamente la missiva - e accertata l'insussistenza
di qualsivoglia ragione ostativa al prosieguo delle attività di
progettazione, vi comunichiamo che procederemo nell'espletamento
degli incarichi affidatici». Per Isozaki dunque non è necessario
il parere di Roma per sapere quanto dovrà arretrare i piloni anteriori
della pensilina, né di quanto dovrà essere abbassata per mantenere
le proporzioni. Deciderà da solo che aspetto dare a piazza Castellani,
approfittando del fatto che Urbani ha rispettato alla lettera il
calendario di interventi per arrivare ai Nuovi Uffizi e dell'ipotesi
di allargare la rampa di piazza Castellani per permettere un miglior
flusso del pubblico in uscita dalla galleria ed un aspetto più uniforme
alla piazza. L'architetto ha deciso di forzare i tempi nonostante
che il progetto esecutivo per la galleria, e anche per la piazza,
sarà pronto entro giugno e la frase sul rispetto dei tempi contrattuali
fa intravedere il rischio che Isozaki metta tutta la questione in
mano agli avvocati in ogni caso. Toccherà a Roma e alla sovrintendenza
fiorentina rispondere al nuovo diktat.
Mauro
Bonciani il Giornale - Toscana 11/05/2004
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3
aprile 2004 |
"Respinta
di misura
una mozione dei consiglieri provinciali
di An Nistri, Massai, Giorgetti e Sensi sulla pensilina di Isozaki
ed il riassetto dell' uscita pensata per il progetto
dei «Grandi Uffizi» (15 voti contro 11) .
Enrico Nistri ha motivato la mozione, anche a nome degli estensori,
col fatto che «il progetto è severamente contestato da più parti
perché di dubbio valore estetico. Intervento architettonico eccessivo,
inutile, costoso e devastante — ha continuato Nistri — perché piazza
del Grano ha una sua dignità e una sua tradizione con un aspetto
dimesso. Inoltre si trova a pochi metri dal palazzo del potere per
eccellenza: Palazzo Vecchio al quale non si può accostare questo
intervento con gli occhi a mandorla che tutti, intimamente, criticano.
Anche quelli della maggioranza in consiglio provinciale che però,
bocciando la mozione, non hanno voluto prendere una posizione contraria
a quella assunta dalla giunta comunale».
LA
NAZIONE cronaca Firenze 03-APR-2004 |
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29
gennaio 2004 |
"Il
progetto sull'ampliamento della Galleria degli Uffizi
ha una storia lunga. Lunga 50 anni... Un'operazione costosa (per
sostenere il progetto Nuovi Uffizi i fondi stanziati dal ministero
sono stati oltre 98 miliardi di vecchie lire, 13 dei quali già spesi,
provenienti in buona parte dal Lotto), che ha richiesto la collaborazione
e un accordo tra il Comune di Firenze e il ministero per i Beni
culturali. Accordo firmato nel febbraio dello scorso anno. Deus
ex rnachina dell'operazione, per Giuliano Urbani, il gruppo Benetton,
«che ha messo risorse e competenze tecniche capaci di consentire
l'accelerazione finale alla stesura del progetto esecutivo nei cinque
mesi previsti», assicurò il ministro durante una visita a Firenze
nel luglio dello scorso anno. Ci siamo: ai primi di marzo verrà
inaugurata con grandi fasti l'uscita degli Uffizi, quella su piazza
Castellani. «Proprio in bocca al megastore Benetton», sospira
il soprintendente speciale per il Polo museale fiorentino Antonio
Paolucci. «D'altronde la logica è ormai questa — tuona — L'autorità
spetta a chi mette i soldi». E per quanto riguarda il contestatissimo
progetto dall'architetto Arata Isozaki? «Si farà — riprende l'ex
ministro — Magari più bassa rispetto al progetto originario, ma
si farà. La questione non inficia la nascita della nuova uscita».
«Fra le novità — anticipa ancora Antonio Paolucci — la possibilità
di accedere al book-shop direttamente da piazza Castellani, senza
dover per forza entrare in Galleria». Spinta propulsiva ai lavori
giunti ormai al termine in piazza del Grano, l'ingresso economico
del gruppo Benetton, che vede nei visitatori in uscita dagli Uffizi
una sicura fonte di guadagno: non a caso il percorso interno del
museo è stato variato proprio per consentire che il pubblico esca
da subito su piazza Castellani, nonostante i lavori all'interno
del museo siano ben lontani dal termine... Eppure sono passati ben
18 mesi da quando il ministro per i Beni culturali, Giuliano Urbani,
si augurava «di attraversare entro il Natale del 2006 la nuova uscita
degli Uffizi, dopo aver fatto il percorso completo della Galleria,
finalmente raddoppiata negli spazi e nei servizi». Fra il primo
di settembre 2003 e il 31 gennaio 2004 doveva essere realizzato
il «nuovo» progetto esecutivo, che dovrebbe poi essere appaltato
entro la primavera 2004. Condizione essenziale per consentire il
via dei lavori veri e propri, che richiederanno un periodo compreso
fra i 30 e i 36 mesi effettivi. Ieri, nuovo sopralluogo del direttore
generale per i Beni architettonici e il paesaggio, Roberto Cecchi."
Letizia
Cini La Nazione - cronaca di Firenze 29/01/2004 |
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10
ottobre 2003 |
"La
palude di piazza Castellani.
Un passaggio obbligato, tra l'altro annunciato e firmato dal ministro
Giuliano Urbani e dal direttore Cecchi l'8 luglio a Firenze. Quel
giorno, fu anche data l'autorizzazione a procedere con il progetto
definitivo all'architetto Isozaki, in attesa dei risultati dei nuovi
scavi. Indagini queste ancora ferme, mentre si lavora a ritmi serrati
al progetto esecutivo dei Nuovi Uffizi e alla rampa di uscita, privilegiando
così la parte tecnico-commerciale. Cosa succede? In soprintendenza,
bocche cucite. Ma regna lo sconcerto e c'è chi lamenta «una progettazione
affrettata che privilegia l'aspetto politico dell'accordo, a scapito
dell'importanza storico-culturale dell'intervento in un edificio
di altissimo valore». Chi parla invece è Gianni Biagi, assessore
all'urbanistica di Palazzo Vecchio: «Noi abbiamo dato soldi tramite
l'accordo con Benetton. Il direttore Cecchi continua a mandarmi
lettere sugli scavi da proseguire in piazza, mi parla di contatti
col professor Francovich dell'università di Siena. Ma intanto non
è stato dato l'incarico a nessuno. Sono molto preoccupato: noi la
nostra parte la stiamo facendo, la pavimentazione della piazza
sta per finire. Idem l'illuminazione. Se non succede nulla
sul fronte Isozaki, quanto prima chiederemo che ci rendano i soldi.
C'è una situazione di confusione generale. Qualche anno fa Casabella
mise il dito nella piaga, scrivendo un articolo polemico su "Chi
progetta i Nuovi Uffizi?" E' il caso di chiederselo di nuovo.
Per trasparenza nei confronti dei cittadini». Apre il fuoco anche
Riccardo Francovich, docente di archeologia medievale a Siena, chiamato
dalla soprintendenza come consulente: «Ho la netta impressione
che si sia presa a pretesto l'archeologia per bloccare Isozaki.
E ora si vorrebbe scavare sotto San Piero Scheraggio, la chiesa
più antica della città dove si facevano le assemblee prima che esistesse
Palazzo Vecchio, per far posto ai nuovi corpi delle scale. Credo
che il progetto preveda la distruzione di un muro fondamentale.
Gli Uffizi sono un monumento eccezionale e qui c'è un non governo.
Ed è una vergogna che piazza Castellani, dove i lavori potevano
essere ripresi a marzo, sia lì immobile. Non si può procedere a
frammenti di indagini rendendo un colabrodo una zona monumentale.
C'è una mancanza sconcertante di serietà, di elaborazione e consegna
di dati raccolti, l'ho detto a soprintendenti e funzionar! Ho trovato
consensi e apprezzamenti. Ma se si tocca San Piero Scheraggio,
lì si blocca tutto davvero. Altro che i quattro avanzi di mura
sotto piazza Castellani. Siamo in una situazione davvero critica.
Benetton preme "Entro fine ottobre devono iniziare i lavori alla
rampa di uscita". Ho chiesto un incontro con Cecchi, perché
dovrei essere il consulente ma non mi danno nessuna operatività».
Il summit tra tutti i soprintendenti e il direttore Cecchi, uno
dei tanti incontri tecnici a cadenza quindicinale dell'équipe Nuovi
Uffizi, è in programma proprio oggi. In discussione, tra le altre
questioni, c'è anche la consulenza dell'architetto Adolfo Natalini
per la nuova scala che dovrebbe sbucare in San Piero Scheraggio.
«E’ vero, dal ministero hanno richiesto la mia disponibilità per
una consulenza» dichiara Natalini che altro non dice. Consulenza
richiesta prima ancora «a titolo gratuito» a Isokazi, che avendo
invece preteso una parcella, è finita in nulla di fatto, come racconta
da Tokyo l'architetto. Che con calma tutta orientale precisa anche
di avere ricevuto un lettera il primo agosto dal direttore Cocchi
che blocca appunto la redazione del progetto definito della loggia
«in attesa della nuova campagna di scavi in piazza Castellani la
cui tempistica è in corso di definizione». «Quindi restiamo in attesa
- aggiunge il suo collaboratore Andrea Maffei -. Ma intanto la nostra
parcella aumenta: abbiamo fatto molti viaggi al ministero per definire
il progetto, che non subirà particolari mutamenti rispetto al disegno
originario». Insomma, avanti tutta per onorare tempi e contratto
con Benetton («Entro fine ottobre devono iniziare i lavori per la
rampa di uscita" ripete Gianni Cibin consigliere delegato Property-Benetton),
mentre sfuma nell'indefinito il progetto Isozaki concordato con
Palazzo Vecchio.
Mara
Amorevoli La Repubblica – Firenze, 10/10/03 |
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9
luglio 2003 |
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Nuovi
Uffizi, ancora attesa: Saranno
pronti nel 2006. Nuovi Uffizi, progetto vecchio trasferito
in realtà virtuale e tempi di realizzazione spostati al 2006. La
visita di ieri del ministro Giuliano Urbani a Firenze, salutata
dal soprintendente Antonio Paolucci come «un'accelerazione politica
necessaria» ufficializza il solito e noto progetto della nuova galleria,
ne stabilisce i tempi di completamento. Ma non aggiunge nulla di
nuovo — se non altra attesa a quanto i fiorentini aspettano da alcuni
decenni. Ad eccezione della videoanimazione di alcune sale, e della
notizia data dal ministro sull'autonomia del polo museale fiorentino,
«destinato all'estinzione per far posto da una Fondazione che ve
drà la collaborazione tra Stato e governi territoriali locali, con
partecipazione dei privati». Come e quando «avverrà questo passaggio,
non è dato sapere. Anche se il sindaco Domenici, intervenuto all'incontro
con molti dei suoi assessori, alla presenza di tutti i soprintendenti
e funzionari e del direttore generale del ministro Roberto Cecchi,
sottolinea «l'importanza dello stretto rapporto di collaborazione
con il sistema delle autonomie locali». Tanto più che la vera accelerazione
ai Nuovi Uffizi l'ha data proprio Palazzo Vecchio, con l'accordo
che ha permesso alla società del gruppo Benetton di approntare il
progetto esecutivo degli Uffizi. «Piano che sarà concluso entro
il 31 gennaio 2004—spiega Cecchi — E a fine febbraio, sarà aperta
l'uscita provvisoria su piazza Castellani». Quanto al progetto
Isozaki, si farà, assicura Urbani. Ma alla fine degli scavi
archeologici, il prossimo settembre 2003.
Mara
Amorevoli la Repubblica - cronaca Firenze 9/7/2003 |
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9
luglio 2003 |
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Inaugurazione
nel 2006
«Siamo alla fine di un percorso durato cinquant'anni»; così proclama
il soprintendente Antonio Paolucci mentre sta per introdurre l'annunzio
che il ministro dei Beni culturali, Giuliano Urbani, è venuto a
dare proprio dentro gli Uffizi, nella storica Biblioteca Magliabechiana.
Sorridente e soddisfatto, Urbani riprende ufficialmente un dialogo
iniziato nello scorso febbraio, quando il sindaco di Firenze Leonardo
Domenici gli chiedeva di chiarire «presente e futuro» della galleria
più famosa e più frequentata del mondo. II dialogo si è chiuso con
questa promessa: il ministero si impegna a concludere formalmente,
secondo quanto impone la legge Merloni, i vari gradi dei progetti
esecutivi senza i quali, anche se non mancano idee, disegni
e fondi, non si può portare avanti la sistemazione definitiva di
interni ed esterni dell'edificio vasariano, compresa la famosa uscita
secondaria che deve avvalersi della pensilina progettata dal giapponese
Arata Isozaki. Ieri, dunque, Giuliano Urbani ha portato i progetti
notevolmente progrediti, a cura dell'architetto ministeriale Roberto
Cecchi. Inoltre ha potuto sbandierare lo straordinario accordo concluso
con il Comune di Firenze. Grazie ad esso alle somme giacenti da
anni per il finanziamento dei lavori, circa cinquanta milioni di
euro, si aggiungono i circa sette milioni di euro che il municipio
aveva ottenuto dal Gruppo Benetton, per concedere — in sostanza
— il permesso di trasformazione in centro acquisti e ristorante,
del vecchio cinema Capitol fronteggiante il retro Uffizi, in piazza
Castellani. Questi soldi ora il Comune li passa ufficialmente al
ministero purché si finisca tutta la faccenda. Una collaborazione
fra Benetton, ministero e uffici locali renderà possibile entro
pochi mesi lo studio archeologico e i giochi ingegneristici, che
permetteranno, tra l'altro, la nascita del «portico Isozaki» senza
danni per i reperti medioevali del terreno. Frattanto, dice il ministro,
entro febbraio «si aprono i cantieri per il progetto definitivo
di quei Nuovi Uffizi che nel 2006 sarà possibile inaugurare». Un
filmato proiettato rafforza l'ottimismo di funzionari e uomini politici.
Si vede più o meno come saranno sistemate le sale, come sarà valorizzato
per esposizione e studi quel primo piano della Galleria che ora
è inutilizzato. Il ministro inoltre elargisce particolari notizie
felici al sindaco Leonardo Domenici che molto gradisce, dicendo
che rafforzerà il rapporto con gli enti locali, e anche al soprintendente
Paolucci, annunciando che le Soprintendenze speciali come la sua
saranno trasformate in fondazioni con molta autonomia. Tutti contenti,
dunque? Questo non è certo. Non tanto per una possibile incredulità
verso l'ottimismo dell'onorevole Urbani, quanto per quel famoso
«portico Isozaki» che conta ancora, in tutto il mondo, agguerrite
schiere di oppositori, capeggiate da un fiorentino celebre come
il regista Franco Zeffirelli.
Wanda
Lattes Corriere della Sera 9/7/2003 |
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28
Febbraio 2003 |
I
lavori
per la realizzazione dei Nuovi Uffizi partiranno entro l' anno. Lo
hanno detto il ministro per i beni culturali Giuliano Urbani ed il
sindaco Leonardo Domenici incontrando la stampa dopo l' incontro a
porte chiuse, durato circa un' ora, avuto in serata nella sede della
Fondazione Spadolini-Nuova Antologia. Assieme a loro erano presenti
il direttore generale per i beni architettonici del ministero Roberto
Cecchi e gli assessori comunali all' urbanistica Gianni Biagi e alla
cultura Simone Siliani. Il ministro e Cecchi contano di ''aprire il
cantiere entro la fine dell' anno'' ed hanno spiegato che sono disponibili
i 34 milioni di euro gia' stanziati da tempo. Contestualmente, hanno
aggiunto, va avanti anche la rielaborazione del progetto della nuova
uscita disegnato da Arata Isozaki, secondo le modifiche che si sono
rese necessarie dopo la scoperta dei reperti archeologici nel sottosuolo
della piazza. Ministro e Domenici, nella sua qualita' di presidente
dell' Anci, ''hanno confermato il loro interesse a dare attuazione
all' art. 150 del decreto legislativo 112/98 per il trasferimento
di musei statali alle autonomie locali, attraverso gli strumenti concertativi
stabiliti dal decreto stesso''. ''E' stato un accordo - ha commentato
il sindaco - che in primo luogo fa l' interesse della citta' e che
e' il risultato di uno spirito collaborativo manifestato da tutti.
Mi auguro che i tempi previsti siano rispettati per l' intero complesso
delle opere, compresa la nuova uscita'' |
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28
Febbraio 2003 |
Accordo
di massima per la realizzazione del progetto esecutivo dei nuovi Uffizi,
compresa la nuova uscita del museo su piazza Castellani, progettata
da Arata Isozaki, cosi' come rielaborata anche sulla base di quanto
dovesse emergere dalla ulteriore campagna di scavi archeologici prevista
sull' area della piazza e finalizzata ad indagare le preesistenze
altomedievali. L'accordo e' stato raggiunto questa sera, nel corso
di un incontro avvenuto alla Fondazione Spadolini, tra il sindaco
di Firenze Leonardo Domenici e il ministro dei Beni culturali Giuliano
Urbani. ''Il progetto esecutivo complessivo - precisa una nota diffusa
al termine dell' incontro - sara' redatto dal ministero nell' arco
di circa cinque mesi, avvalendosi delle risorse gia' messe a disposizione
dell' amministrazione comunale dalla societa' del gruppo Benetton,
che sta restaurando l'ex cinema Capitol in piazza Castellani, e acquisendo
anche collaborazioni esterne all' amministrazione dei Beni culturali.
Il ministero si impegna a garantire le ulteriori risorse necessarie
per la realizzazione dell' intero complesso delle opere. Ministro
e sindaco hanno concordato di costituire un gruppo di lavoro per verificare
la possibilita' e le modalita' di costruzione di una fondazione partecipata
da governo, Comune, Regione e altri soggetti, per la gestione della
Galleria degli Uffizi sul modello di quanto gia' realizzato per Museo
Egizio di Torino e per il Museo delle Navi antiche a Pisa''. |
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27
Febbraio 2003 |
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''Va
benissimo come idea'' la possibilita' di una Fondazione per la
gestione dei Nuovi Uffizi: lo ha detto il ministro per i Beni
culturali Giuliano Urbani parlando con i giornalisti oggi a Firenze
e riferendosi alla proposta di legge del senatore Stefano Passigli.
''Essa si inserisce - ha detto Urbani - nell' ambito di fondazioni
che stiamo gia' realizzando tra Stato, Regioni ed Enti locali per
la valorizzazione di opere particolarmente importanti e di grande
interesse culturale ed artistico''. Il ministro ha citato come esempi
il Museo egizio di Torino e quello per le navi antiche a Pisa.( |
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27
Febbraio 2003 |
''Siamo
davvero preoccupati per il futuro dei Nuovi Uffizi, ma intendo ribadire
al ministro per i beni e le attivita' culturali Giuliano Urbani la
nostra volonta' di collaborare per trovare una soluzione positiva
alla vicenda''. Lo ha detto il sindaco di Firenze Leonardo Domenici,
parlando con i giornalisti a margine della seconda Conferenza nazionale
degli assessori alla cultura e al turismo, e riferendosi all' incontro
col ministro in programma domani a Firenze. Gia' il 21 febbraio Domenici
aveva espresso ''viva preoccupazione'' in una lettera inviata ad Urbani
nella quale chiedeva un incontro urgente per parlare della questione
della nuova uscita del museo e, piu' in generale, del progetto complessivo
di ampliamento della galleria. Urbani sara' domani alla Fondazione
Spadolini, sui colli fiorentini, per partecipare alla celebrazione
del 28/o anniversario della prima legge di tutela e organizzazione
dei beni culturali che porta il nome dello statista scomparso (lege
numero 44 del 1975). Successivamente e' previsto l' incontro col sindaco.
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20
Febbraio 2003 |
E'
a rischio la realizzazione dei Nuovi Uffizi. ''Se i tempi sono davvero
quelli indicati dal ministero per i beni culturali, non ce la facciamo
di certo'' a presentare in tempo utile il progetto esecutivo complessivo.
Lo ha detto ai giornalisti il soprintendente ai beni architettonici
Domenico Antonio Valentino riferendosi a quanto apparso sulle pagine
toscane di Repubblica in cui viene ipotizzato che, senza questo progetto,
entro aprile verranno persi i 34 milioni di euro destinati a questo
scopo. ''Credo che si stia montando una cosa che non ha senso - ha
aggiunto Valentino - perche' non penso che il ministero per i beni
e le attivita' culturali lasci andare via questi soldi. Comunque,
dovete sentire il direttore generale del ministero Roberto Cecchi,
delegato per il progetto Nuovi Uffizi, che rientra dalla Cina lunedi'
prossimo''. ''Non c' e' nessun rischio - e' il pensiero del soprintendente
al polo museale fiorentino Antonio Paolucci - e sappiamo bene che
questi soldi vanno utilizzati. Il soprintendente Valentino, che ha
l' incarico di farlo, sta portando avanti il progetto e sono assolutamente
tranquillo: entro aprile sara' tutto risolto'' |
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08
Febbraio 2003 |
"Finiremo
per andare in tribunale se il Governo non ci dara' risposte sul progetto
della nuova uscita degli Uffizi e sugli altri interventi legati all'
ampliamento del museo''. Lo ha detto il sindaco di Firenze Leonardo
Domenici durante una riunione di maggioranza. ''Noi siamo pronti -
ha aggiunto Domenici - abbiamo finito o stiamo completando gli interventi
di nostra competenza. Siamo preoccupati per le non risposte del Governo.
L' interrogativo e' sull' uscita e il Governo deve darci risposte''.
Per il sindaco di Firenze ''gli Uffizi sono una questione da risolvere
e il Governo deve dirci che cosa succede''. Tra le situazioni del
museo da definire, il sindaco ha indicato anche la cosiddetta ''Stecca
Ovest'', il braccio piu' lungo della Galleria, che a detta di Domenici
''sembra uscita da una guerra'', a causa della trascuratezza in cui
si trova da tempo." |
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14
novembre 2002 |
Sara'
arretrato il fronte della pensilina che, secondo il progetto
dell' architetto giapponese Arata Isozaki, coprira' l' uscita di piazza
Castellani dalla Galleria degli Uffizi. L' accordo e' stato raggiunto
nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato, tra gli altri,
l' assessore all' urbanistica del Comune di Firenze, Gianni Biagi,
il soprintendente al polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, il
soprintendente ai beni architettonici Domenico Valentino. E' stato
inoltre deciso di proseguire la ricerca di eventuali reperti archeologici
sotto piazza Castellani per la parte che non e' stata ancora sottoposta
a saggi. Spettera' a Isozaki, nella sua piena autonomia artistica,
definire di quanto il fronte della pensilina dovrà' essere arretrato.
Il progetto resta invece invariato per quanto riguarda l' altezza
della struttura. L' adeguamento del progetto, secondo quanto ha detto
l' assessore Biagio, dovrebbe essere pronto già' tra circa quindici
giorni. Il problema dell' arretramento si era posto dopo che gli scavi
attualmente in corso avevano portato alla luce quello che viene identificato
come un probabile pezzo della prima cerchia delle mura. Si tratta
di un elemento importante dal punto di vista della documentazione
del passato di Firenze, una sorta di matrice della citta' medievale.
I pilastri portanti della pensilina di isolai, come era stata progettata
in un primo tempo, rischiavano quindi di appoggiare sulle antiche
mura. Con l' arretramento del fronte della pensilina i reperti archeologici
saranno inseriti all'interno del percorso museale dei Nuovi Uffizi. |
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26
Luglio 2002 |
L'
uscita dei nuovi uffizi è stata bloccata I
reperti medievali scoperti nella zona interessata al loggiato sono
infatti cosi' importanti che il soprintendente Domenico Antonio
Valentino ha deciso che non potranno essere demoliti. Il fatto e'
stato ora ufficializzato da Valentino dopo un sopralluogo compiuto
assieme ai soprintendenti al polo museale Antonio Paolucci e regionale
Mario Lolli Ghetti.
Mi
fa piacere apprendere della disponibilita' di Isozaki a rivedere
questa parte del progetto'': e' il commento del soprintendente
Domenico Antonio Valentino alla lettera inviata dall' architetto
giapponese. ''Gli scavi sul retro degli Uffizi - afferma il soprintendente
- andranno comunque avanti secondo le indicazioni dei tecnici e
credo che termineranno a fine agosto. Poi attendero' i rilievi della
soprintendenza archeologica che inoltrero' a Isozaki. Credo pero'
che non ci siano reperti demolibili e non demolibili ma, a mio parere,
sono tutti non demolibili. Una volta concluso questo iter attendero'
la proposta di Isozaki'.
Arata
Isozaki e' disposto a modificare il progetto della nuova uscita
degli Uffizi relativamente alle fondazioni. Lo afferma lo studio
dell' architetto giapponese in una nota in cui si dichiara che ''in
seguito alla comunicazione del soprintendente Domenico Antonio Valentino
sul ritrovamento di reperti archeologici nell'area di piazza Castellani,
lo studio Arata Isozaki & Associates valutera' modifiche al progetto
dei vani interrati e delle fondazioni della loggia in funzione di
un loro rispetto''. Proprio ieri infatti Valentino aveva annunciato
di non voler demolire i reperti rinvenuti, una decisione che di
fatto blocca tutto il progetto. ''Il soprintendente - prosegue infatti
il comunicato - ci ha semplicemente comunicato di aver trovato tali
reperti (solo sul lato sinistro dell'area e quindi non in tutta
l'area) e che li ritiene non demolibili. Il progetto delle fondazioni
e dei vani interrati della loggia di Isozaki verra' modificato in
funzione degli stessi, senza alcun impedimento alla realizzazione
del progetto''. ''Abbiamo inviato oggi - conclude lo studio Isozaki
- richiesta scritta a Valentino dei rilievi di questi ritrovamenti,
in cui siano specificati quelli demolibili e non demolibili e valuteremo
una nuova soluzione di fondazione. Viste le ampie tecnologie oggi
disponibili, confidiamo di trovare soluzioni accettabili dal soprintendente''.
La lettera e' stata inviata per conoscenza al ministro Giuliano
Urbani, all' assessore comunale all' urbanistica Gianni Biagi e
ai soprintendenti Antonio Paolucci e Mario Lolli Ghetti. Frattanto
l' amministrazione comunale ha precisato che ''la questione non
e' chiusa''. ''Mi sembra poco corretto dal punto di vista istituzionale
- dichiarano gli assessori Biagi e alla cultura Simone Siliani -
che il soprintendente Valentino scriva al progettista e non anche
all' Amministrazione comunale che e' cofinanziatrice dell'intervento
oltre che proprietaria del terreno su cui si sta realizzando l'opera.
Inoltre il soprintendente Valentino non ha scritto neanche al soprintendente
regionale Mario Lolli Ghetti e al soprintendente al polo museale
Antonio Paolucci che sono i diretti fruitori dell'uscita dei Nuovi
Uffizi''. ''Da quanto e' dato sapere (per adesso l'Amministrazione
comunale non e' in possesso di nessuna informazione ufficiale) -
afferma Palazzo Vecchio - le caratteristiche dei reperti rinvenuti
sono abbastanza omogenee sia a quelli gia' demoliti sia a quelli
trovati in piazza Castellani durante i lavori di sistemazione della
piazza. Per questi ultimi c' e' gia' il parere positivo alla demolizione
della soprintendenza ai beni archeologici. Chiederemo direttamente
al ministro Giuliano Urbani e al comitato di settore presso il Ministero
dei beni e attivita' culturali un pronunciamento in merito alla
questione. L'Amministrazione comunale - concludono gli assessori
Biagi e Siliani - convochera' lo studio di Arata Isozaki e il soprintendente
Valentino per discutere della questione in sede ufficiale. |
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25
Luglio 2002 |
Si
blocca definitivamente il progetto della nuova uscita degli Uffizi
firmato da Arata Isozaki. I reperti medievali scoperti nella zona
interessata al loggiato sono infatti cosi' importanti che il soprintendente
Domenico Antonio Valentino ha deciso che non potranno essere demoliti.
''L' ho scritto in una lettera inviata stamani al ministro per i beni
culturali Giuliano Urbani - conferma Valentino - e per me la questione
e' chiusa. Ora la parola definitiva spettera' al ministro. Attendo,
per scrupolo, di ricevere la seconda e ultima relazione tecnica del
soprintendente ai beni archeologici della Toscana Angelo Bottini (i
reperti di eta' medievale sono anch' essi di mia competenza), ma la
decisione e' gia' stata presa''. Lo stesso ministro, il 19 luglio
scorso, intervenendo al Caffe' della Versiliana aveva detto che questa
scoperta avrebbe potuto bloccare i lavori; il fatto e' stato ora ufficializzato
da Valentino dopo un sopralluogo compiuto assieme ai soprintendenti
al polo museale Antonio Paolucci e regionale Mario Lolli Ghetti. ''I
miei due colleghi - ha precisato Valentino - sarebbero invece favorevoli
alla demolizione dei reperti che sono stati scoperti in una zona
che, nel progetto di Isozaki, prevede la realizzazione di due piani
sotterranei destinati a magazzini, depositi e garage. Se Isozaki
volesse cambiare il progetto potremo riparlarne''. Proprio il maestro
giapponese ha inviato nei giorni scorsi a Valentino un suo testo in
cui ribadisce la volonta' di ''non abbassare la pensilina'', come
da lui gia' annunciato nella conferenza stampa tenuta in Palazzo Vecchio
il 25 giugno scorso. I reperti riaffiorati risalgono alla citta' medievale
e all' antico cimitero di San Pier Scheraggio, tanto che sono stati
scoperti resti di due scheletri. Un giudizio negativo verso il progetto
e' stato espresso negli ultimi tempi, oltre a Sgarbi, anche dallo
stesso Urbani (che ha precisato di parlare ''come cittadino''), Oriana
Fallaci, Franco Zeffirelli e, pochi giorni fa, da Mina. |
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21
Luglio 2002 |
I
reperti archeologici potrebbero bloccare il progetto Isozaki.
I
lavori
della tettoia per l'uscita dei Nuovi Uffizi, progettata dall'architetto
giapponese Arata Isozaki, potrebbero fermarsi se i reperti trovati
nella piazza Castellani si rivelassero da tutelare. La notizia
è stata data ieri sera dal ministro per i Beni culturali, Giuliano
Urbani, intervenuto al dibattito al Caffè della Versiliana, a Marina
di Pietrasanta, condotto da Cesara Buonamici e Romano Battaglia.
«Un problema non piccolo è emerso nei gironi scorsi nella piazza
- ha spiegato il ministro - . Procedendo con i lavori di sondaggio
sono emersi reperti archeologici che non sappiamo se siano gli stessi
di piazza della Signoria. Quando avremo il progetto esecutivo, come
il contratto prevede, potremo fare le due cose che si fanno in questi
casi: si va avanti; oppure ci si ferma. E' chiaro che se i reperti
si dimostrassero di un valore tale da richiedere la loro tutela,
ci si ferma». Parlando col pubblico, Urbani ha confessato che, «come
cittadino», non ama il progetto di Isozaki. «Non mi piace assolutamente
- ha detto - Lo ritengo un atto di provincialismo incomprensibile.
Ma come ministro dico che dobbiamo rispettare il contratto che abbiamo,
perchè non è un paese serio quel paese che straccia i contratti».
Il ministro ha anche ricordato che è in attesa di un progetto esecutivo
da Isozaki: «Il contratto prevede che il progettista ci consegni,
dialogando col sovrintendente ai monumenti, un progetto esecutivo.
Finira abbiamo visto solo documenti cartacei». s |
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10
Aprile 2002 |
Incontro
con il ministro Giuliano Urbani, il sottosegretario Vittorio Sgarbi,
presenti oltre allo stesso Paolucci, anche i soprintendenti Mario
Lolli Ghetti e Domenico Valentino. Paolucci, che prima di esprimersi
ha preferito attendere di ricevere la lettera del ministro sul risultato
della riunione, si e' quindi detto soddisfatto del risultato ottenuto...i |
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Aprile
2002 |
FIRENZE,
10 APR - ''Riunione, lunga, polemica, scintillante, ma il risultato
e' stato buono''. Cosi' il soprintendente al polo museale Antonio
Paolucci, ha commentato l' esito dell' incontro con il ministro Giuliano
Urbani, il sottosegretario Vittorio Sgarbi, presenti oltre allo stesso
Paolucci, anche i soprintendenti Mario Lolli Ghetti e Domenico Valentino.
Paolucci, che prima di esprimersi ha preferito attendere di ricevere
la lettera del ministro sul risultato della riunione, si e' quindi
detto soddisfatto: ''Mi pare - ha osservato - che sia una lettera
incoraggiante. Forse sono necessarie rettifiche ma il progetto va
avanti, data la situazione non possiamo che essere contenti''. Stamani,
Paolucci aveva fatto rilevare, tra l' altro, che un progetto come
quello di Arata Isozaki non puo' essere sottoposto a referendum. ''Se
nel 1937 - aveva osservato - i fiorentini avessero fatto un referendum
sulla stazione avremmo avuto un' opera in stile assiro-babilonese
oppure rinascimentale, mentre fortunatamente abbiamo quella di Michelucci''.
Soddisfazione per l' esito della riunione e' stata espressa anche
dall' amministrazione comunale fiorentina. ''Prendo atto con soddisfazione
di quanto affermato dal ministro - ha detto l' assessore all' urbanistica
Gianni Biagi - se ci saranno da fare delle modifiche siamo d' accordo,
basta che questo non si trasformi in una forma surrettizia per non
fare l' opera'' |
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3 Aprile 2002 |
ISOZAKI
NON CAMBIA PROGETTO, IMPASSE CON SGARBI TOKYO, Il tono e' tranquillo
e rispettoso ma l'architetto giapponese Arata Isozaki non nasconde
la ''sorpresa'' per l' ''impuntatura'' del sottosegretario ai Beni
culturali Vittorio Sgarbi, che sta bloccando l'inizio dei lavori per
la costruzione della nuova uscita della Galleria degli Uffizi di Firenze,
che gli e' stato assegnato. ''Ci siamo sentiti piu' volte con il sovrintendente
speciale per il polo museale fiorentino, Antonio Paolucci, e con il
comune di Firenze e la decisione e' stata di andare avanti con il
progetto originario, del quale sono entusiasti - ha detto oggi all'Ansa
Isozaki, a margine di un convegno a Tokyo sulla ''filosofia della
citta''' al quale ha partecipato insieme all'ex sindaco di Venezia
Massimo Cacciari - ma Sgarbi continua a dire che cosi' non va e occorrono
modifiche''. Il risultato e' che i lavori di realizzazione del progetto,
per il quale e' stato firmato nel febbraio del 2001 un regolare contratto
tra lo studio Isozaki e la citta' di Firenze, dopo la vittoria dell'architetto
nipponico in una gara internazionale, non sono mai partiti, nonostante
dovessero cominciare entro 60 giorni dalla firma. ''La situazione
e' molto chiara, purtroppo - ha spiegato l' architetto italiano Andrea
Maffei che lavora nello studio Isozaki a Tokyo - Il veto di una sola
persona sta bloccando tutto. Poco meno di due mesi fa il ministro
dei Beni culturali Giuliano Urbani si era recato a Firenze per discutere
del problema con Paolucci e con il sindaco di Firenze Leonardo Dominici
e aveva promesso una risposta definitiva entro 15 giorni. E' trascorso
piu' di un mese e non e' ancora arrivato nulla, nonostante i solleciti''.
Di certo la 'querelle' innescata da Sgarbi sta dilatando i tempi di
attuazione del progetto della nuova uscita per il Museo degli Uffizi,
che dovrebbe raddoppiare gli spazi espositivi in base ad una risistemazione
dell'edificio del Vasari decisa dal precedente governo di centrosinistra
e dall'allora ministro dei beni culturali Giovanna Melandri. L'inaugurazione
dell'uscita era prevista nel settembre 2003. ''Una data ormai impossibile
- ha detto Maffei - E noi
continuiamo ad aspettare'' |
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Ottobre
2001 |
Uscita
Nuovi Uffizi: ISOZAKI farà personalmente per Sgarbi nuovi progetti
alternativi alla discutibile versione vincitrice del concorso. Già
proprio per Vittorio Sgarbi. Ne siamo orgogliosi: Arata
Isozaki, l'architetto che ha vinto il concorso internazionale per
la nuova uscita degli Uffizi, portera' in Italia ad ottobre tre progetti
alternativi. Ci muove a doverosa compassione un simile gesto di deontologia
professionale che l'architetto pluridecorato dal soprintendente Lolli
Ghetti durante il concorso ad inviti per l'uscita dei nuovi Uffizi
riesca a mettere in discussione tutto l'apparato ufficiale che si
è costruito intorno a lui solo per un personale interessamento
del sottosegretario Sgarbi.....La cultura architettonica in Italia
che fine ha fatto ? |
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Marzo
2001 |
Va
avanti il progetto di ristrutturazione della zona di piazza Castellani,
dove già sono in corso i lavori per la ristrutturazione dell'ex
cinema Capitol. il Comune consegnerà ufficialmente alla soprintendenza
ai Beni ambientali l'area dove sarà realizzata la nuova uscita
degli Uffizi, progettata dall'architetto Arata Isozaki. Si
tratta di una zona di circa 500 metri quadri che ospitava un parcheggio
per una sessantina di motorini: sarà chiusa e transennata, prima
per effettuare le rilevazioni topografiche indispensabili alla
redazione del progetto esecutivo, poi per i lavori preparatori.
Nell'area nascerà la nuova uscita della galleria degli Uffizi
Isozaki
ha progettato una grande loggia in acciaio rivestito di pietra
serena, con una copertura di travi longitudinali e lucernari trasparenti.
Inoltre l'architetto giapponese curerà anche il nuovo aspetto
della piazza, realizzando il progetto preliminare e sovrintendendo
ai lavori per il restauro dell'area fra via dei Leoni, via dei
Neri e l'ex Capitol.
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