S.
Michele in Borgo - Pisa -
Progetto Arch. Massimo Carmassi
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poetica
carmassiana | il muro | il
romanico | una
chiesa con 'due facce' |
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Il progetto della discordia, per i pisani: "la mattonaia". La poetica dell'architettura italiana 'lingua morta' per la città di Pisa "L a ricostruzione dell'area retrostante S.Michele in Borgo è uno dei maggiori tormentoni della città di Pisa. In termini temporali, l'opera, mai finita, supera di gran lunga il parcheggio di piazza Vittorio Emanuele, anche se essendo appartata, non ne ha lo stesso impatto sulla funzionalità e l'estetica cittadina. Si tratta di un opera emblematica della distanza che c'è, purtroppo, tra la visione degli architetti e quella dei cittadini Per gli architetti, e in particolare per il suo autore, Massimo Carmassi, si è trattato di un'opera di grande pregio culturale, quasi un'opera d'arte, meritevole di pubblicazione su di un gran numero di riviste di architettura ed anche materia di studio da parte di studenti. Per i cittadini, si tratta di una incomprensibile muraglia di mattoni, da cui il nome spontaneamente attribuitole di "mattonaia" passato ormai nell'uso comune dei giornali, che ha occultato la vista della facciata posteriore della chiesa e impedito la realizzazione di una potenziale piazza."
"Questo si dovrebbe aggiungere l'effetto di soffocamento che essa ha determinato sulla via degli Orafi, non solo per la vicinanza della costruzione alle case preesistenti (in realtà fu ripristinato l'allineamento delle case medievali distrutte dalla guerra) ma anche per il linguaggio architettonico prescelto consistente nell'eliminare "le finestre" e dunque nell'offrire sul vicolo solo una successione di masse murarie piene, le cui sconnessioni sono usate come aperture di illuminazione. Un progetto dei primi anni '80, in tutti i sensi, compreso quello del mancato controllo preventivo del suo costo. Risulta infatti che sia costato, in euro oltre 3 milioni di euro, che attualizzati sarebbero oltre 5 milioni. Una cifra di tutto rispetto per un complesso di abitazioni pubbliche, con fondi al piano terra, e che, a prescindere dai fenomeni di degrado, che andrebbero comunque scongiurati, di fatto lo pone fuori del mercato, tenuto conto anche della sua diversità rispetto agli immobili." Abstract da pisa.notizie.it del 20 ottobre 2010 - Arch.Riccardo Ciuti. |
Fig. 1 - S. Michele in Borgo Pisa. Vista assonometrica della piazza prima dell'intervento di recupero con il perimetro del vecchio chiostro medievale allo stato di rudere, visibile l'abside a terminazione rettilinea, con il campanile a sinistra. Tav. Arch. Massimo Carmassi. Fig. 2 - S. Michele in Borgo Pisa. Spaccato assonometrico dell'intera area di progetto verso l'abside della chiesa con i nuovi volumi dell'intervento di recupero realizzato interamente in laterizio secondo la 'poetica carmassiana'. Tav. Arch. Massimo Carmassi. Fig. 3 - S. Michele in Borgo Pisa. In questa tavola la planimetria dell'intero complesso romanico. Sono visibili i contorni dell'intero isolato dietro l'abside di S. Michele in Borgo. La nuova architettura pensata come fondale dell'assetto della piazza e allo stesso tempo come quinta di chiusura che ripristina il tessuto viario di matrice medievale" Tav. Arch. Massimo Carmassi. |
Cronologia:1979 - 1985 progetto. 1985-2002 realizzazione primo lotto "Le case torri e il chiostro cinquecentesco raccolti intorno al'abside della chiesa di S. Michele in Borgo, risalente al XIII secolo, avevano subito notevoli distruzioni durante la seconda guerra mondiale. La Soprintendenza ai monumenti, in attuazione del piano di ricostruzione, decise poi di demolire gran parte delle strutture pericolanti superstiti allo scopo di mettere in evidenza la suggestiva abside, rimasta occultata per secoli dai corpi edilizi prospicienti. Dopo una approfondita ricerca storico-archivistica sono state ottenute dai vari enti interessati le approvazioni necessarie per l'intervento."
"La soluzione adottata propone il completamento dei ruderi esistenti sul lato nord e sud dell'area e la costruzione ex- novo di un edifico lungo il lato est, in modo da ricucire la maglia urbana lacerata ed ottenere una nuova piazza di forma regolare, caratterizzata dal segno evidente dell'abside in pietra di S. Michele in Borgo che si contrappone alle omogenee cortine murarie dei nuovi inserti architettonici. Il progetto di ricostruzione appare cosi portatore di un architettura fortemente contestualizzata, che nelle discontinuità del "tessuto dei ruderi" trova occasioni di riammagliatura e di innesto volumetrico. E' il luogo con le tracce fisiche della stratificazione storica a guidare il progetto: sulle due fondazioni parallele a forte spessore, emerse durante lo scavo archeologico, è impostata la nuova architettura pensata come fondale dell'assetto della piazza e contemporaneamente come quinta di chiusura che ripristina il tessuto viario di matrice medievale."
L'atmosfera avvolgente del chiostro distrutto è riscattata nella nuova proposta da uno spazio a destinazione pubblica, solo parzialmente dilatato e fortemente plasmato dalla presenza di nuove forme architettoniche robuste e severe. Le grandi aperture verticali entro la massa muraria consentono inoltre di ottenere ulteriore permeabilità e trasparenza fra il lato sud della chiesa, la piazza e la angusta via Vernagalli, che vede cosi rafforzata la propria natura di percorso urbano. Un opera per molti aspetti contestuale in quanto fondata, secondo il costume di Carmassi, su una lunga e paziente indagine conoscitiva di natura archeologica e sulla rigorosa adozione, laddove richiesto dall'intervento, di pratiche costruttive tradizionali. | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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